Mimmo Alfarone
Quest'anno, in concomitanza con il suo cinquantesimo genetliaco, sta per essere dato alle stampe un catalogo completo dell'esperienza artistica di Mimmo Alfarone. Egli, infatti, nasce a Gioia del Colle il 5 giugno 1958 dove trascorre la sua giovinezza. Sin dai primi anni della sua carriera scolastica mostra una particolare propensione per l'arte pittorica, ereditata probabilmnte dal […]
Quest'anno, in concomitanza con il suo cinquantesimo genetliaco, sta per essere dato alle stampe un catalogo completo dell'esperienza artistica di Mimmo Alfarone.
Egli, infatti, nasce a Gioia del Colle il 5 giugno 1958 dove trascorre la sua giovinezza.
Sin dai primi anni della sua carriera scolastica mostra una particolare propensione per l'arte pittorica, ereditata probabilmnte dal prozio Sabino Torelli (zio del padre), pittore allievo del paesista gioiese Francesco Romano.
Un suo maestro della Scuola Elementare, visionando un suo album di disegno, intuisce che in quel giovane studente si nasconde un animo sensibile che mostra una spiccata attitudine per il disegno e le attività manuali.
Anche gli insegnanti della Scuola Media apprezzano le sue qualità artistiche, tanto che al termine di quel ciclo di studi consigliano ai genitori di iscrivere il figlio ad un Liceo Artistico.
Pur non aderendo a tale consiglio i genitori, che gestivano un esercizio commerciale ben avviato, non lo ostacolano nel soddisfare la sua passione per il l'arte, per cui il giovane Alfarone comincia a disegnare tutto ciò che lo circonda e a sperimentare nuove e vecchie tecniche espressive e nuovi materiali.
A ciò lo spinge un forte e straordinario spirito di intuizione, che eredita dalla madre e una non comune sensibilità. Un ruolo importante nel suo percorso artistico viene esercitato dall'osservazione attenta ed analitica di numerosi quadri presenti nella casa paterna, che da semplici oggetti decorativi o di complemento sono percepiti con occhio diverso, come frutto di una vena artistica. Tra questi quadri figurano ritratti raffiguranti i suoi nonni e la bisnonna, opere ad olio o pastello del prozio Sabino Torelli e di Francesco Romano.
All'età di 16 anni, nel 1974, con l'incoraggiamento e la collaborazione di due amici che apprezzano e mirano a far sviluppare il suo talento artistico, tiene a Gioia la sua prima mostra personale, nella quale espone una quarantina di quadri, frutto delle sue prime fatiche artistiche.
Il successo sia di pubblico che di critica va al di là delle più rosee prospettive, tanto che riesce a vendere tutti i quadri presenti alla mostra.
La svolta importante della sua vita si realizza l'anno seguente, quando organizza una seconda mostra personale, nella quale espone opere ispirate al paese e al paesaggio gioiese.
Il successo riportato anche in questa circostanza e i consigli di estimatori lo invogliano a perfezionare i suoi studi e le sue conoscenze e ad iscriversi nel 1975 al Liceo Artistico Statale di Bari, dove comincia ad apprezzare oltre che la pittura anche la scultura.
Consegue il diploma in soli due anni, nel 1977, e decide di iscriversi all'Accademia di Belle Arti per approfondire lo studio della figura umana, per la quale si sente particolarmente attratto.
Nel 1979, in occasione della rassegna di arti figurative, patrocinata dal Comune di Gioia, sotto l'egida dell'Istituto Italiano dei Castelli, riceve nel Castello di Gioia il primo premio.
Si diploma dopo 4 anni, nel 1981, dopo aver collezionato una serie di esperienze artistiche: Decorazione Pittorica e Plastica Ornamentale con Raffaele Spizzico e Mimmo Conenna; Pittura con Antohy e con De Palma; Incisione con Mario Colonna. Segue altresì corsi di Tecniche Speciali, Serigrafia, Teoria della percezione e Pscicologia della forma e del colore, con A. Plotko.
I suoi disegni a corredo della tesi di Anatomia, Il volto e le sue espressioni, vengono esposti alla Fiera Internazionale di Arte Contemporanea presso l'Expo Arte di Bari, in uno stand riservato all'Accademia.
