Poesia dalla storia e dalla strada – Versi di Vito Antonio Lozito
Un corale florilegio di commenti in cui dominano note di sincera amicizia ed ammirazione, introduce le liriche racchiuse in "Poesia dalla storia e dalla strada", 11° quaderno For.Um. edito Suma, in risposta all'urgente anelito di condivisione che riverbera nello sguardo di Vito Antonio Lozito e trapela dai suoi versi imprigionati in un lungo "silenzio" editoriale, […]
Un corale florilegio di commenti in cui dominano note di sincera amicizia ed ammirazione, introduce le liriche racchiuse in "Poesia dalla storia e dalla strada", 11° quaderno For.Um. edito Suma, in risposta all'urgente anelito di condivisione che riverbera nello sguardo di Vito Antonio Lozito e trapela dai suoi versi imprigionati in un lungo "silenzio" editoriale, finalmente interrotto.
Nel silenzioso ascolto di pensieri che si intingono nel vellutato inchiostro del raccoglimento, nascono emozioni imbrigliate nel turbinio di vorticanti versi.
Si trasfigurano in imprevedibili e inquiete folgori pronte a inabissarsi nello sguardo profondo, attento, ardente, assetato di vita ed incuriosito dal suo evolversi ed ancor più dal mistero che ne interrompe il caldo fluire, reciso di netto dalla mano di Atropo, complice Lachesi, o dallo spossato, ultimo sospiro di una lunga, desolata agonia. Mentre il tepore di un'antica elegia scioglie il gelo delle epigrafi "tra i silenzi di cipressi immobili di silenzio", con sguardo a tratti velato dal passato, dalla storia che lo ha nutrito, dall'umida, odorosa terra scura, solcata dai suoi primi versi, il poeta scaglia lapilli e scintille di fuoco verso un futuro immerso in una cosmica, aliena oscurità da intuire, esplorare, svelare in un viaggio introspettivo che non si nega al confronto con la realtà cui si ispira.
Così Vito Antonio Lozito nella sua appassionata rassegna poetica avvince, sorprende, incanta! Non vi è sentiero inesplorato, nel suo percorrere la vita attraversando il doloroso guado degli affetti perduti, osservando con struggente disincanto l'ombra della meridiana segnare il tramonto e con passo leggero, saggiare le paludi della solitudine "di un mattino incerto, di un'alba senza senso", sconfitta da "uno sguardo penetrante, una domanda, un saluto…"
"Accolto dall'universo sotto una pioggia di stelle trafitta dalla (…) meraviglia" l'aedo canta l'allegoria di generazioni trasfiguratesi in "fili d'erba" spuntati tra incendi di stoppie e "un inferno di cicale", celebra Lady Diana "libera e sorridente come la luce" e Wojtyla, "uomo solo nella storia" sopravvissuto in un secolo "che ha visto sprigionarsi inaudita la violenza e l'egoismo quotidiano dell'uomo contro l'uomo…"
Nell'apologia di un'analisi a tratti spietata e dissacrante, satireggia sul nuovo millennio, nelle cui realtà virtuali saranno vinte "la Noia, il Nulla, forse anche la Morte". Non oblia Auschwitiz, Hiroshima, Darwin, Prometeo, Icaro… sul canovaccio della storia, sulla prosa abilmente intessuta in altri suoi testi e biografie di pregio, si innestano preziosi ricami poetici, uno per tutti: "Verso la Puglia piana", disperato affresco in cui "fantasmi di naufragi cavalcano incubi di morte…", una morte meno crudele dell'oppiacea indifferenza di una "terra promessa". Su sfondi cangianti di tematiche varie, il pennello setoso di pregnanti metafore dipinge sorprendenti scenari, confondendo i sensi. Bassorilievi poetici incisi a nude mani, marcati da intensi chiaroscuri, racconteranno ai posteri un presente già passato e l'anelito di un futuro incerto, a tratti incompreso, consapevole di aver smarrito le sue vere radici.
Dalila Bellacicco (da: La Piazza – Gioia del Colle – Settembre 2007)
Presentata presso il Circolo Unione il 24 novembre l'ultima raccolta elegiaca del poeta
Poesia dalla storia e dalla strada
Vito Antonio Lozito "poeta contadino" commentato da Maria Rosaria D'Uggento, Vito Giordano e Francesco Giannini
Terzo incontro con l'autore presso il Circolo Unione che dopo aver ospitato Diego Dalla Palma e Bevilacqua accoglie un suo concittadino, Vito Antonio Lozito, professore, poeta "contadino" e letterato di gran pregio. I suoi saggi su personaggi che hanno "dettato" storia e cultura di Gioia, i suoi racconti, le sue poesie, l'istituzione del Centro studi Angelilli, hanno tracciato i solchi di un percorso letterario che dagli '70 ad oggi non si è mai interrotto.
Apre l'incontro il Presidente del Circolo Unione, dottor Cetola, con un benvenuto ai numerosi presenti ed una breve presentazione del poeta. Commentano i suoi versi, letti con appassionata enfasi da Valentina Masi e Lella Montemurro, la professoressa Maria Rosaria D'Uggento, docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Classico P.V. Marone, il professor Francesco Giannini e il Professor Vito Giordano. Il poeta propone incisi su temi quali "L'Umanesimo e la scienza" sfoggiando un'ampia conoscenza sul mondo letterario ed un'originale interpretazione in chiave "scientifica" di poesie di Quasimodo, Leopardi, persino San Francesco d'Assisi. Coordinatrice d'eccezione Eleonora Pasini.
Maria Rosaria D'Uggento così commenta: "Intercettando la poesia, ho scoperto quanto il poeta sia libero perchè può evocare realtà diverse, stabilendo una nuova relazione con la realtà e la verità in una società che ha perso il senso del vivere. La poesia di Vito Antonio non è mai evasione, ma riflessione esistenziale sulla grandi questioni, eppure si emargina da questo determinismo per passare ad una concezione metafisica… evoca la realtà e la avoca, la chiama e si relaziona in una dimensione che apre, è questo che il poeta deve fare…".
Per il Professor Giannini, il poeta "interpreta il ruolo vario e sincero attraversando tutto il pentagramma di temi che spaziano dalla vita alla morte e trova nella poesia il vascello su cui solcare il vento e il tormentato mare della vita"
Vito Giordano, infine, osserva oggettivamente la copertina, legge la dedica, confronta la poetica degli anni precedenti con la produzione attuale e da "amico" disserta su vissuti comuni: "Con "Poesia dalla storia e dalla strada" dedicata all'amico grecista Enzo Vasco, si chiude una trilogia in cui la parola "poesia" compare in ogni titolo: nell'85 "Poesie dal Sud" e nel '92 "Poesie del nostro secolo"… Ci vuole coraggio nel professarsi poeta… condannato alla ricerca, alla messa in discussione di quelle che sono certezze." Dopo un breve commento di Mario Guagnano la conversazione letteraria si è conclusa per lasciare spazio ad un "dolce" convivio.
Donato Stoppini. (da: Il Levante – Martedì 27 novembre 2007).
Ringraziamo Donato Stoppini e Dalila Bellacicco, per averci concesso la pubblicazione degli articoli.
30 Novembre 2007