Ci vediamo a San Filippo

6 Giugno 2021 Autore:  
Categorie: Storia

Processione di San Filippo, 1981

Ci sono espressioni dialettali tipiche di una popolazione, che si comprendono solo se si appartiene a quella comunità.

Tra queste ce n’è una che è collegata al nostro Santo Patrono, San Filippo: Ci vediamo a San Filippo.

Si potrebbe pensare che questa frase, pronunciata in forma dialettale, abbia come significato quello di vedersi alle ‘calende greche’, cioè mai. In realtà il significato che  viene dato a questa espressione è quello semplicemente letterale, cioè l’augurio di ritrovarsi il 26 maggio di ogni anno, in occasione della festa patronale.

Nonostante Gioia può ancora annoverare tre Compatroni, Santa Sofia, San Filippo e San Rocco e nel corso dell’anno celebra la festività di numerosi Santi, verso i quali i gioiesi nutrono devozione e affetto, ai nostri giorni il giorno 26 maggio viene considerato come la festività più importante, essendo la ricorrenza del Patrono per eccellenza. [Continua la Lettura]

La processione di San Filippo Neri “casa per casa” 27 aprile-16 maggio

6 Giugno 2021 Autore:  
Categorie: Storia

La statua di San Filippo in abiti feriali

È ormai prassi consolidata far iniziare i festeggiamenti in onore del nostro Patrono, San Filippo Neri, un mese prima della sua ricorrenza, il 26 aprile, con una batteria di fuochi d’artificio.

Da qualche anno si rinnova anche la ‘passeggiata’ di San Filippo dalla Chiesa Madre ad una parrocchia di Gioia, dove sosta per due settimane, per poi far rientro nella sua naturale sede per la tradizionale novena in onore del Santo.

Tutto ciò testimonia non solo che il ritorno al passato non è segno di regresso né voler compiangere un tempo che fu, ma, come nel caso di una devozione popolare, è riscoprire il senso profondo di una pratica dei nostri antenati e andare alle radici delle nostre tradizioni e del  nostro essere cristiani consapevoli e credenti.

Di seguito riporto una ricerca storica del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.

Anticamente a Gioia del Colle nel periodo compreso tra il 27 Aprile ed il 16 Maggio di ogni anno si svolgeva la processione feriale di San Filippo Neri denominata “casa per casa” o “Chiesa per Chiesa”.

Nel mese preparatorio alla festa patronale, nel pomeriggio, si organizzavano delle processioni minime del Santo, caratterizzate dalla presenza della Banda delle Fave Bianche, dal Capitolo, dalla Deputazione Patronale, dalla statua grande di San Filippo Neri in abiti feriali e dai suoi Figli spirituali. [Continua la Lettura]

Le passeggiate di San Filippo Neri

6 Giugno 2021 Autore:  
Categorie: Storia

La passeggiata di San Filippo , sagrato chiesa dell’Immacolata di Lourdes

San Filippo, al pari degli ultimi Papi, osava dire che i sacerdoti devono uscire dal chiuso delle sacrestie e delle Chiese e ritrovarsi con la gente e tra la gente per annunciare e testimoniare al mondo il messaggio di gioia e di salvezza del cristianesimo.

Lui stesso ha messo in pratica questo suo pensiero, andando nelle piazze, per le strade, incontrando grandi e piccoli, uomini e donne, e parlando con tutti.

Una delle pratiche più conosciute, messe in atto da San Filippo Neri, è stata quella della Visita alle Sette Chiese di Roma, che durava più giorni e che egli considerava anche come momento di socializzazione, desiderio di uscire dalle mura ecclesiastiche per manifestare al mondo la gioia di essere cristiani, di essere Chiesa aperta al mondo.

Si trattava di una forma di pellegrinaggio con giovani ed adulti, che comprendeva momenti di preghiera, di catechesi, di svago e di condivisione fraterna di un pasto, come avveniva nei primi momenti del cristianesimo.

Imitava e metteva in pratica, in tal modo, quanto riportato negli Atti degli Apostoli: I primi cristiani erano assidui nella predicazione degli Apostoli, alle riunioni comuni, alla frazione del pane e alle preghiere… Tutti i credenti stavano insieme e avevano tutto in comune… Non vi era alcuno bisognoso fra loro, perché quanti possedevano terreni o case li vendevano, e preso il prezzo delle cose vendute, lo mettevano a disposizione degli Apostoli, che lo distribuivano a ciascuno secondo il bisogno. [Continua la Lettura]

Le contrade di Gioia del Colle

Le contrade di Gioia, da ‘Onomastica stradale di Gioia del Colle’, di Bitetti e Celiberti

Il Comune di Monopoli passa per essere famoso anche per la presenza di 99 contrade (anche se in realtà sarebbero  91).

Il Comune di Gioia del Colle, senza contare il numero di quelle di cui si è persa la denominazione, può vantare ancora oggi 96 contrade.

