Le linee ferroviarie incompiute
Con sempre maggior frequenza si continua a parlare di potenziare il trasporto ferroviario nel sud Italia, per superare il divario con il resto della nazione. A maggio di quest’anno è partito da Gioia il primo treno per Altamura, in attesa del ripristino e del completamento della messa in esercizio dell’ultimo tratto fino a Rocchetta Sant’Antonio, […]
Con sempre maggior frequenza si continua a parlare di potenziare il trasporto ferroviario nel sud Italia, per superare il divario con il resto della nazione.
A maggio di quest’anno è partito da Gioia il primo treno per Altamura, in attesa del ripristino e del completamento della messa in esercizio dell’ultimo tratto fino a Rocchetta Sant’Antonio, come corsa di prova per la riapertura di quella linea ferroviaria a fini turistici, che porti i passeggeri a visitare città e luoghi di interesse culturale e paesaggistico presenti sull’intera tratta.
Dopo l’entrata in esercizio della tratta ferroviaria che unisce Bari e Taranto (1865) e quella che collega Gioia con Spinazzola-Rocchetta Sant’Antonio (1892), altre tratte ferroviarie erano in nuce, grazie all’interessamento delle Amministrazioni cittadine.Risale all’ 8 agosto 1878 una deliberazione con la quale il Consiglio comunale affidò all’on. Comm. Ottavio Serena l’incarico di stilare una Memoria per dimostrare e sostenere che Gioia, e non Grumo, dovesse scegliersi come città capo-linea della costruenda ferrovia per Candela. Tale Memoria fu fatta stampare dallo stesso on. Serena a spese del Comune.
Nel 1880 fu completata la strada che collega Gioia con Putignano.
Nella seduta del Consiglio comunale del 2 aprile 1881 si delibera l’adesione di massima alla costituzione di un consorzio con i comuni di Noci, Putignano, Alberobello, Locorotondo, Martina Franca e Ceglie Messapica per la costruzione di un tronco ferroviario che prolungasse la linea “Ponte Santa Venere-Gioia”, prevista dalla legge 29 luglio 1879, fino all’incontro con la linea Adriatica o della traversa Brindisi-Taranto, anch’essa prevista dalla citata legge del 1879.
Il 31 luglio 1892 fu inaugurato il nuovo tronco ferroviario Gioia-Rocchetta Sant’Antonio.
Il Consiglio comunale nella seduta del 18 marzo 1907 aderì al progetto di costruzione di una ferrovia che collegasse Gioia a Monopoli. Poiché vi era la richiesta di Noci e Conversano di allacciarsi alla ferrovia, nel successivo mese di settembre il Consiglio comunale viene chiamato a prendere decisioni per la ferrovia Gioia-Monopoli.
A maggio del 1908 il Consiglio comunale è chiamato a deliberare sulla costituzione di un Consorzio della ferrovia Gioia-Monopoli.
Da una deliberazione del novembre del 1908 appendiamo che il Consiglio comunale approva il regolamento tariffe per tassa sul valore locativo per finanziare opere pubbliche tra le quali rientrava la costruzione della ferrovia Gioia-Sammichele di Bari.
Il 18 febbraio 1909 il Consiglio discute sull’impegno per costruire il tronco ferroviario Sammichele-Gioia, su progetto della società esercente la ferrovia Bari-Locorotondo.
Il progetto richiedeva il concorso del Comune per L.5.000 a Km. per 50 anni, la cessione gratuita del suolo ed un ampliamento della stazione.
Il successivo 26 febbraio il Consiglio approva in seconda lettura l’impegno per la ferrovia Gioia-Sammichele.
Il 22 maggio 1914 in Consiglio si torna a parlare della costruzione di un binario Gioia-Sammichele e di ampliare il piazzale interno della stazione ferroviaria.
Non conosciamo le motivazioni della mancata costruzione di quei due tronchi ferroviari, quello per Monopoli e quello per Sammichele.
Sappiamo che nel 1924 il Consiglio comunale delibera un sussidio per il servizio automobilistico Monopoli-Gioia alla Società Monopolitana Automezzi.
Nel 1936 Il Consiglio delibera un sussidio per l’autoservizio Gioia-Sammichele e Monopoli-Gioia.
Attualmente i collegamenti con Sammichele di Bari sono gestiti da autoservizi delle Ferrovie dello Stato Italiane (ex Ferrovie del Sud Est) mentre quelli con Monopoli sono gestiti da autoservizi della SITA SUD.
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9 Luglio 2022