La Scuola Popolare di Disegno e di Calligrafia
Aprile 18, 2020 by Francesco Giannini
Filed under Gioia Nota, Storia
Gli anni ’80 dell’800 sono stati importanti per l’istruzione nel nostro Comune, tanto che ad agosto del 1890 la Giunta comunale esprime un voto di ringraziamento all’Ispettore Scolastico per la medaglia d’argento conferita da Ministero al Comune di Gioia quale benemerito della Pubblica Istruzione, a riguardo dell’insegnamento elementare.
A novembre del 1880 il Consiglio comunale è chiamato a deliberare circa l’impianto di una Scuola Enologica, della quale nel 1883 viene proposto il progetto dello Statuto, successivamente approvato nel 1884 come Statuto organico Scuola Consorziale di Viticoltura e Enologia. Sempre nel 1884 viene nominato il rappresentante del Comune nel Consorzio della Scuola Enologica e si parla di riforma del Ginnasio Losapio, per il quale nel 1885 si chiede la trasformazione da Scuole Ginnasiali in Scuole Tecniche. Nel 1886 la Giunta comunale approva la spesa per una capanna sul podere della Scuola Enologica e nel 1887 il fitto della vigna della stessa Scuola.
Nel 1889 si pensa di costruire una palestra per la scuola elementare e vengono effettuati i pagamenti per i lavori di completamento del pianterreno dell’edificio scolastico.
Nel 1890 in Consiglio viene espresso un voto per lo scioglimento del Consorzio della Scuola Enologica ed invertire il concorso del Comune per l’impianto di una Scuola secondaria, nonché l’impianto di tre nuove scuole elementari e la proposta di ampliamento dell’Edificio scolastico ad uso delle scuole femminili, che si trovavano in locali disadatti e antigienici.
Renato Javarone
Giugno 13, 2016 by Francesco Giannini
Filed under Gioiesi nel Mondo
Quattordici anni dopo la nascita di Francesco Romano, definito il migliore paesista pugliese del primo quarto del Novecento, e a ventidue anni di distanza dalla nascita di un altro importante pittore gioiese, Enrico Castellaneta, nasce l’1-1-1894 a Gioia del Colle, Renato Javarone. A differenza dei primi due Javarone non segue gli studi in scuole ad indirizzo artistico.
Suo padre si occupava della vendita dei prodotti della lavorazione della canapa mentre sua madre gestiva un piccolo esercizio in cui si effettuava la distillazione e si imbottigliavano alcuni liquori. Dopo aver frequentato le scuole elementari e ginnasiali a Gioia si iscrive alle scuole secondarie a Bari. Da subito dimostra il suo interesse per la pittura tanto che già a 16 anni comincia a viaggiare fuori dalla sua provincia e regione, forse in cerca di artisti che potessero instradarlo nel suo futuro lavoro.
Come spesso ripeteva si dichiara autodidatta e di lui qualcuno ripeteva che era maestro e discepolo di se stesso.
Così come avevano fatto numerosi artisti del tempo, tra cui il nostro Francesco Romano, anche Javarone, che aveva raggiunto i 28 anni, nel 1912 si trasferisce a Roma, non solo capitale politica dell’Italia che aveva celebrato l’anno precedente il cinquantenario dell’Unità, ma anche centro culturale e punto di riferimento per artisti e intellettuali di quel tempo.
Francesco Romano
Giugno 11, 2007 by Francesco Giannini
Filed under Gioia Nota, Storia
Francesco Romano nasce a Gioia del Colle il 9 settembre 1880 in strada Calzolaio n.37, da Giovanni, calzolaio, e Antonia Rosa Benedetto, filatrice. Il padre, che gestiva anche un modesto negozio di calzature desiderava che il figlio continuasse ad esercitare il suo lavoro e che per ricavare maggiori proventi si trasformasse da artigiano in venditore bottegaio. Il piccolo Francesco, però sin da tenera età mostra una innata predilezione e predisposizione per il disegno, tanto che tappezzava con vari disegni le pareti della bottega di suo padre.
Il prof. Gennaro Minei, direttore della locale Scuola Popolare di Disegno, constatando in quei disegni uno spiccato talento artistico convince il padre ad iscriverlo alla sua Scuola, nella quale avrebbe conseguito una preparazione professionale per la futura attività lavorativa.
La natura non fu benigna nei suoi confronti, perché all'età di 12 anni, a causa di una forma di tubercolosi ossea, ritenuta allora incurabile, gli viene amputato il braccio sinistro.