Michele Fasano
Tra i tanti nostri concittadini che per motivi di lavoro hanno dovuto allontanarsi dal nostro paese, ma che conservano l’amore per la propria famiglia e le proprie origini per cui spesso e volentieri torna a Gioia per respirare l’aria del paese natio e per incontrare gli amici con cui scambiare esperienze e continuare a coltivare relazioni e […]
Tra i tanti nostri concittadini che per motivi di lavoro hanno dovuto allontanarsi dal nostro paese, ma che conservano l’amore per la propria famiglia e le proprie origini per cui spesso e volentieri torna a Gioia per respirare l’aria del paese natio e per incontrare gli amici con cui scambiare esperienze e continuare a coltivare relazioni e tradizioni, c’è Michele Fasano, regista e produttore indipendente.
E’ nato a Gioia del Colle (Bari) nel 1965 da un’insegnante elementare ed un funzionario dell’Ufficio del Registro, poi divenuto Ufficio delle Entrate. Completa gli studi superiori a Gioia del Colle, dove nel 1984 consegue la Maturità Classica presso il Liceo Ginnasio “Publio Virgilio Marone”.
Le sue inclinazioni e aspirazioni lo portano ad allontanarsi da Gioia. Si laurea presso l’Università di Bologna in Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo (DAMS) con una tesi in Estetica: La poetica di Andrej Tarkovskij, ricerca basata sulle lezioni di regia del maestro russo stenografate presso il VGIK di Mosca, inedite e custodite presso l’ “Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij” a Firenze.Per più di un anno, tra il 1990 e il 1991, è allievo di Tonino Guerra (1920.2012 ), poeta, scrittore e sceneggiatore. E’ lui che che lo segue nella scrittura del suo primo cortometraggio: La Regola del Sonno (1992), realizzato con il sostegno della Süddeutscher Rundfunk Fernsehendi Stoccarda (che ne acquisisce i diritti d’antenna per la Germania). Nel 1992 il film è presentato nella sezione “Scuole di Cinema” della Mostra Internazionale RiminiCinema; nel 1993 è selezionato al Festival International du Court Métrage di Clermont-Ferrand; nel 1995 al 48° Festival Internazionale del Film Locarno, sezione “Pardi di domani” e al Filmmaker – Festival Internazionale di Cinema di Milano. Il film è stato segnalato al Video Teatro.
Successivamente frequenta i workshop di sceneggiatura di Suso Cecchi D’Amico a Bari, di Fernando Solanas a Bologna, di Abbas Kiarostami a Palermo.
Nel 1993 realizza “Re Tarlo (per non morire)”, video/teatrale dello spettacolo di Marco Manchisi dedicato ad Antonio Neiwiller. Segnalato al Video Teatro Festival TTVV di Riccione nel 1994.
Il racconto di Re Tarlo, immaginaria maschera teatrale, si snocciola nello spazio scenico come tra le pareti di una memoria quotidiana e familiare. La madre, il fratello Fonet, gli Zingari compongono il cuore delle sue relazioni trasognate, che scandiscono le alternanze e gli equilibri dei suoi pensieri e dello spettacolo, tra realtà e finzione. Re Tarlo, finalmente trasfigurato nell’attore/burattino di legno, un corpo narrativo in movimento, frutto di una ricerca continua, sogna giustizia e arte. Si destina a una trasformazione permanente, vitale e mortale allo stesso tempo. (Modena, Teatro San Geminiano, novembre 1993).
Tra il 1995 e il 1997 produce e dirige il film lungometraggio “KAPPA”, liberamente tratto dalla piéce teatrale di Mario Giorgi “KOPPIA”. Marco Sgrosso ed Elena Bucci sono interpreti sia della piéce che del film, che è presentato al Festival del Cinema del Mediterraneo, Bari 1998.
Dal 1998 Michele Fasano promuove il Seminario d’Ideazione e Realizzazione di un Film, nell’ambito del quale ha prodotto vari film corti e medio metraggi, su temi interculturali e sull’immigrazione, scritti dai suoi allievi, pubblicati in un cofanetto: “Storie fuori Porta”.
Nel 2000 realizza per Reggio Children srl il suo primo documentario “Non in un posto qualsiasi/Not just anyplace”, storia delle scuole per l’infanzia di Reggio Emilia.
Del 2004 è il documentario di creazione “Filo di Luce, Appunti per un film sul senso del luogo” racconto poetico sull’immigrazione di indiani punjabi sikh in Pianura Padana.
Nel 2005 fonda la SATTVA FILMS production and school srl e durante lo stesso anno frequenta il MAIAWORKSHOP, programma di formazione per giovani produttori europei, promosso e sostenuto dal programma MEDIA dell’Unione Europea.
