La Chiesa delle Anime Purganti
Agosto 15, 2023 by Francesco Giannini
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Tra le numerose chiese presenti in Gioia si è persa memoria di una cappella, dedicata alle Anime del Purgatorio.
Una prima menzione di questa chiesa la ritroviamo nei Decreti relativi alla Santa Visita a Gioia, effettuata nel 1662 dall’arcivescovo di Bari, Diego Sersale. In essi si riporta che è affiancata alle strutture architettoniche della Chiesa Madre e che la sua denominazione è S. Maria del suffragio delle anime del purgatorio. Rettore della chiesa è il canonico Biagio Caputo, al quale l’arcivescovo impone di togliere via dalle pareti sia le ossa che i teschi dei fedeli defunti e di deporli nel cimitero. Era infatti pratica consolidata in quel tempo quella di seppellire i defunti all’interno delle chiese.
La chiesa originariamente aveva due porte; la minore era posta lateralmente. Il vano della sacrestia poggiava direttamente sui muri esterni della cappella di Sant’Anna e probabilmente era comunicante con la Chiesa Madre.
La chiesa viene citata anche a seguito della Santa Visita effettuata nel 1695 dall’arcivescovo di Bari Carlo Loffredo, con sue parole di censura a riguardo di un dipinto, abbastanza esteso, che era affrescato sull’unico altare presente e che aveva come soggetto la rappresentazione delle anime purganti. L’arcivescovo ordina: Che le figure delle Anime delle Donne Purganti nude s’adombrino, e si coprino di fiamme nel petto, e nelle coscie per non apparir le mammelle, che più presto offendono gli occhi di chi li mira, che li portino devozione. Si ricorda anche che nella chiesa del Purgatorio officia la Confraternita detta del Purgatorio per la sepoltura dei defunti più poveri. Leggi tutto
La festa della Madonna del Carmine a Gioia
Luglio 16, 2020 by Francesco Giannini
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Il culto per la Madonna, madre di Gesù e della Chiesa, è praticato in tutte le chiese cristiane, sia che siano dedicate a Maria SS. sia che siano dedicate ad un Santo particolare.
A Gioia del Colle la Chiesa Madre o Matrice, già dal titolo ci fa capire che è intitolata a colei che ha dato la luce a Gesù. Inoltre nella stessa Chiesa è presente un cappellone, chiamato anche cappella del Santissimo o di Maria Bambina per la presenza, sull’ altare, di una nicchia che racchiude una culla in legno nella quale è deposto il simulacro di Maria Bambina. La stessa rappresentazione è presente sull’ artistica vetrata policroma ovale allocata in alto in fondo alla zona presbiteriale.
Dal resoconto della Visita pastorale del 1623, effettuata a Gioia dall’ Arcivescovo di Bari, mons. Ascanio Gesualdo, veniamo a conoscenza che nella Chiesa Madre per la prima volta viene citata la presenza di due nuovi altari: uno in onore di S. Domenica e l’altro in onore di S. Maria del Monte Carmelo. Quest’ultimo altare apparteneva alla famiglia Sforza. Leggi tutto
La Chiesa di Santa Maria del suffragio delle Anime del Purgatorio
Maggio 15, 2020 by Francesco Giannini
Filed under Storia, Turismo
Fino al 1845 Gioia disponeva di una Chiesa in più rispetto a quelle oggi esistenti nel nostro Comune.
Probabilmente la sua prima costruzione sarebbe contemporanea all’ istituzione della Confraternita del SS. Sacramento che la gestiva, la quale risulta essere stata costituita nel 1652.
Nella Chiesa Madre operava la Confraternita del SS. Sacramento, come apprendiamo dagli Ordini della S. Visita, per Gioia, effettuata dall’ Arcivescovo di Bari, mons. Antonio Puteo, promulgati il 24 ottobre 1578: S’ordina che la R.da confraternita del s.mo Sacramento la quale è instituita nella maggior chiesa, debba pigliar lei questo peso et opera di charità di aver cura dell’ hospitale …
Successivamente abbiamo notizie della presenza a Gioia della Confraternita del SS. Sacramento che operava in una Cappella affiancata alla Chiesa Madre, sodalizio che fu sciolto nel 1865.
Nei verbali della Visita a Gioia effettuata nel 1662 dall’ arcivescovo Diego Sersale, infatti, si cita una Chiesa contigua alla Chiesa Madre, sotto il titolo di Santa Maria del suffragio delle anime del purgatorio, che era retta dal canonico Biagio Caputo. Alla fine della Visita di questa Chiesa il Vescovo dispone di togliere i teschi e le ossa dei fedeli defunti che si trovavano intorno alle pareti della stessa e di deporli nel Cimitero.