Si avvicina all'arte contemporanea, acquisendone le prime nozioni artistiche da parte del maestro Pietro Marino e conosce i protagonisti delle nuove tendenze informali e concettuali: Afro, Vedova, Christo, Kounellis, Manzoni, De Dominicis.
Continua nei suoi studi in modo autonomo, acquisendo nozioni di storia dell'arte, consultando monografie di maestri del passato. Tra i suoi preferiti figurano: numerose tavole anatomiche di Leonardo da Vinci, ritratti a pastello di Umberto Boccioni, volti cancellati di Renzo Vespignani, illustrazioni di Walter Molino.
Nel 1982, chiamato ad assolvere gli obblighi di leva, viene arruolato e inviato prima presso l'aeroporto militare di Capodichino e poi in quello di Gioia del Colle. Qui fa subito notare il suo talento artistico tanto che il Cappellano Militare lo incarica di realizzare alcune opere per la chiesa dell'aeroporto e un ritratto del Papa Karol Wojtyla, opera quest'ultima donata a S. S. in occasione del Pellegrinaggio Militare Internazionale in Vaticano.
Dal 1984 al 1986 partecipa a tre concorsi a cattedra e si abilita per l'insegnamento di Materie Artistiche nelle Scuole medie e in quelle Superiori.
Nel 1986 il Provveditore agli Studi di Venezia gli assegna l'incarico per l'insegnamento di Educazione Artistica nella Scuola Media.
Sempre desideroso di migliorasi partecipa a concorsi a Cattedra di Pittura al Liceo Artistico di Novara e all'Istituto d'Arte di Udine, superandoli brillantemente.
Accetta l'insegnamento nell'Istituto di Udine, dove insegna per un decennio e dove viene a contatto con una realtà culturale ricca di storia, a cominciare dal Tiepolo per finire a Basaldella, ma anche con l'ambiente artistico contemporaneo.
Dal 1998 insegna Pittura al Liceo Artistico Statale di Venezia, scuola che oltre a permettergli di effettuare soggiorni con i suoi
studenti in grossi centri culturali europei gli offre preziose opportunità in campo artistico.Su incarico della Soprintendenza Archeologica della Puglia realizza una serie di disegni di reperti vascolari del sito archeologico di Monte Sannace, presso il Museo Archeologico di Gioia del Colle.
Ha incontrato numerosi uomini di cultura tra i quali Jean Clair, Philip Rylands, Pierre Restany, Raffaele De Grada, Fabrizio Plessi, Sandro Chia, Gianfranco Ferroni, Robert Storr.
Vive ed espleta la sua attività artistica a Portogruaro ( VE ).
A Givigliana in Carnia ha realizzato la decorazione del campanile della chiesa vincendo un concorso rigoroso aperto a tutti i professionisti di murales e studenti delle accademie di Belle Arti.
Ha partecipato a numerose rassegne d'arte nazionali ed internazionali ottenendo sempre apprezzabili riconoscimenti.
Vittorio Sgarbi nel suo libro I giudizi di Sgarbi, Mondadori, 2005, lo considera uno dei più grandi pittori viventi.
Nel 2007 La Regione Veneto, con il Comune e la Provincia ha voluto rilanciare il Padiglione Venezia alla Biennale di Arti Visive e per l'occasione ha voluto patrocinare e sostenere il progetto del Liceo Artistico Statale di Venezia decidendo di esporre le opere del suo docente Mimmo Alfarone, Portraits, Artistic People, nei locali della Scuola in contemporanea con la Biennale stessa. Si tratta di ritratti di Personaggi dell'Arte, tra cui Philip Rylands, Direttore del Guggenheim di Venezia, Fabrizio Plessi, famoso critico d'arte contemporaneo, Paolo Portoghesi, Sandro Chia, Franco Belgiorno-Nettis, imprenditore e mecenate, Giacomo Romanelli, Robert Storr, critico d'arte, artista e direttore della Biennale di Venezia, Gillo Dorfles, Raffaele De Grada, saggista di storia dell'arte moderna, ai quali è dedicato il ciclo Identità nella storia.