Nel 2006 pubblica come editore il dvd del film “Filo di Luce” in abbinamento ad un libro che raccoglie due saggi di poetica (già apparsi sulla rivista Hortus Musicus) “Il Canto delle Cose. Note per un cinema dell’esperienza” e “Cinema di poesia come etica della convivialità” più un terzo saggio “Realtà, rappresentazione, poesia nel film di Luigi Ghisleri ‘La campagna cremonese 1971′”, film in 8mm restaurato, presentato nel dvd come contributo speciale.
Tra 2005 e 2009 realizza lo sviluppo del progetto filmico e la produzione del documentario di creazione “Il viaggio di Seth a Otranto”. Il progetto usufruisce del suppoto MEDIA Development 2008. Il film descrive i contenuti sapienziali, universalistici e pluralisti, del grande mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto, attualizzati alla luce di un viaggio nei nostri giorni attraverso l’orizzonte mediterraneo orientale a cui Otranto apparteneva quando il mosaico fu steso.
Il film è distribuito in dvd, allegato al volume “Otranto, il Mosaico, il viaggio di Seth” (di Michele Fasano, Laura Pasquini, Giovanni Barba) edito da Sattva Films. Nel volume, accanto a saggi sull’iconografia del mosaico sono presenti due articoli di poetica cinematografica: “La forma del film” e “Dall’esperienza alla forma del film”. Il documentario descrive i contenuti sapienziali del mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto e li attualizza tramite un viaggio nei nostri giorni, attraverso l’orizzonte mediterraneo orientale al quale Otranto apparteneva quando il mosaico fu steso. Lungo un itinerario che tocca Albania, Grecia, Turchia, Siria, Israele e Palestina, il racconto chiarisce, nelle sue ragioni profonde, come sia tuttora vivo il senso universale di quella radicale abolizione delle esclusioni che caratterizzava lo spirito cristiano delle origini: l’ammissione dei non ebrei e, a Otranto, dei non cristiani (ebrei e mussulmani), con le proprie originali esperienze di fede nella Signoria di Dio che agisce nel presente. Una summa teologica cristiana del XII secolo meridionale, che risente fortemente delle influenze della mistica islamica e di quella ebraica, in uno, della cultura mediterranea del tempo.
Nel 2009 produce il film cortometraggio di Lucia e Davide Pepe “Giardini di Luce”.
Nello stesso anno partecipa al MAIAWORKSHOP come tutor di un gruppo di studenti turchi, aspiranti producer europei.
Del 2011 è il documentario lungometraggio «In me non c’è che futuro…» Ritratto di Adriano Olivetti. Prima parte: “Alle origini di un modello“; seconda parte “Il modello comunitario concreto“.
«Nella millenaria civiltà della terra, il contadino, guardando le stelle, poteva vedere Iddio, perché la terra, l’aria, l’acqua, esprimono in continuità uno slancio vitale. Per questo il mondo moderno, avendo rinchiuso l’uomo negli uffici, nelle fabbriche, vivendo nelle città tra l’asfalto delle strade e l’elevarsi delle gru e il rumore dei motori e il disordinato intrecciarsi dei veicoli, rassomiglia un poco ad una vasta, dinamica, assordante, ostile prigione dalla quale bisognerà, presto o tardi, evadere…» Adriano Olivetti (Citta dell’Uomo)
Nell’ottobre 2013 cura il primo FOCUS: Adriano Olivetti, organizzato a Bologna attorno al suo film doc «In me non c’è che futuro…» Ritratto di Adriano Olivetti, intitolato: Adriano Olivetti: Persona, Innovazione, Comunità.
Nell’ottobre 2014 cura il secondo FOCUS: Adriano Olivetti, organizzato a Bari attorno al suo film doc «In me non c’è che futuro…» Ritratto di Adriano Olivetti, intitolato: Adriano Olivetti nostro contemporaneo, ovvero «… secondo le leggi dello spirito».
Nel maggio 2016 cura il terzo FOCUS: Adriano Olivetti, organizzato a Milano attorno al suo film doc «In me non c’è che futuro…» Ritratto di Adriano Olivetti, intitolato: comunità concreta / comunità di destino / comunità cognitiva.
Nel maggio 2017 cura il quarto FOCUS: Adriano Olivetti, organizzato a Messina attorno al suo film doc «In me non c’è che futuro…» Ritratto di Adriano Olivetti, intitolato: Umanesimo concreto. Ovvero… della gestione attiva della complessità.
Attualmente sta curando la ralizzazione di vari progetti:
Mani rosse / Red Hands, 28 min., 4K, stop motion and 2D animation film, regia di Francesco Filippi. Il progetto è stato selezionato per il finanziamento MEDIA Development 2014.
Il seme del declino / The seed of decline, 105 min., digitale and 2D animation, colore, creative documentary. Il progetto è stato selezionato per il finanziamento MEDIA Development 2013 e per il finanziamento MIBACT per lo sviluppo di progetti di lungometraggio di interesse culturale tratti da sceneggiature originali 2013.