Durante la Visita dell’arcivescovo fra’ Tommaso Maria Ruffo nel 1688 si menziona la cappella del Purgatorio.
Nel 1695 l’arcivescovo Carlo Loffredo effettua la Visita alle Chiese di Gioia. Dopo aver visionato la Chiesa del Purgatorio, stupito per la presenza di un dipinto molto esteso sull’ altare, raffigurante la Madonna e le Anime Purganti, impartisce la seguente disposizione: Che le figure delle Anime Purganti nude s’adombrino, e si coprino di fiamme nel petto, e nelle coscie per non apparir le mammelle, che più presto offendono gli occhi di chi li mira, che li portino devozione.
Nel 1706 durante la Visita l’arcivescovo Muzio Gaeta ebbe a rimproverare uno dei sacristi per l’incuria e la sporcizia presente nella cappella.
Troviamo accenni alla chiesa anche nella Visita effettuata nel 1756 dall’ arcivescovo Luigi D’Alessandro, il quale rilevò e annotò che nella Chiesa era stato inserito un secondo altare, intitolato in onore di S. Giuseppe.
Nel 1764 la Chiesa Matrice veniva abbattuta e nello stesso anno iniziò la ricostruzione del nuovo edificio sacro. La struttura della nuova Chiesa Madre sul lato nord fu costruita in attacco alla Chiesa del Purgatorio.
Anche questa Chiesa quattro anni dopo, nel 1768, fu abbattuta e ricostruita in quello stesso anno, come si può vedere dall’ iscrizione sul portale di ingresso, oggi murato, che riporta tale data. Fu fatta costruire a spese della Confraternita del Purgatorio, fondata in quel periodo probabilmente per rinverdire il ricordo e il culto per la Madonna e le Anime Purganti, che in essa si veneravano. Pur officiandovi la Confraternita del Purgatorio, prese la cappella prese la denominazione del SS. Sacramento, quella assegnata alla primitiva costruzione.
Probabilmente la Confraternita del SS. Sacramento, che era la più antica tra quelle gioiesi e che già dalla fine del ‘700 stava attraversando un periodo di crisi, non era in grado di assolvere ai compiti previsti dallo statuto. Infatti l’arcivescovo di Bari, Muzio Gaeta, a seguito della Visita effettuata nel 1699, sottolinea il disordine nel quale si trovano le cose della Veneranda Confraternita e Congregazione del SS.
Inoltre quando il re di Napoli, a seguito del Concordato del 2 giugno 1741, imponeva che le Confraternite per poter continuare ad operare dovessero chiedere il Regio Assenso, per quella del SS. Sacramento non è stata reperita richiesta in tal senso.
Il Concordato fu stipulato tra il re di Napoli Carlo di Borbone e il papa Benedetto XIV per terminar le dispute e controversie che da più secoli nel Regno di Napoli sono state su diversi capi tra le Curie laiche ed ecclesiastiche e per torre con ciò ogni occasione di discordia tra le due potenze.
Il Comune, che nel 1813 aveva ottenuto da Gioacchino Murat la concessione del Convento e della Chiesa di San Francesco, disposizione riconfermata dal re Ferdinando IV nel 1816.
Nel 1823 il Decurionato delibera di fare le pratiche occorrenti per effettuare una permuta con la Congrega del Purgatorio, cui il Comune avrebbe ceduto la chiesa di S. Francesco per averne in cambio l’antica chiesa del Purgatorio (1768), per ingrandire la Chiesa Madre, di Patronato del Comune, ricostruita nel 1764, e formarne il Cappellone del SS. Sacramento.
Dal Fondo delle Opere Pie, presente nell’Archivio Storico di Bari, che contiene il prospetto delle Confraternite esistenti a Gioia alla data del 1828, apprendiamo della presenza anche della Confraternita del Purgatorio che non officia più nella cappella de SS. Sacramento, adiacente alla Chiesa Madre, ma nella Chiesa di San Francesco adiacente l’omonimo Convento dal 1822.
Bisognerà attendere il 1845 per effettuare quello scambio con la Confraternita del Purgatorio, sicché oggi quella viene chiamata nuovamente Cappella del SS. Sacramento e di Maria Bambina. Questa permuta fu approvata con Sovrano Rescritto l’11 gennaio 1845.
Nella Chiesa Madre è presente una tela del pittore Paolo Lanari, datata 1797, la quale, proprio per i soggetti che rappresenta, La Madonna del Carmine e le anime purganti che dal Purgatorio la invocano, potrebbe provenire dall’altare della vecchia Chiesa del SS. Sacramento, poi inglobata dalla stessa Chiesa Madre.
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