Il dipinto Jean Clair, curatore del Museo Picasso a Parigi è stato acquistato nella collezione della Biennale di Venezia, presso l'Archivio Storico delle Arti contemporanee.
Le sue opere sono esposte in collezioni pubbliche e private sia in Italia che all'Estero; la sua attività artistica è documentata presso l'Archivio Storico dell'Arte Moderna e Contemporanea al Museo delle Arti Palazzo Bandiera di Busto Arsizio ( VA ) e l'Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia.
Ha tenuto mostre personali e collettiva in numerose città d'Italia e anche all'Estero, tra cui Parigi, Amburgo, Berlino Colonia.
Ogni anno, in occasione delle festività natalizie è consuetudine di Mimmo Alfarone tenere una mostra personale di pittura nel suo paese natio, nella quale partecipa ai suoi concittadini il frutto dei suoi diversi cicli pittorici.
Di lui si sono interessati numerosi critici d'arte, tra cui Bergamini, Damiani, Milic, Novello, Molesi, Stefani, Rizzi, Di Martino, Fabiani, Alessandrini, Persinotto.
Il suo nome e le sue opere sono inseriti nei principali Cataloghi d'Arte, tra cui il Catalogo dell'Arte Moderna Italiana.
Nei primi anni della sua attività artistica la pittura trae ispirazione dal paesaggio e dalla vedute del paese o di momenti di vita quotidiana. Successivamente l'elemento predominante diventerà sempre più la figura umana. Dal 1976 al 1980 i soggetti trattati rispecchiano gli stati d'animo e le emozioni, scaturiti dal quotidiano. Dal 1980 al 1990 la ricerca assume un carattere più intimistico ed analitico. Nel 1991 la ricerca diventa più simbolica e misteriosa; la figura umana viene inserita in un contesto floreale d'impronta simbolista. Dal 1994 la figura diventa essenziale per raccontare momenti di vita vissuta. Da questo momento comincia a lavorare per cicli.
Con il ciclo Federico II tra Storia e leggenda del 1994, anno in cui ricorreva l'ottavo centenario della nascita dell'Imperatore, approfondisce alcuni temi inerenti la figura di Federico, legato, come lui, a Gioia.
Nel 1995 con Paradossi temporali mette a confronto i diversi linguaggi espressivi dell'arte visiva, da quello classico a quello contemporaneo, attraverso un viaggio fantastico nelle opere di grandi maestri.
Dal 1995 prende corpo il ciclo pittorico Identità nella storia, dedicato a personalità del mondo artistico, conosciuti indirettamente attraverso le loro testimonianze, ma soprattutto incontrati personalmente.
Dal 1997 il ciclo Canova nel Contemporaneo, un viaggio virtuale nell'arte, già iniziato con Paradossi Temporali, una sorta di rivisitazione dello scultore neoclassico osservato con gli occhi della modernità.
Nel ciclo Memorie, del 1998, cita i Maestri del passato, come Leonardo, oggetto di studio nella sua formazione accademica, che lo hanno stimolato e affascinato, lasciando tracce indelebili.
Con Raccontando la mia Gioia, del 1999/2000, ricorda momenti d'infanzia vissuti nel paese natio.
Nel 2000/2001 nel ciclo Da una lezione di disegno dal vero raccoglie una serie di bozzetti e di schizzi, a matita e a pastello, che realizza durante gli incontri con i suoi studenti a Venezia.
Tra greci e peuceti, dei ed eroi è il titolo di una raccolta di lavori realizzati nel 2001-02 su reperti e su figure mitiche che hanno condizionato l'immaginario collettivo.
Nel ciclo Tra gioco e passioni del 2001/ 2003 analizza l'uomo e la delicata condizione che nasce nell'intimo, quando si trova a gestire quei due momenti entrambi nobili e necessari dell'essere umano.
Con il ciclo Ascoltando l'anima del 2003/2004 e Il volo del 2004 denuncia una realtà moderna sempre più alterata e contraddittoria, che spesso sconfina nella delusione e nel tormento. Visita e riscopre il senso della vita e il suo scorrere secondo i canoni del tempo.
