Stranezze di San Filippo Parte III

LE RELIQUIE DI SAN FILIPPO e IL SEGNO DELLA CROCE Altri particolari singolari  riguardano le Reliquie di San Filippo conservate nella Chiesa Matrice e i luoghi della presenza del Santo nel Comune di Gioia. Innanzitutto per quanto riguarda le Reliquie sono presenti a Gioia: -precordi e berretta, incastonati in filigrana d’oro in un reliquiario ostensorio, […]

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Particolare dell’ostensorio contenente una reliquia di San Filippo

LE RELIQUIE DI SAN FILIPPO e IL SEGNO DELLA CROCE

Altri particolari singolari  riguardano le Reliquie di San Filippo conservate nella Chiesa Matrice e i luoghi della presenza del Santo nel Comune di Gioia.

Innanzitutto per quanto riguarda le Reliquie sono presenti a Gioia:

-precordi e berretta, incastonati in filigrana d’oro in un reliquiario ostensorio,

-un frammento del cuore e un frammento di tessuto macchiato di sangue del Santo, racchiuso in un medaglione di argento filigranato, che viene portato durante la processione per le strade del paese,

-un pezzo di una camicia di san Filippo, tagliato dalla parte che copriva il suo cuore.

Come appropriatamente ricorda l’amico Giuseppe Montanarelli, a ben vedere queste reliquie provengono dal capo del Santo (la testa è sede dell’intelligenza), dal cuore (sede dell’amore) e dal busto (segno del lavoro); sono i punti che noi segniamo allorquando facciamo il segno della Croce: nel nome del Padre (toccando il capo), nel nome del Figlio (toccando il cuore) e dello Spirito Santo (toccando i lati delle braccia).

Reliquia della camicia di San Filippo, donata da Mons. Edoardo Cerrato il 26-4-2015

Se proviamo ad unire tutti punti di Gioia in cui è visibile la presenza di San Filippo con alcuni segni, otteniamo due linee che si intersecano e formano una CROCE.

Se infatti partiamo da Piazza San Filippo Neri e passiamo per Piazza XX Settembre, per il triangolo Arco Arcobaleno (già San Filippo), la Chiesa Matrice e la Chiesa di Sant’Angelo, si prosegue verso la Scuola Elementare San Filippo Neri, abbiamo disegnato la traversa orizzontale della Croce. Questa linea ha il centro nel triangolo Chiesa Matrice, Chiesa di Sant’Angelo ed Arco San Filippo, che rappresenta il cuore storico di Gioia, dove sono conservate le Reliquie del Santo, dove ufficia la Confraternita di san Filippo, dove si venera tra le strade il Santo Patrono. Il Santo è dunque presente non solo nei luoghi di culto (le chiese), ma anche nel borgo, in mezzo al vivere quotidiano della gente.Questa traversa è posizionata in direzione NE; il nord è il punto di orientamento terrestre per l’uomo, mentre est per i cristiani indica l’Oriente, il luogo da cui sorge il sole, da cui nasce Gesù, la vita. L’albero della Croce, cioè il palo verticale, parte dalla cappella Monte, incrocia il triangolo storico (Chiesa Matrice, Sant’Angelo, Arco Arcobaleno), passa per il giardino Paolo Vi e finisce a masseria Eramo. Questa linea è orientata a SW; il sud stava ad indicare il lembo inferiore, la fine di una terra, e l’ovest indica l’occidente, il tramonto del sole, la vita che si spegne.

La Croce che si forma unendo i punti della presenza di san Filippo a Gioia

La Croce indica quindi il percorso del cristiano, rappresentato dalla traversa orizzontale su cui vengono fissate le braccia del condannato, braccia simbolo del lavoro umano,   percorso che   va dall’oriente, dalla sua nascita verso l’occidente; indica la sua vita terrena, una vita che affonda le radici nella terra, come il palo verticale della stessa Croce, ma che è proiettato verso il cielo, la vera patria, la patria eterna a cui tutti devono tendere attraverso un vita, appunto caratterizzata dalla traversa orizzontale, improntata all’apertura verso gli altri (le mani aperte), alla collaborazione, alla fraternità all’amore vicendevole, alla carità, come lo stesso San Filippo ci ha insegnato.

