Maria SS. del Monte Carmelo a Gioia
Dagli Ordini o Decreti della Santa Visita effettuata nella Chiesa Madre di Gioia dall’arcivescovo di Bari Ascanio Gesualdo nel 1623 è ispezionato per la prima volta il nuovo altare in onore di S. Maria del Monte Carmelo, il quale era appartenente alla famiglia Sforza. Nella Visita dell’arcivescovo Diego Sersale nel 1652 viene menzionato l’altare di […]
Dagli Ordini o Decreti della Santa Visita effettuata nella Chiesa Madre di Gioia dall’arcivescovo di Bari Ascanio Gesualdo nel 1623 è ispezionato per la prima volta il nuovo altare in onore di S. Maria del Monte Carmelo, il quale era appartenente alla famiglia Sforza.
Nella Visita dell’arcivescovo Diego Sersale nel 1652 viene menzionato l’altare di S. Maria del Carmelo, di cui possiede l’omonimo beneficio, fondato con giuspatronato dalla famiglia De Forzio o Sforza, il rettore d. Giovanni Battista Jannone per un legato di messe in memoria di Laura Mele. Lo stesso arcivescovo nella Visita effettuata nel 1658 ordina che per l’altare del Carmelo dovrà essere ridipinta la Croce. Si ricorda che vi sono due legati di messe e rendite: uno percepito da d. Giovanni Battista Jannone e l’altro, in memoria di Laura Mele, viene assolto annualmente con versamenti effettuati da Pietro Antonio e Giovanni Antonio De Forza ( a volte chiamato anche De Forzio o Sforza). L’arcivescovo Carlo Loffredo a seguito della Visita effettuata nel 1695 nota che la cappella e l’altare di S. Maria del Monte Carmelo è senza rettore e dice che il giuspatronato appartiene ai coniugi Domenico Antonio Affatato e Anna De Forza; l’altare è privo di tutto il necessario per il sacrificio per cui ordina ai coniugi di provvedere in merito entro un mese, pena il trasferimento del patronato ad altri.Nella Chiesa Madre, dopo lo scioglimento della Confraternita del SS. Sacramento, avvenuto nel 1865, fu istituita quella di Maria SS. del Monte Carmelo nel 1882. Nella stessa Chiesa sul secondo altare di destra, altare privilegiato, è presente un dipinto su tela raffigurante la Madonna del Carmelo, opera firmata dal pittore Paolo Lanari Romano, 1797. La Madonna stringe il Bambino tra le braccia sopra una nube, contornata da angeli, che sovrasta alcune anime del Purgatorio che la invocano.
Sul tamburo che sostiene la cupola della Chiesa Madre è incisa la seguente iscrizione: Confraternitas Mariae Virginis de Monte Carmelo in laudem Matris Dei et hominum A: D. MCMXXXVIII.
Di seguito riporto la ricerca effettuata dal nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.
Maria SS. del Monte Carmelo: La festa della fertilità della terra.
La Madonna del Carmelo o fiore del Carmelo, dall’ebraico “Karmel”, “giardino” e latinizzato in “Carmelus” viene titolata etimologicamente, Madonna del Giardino o meglio la Madonna che regna tra i fiori e la frutta.
Il Carmelo è un monte della Palestina che si protende sul mare Mediterraneo formando un promontorio. Anticamente era ricco di vegetazione.
Nell’Antico Testamento si legge l’episodio del profeta Elia il quale, pregando sul monte Carmelo durante una disastrosa siccità che aveva colpito la terra d’Israele, vide in cielo formarsi una nuvoletta che rapidamente si ingrandì e si sciolse in una pioggia benefica che ridiede fertilità alla terra.
Lo stesso Elia istituì sul monte Carmelo un Ordine di solitari che onorarono nella penitenza e nella preghiera la Madonna non ancora nata. Ci fu una prosecuzione canonica in questo Ordine con San Simone Stok, che diventato generale dell’Ordine stesso ottenne dal papa l’approvazione della regola carmelitana.
Il 16 luglio del 1251 gli apparve la Madonna in veste di Nostra Signora del Carmelo che gli consegnò il prodigioso scapolare che avrebbe liberato dall’inferno tutti coloro che lo avessero indossato e nella stessa data ricorre, ogni anno, la festa del Carmelo.
La devozione a Gioia del Colle per la Madonna del Carmine risale agli inizi del 1600 quando fu eretta una Cappella dedicata a Santa Maria del Monte Carmelo nella Chiesa Madre della città. Comunque il culto della Vergine risale, presumibilmente, agli antichi e preesistenti riti propiziatori della fertilità della terra, dell’abbondanza dei raccolti e della regolazione delle piogge estive, dedicate alle divinità pagane Demetra e Maia.
La Madonna è stata sempre omaggiata e venerata nell’ambiente naturale del nostro territorio: infatti ogni agricoltore sospendeva qualsiasi attività lavorativa nel giorno della festa, appiccando a sera il falò delle stoppie sormontato da una immaginetta della Vergine.
Successivamente nella Chiesa Madre fu intitolato l’altare privilegiato quotidiano alla Madonna del Carmine, che fu impreziosito da una tela del pittore romano Paolo Lanari datata 1797.
Fino al 1822 nella Chiesa Madre era officiante la “Confraternita del Purgatorio” che deteneva il Cappellone del Santissimo ora chiamato Cappella di Maria Bambina. La congrega aveva lo scopo di suffragare con l’intercessione della Madonna del Carmine le Anime del Purgatorio.
Nella Chiesa Madre ha sede la “Confraternita di Santa Maria del Monte Carmelo”, istituita nel 1882, il cui priore in occasione della festa liturgica, fino agli inizi del ‘900, porgeva lo “scapolare” alle autorità religiose e cittadine in segno di patrocinio secondo un’antica usanza carmelitana; mentre lo scampanio festoso dei sacri bronzi dedicati alla Vergine salutava l’inizio della processione.
Attualmente notevole è la devozione dei Gioiesi per la Madonna del Carmelo che si manifesta con preghiere, funzioni religiose e la tradizionale processione, prevedente il carro trionfale, seguita con fede e sentita partecipazione di popolo.
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8 Giugno 2020