Un’oasi naturalistica a Gioia del Colle
In una vasta area a nord-est dell’abitato di Gioia del Colle, nei pressi della zona artigianale, è ubicato l’impianto di depurazione per il trattamento delle acque reflue provenienti dagli scarichi fognanti cittadini. Le acque depurate vengono smaltite in campi di spandimento adiacenti l’impianto, in contrada Fontana del Fico, e danno origine ad una zona paludosa […]
In una vasta area a nord-est dell’abitato di Gioia del Colle, nei pressi della zona artigianale, è ubicato l’impianto di depurazione per il trattamento delle acque reflue provenienti dagli scarichi fognanti cittadini. Le acque depurate vengono smaltite in campi di spandimento adiacenti l’impianto, in contrada Fontana del Fico, e danno origine ad una zona paludosa formata da enormi specchi d’acqua e vasche comunicanti tra di loro.
Si deve alla tenacia e caparbietà di un nostro concittadino, il signor Cosimo (meglio conosciuto come Mimmo) Castellaneta, amante della campagna e della natura, che frequenta quella zona per possedimenti terrieri appartenenti a suoi familiari, fotografo per diletto, l’idea di immortalare con la sua macchina fotografica una enorme varietà di fiori, molti dei quali rari ed unici del nostro territorio e un altrettanto variegato numero di specie animali e di volatili, alcuni dei quali in estinzione e specie protette, e di sottoporre questa zona all’attenzione del Comune di Gioia del Colle e dell’Acquedotto Pugliese.Risale al 22 aprile 2014, nel giorno della “Festa della Terra”, la presentazione nel chiostro comunale di Gioia del convegno “Un Ecosistema naturale”, voluto da Mimmo Castellaneta e organizzato dall’Università della Terza Età e del Tempo Libero di Gioia, per socializzare ai cittadini questa sua scoperta e per sollecitare, gli Enti preposti, a realizzare un progetto per la valorizzazione di quella zona umida.
Alla conferenza, moderata dalla presidentessa dell’U.T.E. di Gioia, dott.ssa Giovanna Viterbo, erano presenti anche il biologo ambientalista prof. Roberto Cazzolla Gatti, il dott. Walter Ivone, agronomo e docente dell’U.T.E., il dott. Massimiliano Baldini Responsabile Area Coordinamento Tecnico Ambientale – Direzione Ingegneria presso Acquedotto Pugliese SpA e il sindaco di Gioia Sergio Povia.
In quella riunione Mimmo Castellaneta ha presentato una ricca serie di fotografie da lui scattate in quella zona umida, che spazia dalla flora, piante e fiori tipici della zona, come iris, orchidee selvatiche, piante carnivore, acacie, asparagi, ai volatili della fauna stanziale e stagionale, tra i quali figurano tortore, morette codone, marzaiole, morette tabaccate, gazze, ibis, cavalieri d’Italia, gazzette col ciuffo bianco, beccaccini, gallinelle, volpoche, poiane, upupe, aironi rossi e cinerini, tuffetti, gabbianelli, pittime, falchi di palude e falchi grillai, folaghe, libellule. Inoltre il signor Castellaneta ha proiettato foto che immortalano bisce d’acqua, ramarri, gechi, volpi, lombrichi, ragni che hanno preso dimora in quella zona umida.
Scopo di quell’incontro era non solo quello di presentare alla città questa magnifica realtà che la natura aveva creato, ma anche di sensibilizzare gli Enti interessati, il Comune di Gioia e l’Acquedotto Pugliese, ai problemi ambientali, allo scopo di promuovere la cultura del verde nel nostro territorio e di valorizzare questa ricchezza naturalistica.
Per l’occasione, vista la presenza del funzionario dell’Acquedotto Pugliese e del Sindaco di Gioia, è stata avanzata la proposta di espropriare alcune aree confinanti con le vasche di spandimento delle acque reflue per ampliarle e creare un’oasi la quale, con il processo di fitodepurazione e di piantumazione di essenze tipiche del territorio, diventasse un luogo ideale in cui proteggere le specie floro-faunistiche, tutelando in tal modo specie vegetali e animali in via di estinzione.