La Croce non è dunque lo strumento di tortura come per gli antichi pagani, ma l’incrocio tra il lavoro dell’uomo, che sul suo cammino si incontra su un piano orizzontale con l’altro uomo,  e la sua tensione alla perfezione, verso l’alto, innalzandosi dalla ferinità animale alla spiritualità e alla realizzazione della sua umanità, strada che, attraverso il gioioso espletamento della propria missione, del proprio mestiere, della propria attività lavorativa e familiare ci permette di raggiungere la vera e piena gioia nella patria celeste e la santità.

Il punto di incontro tra la traversa orizzontale e il legno verticale della Croce si trova nel punto in cui poggia il cuore, e anche il punto di incontro dei segni della presenza a Gioia è dato dal cuore, cioè dal centro del paese, rappresentato dalle due chiese che conservano i segni più importanti.

Resta fuori da questa Croce la cappella della Confraternita di san Filippo, ubicata all’interno del Cimitero Monumentale, perché posta ad ovest delle due perpendicolari, quell’ovest che indica il luogo del tramonto del sole, quella simbolica morte terrena a cui nessuno può sfuggire, che ognuno deve attraversare dopo aver vissuto il centro della vita (rappresentato dai luoghi della fede e della vita quotidiana riassunti nel triangolo storico di Gioia).

Questo incrocio, che per alcuni potrebbe essere casuale, a mio parere potrebbe essere anche il frutto di un “disegno superiore“.

Mi sembra che questa Croce, che copre tutta Gioia e la abbraccia nei quattro punti cardinali, voglia dirci che tutto il nostro paese è sotto la protezione di San Filippo.

L’unione dei luoghi di affissione dei manifesti di presentazione del libro su San Filippo forma una Croce

La Croce, infatti, non è da considerarsi come mezzo o strumento di tortura, di morte e di sofferenza, ma, come ci ricorda Gesù (chi mi vuol seguire prenda la sua croce e mi segua), è operare una scelta di vita, sia essa familiare, sia religiosa, sia lavorativa, sia matrimoniale, e portarla avanti con coerenza e fedeltà, come mezzo per esprimere e realizzare la propria umanità e il proprio impegno, è la via per raggiungere la felicità e la salvezza eterna. La Croce in quest’ottica si tramuta   dunque in gioia, quella gioia di cui San Francesco e San Filippo sono due degli esponenti più eminenti. E’ la gioia di porre la propria vita al servizio degli altri: in famiglia verso propri familiari, nello stato di religiosi nell’impegno verso il prossimo, nell’attività lavorativa al servizio della collettività, negli studi e nel campo della ricerca per il conseguimento del bene collettivo e il miglioramento della società.

Un’altra stranezza riguarda i 4 manifesti formato elefante, che annunciavano la presentazione del libro, che sono stati affissi dall’addetto comunale preposto a tale compito a suo piacimento: nel palazzo comunale, sotto la casa del presidente del comitato feste patronali, nella piazza antistante la scuola elementare S. Filippo e la sua statua, uno di fronte alla Chiesa di San Rocco, compatrono di Gioia, uno in via G. D’Annunzio (via del cimitero). Un altro era a casa di Sebastiano Lagosante.

Unendo la casa di  Lagosante, via Cavour e via di Vittorio si ha una retta; unendo Piazza Margherita di Savoia, via Cavour  e via della Pace si ottiene una retta che incrocia la prima e disegna una croce.

Tale Croce è quasi sovrapponibile a quella disegnata precedentemente.

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28 Marzo 2021

  • Scuola di Politica

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