L’insperato sentiero degli Angeli / The unhoped-for path of Angels, documentario di creazione, 80 min., regia di Michele Fasano , digitale, colore, creative documentary and transmedial project. Nell’aprile 2016 presenta a Baku (Azerbaijan) durante il VII Global Forum dell’UNAoC (United Nations Alliance of Civilizations) il progetto trans-mediale «metamorphosis», costruito attorno al film «L’insperato sentiero degli Angeli», che coinvolge 9 paesi del Mediterraneo e una ventina di partner. Produzione: SATTVA FILMS srl, il progetto è stato selezionato per il finanziamento MEDIA Development 2008
FILM
Non in un posto qualsiasi! 72 min., digitale, colore, stereo, Italia 2001
Presentato nell’ambito de La semaine des culures étrangèrs 2004 du FICEP (Federation Instituts Culturels Étrangèrs Paris).
L’insperato sentiero degli Angeli è al centro del progetto trans-mediale «metamorphosis», presentato al VII Global Forum dell’UNAoC (United Nations Alliance of Civilizations) a Baku (Azerbaijan) il 27 aprile 2016, in una rosa di “Tre proposte concrete del Governo Italiano”.
Il seme del declino
cooming soon, into production
Produzioni In sviluppo
La signora delle acque
film per la sala, produzione: SATTVA FILMS srl
Il progetto è stato selezionato per il SOURCES 2 Script Development Workshop, 31st March – 8th April 2011 in Graz/Austria.
Le memorie di Georges Kien
film per la sala, produzione: SATTVA FILMS srl
tratto dal racconto omonimo di Antonello Lombardi (Edizioni Portatori d’acqua, 2015)
Il volo della mente
film per la sala, produzione: SATTVA FILMS srl
Mani Rosse
film lungometraggio in animazione per la sala, produzione SATTVA FILMS srl, già in produzione.
scritto e diretto da Francesco Filippi.
A proposito di questo film di animazione è lo stesso Fasano a fornirci notizie in merito.
Stiamo realizzando Mani rosse, un innovativo film di animazione di 30′ in stop-motion e disegni animati destinato agli adolescenti. Parliamo loro di quanto possa essere dura l’adolescenza, ma anche di come possiamo superare le difficoltà mettendoci in gioco con la nostra creatività. Così decidiamo che adulti vogliamo diventare, così realizziamo i nostri sogni.
PERCHE’ QUESTO FILM
Gli adolescenti di oggi sono più spaesati, spaventati e fragili rispetto a una generazione fa. Con questo film cerchiamo di dare loro risposte, senso e coraggio, perché questo è da sempre il ruolo delle storie. Vogliamo dire ai ragazzi che anche quando si sentono soli e fragili, o quando il loro corpo li spaventa e il mondo è pieno di pericoli, possono farcela a trovare la felicità e diventare adulti migliori di quelli che li hanno cresciuti.
Con Mani rosse vogliamo anche sfidare il mercato cinematografico occidentale che agli adolescenti si rivolge quasi esclusivamente con la fiction, per lo più di intrattenimento. Invece crediamo che l’animazione possa e debba prendere i ragazzi sul serio, parlando ai loro problemi e alla loro intelligenza con gusto, garbo e consapevolezza pedagogica. E i riscontri che il progetto di Mani rosseper ora ha ottenuto dagli adolescenti sono ottimi.
PERCHE’ AIUTARCI
Abbiamo ricevuto sostegni prestigiosi, come quello europeo del Media Development EACEA ma Mani rosse è un film costosissimo e ci manca il 20% del budget. Stiamo lavorando per trovare altri partner importanti in grado di coprire l’intero budget mancante ma ora abbiamo bisogno anche del vostro aiuto per chiudere il film entro Febbraio 2018.
Una volta realizzato, Mani rosse aiuterà poi Telefono Azzurro per una campagna di sensibilizzazione sulla violenza sui minori. Lo porteremo in giro per le scuole e realizzaremo un sito dedicato.