Dal Catasto Onciario del 1750 relativo al Comune di Gioia del Colle e da altri documenti di archivio apprendiamo dell’esistenza di un centinaio di contrade, per definire meglio l’ubicazione delle diverse proprietà dei cittadini nell’agro gioiese.

Da tenere presente che il territorio gioiese fino al Settecento era più ampio di quello attuale. Infatti gli abitanti di Sammichele, Turi, Noci e Putignano si impadronirono di porzioni di territorio gioiese, ubicato in massima parte a nord, nord-est del paese.

Alcune contrade prendono il nome da una famiglia lì residente; di non tutte, però, conosciamo la motivazione della denominazione.

Si seguito si elencano le contrade di Gioia in ordine alfabetico, anche se di alcune di esse si è perduta memoria. [Continua la Lettura]

Umberto Colapinto, detto Cuber

Umberto Colapinto, detto Cuber

Umberto Colapinto nasce a Gioia del Colle nel 1948. Il papà ha svolto il compito di vigile urbano in servizio presso il Comune di Gioia.

Non nasce come pittore-artista, avendo lavorato come macchinista nelle Ferrovie dello Stato, ma questa sua passione scoppia poco più che ventiseienne in seguito ai numerosi viaggi che effettua, durante i quali resta colpito dalla bellezza e dalla varietà dei colori dei diversi paesaggi e, forse, anche per una analogia con l’arte pittorica, come riscontriamo nella seconda parte del suo cognome: pinto.

Infatti inizia la sua produzione dipingendo sulla tela i paesaggi e alcuni aspetti della natura che attirano il suo sguardo e lo incuriosiscono e li riproduce copiandoli.

Quando giunge a maturazione, però, abbandona questo percorso e ciò che lo preoccupa non è più la precisione della riproduzione, la perfezione tecnica, come quella di una macchina fotografica che immortala un paesaggio, perché l’arte, secondo lui, consiste nel saper dare profondità alle opere pittoriche, profondità ottenuta attraverso il sapiente utilizzo dei colori primari. [Continua la Lettura]

Via Filippo Ronco

23 Maggio 2021 Autore:  
Categorie: Storia

Via Filippo Ronco

C’è sempre una motivazione nella intitolazione di una strada cittadina, ma pochi sono a conoscenza del perché il nome di un personaggio sia stato inserito nella toponomastica locale.

Alla fine del secolo scorso la denominazione di alcune strade cittadine ha subito una modificazione.

In particolare una stradina parallela a corso Vittorio Emanuele II, tra il palazzo Cassano e Piazza Margherita di Savoia, compresa tra via Gioacchino Murat e via Giuseppe Massari, aveva la denominazione di Vico III Basile, un cognome che si ripeteva per ben tre volte nella toponomastica locale.

Qualcuno pensò di onorare un personaggio umile, ma legato alla storia e alle tradizioni della nostra terra, che ha lasciato un segno nel settore della musica e della cultura popolare. [Continua la Lettura]

22 Maggio: la festa liturgica di Santa Rita a Gioia del Colle

Altare con la statua di Santa Rita nella Chiesa di Sant’Angelo

Pur essendo una delle Sante più venerate non solo in Italia, ma in tutto il mondo cattolico, Santa Rita (1381-1457)  ha avuto un lungo percorso verso la santificazione. Infatti Santa Rita da Cascia  venne beatificata da Papa Urbano VIII nel 1627, ben 180 anni dopo la morte, e canonizzata da Papa Leone XIII nel 1900, a 443 anni dalla sua morte.

Per seguire il volere dei genitori si sposò, pur manifestando sin da piccola il desiderio di consacrarsi a Dio, fu costretta a sposarsi e dal matrimonio ebbe due figli.

Nel Martirologio Romano troviamo scritto: Santa Rita, religiosa, che, sposata con un uomo violento, sopportò con pazienza i suoi maltrattamenti, riconciliandolo infine con Dio; in seguito, rimasta priva del marito e dei  figli, entrò nel monastero dell’Ordine di Sant’Agostino a Cascia in Umbria, offrendo a tutti un sublime esempio di pazienza e di compunzione.

Visse nel monastero per quaranta anni. Il suo corpo è conservato e venerato nel santuario di Cascia, che è meta di numerosi pellegrinaggi.

Santa Rita viene considerata la patrona delle donne maritate infelicemente e dei casi disperati, infatti ha il titolo di “santa dei casi impossibili”, cioè di quei casi clinici o di vita, per cui non ci sono più speranze e che con la sua intercessione, molte volte si sono risolti positivamente per l’intercessione miracolosa della Santa. [Continua la Lettura]

La solennità dell’Ascensione di Gesù al cielo

16 Maggio 2021 Autore:  
Categorie: Storia

L’ Ascensione di Gesù, opera di Andrea Mantegna

L’Ascensione del Signore è una solennità che la Chiesa ha cominciato a celebrare alla fine del IV secolo, quaranta giorni dopo la festa di Pasqua, per ricordarci l’ascesa al cielo di Gesù. Egli, infatti, come ci ricorda la Scrittura, dopo la sua morte e resurrezione fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio, affermazione che fa parte dell’annunzio fondamentale del messaggio a base della fede cristiana.

