Il centenario del completamento della Chiesa di Santa Lucia
Novembre 25, 2018 by Francesco Giannini
Filed under Gioia Nota, Storia, Territorio & Ambiente
Agiografia
Gli Atti del martirio di Santa Lucia (Siracusa 283-304), il cosiddetto Codice Papadopulo, narrano di una giovane, orfana di padre, appartenente ad una ricca famiglia di Siracusa, che era stata promessa in sposa ad un pagano. La madre di Lucia, Eutichia, da anni ammalata, aveva speso ingenti somme per curarsi, ma nulla le era giovato. Fu così che Lucia ed Eutichia, unendosi ad un pellegrinaggio di siracusani al sepolcro di Agata nel dies natalis della vergine e martire catanese, pregarono S. Agata affinché intercedesse per la guarigione della donna. Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno S. Agata in gloria che le diceva: Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu per tua madre? Nella visione S. Agata le preannunciava anche il suo patronato sulla città di Siracusa. Ritornata a Siracusa e constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo. Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la desiderata sposa vendere tutto il suo patrimonio per distribuirlo ai poveri, verificato il rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana.
In quel tempo erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall'Imperatore Diocleziano. Il processo che Lucia sostenne dinanzi all'Arconte Pascasio attesta la fede ed anche la fierezza di questa giovane donna nel proclamarsi cristiana. Minacciata di essere esposta tra le prostitute, Lucia rispose: Il corpo si contamina solo se l'anima acconsente. Il proconsole allora ordina che la donna sia costretta con la forza, ma lei diventa così pesante, che decine di uomini non riescono a spostarla. Il dialogo serrato tra lei ed il magistrato vede addirittura quasi ribaltarsi le posizioni, tanto da vedere Lucia quasi mettere in difficoltà l'Arconte che, per piegarla all'abiura, la sottopone a tormenti.
Palazzo Romano
Settembre 25, 2018 by Francesco Giannini
Filed under Associazioni, Eventi & Tempo Libero, Storia
E’ un palazzo storico gentilizio sito in via N. Sauro n.10 a Gioia del Colle, progettato dall’architetto gioiese Cristoforo Pinto per conto della famiglia Romano.
L'architetto Pinto (1837-1915) dopo essere vissuto a Gioia, nel 1878 si trasferisce a Milano. Numerose sono le progettazioni da lui realizzate sia nella nostra che in altre regioni. Tra le opere progettate per Gioia ricordiamo: alcune ville dei signori Cassano, il Cimitero comunale, il Macello comunale, la Chiesa di Santa Lucia, i quattro plessi Gemmati-Castellaneta, la torre dell'orologio del palazzo San Francesco. Ha progettato anche il palazzo Cavallino ad Acquaviva delle Fonti, il palazzo De Sanctis a Santeramo, una Chiesa a Casamassima. A Milano, oltre che alla progettazione del Cimitero Musacco e di numerosi palazzi, riesce vincitore al concorso per il restauro del Duomo della città. Il 19 agosto 1869 la Reale Accademia delle Belle Arti di Milano lo giudica meritevole di una menzione onorevole per gli esperimenti eseguiti nel concorso assegnato alla Scuola Superiore di Architettura. A lui è stata intitolata la Villa comunale di Gioia del Colle con la relativa Piazza.
Tornando a parlare del Palazzo Romano, dai documenti dell'Achivio storico del Comune di Gioia del Colle veniamo a conoscenza che il 9 agosto 1934 la Giunta Comunale di Gioia prese in fitto questi locali dal signor Romano Giuseppe per allocarvi la Regia Scuola di Avviamento professionale, fitto rinnovato anche il 27 aprile 1936.
Il contratto fu stipulato tra il Direttore della Scuola, il prof. Giuseppe Antonicelli, e il rappresentante del Comune di Gioia, che in quel periodo era il podestà, l' avv. Vincenzo Castellaneta.
Il Macello Comunale
Dicembre 7, 2009 by Francesco Giannini
Filed under Storia
Fino agli anni che precedono la proclamazione dell'Unità d'Italia era prassi comune in quasi tutti i paesi del Sud macellare gli animali nelle pubbliche strade. In tale circostanza i cittadini si aiutavano vicendevolmente e gratuitamente. Sembrava quasi di partecipare alla celebrazione di un rito sacro, durante il quale le strade erano affollate, pullulanti di un andirivieni di gente, specie di bambini che curiosavano, come se si trattasse della folcloristica celebrazione della festa del Santo Patrono.