Mani rosse è infine per noi una specie di ultima scommessa, sulla quale abbiamo investito tanti anni e ogni nostra risorsa. Se avrà successo, ci consentirà di continuare a realizzare film di animazione e di farli in Italia. Altrimenti useremo la nostra creatività per… cambiare mestiere ! 😉
LA STORIA
Ernesto, 12 anni, è un ragazzino intelligente, ma anche iper-protetto, solo. Un giorno scopre dei meravigliosi murales rossi, realizzati da una misteriosa ragazza di nome Luna, poco più grande di lui. Lei ha il potere speciale di emettere dalle mani un vivido colore rosso, con cui esprime il suo talento. Ma dietro questo dono c’è una dolorosa realtà: il padre di Luna, Furio è un uomo violento. Quando il legame tra i due adolescenti diventa amicizia, Luna improvvisamente scompare. Ernesto dovrà tirare fuori tutto il suo coraggio per salvare la vita a quella strana ragazzina di cui si è innamorato…
cooming soon, into production
Fior di Loto. Un progetto Olomanager, live fiction TV series, produzione: SATTVA FILMS srl. Poiesis intensive, un progetto Fondazione Bassetti, stop motion animation TV series
In produzione
Il seme del declino
documentario di creazione, 100 min. regia di Michele Fasano
produzione: SATTVA FILMS srl
il progetto è stato selezionato per il finanziamento MEDIA Development Call 31/2012 deadline 12/04/2013
il progetto è stato selezionato per il finanziamento MIBACT per lo sviluppo di progetti di lungometraggio di interesse culturale tratti da sceneggiature originali presentate entro il 30 giugno 2013
Mani rosse / Red Hands
un progetto Studio Mistral
film di animazione in stop motion, 28 min., regia di Francesco Filippi
produzione: SATTVA FILMS srl
il progetto è stato selezionato per il finanziamento Creative Europe – MEDIA Sub-Programme – Development, EAC/S-30/2013 Call for Proposal, deadline 6/06/2014.
Portfolio
Civil Society Dialogue – Cultural Bridges – A programme of European Commission
Creative Europe – MEDIA Development – A programme of European Commission
Anna Lindh Euro-Mediterranean Foundation for the dialogue between cultures
R.I.D.E. – Rete Italiana Dialogo EuroMediterraneo
Süddeutscher Rundfunk Fernsehen (Stuttgart – Germany)
RAI – Radio Televisione Italiana
RAI 5
RAI Storia
RAI Fiction
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale per il Cinema
Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale Sistema Paese
Assessorato al Mediterraneo – Regione Puglia
Apulia Film Commission
Torino Piemonte Film Commission
Marche Film Commission
Assessorato Politiche Sociali – Regione Emilia Romagna
Reggio Children
Fondazione Adriano Olivetti
Fondazione Isabella Seràgnoli
Fondazione MAST (Manifattura Arti Sperimentazione Tecnologia)
Gruppo Intesa San Paolo
Gruppo Montepaschi
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
Politecnico di Bari
Università di Milano Bicocca
Università di Modena e Reggio Emilia
Bilgi University – Istanbul (Turkey)
Meaddle East Technological University – Ankara (Turkey)
Festivals
1992 – Mostra Internazionale RiminiCinema, sezione “Scuole di Cinema” (Italy)
1993 – Festival International du Court Métrage di Clermont-Ferrand (France)
1994 – Video Teatro Festival TTVV Riccione (Italy)
1995 – Festival International du Film de Locarno, sezione “Pardi di domani” (Switzerland)
1995 – Filmmaker – Festival Internazionale del Cinema, Milano (Italy)
1998 – Festival del Cinema del Mediterraneo, Bari (Italy)
2001 – Festival dei Popoli – XLII Rassegna Internazionale del Film di Documentazione Sociale, Firenze (Italy)
2004 – La semaine des cultures étrangèrs du FICEP (Federation Instituts Culturels Étrangèrs Paris – France)
2010 – 60° Berlinal Film Festival – Berlinale Shorts (Germany)
2010 – 15° Ourense International Film Festival (Spain)
2011 – XXII Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico, sezione d’essai “Archeologia e Società”, Rovereto (Italy)
2012 – BIF&ST – Bari International Film Festival (Italy)
2012 – Festival del Cinema Europeo, Lecce (Italy)
2012 – 19° Premio Libero Bizzarri (Italy)
Gestisce una Scuola per DIDATTICA
Didattica
Il “Seminario di Ideazione e Realizzazione di un Film” è un percorso formativo teorico/pratico, pensato da Michele Fasano, che si propone di far vivere l’esperienza diretta dell’intero processo creativo/produttivo di un film, con particolare attenzione prestata alla fase di ricerca e a quella di sviluppo del progetto, della durata variabile tra i 6 e gli 8 mesi. Nella prima fase teorica si affrontano in aula gli argomenti riguardanti i diversi stadi della creazione cinematografica. Successivamente la base teorica è approfondita nel lavoro di ideazione di soggetti cinematografici per film corti da realizzare nella successiva fase pratico/produttiva, reperiti nella ricerca a contatto diretto con la realtà sociale della città che ospita l’azione formativa, preferibilmente con l’orizzonte interculturale dell’immigrazione e femminile in particolare. Questo per tre buone ragioni: la prima è l’attualità degli argomenti che tale orizzonte implica, a cui i film potrebbero sensibilizzare il pubblico e gli stessi allievi; la seconda è di ordine politico: si intende stimolare la riflessione che imparare “il mestiere del cinema” significa acquisire uno strumento potente di comunicazione che chiede a chi lavora in questo campo maggiori responsabilità verso il pubblico; la terza è di ordine “poetico”: la creatività si confronta sempre con l’ignoto, per questo gli allievi, misurandosi nella ricerca con storie “lontane” dalle proprie abitudini di pensiero, sono “costretti” a deporre le proprie idee preconcette, per assaporare il gusto della scoperta della realtà, nell’ascolto e nell’osservazione in tempi lunghi. Attraverso tale percorso di formazione si intendono suggerire soluzioni creative per gestire e conciliare le esigenze dell’ideazione poetica con quelle più urgenti della produttività e del lavoro di equipe. I racconti cinematografici sono prodotti all’insegna di una libera interpretazione creativa dello studente, sotto la regia/didattica di un professionista, sia per quel che riguarda gli aspetti poetici, sia per quel che concerne le implicazioni produttive. La regia/didattica implica un atteggiamento volto non all’espressione personale del formatore, quanto alla valorizzazione critica delle idee di sceneggiatura degli allievi e al loro accompagnamento nella scelta delle migliori strategie tecnico organizzative per metterle in scena cinematograficamente.