In Atmosfere del 2005/2006 racconta momenti e sensazioni legati al suo paese natio.
Con L'anima della laguna del 2006/2007 svela il suo amore per la città che quotidianamente lo accoglie nel suo compito educativo e professionale.
L'ultimo ciclo pittorico, Istanti, ha come sfondo il tempo, fermato sulla tela, sul legno o sulla carta paglia con maestria rara per un pastellista.
Parlando di se stesso Mimmo Alfarone dice: Dipingo tutto ciò che suscita attrazione, che possiede carisma, che è unico ed esclusivo, che ha fascino, che ha potere materiale, intellettuale e spirituale. Ne analizzo ogni dettaglio, con attento rigore per sviscerarne, scoprirne e conoscere i segreti più profondi, i misteri e le verità nascoste, ogni motivo insito nella loro divina grandezza. Un fiore, un'atmosfera, una sensazione, un riflesso d'acqua, un raggio di luce o una lunga ombra, possono essere oggetto d'indagine nella mia ricerca, ma l'elemento che più mi attrae è la figura umana. Mi esprimo con le tecniche più tradizionali come la grafite, il pastello secco o la pittura: il dipinto diventa installazione se prodotto su grande plotter e inserito in spazio aperto. Il soggetto o parte di esso, ingrandito, enfatizza e amplifica il concetto dell'opera stessa.
Ero giovanissimo quando, osservando alcuni dipinti custoditi a casa, è scaturita in me una particolare attrazione per la figura umana… I ritratti dei nonni e della mia bisnonna, due oli ed un pastello a secco, eseguiti dal mio prozio Sabino Torelli e da suo maestro Francesco Romano – pittori pugliesi del primo novecento – i primi volti che ho ammirato e apprezzato e che mi hanno affascinato e turbato tanto da subirne una vera e propria sindrome… Il disegno, allora, diventava per me qualcosa di necessario e vitale e quei dipinti, appesi alle pareti, mi apparivano sempre più interessanti ricchi di significati e carichi di pathos… Mi soffermavo continuamente a scrutarne, con occhi da esteta, le fattezze delle espressioni: il pallore delle guance e il roseo degli zigomi, l'apertura spenta delle palpebre e le morbide arcate sopraccillari, le labbra sottili e lo stiramento leggero delle commessure labiali… Tratti sensibili e profondi, tali da svelarne il loro stato d'animo, l'umore, il carattere dei personaggi raffigurati… Quelle maschere facciali, dopo il primo impatto ossessivo, erano diventate per me una fonte d'ispirazione preziosa e inesauribile, necessaria per la mia ricerca espressiva… Ritraevo dal vero chi era intorno a me, ne studiavo le diverse suggestioni mimiche, cercando di rappresentare l'invisibile, l'inconscio, l'angoscia, lo stato d'animo, l'identità intrinseca di ciascuno… La combinazione dei tratti somatici, espressione di cambiamenti d'umore e specchio fedele di emozioni diverse, mi suggerivano l'interpretazione più fedele e naturale della loro più intima personalità… Far emergere e ricavare dai soggetti reinterpretati, le loro più interiori sensazioni per indagarne a fondo l'animo: questo rappresentava per me l'introspezione delle loro identità che, allo stesso tempo mi offrivano l'occasione di una profonda autoanalisi… Le stesse sensazioni e motivazioni ho ritrovato realizzando, nell'ultimo periodo, una serie di ritratti di personalità appartenenti al mondo dell'arte e che ho incontrato, ho stimato e conosciuto, in prima persona o anche indirettamente… A loro ho dedicato il ciclo pittorico " Identità nella storia" / Portraits, gente dell'Arte.
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Visita la gallery fotografica delle opere di Mimmo Alfarone.
2 Comments To "Mimmo Alfarone"
#1 Comment By melina On venerdì, 7 marzo 2008 @ 0:11
Complimenti vivissimi a Mimmo per il coraggio di perseverare con estrema dignità!!
#2 Pingback By Gioiesi nel Mondo : gioiadelcolle.info – Il portale di Gioia del Colle On lunedì, 7 dicembre 2009 @ 9:06
[…] Mimmo Alfarone […]
5 Marzo 2008