“Vado a prendere un caffé da solo” di Angelo Nardelli
Recta Civitas, Unitalsi e A.So.Tu.Dis. presentano "Vado a prendere un caffé da solo" Angelo Nardelli "…Ognuno di noi interseca il proprio mondo con quello degli altri, ed è una fortuna perchè, allontanandoti dalla solitudine, questo mette la museruola alla vera belva umana, quella che ti mangia dentro, al silenzio dei tuoi pensieri…". Un silenzio che […]
Recta Civitas, Unitalsi e A.So.Tu.Dis. presentano "Vado a prendere un caffé da solo"
Angelo Nardelli
"…Ognuno di noi interseca il proprio mondo con quello degli altri, ed è una fortuna perchè, allontanandoti dalla solitudine, questo mette la museruola alla vera belva umana, quella che ti mangia dentro, al silenzio dei tuoi pensieri…". Un silenzio che Angelo Nardelli sconfigge dialogando con i lettori di "Vado a prendere un caffé da solo", sua prima, toccante, autobiografica opera. Se incontrare Angelo, i suoi "angeli", conoscere attraverso un video i suoi amici, la sua Casa Famiglia di Barletta, incrociare il suo sguardo solo in apparenza schivo, è di per sé un magico "intersecare" universi inesplorati, luoghi in cui si può "toccare l'amore e il corpo di Gesù", leggere il suo libro è attraversare un guado per approdarvi.
La storia, la sua storia, cattura, graffia, a tratti urla e sanguina, alterna velata ironia ad abissi di sofferenza, ne scardina gli scuri violandone l'oscurità, permettendo alla luce della speranza, dell'amicizia e – perchè no? – di un sogno, di cauterizzare le ferite di affetti negati, le staffilate dell'indifferenza, le ustioni di un pietismo sterile, le laceranti, crudeli stilettate del tradimento.
Angelo si racconta, irride "il troppo ossigeno" e quella prematura sete di vita, cui deve la sua tetraparesi spastica, cade con la sua "amica carrozzella", lascia che i sogni prendano "in ostaggio" la sua vita. "Uccello senza ali" con spregiudicatezza tenta, attraverso l'alcol, di raggiungere le vette più inaccessibili "per provare l'ebbrezza ad occhi chiusi" di lanciarsi "in picchiata verso l'infinito", si rialza, naufraga nell'abbandono, ritorna nei luoghi in cui la mente si arrende alla follia, sopravvive al silenzio ed infine approda in un porto sicuro e con fede sconfigge la morte in agguato.
"Dire ciao a un amico è sapere cosa vuol dire la parola domani", e di amici nel corso della presentazione del suo libro anche a Gioia, Angelo ne ha incontrati tanti: Antonio Montenegro, referente nazionale di Recta Civitas, Pasquale Ludovico, in rappresentanza dell'Unitalsi per cui "il diversamente abile se emarginato diventa un problema, se stimolato a dare il meglio di sé, ad esprimere le sue potenzialità, è un perno sociale di eccellenza", Teresa Angelillo, appassionata psicologa che propone l'adozione del libro presso le scuole ed incontri con l'autore, il dottor Francesco Manfredi "testimonial" di realtà vincenti quali "Mano a mano" e "Pegaso", Nicoletta Pavone, instancabile "promotrice" delle diverse abilità e i numerosi presenti… impossibile sottrarsi alle loro pressanti richieste di autografo! Ad un amico, ad un ragazzo che tenterà attraverso le cellule staminali di sconfiggere la disabilità, al suo simbolico riscatto di tutte le disabilità esistenti, sarà destinato l'intero ricavo della vendita del libro di Angelo, disponibile presso la libreria Aretusa.
Dalila Bellacicco
Da: La Piazza – Gioia del Colle – Ottobre 2007.
23 Ottobre 2007