Il signor Castellaneta, infatti, oltre a immortale fiori tipici in via di estinzione ha segnalato la presenza di volatili dal codice rosso, anch’essi in via di estinzione.
È stata avanzata altresì la proposta di realizzare un percorso didattico per turisti e per per alunni e docenti in modo da favorire anche il turismo scolastico con percorsi all’interno dell’area umida con cartellonistica delle specie arboree e faunistiche presenti nell’oasi e di costruire capanni di avvistamento di uccelli e di altri animali ivi presenti.
Il prof. Cazzolla Gatti ha sottolineato che attraverso questa realizzazione si potrebbe ridurre l’impatto ambientale dell’impianto di depurazione e ha suggerito di promuovere una Consulta per l’ambiente, di ampliare la zona inserendola nel Parco della Lama San Giorgio, di fare un censimento delle specie presenti, sia arboree che faunistiche, di recintare adeguatamente la zona, di realizzare campagne antibracconaggio, di monitorare la qualità dell’acqua.
Agli inizi del 2015 i nove laghetti o vasche che raccoglievano le acque reflue provenienti dal depuratore cittadino improvvisamente erano in secca, causa probabilmente dovuta ad una non fortuita deviazione del corso delle acque che si disperdevano nel sottosuolo dei terreni limitrofi. Ne dava notizie lo stesso Castellaneta in un suo comunicato stampa che di seguito si riporta.
Il nostro territorio è caratterizzato da un Parco Archeologico di notevole interesse culturale e turistico e da un ambiente naturale e paesaggistico di straordinaria bellezza, risorse che attendono solo di essere valorizzate attraverso una impegnativa cultura amministrativa locale. Coniugare la conservazione della natura e la crescita di una economia che pone l’ambiente come cardine del suo sviluppo rappresenta un passo quanto mai necessario. Il dovere della politica è individuare misure di sostegno indirizzate a tutelare la vera ricchezza del nostro territorio: risorse ambientali, beni storici, archeologici e paesaggistici, la biodiversità. Ma i nostri amministratori sembra che non abbiano capito l’importanza che tali risorse rivestano.
I FATTI – Nel mese di aprile dell’anno scorso organizzai un evento nel chiostro del Comune di Gioia del Colle denominato “Un ecosistema naturale. Flora e fauna. Uccelli migratori e stanziali. Acque reflue e fitodepurazione”, a cui hanno partecipato oltre all’UTE, che ha curato la manifestazione, l’ing. Massimiliano Baldini, responsabile della gestione degli impianti AQP, dell’agronomo Walter Ivone e dell’esperto biologo ambientale e membro del WWF Roberto Cazzolla Gatti. Lo scopo della serata era quello di evidenziare come in un’area particolare del nostro territorio, ossia nelle vasche di spandimento delle acque reflue del depuratore di Gioia del Colle, si sia avviato un processo di ecosistema naturale determinando condizioni ottimali per la proliferazione di fauna stanziale e di sosta per uccelli migratori di notevole interesse. Sono state proiettate innumerevoli immagini, da me realizzate, che hanno documentato circa 50 specie di uccelli legati agli ambienti umidi, che sostano, svernano o nidificano nelle vasche di spandimento. Tra queste ben 13 specie rare, inserite nelle Direttive europee “Habitat e uccelli”, minacciate a vario livello e presenti nella Lista rossa IUCN (moretta tabaccata, airone cinerino, airone rosso, moretta, volpoca, alzavola, tarabuso, marzaiola, cavaliere d’Italia, mignattaio, nitticora, mestolone, falco di palude). Le Direttive regionali, prima che conoscessero quella che con l’intervento della natura è diventata un’oasi naturale di straordinaria bellezza, prevedevano la soppressione delle vasche, versando direttamente nel Canale delle Vigne e Lama an Giorgio le acque depurate. È stato chiesto, prima alla Dirigente del servizio “Assetto del territorio” della Regione Puglia, ing. Francesca Pace, e poi al Sindaco di Gioia del Colle, Sergio Povia, di tutelare invece e non sopprimere l’area naturalistica. L’idea di inserire l’intera area nel costituendo “Parco di Lama San Giorgio”, mantenere ed ampliare il sistema di terrazzamento, così come è adesso, creando delle piccole isole utili alle nidificazioni delle specie di uccelli stanziali, piantumare canniccio di palude e permettere quindi lo scorrimento spontaneo delle acque attraverso una vegetazione palustre. Lungo il tragitto l’acqua viene depurata dai molti inquinanti organici. Creare, quindi, un ecosistema ad elevata produttività biologica, in grado di abbattere il carico organico degli inquinanti. Un modo semplice, quindi, per trattare le acque reflue con un processo naturale di fitodepurazione.
