Mario Girardi
Maggio 21, 2016 by Francesco Giannini
Filed under Gioia Nota, Primo Piano, Storia
Il prof. Mario Girardi è nato l’1-11-1948 ed è venuto a mancare il 15 giugno 2015, in concomitanza della festa di San Vito, al quale santo ha indirizzato anche alcune sue recenti ricerche storiche.
Diplomatosi nel Liceo Classico e laureato in Lettere classiche, è stato chiamato (2001) dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari ad insegnare, come Professore Ordinario, Filologia ed esegesi neotestamentaria, Storia dell’esegesi patristica, Letteratura cristiana antica (anche per la Facoltà gemmata di Taranto). È stato redattore (dal 1993) della rivista Vetera Christianorum, organo scientifico del Dipartimento di Studi classici e cristiani, e dal 2005 ha condiviso con il collega Giorgio Otranto la direzione della collana di Quaderni di Vetera Christianorum. Ha diretto (dal 2003) le Settimane di Studi patristici, organizzate a Trani dal Dipartimento di Studi classici e cristiani.
Quale «professore invitato» ha tenuto (1981-2001) corsi di Lectio Patrum e seminari di agiografia e metodologia della ricerca in scienze patristiche all’Istituto «San Nicola» di Bari, Facoltà di Teologia della Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino in Roma. Dal 1986 ha fatto parte del Consorzio interuniversitario per gli Studi sulla letteratura esegetica cristiana e giudaica antica. È stato membro di Giunta nella Consulta nazionale dei professori universitari di Letteratura cristiana antica ( CULCA ); socio dell’Association internationale d’études patristiques ( AIEP ); dell’Associazione italiana per lo studio della santità dei culti e dell’agiografia (AISSCA ); del Gruppo italiano di ricerca su «Origene
Un dipinto ad olio su tela nella Chiesa di S. Domenico
Ottobre 21, 2012 by Rossana D'Addabbo
Filed under Storia, Turismo
In questo mese dedicato alla Madonna del Rosario a chiunque sia entrato nella Chiesa di S. Domenico, annessa al nostro palazzo municipale, per un omaggio alla Vergine, raffigurata nel bell’acrolito di ceramica dagli occhi di cristallo, con il Bambino in braccio, entrambi in abiti ricamati in oro, non sarà sfuggita la freschezza di una tela recentemente restaurata, appesa alla parete sul secondo altare di destra.
Vi si riconoscono tre Santi domenicani: in alto, il predicatore s. Vincenzo Ferrer, la cui iconografia di Angelo dell’Apocalisse lo ritrae con le ali, la fiamma sulla testa e la tromba, qui riprodotta in mano ad un puttino; in basso, in primo piano, s. Pietro da Verona con la mannaia sulla testa e la palma del martirio, offertagli da un altro angioletto, mentre con l’indice intinto nel suo stesso sangue scrive: Credo in Deum; al centro, s. Tommaso d’Aquino, il Doctor Angelicus, con il sole nel petto, che infiamma le sue virtù di sapiente ed è l’unico a guardare l’ostensorio in alto a destra, mentre pare che scriva, incarnando amore e fede nel mistero eucaristico.
Il Santo più noto fra i tre, Tommaso d’Aquino, era nato nel 1225 a Roccasecca, tra Roma e Napoli, nell’attuale provincia di Frosinone, ed era imparentato con Federico II di Svevia: in pieno conflitto tra Impero e Papato, che aveva scelto il potere temporale per ragioni di rappresentanza, ed in contrasto con la volontà dei suoi genitori, Tommaso si affidò ad un ordine mendicante, quello dei Domenicani, che lo inviò a Parigi, pur essendo egli legato all’Università di Napoli. Lasciò incompiuta la Summa Teologica.
Per una raccomandazione speciale…
Novembre 1, 2009 by Rossana D'Addabbo
Filed under Storia, Turismo
… conviene puntare molto in alto. Il fenomeno è sempre esistito, a maggior ragione in tempo di crisi e scarsità di mezzi. Nella società romana antica, ad esempio, molti uomini liberi, ma di modesta condizione sociale, per sopravvivere si riducevano allo stato di clientes, quotidianamente alla ricerca di uno o più generosi patroni. Tale fu anche Giovenale, autore latino della prima metà del I sec. d.C., dopo aver esercitato per un periodo l'avvocatura: nelle sue satire descrisse efficacemente la vita amara del cliente, che ogni giorno all'alba e con qualunque tempo era costretto ad aggirarsi per le strade della città, pur di essere tra i primi a salutare il suo signore. Il patronus, se particolarmente ricco, aveva infatti uno stuolo di clientes, i quali al mattino affollavano l'atrio della sua casa per il rituale saluto, la salutatio matutina, e per rendersi disponibili a svolgere incarichi di vario tipo (dal disbrigo di pratiche burocratiche alla cura degli affari economici e patrimoniali, all'organizzazione della campagna elettorale in caso di candidatura del patrono), ricevendone in cambio innanzitutto la sportula, una cesta piena di vivande per il vitto giornaliero, poi sostituita da piccole somme di denaro, quindi protezione e assistenza giuridica in tribunale.
Perché un corteo storico ?
Maggio 19, 2007 by Amministratore Gioiadelcolle.info
Filed under Eventi & Tempo Libero, Turismo
Il giorno 20 maggio 2007, alle ore 19.00, nell'ambito dei festeggiamenti per il Santo Patrono di Gioia del Colle San Filippo Neri, presso il Castello Normanno Svevo e dintorni, si svolgerà la rappresentazione storica "Gli Svevi in Terra di Gioia", a cura del Centro Studi e Ricerche Medievali "NUNDINAE" di Gravina in Puglia.
Sulla rappresentazione riportiamo volentieri il parere del nostro concittadino Prof. Mario Girardi.
Un corteo storico non è mai riducibile al solo folklore e meno che mai a moderna sfilata di suoni e colori per richiamo turistico. La realizzazione di tale manifestazione ad apertura delle solenni festività annuali in onore del Santo Patrono, Filippo Neri, intende recuperare visivamente memoria e rappresentazione dell'ormai millenaria storia e vita della comunità cittadina di Gioia del Colle, a cominciare dagli oscuri primordi del primo nucleo di Ioha attorno alla rocca bizantina e al borgo di Sant'Andrea, attraverso la chiara identità normanna prima, lo splendore svevo di Federico II poi, esemplarmente raffigurate dalla compiuta e possente architettura del Castello normanno-svevo, sino all'età angioina e oltre. Nel nome di tutti i Gioiesi di ieri e di oggi,