Il testamento di Reone Guarnita, 14 settembre 1292

Novembre 19, 2021 by  
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Testo del testamento di Reone Guarnita

Presso l’archivio della Biblioteca Provinciale “De Gemmis” di Bari si può prendere visione di un testamento di Reone Guarnita di Gioia, rogato dal notaio Nicola De Capite di Gioia il 14 settembre 1292  (V Indizione di Gioia), che ci porta a conoscenza di un pezzo di storia del nostro Comune.

Di particolare importanza notizie sulla presenza di alcune chiese in Gioia, sulla contemporanea presenza della duplice gerarchia ecclesiastica, quella latina e quella greca, le donazioni alla chiesa di San Francesco, alla Chiesa Matrice e un accenno alla chiesa di San Vito, che attesta  già a quella data il culto del Santo Martire nel nostro Comune.

Dal documento apprendiamo anche i nomi di alcune contrade di Gioia, notizie su alcune unità di misura, sulle produzioni agricole, tra cui frumento, orzo, vino e sull’allevamento di animali, come buoi, mucche, muli tori, giovenche.

Il testo che si riporta è la traduzione dell’originale, che presenta alcune lacune, segnalate con puntini sospensivi, di difficile trascrizione, perché mutilo nella piegatura centrale o macchiato dall’umidità.

Reone Guarnita, signore della Terra di Ioa, appressandosi il giorno in cui renderà la sua anima al Signore Dio dell’universo dichiara le sue ultime volontà. Leggi tutto

La Chiesetta della Candelora o di San Vito

Febbraio 2, 2009 by  
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Chiesa CandeloraNella zona posta a nord di Gioia, antico Borgo Palmieri, oggi quartiere Sacro Cuore o " Giù alle Croci ", si può ammirare una chiesetta dedicata a San Vito Martire, opera del XVI secolo.   

Nei verbali della Visita Pastorale del 1623 dell'Arcivescovo Gesualdo, viene indicata con il nome di cappella di Santa Maria della Candelora e si sottolinea che si celebra messa solo nel giorno della Candelora o della Purificazione.

Il culto per S. Vito è attestato sin dal 1572, ma verosimilomente è anteriore a tale data, visto che già in un documento del 1510 si parla di " ovilia S.ti Viti ".

La Chiesetta fu edificata al di fuori del  centro abitato, a ridosso dei campi coltivati, poiché San Vito era venerato come colui che aveva il potere di proteggere dalla carestia,  dalla fame e dal faticoso lavoro della mietitura, attività che si effettua proprio a giugno, periodo in cui cade la festività del Santo. Oggi tale luogo di culto non è più in una zona periferica, ma si trova in un popolato quartiere cittadino.

La facciata presenta un'architrave con un arco sormontato da un rosone tondo formato da  otto spicchi. Sull'architrave è riportata la scritta A. D. 1895 e il versetto 4,31 del Vangelo di Marco: VENITE IN LOCUM  DESERTUM ET REQUIESCITE PUSILLUM, venite in un luogo solitario e riposate un poco.

Lateralmente al portone d'ingresso sono presenti due lesene  alla cui sommità sono poste due  piccole guglie che nella forma richiamano il campanile delle vicina chiesa del S.Cuore. Il tetto è spiovente e presenta lungo i bordi una cornice ad archi degradanti. Nella parete posta a est si può scorgere un piccolo campanile che, unitamente alla presenza di una cupola che si presenta subito dopo aver varcato la porta d'ingresso,  indurrebbe a pensare  che in quella direzione  ci

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