I vantaggi: A) Facile realizzazione e costi contenuti di gestione; B) Possibilità di accumulo e riutilizzazione delle acque reflue depurate; C) Buon inserimento paesaggistico; D) Habitat ideale per la fauna selvatica.
Il Comune di Gioia del Colle, dopo aver provveduto all’esproprio dei terreni limitrofi, dovrebbe intervenire per la realizzazione di percorsi didattici e postazioni per l’osservazione della fauna e degli uccelli migratori, tenendosi alla dovuta distanza, nel rispetto di questa oasi che la natura ha messo a nostra disposizione. È facile immaginare, quindi, l’interesse dell’intera area inserita nel “Parco naturale Lama San Giorgio”. Grande opportunità di valorizzazione ambientale. La disponibilità e la bonifica dell’area favorirebbe lo sviluppo sia agricolo che zootecnico. Un’area naturale protetta, quindi. Una piccola oasi a 3 Km circa dal paese, facilmente raggiungibile con una pista ciclabile e a due passi dal Parco Archeologico di Monte Sannace.
A tal proposito mi preme sottolineare che insieme al WWF di Gioia del Colle, dopo aver incontrato gli organi regionali responsabili dell’istituzione “Parco Lama San Giorgio”, durante i quali questi ultimi hanno evidenziato lo stallo dell’iter istitutivo del Parco, causato dal rimaneggiamento del perimetro proposto dal Comune di Gioia del Colle con delibera n. 33 del 25.06.2013, è stata protocollata in data 30.09.2014 una richiesta (concordata con il sindaco Sergio Povia) di annullamento della precedente delibera e di “ridefinizione della perimetrazione dell’istituendo Parco regionale Lama San Giorgio e Giotta”.
A tutt’oggi non si hanno notizie che tale richiesta sia stata accolta, nonostante il sindaco avesse dimostrato interesse ed espresso parere favorevole alla proposta. Ora la situazione è tutt’altro che rassicurante. Le condizioni sono tali da far pensare che non ci sia, da parte degli organi responsabili, nessuna preoccupazione per lo stato di degrado ed abbandono in cui versa l’intera superficie. Oggi la situazione è questa. Come ho ampiamente documentato con foto scattate negli ultimi mesi, nelle vasche non viene sversata acqua riveniente dal depuratore. I canali sono a secco e le vasche non contengono più acqua. La domanda è semplice e inquietante: Dove va a finire il liquame del nostro paese se dal depuratore non viene sversato nelle vasche di spandimento? Temo, ahimè, che come al solito non ci sarà nessuna risposta da parte dei nostri amministratori, in ben altre faccende affaccendati!
Alla fine del 2015 l’Acquedotto Pugliese, grazie all’interessamento dell’ing. Baldini, che si dimostrò particolarmente favorevole alla proposta degli intervenuti al convegno del 2014, su questa zona umida di sua competenza, sulla quale si era creato naturalmente un particolare ecosistema, ha provveduto a far realizzare uno studio di fattibilità con l’obiettivo di implementare il processo di rinaturalizzazione della zona, progetto pilota in Italia, di riutilizzo delle acque reflue depurate per lo sviluppo della biodiversità in loco, progetto che ha destato approvazione anche da parte della Regione Puglia.
Tale interessamento era giustificato soprattutto dalla rilevanza dell’area dal punto di vista ecologico e naturalistico, dalla presenza di diverse specie di uccelli migratori e di anatre che il Castellaneta aveva documentato con le sue foto. 14 tra le 62 specie acquatiche rilevate sono minacciate o inserite nella Lista Rossa, quindi in estinzione, inserite nelle DEHU, Direttive Europee Habitat e Uccelli.