Con delibera del 6 novembre 1861, sindaco Antonio Taranto, il Decurionato di Gioia decideva di prendere un locale ad uso del Macello per uccidere gli animali lontano dalla vista e dalla curiosità delle persone, oltre che per motivi igienici.
Il 25 novembre 1871 Il Consiglio dei Decurioni delibera la costruzione del nuovo Macello nel giardino degli ex Francescani Riformati e conferisce l'incarico della progettazione all'architetto Giovanni D'Erchia di Monopoli.
L’Edificio Scolastico ” Mazzini “
Settembre 1, 2009 by Francesco Giannini
Filed under Storia
I PRIMI 120 ANNI DELLA SCUOLA ELEMENTARE MAZZINI
Agli inizi dell'800 Gioia aveva circa diecimila abitanti e nel nostro paese erano funzionanti le scuole elementari; queste erano a carico del Comune, che nominava i maestri, ma non mancavano scuole private che si prendevano cura dell'educazione dei ragazzi, come quella che si teneva tra le mura domestiche dell'abate Francesco Paolo Losapio.
All'indomani dell'Unità d'Italia ( 1861 ) la popolazione di Gioia ammontava a circa 17 mila persone. I nostri amministratori, anche se in quell'anno provvedono ad aprire le scuole elementari secondo le disposizioni regie, prima di tale data erano stati solleciti ad impiantare nel nostro Comune non solo le scuole elementari, ma anche altre scuole.
La Chiesa di Santa Lucia
Dicembre 13, 2008 by Francesco Giannini
Filed under Storia, Turismo
La Chiesa di S. Lucia è stata un tempo una modesta Cappella rurale, di rito greco, costruita alla periferia del paese probabilmente nel secolo XVI. Nel verbale della prima Santa Visita dell’Arcivescovo di Bari Antonio Puteo, tenutasi a Gioia il 24 ottobre 1578 si parla del culto di Santa Lucia de’ Greci.
La Confraternita di S. Lucia, istituita il 15 luglio 1882 dall’Arcivescovo Pedicini, che tra i suoi scopi statutari si occupa di culto e di attività caritative, il 6-12-1881 ottiene la concessione di un suolo al Camposanto per costruirvi dei loculi per i suoi confratelli.
Da una delibera della Giunta comunale del 19-6-1882 veniamo a conoscenza della decisione di migliorare alcune piazze di Gioia e tra queste il marciapiede che dalla Cappella di S. Lucia porta alla stazione ferroviaria.
Nel 1885 la Cappella viene distrutta dal terremoto; si salva solo una immagine della Santa, che viene portata nella Cappella dell’Addolorata, di proprietà della famiglia Buttiglione, che si trovava all’inizio di via Bartolomeo Paoli. Tale Cappella viene sconsacrata nel 1921.
Della vecchia Cappella oggi non restano che le fondazioni sulle quali sono stati costruiti gli ambienti della casa canonica e una piccola statua in pietra raffigurante S. Lucia, in via Cappellini strada adiacente al lato destro della chiesa, situata sul tetto della costruzione addossata all’abside.
Cristoforo Pinto
Aprile 12, 2007 by Francesco Giannini
Filed under Storia
Cristoforo Pinto (architetto) nasce a Gioia del Colle il 10 maggio 1837 in Via Strada San Nicola, da Pietro e da Antonicelli Giuseppa Rosa.
Dopo aver completato gli studi esercita la professione di architetto nella sua terra e dopo l’Unità d’Italia, precisamente il 5-10-1878, si trasferisce a Milano, dove sposa la contessa De Rosa Carolina.
Numerose sono le progettazioni da lui realizzate sia nella nostra che in altre regioni.
Tra le opere progettate per Gioia ricordiamo: alcune ville dei signori Cassano, il Cimitero comunale, il Macello comunale, la Chiesa di Santa Lucia, i tre plessi Gemmati, Castellaneta, Surico, la torre dell’orologio del palazzo San Francesco.
Ha progettato anche il palazzo Cavallino ad Acquaviva delle Fonti, il palazzo De Sanctis a Santeramo, una Chiesa a Casamassima.
A Milano, oltre che alla progettazione del Cimitero Musacco e di numerosi palazzi, riesce vincitore al concorso per il restauro del Duomo della città.
Il 19 agosto 1869 la Reale Accademia delle Belle Arti di Milano lo giudica meritevole di una menzione onorevole per gli esperimenti eseguiti nel concorso assegnato alla Scuola Superiore di Architettura. Leggi tutto