Le passeggiate di San Filippo Neri

San Filippo, al pari degli ultimi Papi, osava dire che i sacerdoti devono uscire dal chiuso delle sacrestie e delle Chiese e ritrovarsi con la gente e tra la gente per annunciare e testimoniare al mondo il messaggio di gioia e di salvezza del cristianesimo. Lui stesso ha messo in pratica questo suo pensiero, andando […]

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La passeggiata di San Filippo , sagrato chiesa dell’Immacolata di Lourdes

San Filippo, al pari degli ultimi Papi, osava dire che i sacerdoti devono uscire dal chiuso delle sacrestie e delle Chiese e ritrovarsi con la gente e tra la gente per annunciare e testimoniare al mondo il messaggio di gioia e di salvezza del cristianesimo.

Lui stesso ha messo in pratica questo suo pensiero, andando nelle piazze, per le strade, incontrando grandi e piccoli, uomini e donne, e parlando con tutti.

Una delle pratiche più conosciute, messe in atto da San Filippo Neri, è stata quella della Visita alle Sette Chiese di Roma, che durava più giorni e che egli considerava anche come momento di socializzazione, desiderio di uscire dalle mura ecclesiastiche per manifestare al mondo la gioia di essere cristiani, di essere Chiesa aperta al mondo.

Si trattava di una forma di pellegrinaggio con giovani ed adulti, che comprendeva momenti di preghiera, di catechesi, di svago e di condivisione fraterna di un pasto, come avveniva nei primi momenti del cristianesimo.

Imitava e metteva in pratica, in tal modo, quanto riportato negli Atti degli Apostoli: I primi cristiani erano assidui nella predicazione degli Apostoli, alle riunioni comuni, alla frazione del pane e alle preghiere… Tutti i credenti stavano insieme e avevano tutto in comune… Non vi era alcuno bisognoso fra loro, perché quanti possedevano terreni o case li vendevano, e preso il prezzo delle cose vendute, lo mettevano a disposizione degli Apostoli, che lo distribuivano a ciascuno secondo il bisogno.Un cristianesimo, quello di San Filippo Neri, non legato a stereotipi o a formule da seguire pedissequamente come pesanti ordini impartiti da superiori menti, per poter ottenere il premio eterno, ma un incarnare nella propria vita il gesto più importante, il più bello, il più umano, il più naturale e gratificante, che non ci costa nulla, ma che ci ripaga moltissimo: quello dell’Amore, che ci fa sentire fratelli e dona senso alla nostra esistenza terrena.

Questa passeggiata, o meglio pellegrinaggio, è stata riproposta a Gioia in occasione dei festeggiamenti per il Quinto Centenario della nascita di San Filippo Neri, che cadeva nel 2015, con una peregrinatio che ha visto il coinvolgimento, anno dopo anno, di tutte le cinque parrocchie di Gioia del Colle: un segno tangibile della presenza di San Filippo Neri tra il popolo gioiese e della sua protezione su tutta la città, oltre a rinnovare il ricordo della predicazione del Santo e la pratica della Visita alle Sette Chiese dei tempi di San Filippo.

Di seguito riporto una ricerca storica del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.

Nel 2015 in occasione del quinto centenario della nascita di San Filippo Neri il Comitato Feste Patronali di Gioia del Colle, guidato dall’Architetto Sandro Cortese, volle realizzare, attraverso una continuità tradizionale ed innovativa, la peregrinatio del Santo Patrono per tutte le Chiese gioiesi, riproponendo lo spirito gioviale e coinvolgente dell’antica processione casa per casa, ridefinendola la passeggiata di San Filippo Neri tra i Gioiesi.

La Visita delle Sette Chiese a Roma

Per l’occasione il Presidente Sandro Cortese aveva progettato e fatto realizzare una nuova base intercambiabile di colore bianco e decorazioni rosse. Il bianco simboleggiava la purezza del Santo Giglio di Firenze ed il rosso richiamava lo Spirito Santo che infiammò mirabilmente il Cuore del Santo della Gioia.

Sulla base chiusa della base poteva fissarsi il busto argenteo del Santo, mentre capovolgendo la stessa base, nella parte vuota, poteva essere collocata la statua grande lignea del Patrono che sarebbe emersa in modo discreto e più vicino alla gente.

Ai lati della base dei trafori artistici fungevano da maniglie.

Pertanto durante le passeggiate spirituali processionali, la sacra immagine con gli abiti feriali e con il grembiule, segno inequivocabile della Chiesa del servizio, voluta dal medesimo Apostolo di Roma, sembrava che fosse tenuta per mano dai portatori.

La statua emergeva ad una giusta altezza tra i fedeli come se San Filippo guardasse umilmente e con gioiosa autorevolezza i Gioiesi che lo attorniavano festosi.

L’effetto scenico ed artistico era sorprendente, emozionante e commovente.

Le passeggiate diversificavano in modo originale ed intimo le processioni senza sminuire il rispetto e la solennità dei sacri riti che caratterizzarono in modo unico le manifestazioni del centenario giubilare.

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6 Giugno 2021

  • Scuola di Politica

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