Film degli allievi
Un uomo pelato… Un giorno anche lui avrà i capelli !
48’, digitale, colore, 2004
Marito (bianco) e moglie (di colore) litigano in auto, mentre si recano a pranzo dalla madre di lui con il loro figlioletto. In aperta campagna un guasto li costringe a cercare un telefono per chiedere aiuto dal momento che scoprono che i loro cellulari non funzionano per la mancanza di campo. Lì nei pressi c’è un “campo profughi” della guerra dell’ex Yougoslavia da dove riescono a telefonare. L’urgenza li costringe a varcare la soglia di un mondo che mai avrebbero neanche sognato di conoscere.
Un film di Valentina Corni, Gaia Fasso, Dario Ingrami, Lorenzo Massa, Fabio Merelli, Silvia Tagliasacchi, Gaetano Speciale
ILIR
60’,00″, digitale, colore, 2003
Ilir è albanese. Ha finalmente una piccola casa, un lavoro stabile, documenti a posto. Gli manca una donna, ma per quanti sforzi abbia fatto per mimetizzarsi, si scontra con una realtà che non lo accetta. Poi l’incontro giusto che gli fa comprendere tutti i suoi errori.
un film di Alessandro Bianco, Giacomo Botter, Michele Cotelli, Michela De Falco, Rossana Ghillino, Chiara Giannini, Walter Uliano Pistelli, Luca Vullo.
Allegro, ma non troppo
29’,00″, digitale, colore, 2003
L’ospitalità può essere declinata in tante lingue, ma in ogni caso ha a che fare con gentilezza e sensibilità. Lo impara a sue spese Ouissal, una frivola studentessa tunisina, benestante, che impara ad apprezzare le tenere attenzioni degli amici, dopo essersi scontrata con la ruvidità degli addetti dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Bologna.
Un film di Massimiliano Bartolini, Alessandro Bonon, Aurora Corradini, Elena Ferri, Simona Manfredi, Gianluca Marcon, Ouissal Mejrï, Lenny Pisano
No Go Areas
18’24”, digitale, colore, 2002
La vita scorre nel centro di seconda accoglienza di via Stalingrado a Bologna nella routine del lavoro degli adulti e dei giochi dei bambini. Attraverso lo sguardo dei più piccoli scopriamo la crudezza del luogo e l’intimità delle anime che lo abitano. Una «No go Area» che per fortuna oggi non esiste più.
Un film di Riccardo Basile, Laura Biagiotti, Vincenzo Caruso, Andrea Delli Fiori, Cristina Piccinini, Fabio Sotgiu, Natascha Wilms
Chaw
24’26”, digitale, colore, 2002
Chaw è il nome con cui in gergo senegalese viene chiamata l’Europa. Attraverso le vicende di tre amici, un angolano, un senegalese e un albanese, che a Bologna vivono nel capannone dove lavorano, scopriamo cosa significa quella parola.
Un film di Alessandro Bianco, Giacomo Botter, Edoardo Colombo, Francesca Montori, Walter Uliano Pistelli, Ada Reggio
Mi chiamo Jamal
22’26”, digitale, colore, 2002
Jamal ha 17 anni, è palestinese, è nato in Italia, vive scisso tra la sua famiglia investita dalla guerra e gli amici bolognesi. La vicinanza con una di loro lo induce a scoprire la sua “condizione di confine”: non più palestinese, non ancora italiano, non più ragazzo, non ancora adulto.
un film di Giusy Buccheri, Silvia Cantisani, Michele Cotelli, Michela De Falco, Mikkel Garro, Chiara Giannini
Stupida storia senza gloria
26’24”, digitale, colore, 2002
Non accade niente di importante. Ciascuno conduce la propria vita, tranquillamente. Una serie di coincidenze fortuite compongono il ritmo che mette in musica i destini di tutti in una coinvolgente danza finale che unisce senegalesi, italiani e chiunque senta il ritmo dello djambé.