Nel chiostro del Comune il giorno 1 dicembre 2015 è stata presentata una bozza dello studio di fattibilità per la valorizzazione dell’area umida, che prevedeva l’ampliamento della stessa, l’acquisizione di circa 50 ettari da utilizzare come fascia di rispetto e un corridoio ecologico con il Parco Archeologico di Monte Sannace e la costruzione di una pista ciclabile per raggiungere il sito.
Nel 2018 Mimmo Castellaneta, seguendo il consiglio del prof. Roberto Cazzolla Gatti, ha dato vita all’Associazione “Gioia per Natura – Ambiente & Sviluppo”, che lo ha nominato Presidente. L’Associazione è nata con l’intento di difendere le peculiarità e la biodiversità di quelle porzioni di territorio sparse in tutta Italia ed in Europa sovente vengono sottoposte allo sfruttamento selvaggio da parte dell’uomo come ad esempio disboscamento e cementificazioni, ovvero all’utilizzo di detti siti come deposito di rifiuti indifferenziati e pericolosi. Per la difesa e la valorizzazione di questi luoghi l’Associazione propone l’applicazione delle migliori pratiche di Smart Land che coinvolgono enti amministrativi, movimenti culturali, stakeholders e imprese locali. Inoltre scopo dell’Associazione è il controllo dell’acqua e dell’aria, specie a ridosso delle aree antropizzate. Un’Associazione, dunque, che unisce professionisti e stakeholders (Soggetto interessato all’andamento di un’impresa alla quale è legato tramite rapporti di varia natura), impegnati nella salvaguardia delle biodiversità e nella promozione della green job in tutta Italia.
Nella fattispecie locale in cui l’Associazione si è costituita nell’ottobre del 2018, oggetto di interessamento da parte dei soci fondatori è il recapito finale delle acque del depuratore urbano di Gioia del Colle dove le cinque vasche di contenimento delle acque reflue nel corso degli ultimi dieci anni hanno offerto ospitalità ad una miriade di esemplari di flora endemica mediterranea e a circa un centinaio di specie di animali protette tra cui alcuni uccelli definiti “a codice rosso” dalle direttive comunitarie e ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) per la loro prossimità alla scomparsa totale e definitiva dal pianeta.
Il 10 ottobre 2018, nel chiostro del Comune di Gioia l’Associazione ha socializzato la presentazione del progetto di istituzione di un’oasi naturalistica con una manifestazione intitolata “De rerum natura”, durante la quale la proiezione di foto scattate nella zona umida è stata allietata da atmosfere musicali.
Si pensava che, a seguito di continue sollecitazioni da parte del signor Castellaneta, l’approvazione dovesse arrivare in tempi stretti ed invece, anche a causa di variazioni al progetto che prevedeva l’inserimento nel Parco di Lama San Giorgio, della riperimetrazione dell’area umida e di vicende burocratiche, i tempi si sono allungati. Qualcuno, malignamente, anche perché non ci sarebbero prove in merito, avanzerebbe l’ipotesi che forse qualche ostacolo sarebbe derivato anche dai cacciatori, che avrebbero visto ridimensionato il loro campo d’azione o da qualche agricoltore che, a causa degli espropri, avrebbe dovuto rinunciare ad una zona vocata al pascolo o a qualche cultura. Oltre a queste circostanze bisogna aggiungere anche il contenzioso venutosi a creare tra il Comune di Gioia del Colle e quello di Sammichele di Bari a causa dei reflui del depuratore che da Gioia si versavano nelle vasche di spandimento al confine con il territorio di Sammichele e provocavano sversamento nei terreni dei suoi concittadini provocando disagi e allagamenti affermando che i proprietari sammichelini non potevano nemmeno entrare nei loro terreni, vere e proprie paludi (La Gazzetta del Mezzogiorno 28 febbraio 2019).
Si spera che a breve si giunga alla conclusione positiva dell’iter da parte di AQP e della Regione Puglia per la creazione dell’auspicata oasi naturalistica nella zona delle vasche dei reflui del depuratore di Gioia del Colle.
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3 Aprile 2022