Via Fusco

Come in alcune denominazioni di strade di Gioia del Colle (ad esempio via Bernal), anche in questo caso non conosciamo il nome del titolare della intitolazione di questa Via e confinante Largo nei pressi della Chiesa di Sant’Angelo, zona più nota come Borgo degli Albanesi. Non è un caso questa denominazione stradale in quel borgo; […]

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Via Fusco

Come in alcune denominazioni di strade di Gioia del Colle (ad esempio via Bernal), anche in questo caso non conosciamo il nome del titolare della intitolazione di questa Via e confinante Largo nei pressi della Chiesa di Sant’Angelo, zona più nota come Borgo degli Albanesi.

Non è un caso questa denominazione stradale in quel borgo; infatti nella sua ricerca Onomastica slava di Gioia, pubblicata i Gioia una città nella storia e civiltà di Puglia, vol. III, Schena editore, Fasano, 1922, Francesco Saverio Perillo cita tra i nomi e cognomi Sclavoni ed Albanesi presenti a Gioia un un Serius Fuscus.

Esaminando in ordine alfabetico nomi e cognomi di sicura o probabile origine slava rilevata nelle diverse fonti, cerca di definire l’ambito linguistico-culturale al quale appartengono.Alla voce Fusco riporta: Questo antico nome di scaturigini classiche era gradualmente passato a patronimico e, quindi, a cognome nella Ragusa medioevale, soprattutto tra i membri di due famiglie aristocratiche. Il cognome ricorre nei registri parrocchiali di Gioia (la Chiesa Madre), portato tra l’altro da persona proveniente da Pontelandolfo, una zona ai confini tra Puglia e Campania, ove notevole era la presenza di immigrati dall’altra sponda adriatica: Domenico de Fusco de Ponte Ranolfo, Leonardus Antonius filius Francisci Antonii Foschi, Domenica Fusca, Catarina Fusco, Mauro Fusco, Serius Fuscus.

Di questa famiglia benestante gioiese, che istituì diverse Opere Pie ed Assistenziali, va ricordato il dottor Pietro Fusco, vissuto nella prima metà del secolo XVII, che alla morte di Michele Vaaz, conte di Mola e signore di Casamassima e Casal S. Michele, essendo in vendita la concessione feudale di queste due ultime città, si offrì di acquistarle per la somma di ducati 52.146, giusta la stima fattane nel 1666 da Pietro D’Appruzzo.

Un altro membro di questa famiglia, Leonardo Fusco con testamento del 31 luglio 1720, modificato il 19 aprile 1725 istituiva suo erede il Capitolo della Chiesa Maggiore e Collegiata di Gioia col vincolo che esso provvedesse, con 255 lire ogni anno, alla dote matrimoniale di due fanciulle povere o orfane del Comune di Gioia, del valore di £ 127,50 ciascuna, pari a ducati 30, a favore dell’Infanzia.

Con la legge 16 agosto 1867, che prevedeva la soppressione di detto Capitolo, l’Opera Pia Fusco confluì nella Congregazione di Carità. Nel 1926 il Legato Fusco è stato devoluto alla Federazione Provinciale dell’Infanzia.

Il 4 luglio 1812 il Relatore al Consiglio di Stato, Commendatore dell’Ordine Reale delle Due Sicilie, Intendente della Provincia di Bari e Presidente del Consiglio Generale degli Ospizi, invia alla Commissione Amministrativa do Gioia una lettera in cui afferma: Da S.E. il Signor Ministro dell’Interno con carta del 17 del passato mese, ni si riscrive quanto segue: Mentre ho trovato regolare la liquidazione disposta da Cotesto Consiglio Generale de’ beni ereditari del fu Leonardo Fusco di Gioja, per istabilire su basi solide la convenzione con quel Capitolo, e osservo, che per la esecuzione dell’opera de’maritaggi, disposta dal Testatore, sarebbe d’imbarazzo dover ripetere in ogni anno, da un corpo morale la somma di ducati sessanta.

Largo Fusco, con il bassorilievo di Sant’Antonio abate

A rendere quindi meno intralciate le operazioni amministrative, e più agevole la distribuzione de’ maritaggi, io mi credo nel caso di restar fermo alle precedenti disposizioni, comunicate al Consiglio a 18 maggio corrente anno. È in conseguenza che lo incarico a porre in trattativa col Capitolo la bonaria cessione di un fondo, o di altra quota, de’ beni ereditari di Leonardo Fusco, che assicuri la rendita annuale di ducati sessanta (lire 264) per addirsi a’ due maritaggi prescritti e far passare i beni stessi nella gestione della Commissione Amministrativa locale.

Oggi nel Largo Fusco si può ammirare, murata sulla facciata di una vecchia casa, una piccola statua di Sant’Antonio abate, opera dello scultore gioiese Giovanni Rocca, statua proveniente da una cappella, di patrocinio della famiglia Panessa, esistente nella Chiesa Madre prima della sua distruzione, avvenuta nel 1764.

Verosimilmente la strada prende il nome da Leonardo Fusco, che viene ricordato come un benefattore, al quale è da attribuire il lascito che prende nome di Legato Fusco.

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14 Settembre 2024

  • Scuola di Politica

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