Un film di Alessandra Brancati, Perla Ciommi, Irene Di Maggio, Paola Ferrara, Vittoria Fiumi, Rossana Ghillino, Laura Valvo, Luca Vullo
Note di un giorno d’Autunno (Appunti per un film sulla felicità)
54′, digitale, colore, 1999
Il film è liberamente ispirato a Lettere ad un giovane poeta di Rainer Maria Rilke; l’ideazione della sua sceneggiatura si basa su tre racconti brevi di Tagore: Indistinto, La voce, Un giorno,tutti tratti dalla raccolta Lipìka. Il tema del film è l’Amore, come capacità che nasce, secondo Rilke, dalla Solitudine e che il poeta descrive quale frutto della distinzione, dell’autonomia psichica, della libertà, dell’accettazione della differenza dell’altro: una visione ideale che ciascuno conosce come aspirazione alla felicità.
Il film è composto da un’alternanza di scene fiction e interviste. Un mix che mette in scena la ricerca condotta dagli allievi per lo sviluppo di un progetto di film lungometraggio. Di qui il sottotitolo: Appunti per un film sulla felicità. Le scene, ciascuna scritta da un allievo diverso, descrivono il tema del futuro film, attraverso l’ambientazione, le atmosfere di luce, i paesaggi, i volti, i ritmi, i contenuti di pensiero. Le interviste, invece, come prove di casting, offrono contenuti per storie di personaggi secondari da affidare a giovani interpreti del luogo.
Un film di Antonietta Bellafronte, Francesco Cipriani, Marisa Innamorato, Raffaella Mastrovito, Michele Raimondi, Andrea Rutigliano.
Fuori dal Tempo
21’00”, digitale, colore, 1998
Fuori dal tempo è Paolo Cassano, un imprenditore visionario e dinamico di Gioia del Colle in provincia di Bari, che ai primi del novecento riesce a sviluppare un’impresa economicamente vincente, ad imporre sul mercato internazionale il Cognac FIDES, prodotto in Puglia e di altissima qualità enologica. Il successo imprenditoriale non gli impedì di avere allo stesso tempo cura degli operai che lavoravano per lui e delle loro famiglie, provvedendo a spese dell’azienda alle loro case, ai servizi sociali, all’alfabetizzazione e all’istruzione scolastica dei figli, riconoscendo paghe alte e promuovendo la loro sindacalizzazione. La storia non lo favorì. Sia il basso livello culturale degli altri imprenditori locali e di quelli italiani in generale, sia la politica unitaria, che per il Sud significò spesso subalternità a scelte protezionistiche degli interessi del Nord, destinano il suo sogno al naufragio dopo i picchi del successo mondiale. Una vicenda che si esaurisce tra l’Unità d’Italia e l’avvento del Fascismo e lascia pensare che tutto quello che è poi accaduto, poteva forse non essere inevitabile.
Il tuffo di Andrea
20’00”, digitale, colore, 1998
Andrea è una ragazza che decide di darsi tempo per pensare. Va a trovare in provincia una sua cara amica. Pensare non le serve a niente, ha bisogno di parlare e di ascoltare le risposte di qualcun altro. Quello che ha da dire non è facile da condividere, rivelare la sua omosessualità mette alla prova l’amicizia tra lei e la sua amica.
Fiori alle donne, fioretti alle Madonne
16’00”, digitale, colore, 1998
I simpatici personaggi di un paesino hanno tutti il problema dell’amore: Cecé, ruvido agricoltore innamorato a modo suo di una giovane donna africana; il barbiere che si mostra spavaldo e donnaiolo, ma che in realtà ha un cuore tenero e nascosto; Maria che ritiene di conoscerlo e vorrebbe amarlo, benché questi non si accorga neanche di lei, quando passa davanti alla sua bottega per andare a far le pulizie negli uffici della banca vicina; suor Marisa che ha deciso di dedicare a tutti quel sentimento irrealizzato che da bambina aveva suscitato in lei un bimbo mai amato. Ritratti che una disegnatrice ferma nei suoi bozzetti di provincia.
Seminari e workshops
2012 – Alma Mater Studiorum – Università di Bologna – Dipartimento Musica e Spettacolo
2009 – Ankara (Turkey): presso GISAM – Meaddle East Technological University
2009 – Istanbul (Turkey): presso il Dipartimento Media and Cinema – Santralistanbul – Bilgi University
2005 – Milano: presso Pedagogia Interculturale – Facoltà Scienze della Formazione – Università Bicocca
2004 – Reggio Emilia: presso ReggioChildren srl, in collaborazione con Regione Emilia Romagna e UniMoRe.