La domenica successiva a questa solennità la Chiesa festeggia la Pentecoste, per ricordarci che l’ascesa di Gesù al cielo non ci lasca orfani, perché subito dopo ci invia lo Spirito Santo per sostenerci nel cammino quotidiano e non farci mancare il suo aiuto e la sua parola di vita.

Infatti solo seguendo Cristo e il suo insegnamento, espresso nei Vangeli, si compie il progetto preparato da Dio per gli uomini, l’umanità raggiunge il suo completo e vero destino e la sua storia finalizzata al raggiungimento della meta finale, che consiste nella salvezza preparata per tutti.

Gesù che ascende in cielo, capo della Chiesa, è la primizia dei redenti, chiamati a raggiungere in cielo il divino Capo, è Colui che ci ha riaperto le porte dei cieli e ci ha riconciliato con il Padre e con i fratelli.

Di seguito riporto una ricerca storica del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli. [Continua la Lettura]

San Michele Arcangelo 29 settembre -8 maggio

8 Maggio 2021 Autore:  
Categorie: Storia

Statua di San Michele Arcangelo , nella Chiesa di Sant’Angelo

Il culto di San Miche Arcangelo a Gioia risale a tempi antichi. Nel Centro storico di Gioia è ubicata la Chiesa di Sant’Angelo.

L’esistenza di una Chiesa di Sant’Angelo è attestata per la prima volta  in un documento del 1087, in cui si dice che in quell’anno il duca normanno Ruggero d’Altavilla  concede all’Arcivescovo di Bari, Ursone, delle proprietà a Monte Sannace, comprendenti terre ed orticelli che sono presso la chiesa di Sant’Angelo (concedimus  ecclesiam Sancti Angeli que sita est in monte Ioannacii cum omnibus orti set orticellis suis qui sunt iuxta ipsam ecclesiam et vadit per viam qua itur Ioam). Si tratta di una chiesa che testimonia la venerazione per questo Santo, ma  che non nulla a che vedere con l’attuale chiesa di Sant’Angelo.

Da alcuni documenti normanni del XII secolo apprendiamo che intorno al 1170 l’abate Arivie avrebbe fatto costruire a sue spese, nei pressi del castello, una chiesa dedicata a santo Stefano. In un successivo periodo questa veniva chiamata chiesa “di San Giovanni”.

Il Carano Donvito sostiene che la chiesa di Sant’Angelo era nota come Santa Maria di Costantinopoli. La Chiesa di  Santa Maria di Costantinopoli, a detta di Padre Bonaventura da Lama, fu inizialmente dedicata a San Giovanni e, più tardi, dal nome di Santa Maria di Costantinopoli passò al nome attuale di Sant’Angelo, forse per non confonderla con l’altra Chiesa di S Maria di Costantinopoli (oggi S. Andrea). Con l’abolizione definitiva del rito greco la chiesa viene solennemente riconsacrata e dedicata a S. Maria di Costantinopoli. [Continua la Lettura]

La Banda delle Fave Bianche

4 Maggio 2021 Autore:  
Categorie: Prodotti Locali, Storia

La Bassa Musica di Adelfia, simile a quella delle ‘Fave Bianche’ di Gioia

Sopravvive in alcuni paesi del circondario, in questa nostra società sempre più tecnologica e professionalizzata, un piccolo gruppo bandistico che non ha frequentato alcuna scuola musicale.

È la Banda delle Fave Bianche, nome attribuito forse anche perché ricorda l’elezione a Patrono di Gioia del Colle di San Filippo Neri, avvenuta con una votazione che prevedeva l’introduzione, in un’urna, delle fave bianche.

La banda suonava con grancassa, tamburo e ottavino.

Riferiscono fonti orali che la scelta del Patrono di Gioia, San Filippo neri, venne effettuata dai notabili del paese, che presero in considerazione una serie di candidati.

Alcuni di essi, per favorire una rigenerazione morale e religiosa di Gioia, pensarono di sponsorizzare San Filippo Neri, secondo Apostolo e Compatrono di Roma, figura di santità e di coerenza al messaggio evangelico, di nobili origini,  per il fatto di essere figura che, avendo contribuito notevolmente a riportare la Chiesa nell’alveo dei precetti cristiani e della fedeltà a Cristo, meglio di altri Santi poteva incarnare il modello di rinnovamento di Gioia e la rinascita morale ed umana della popolazione locale. [Continua la Lettura]

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