2004 – Bologna: in collaborazione con Pedagogia Interculturale – Facoltà Scienze della Formazione – UniBo.
2003 – Bologna: in collaborazione con Pedagogia Interculturale – Facoltà Scienze della Formazione – UniBo.
2002 – Bologna: in collaborazione con Pedagogia Interculturale – Facoltà Scienze della Formazione – UniBo.
1999 – Gioia del Colle (Bari): in collaborazione con RAI3/Puglia.
1998 – Gioia del Colle / Conversano (Bari): in collaborazione con TELENORBA.
TRA GLI EVENTI IMPORTANTI sono da segnalare alcuni Focus, messi in atto annualmente dal 2012
Nel 2016 in collaborazione con la RIDE (Rete Italiana Dialogo Euromediterraneo ) e la SATTVA FIMLS ha organizzato il Forum ” From the ‘The Tree of Life ‘ project to ‘ metamorphosis’ project. Baku, 27 aprile 2016
Per quest’anno è sato attuato il Focus Adriano olivetti
VVenerdì 5 e sabato 6 maggio 2017
con il sostegno di
TOYOTA Material Handling (Bologna)
con il contributo di
S.A.C. – Aeroporto di Catania
Fondazione di Comunità (Messina)
in collaborazione con
Fondazione Adriano Olivetti
con il patrocinio di
Università di Messina
Università di Catania
Università Kore di Enna
Università di Palermo
Lions Club International – Distretto 108YB / Sicilia
partner scientifico
Business System Laboratory (Palermo)
SATTVA FILMS productions & school
presenta
FOCUS: ADRIANO OLIVETTI (IV° edizione)
a cura di Michele Fasano
«Non abbiamo dato la preferenza, nella nostra costruzione,
né alla libertà, né all’autorità; né alla maggioranza, né all’unanimità;
né al lavoro, né alla cultura; né all’accentramento, né al decentramento; né
all’esperienza, né al valore; né al particolare, né all’universale; né alla sintesi,
né all’analisi; né alla nazione, né all’individuo; né alla teoria, né alla pratica;
né al territorio, né alla funzione; né alla politica, né alla competenza; ma
accettammo ognuno di questi elementi nel suo valore e nelle sue proporzioni
onde ognuno di questi portasse ad armonia»
Adriano Olivetti
PRESENTAZIONE
di Michele Fasano
Nelle discussioni di questi anni, tenutesi durante il Focus: Adriano Olivetti tra Bologna, Bari e Milano, è emerso come un’episteme differente informasse il modello olivettiano, ragione per cui esso risultò addirittura «non pervenuto» al paradigma riduzionista e gerarchico che intendeva criticare allora le azioni di Adriano Olivetti e che informa tuttora il pensiero contemporaneo, prima ancora che la struttura delle organizzazioni complesse umane che ne derivano.
Il modello olivettiano è d’impianto spirituale nella misura in cui l’attenzione in esso è posta fondamentalmente alla gestione attiva della complessità facendo leva sulla «conoscenza»: su come essa si determina, su come essa agisce e sul modo in cui essa principalmente informa le azioni, le strategie, mission e vision dell’impresa (così come di tutte le organizzazioni umane complesse che possano prenderne l’esempio, fino alla stessa organizzazione dello Stato). Non si tratta di “privatizzare” le istituzioni (meno che mai il welfare), né d’altra parte di “socializzare” i mezzi di produzione, ma di mutare paradigma per «socializzare» sia le conoscenze che «le condizioni strutturali» che ne permettono il sorgere e la libera circolazione, rigenerativa del tessuto ecologico-sociale, effettivamente innovativa, ma in una «continuità di senso» vitale, auto-consistente.
La precomprensione fondamentale era che la conoscenza sorgesse dal basso, emergesse da un brodo di coltura di sinergie orizzontali, che lievitano e germogliano come rampicanti, per giungere a sintesi apicali trans-disciplinari, negoziate in esperienze condivise, imprevedibili a priori (cioè per via teorica/astratta, fatalmente gerarchica e di parte). Come gestire una conoscenza così concepita? Come conciliare «l’emergentismo del sapere», l’indeterminismo e la «non predittivività dell’innovazione» che ne consegue, con l’esigenza operativa de «l’organizzazione scientifica del lavoro»? Eminentemente pragmatica e gerarchica? per cui il sapere non esprime il suo servizio se calato dall’alto? né tuttavia l’organizzazione è efficace se disordinata? attraversata da un’eterogenesi di fini impliciti, non coordinati, non focalizzati verso uno scopo condiviso? Come spesso accade per le questioni del «paradosso» olivettiano, «l’ossimoro» aiuta a mettere almeno in «figura» quel che il «discorso dominante» non sa proferire, restando afasico, incapace di parola a riguardo, se non prima ancora addirittura incapace di percepirne la realtà e la differenza, chiuso nel pattern del proprio schema mentale arcaico.
Un’organizzazione/anarchica era la realtà olivettiana. Non per scelta terminologica di sapore ideologico si sceglie tale dicitura, ma per la presa d’atto obiettiva delle reali dinamiche dello «spirito umano al lavoro», scevro già a monte da pregiudizi condizionanti, in cui le ideologie non dovevano essere né in lotta, né negate (nel mito della loro fine), ma utilizzate per quello che sono: strumenti distinti (con il loro portato di interessi di parte diversi) che devono interagire, dialogare (non lottare)… ma in situazione, in relazione a un valore «terzo» concreto, esplicito: la comunità. Una “dialogica / dialogante” e non meramente procedurale e ipocrita.
Qui la lotta tra conservazione e progresso per Adriano Olivetti e i suoi sodali, una lotta tra mentalità «dialettica» (di destra o di sinistra, ma comunque e di certo conflittuale e astratta), e disposizione «dialogica» (quale “terza via”), che si esprime prima di tutto sul piano «cognitivo», nelle sue declinazioni emergentiste, dunque organizzative, sociali, politiche, spaziali e territoriali concrete.
Qui anche il segreto degli enormi margini di profitto dell’impresa Olivetti di Adriano, nel paradosso cognitivo attuale che decentrare il «target profitto» creasse le migliori condizioni per una sua crescita esponenziale, proprio partendo da «Centralità della Persona Umana e cura del suo territorio». Per «l’impresa/cellula vitale» dell’organismo ecologico-sociale, al contrario di quanto vorrebbe il senso comune, tale «paradigma» si rivela «volano» di innovazione, di esaltazione delle proprie capacità distintive, di produttività, di competitività, piuttosto che oggetto di «rimozione», le cui aspre conseguenze si pretende di scaricare all’esterno del fortino della «impresa/metastasi», della «impresa/predatrice».
A Messina continuerà la riflessione avviata in tale solco (che diviene immediatamente politica, economica, sociale, persino poetica a tratti), a partire da esperienze di imprese reali (micro, piccole, medie e grandi) che operano per riconnettere un tessuto di responsabilità ecologico-sociale vera. Racconteremo e discuteremo di esperienze di uomini e donne che hanno assunto di nuovo il senso di appartenenza a un territorio concreto, tramite il quale accedono ad una nuova Cosmologia, ad un nuovo Umanesimo, fondati su una nuova consapevolezza di relazioni vitali sottili, finalmente visibili, che ci uniscono tutti in una «comunità di destino».
L’8 e 9 giugno 2018 a Torino, presso l’International Training Centre of the ILO (International Labor Organization – ONU, in Viale Maestri del Lavoro), in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti, per iniziativa organizzativa del network nazionale della Federazione dell’Economia del Bene Comune, nella persona della vice Presidente Lidia Di Vece, e su invito della SAA – Scuola Amministrazione Aziendale (Università di Torino), partner promotore sul territorio, nella persona del prof. Marcello Bogetti, si è svolto il 5° Focus su Adriano Olivetti, con la presentazione del film di Michele Fasano ” In me non c’è futuro..
Il comunicato-stampa annuncia così l’evento: “Focus: Adriano Olivetti intende perseverare nell’esplorazione di «esperienze positive» di economia «conviviale», per carpirne il segreto organizzativo efficace. Le prime due edizioni (Bologna 2013 e Bari 2014) sono state dedicate allo studio dell’esperienza storica della Olivetti di Adriano, cogliendo numerosi aspetti utili per il nostro presente e per il nostro futuro. Nelle due edizioni successive (Milano 2016 e Messina 2017) sono state presentate esperienze imprenditoriali innovative, attivando buone pratiche, forme organizzative e idee di alto significato non solo economico, ma anche politico, sociale, ecologico, stimolando una nuova teoria. Per questa edizione 2018 è maturata l’idea di sviluppare ulteriormente l’azione del pensiero a partire da esperienze concrete. Imprenditori innovativi e discussant qualificati offriranno al pubblico la possibilità di immergersi in un approfondito momento di analisi. A tale scopo il Focus A.O. diventa oggi occasione confronto tra gli attori che animano il mondo dell’economia responsabile: Federazione dell’Economia del Bene Comune, Scuola di Economia Civile, Economia di Comunione, Nuova Costruttività, Rete Economia Solidale, B-Corporations, a cui si aggiunge la Società dei Territorialisti e il Consorzio AASTER, sempre in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti.”
Gran parte delle notizie qui riportate sono state attinte dal sito personale di Michele Fasano: www.michelefasano.it/it/content/michele-fasano.
8 Settembre 2018