Le fontanine pubbliche AQP a Gioia del Colle

La scarsità di piogge e la conseguente crisi idrica che ha afflitto la Puglia e la Basilicata durante gli ultimi mesi del 2024 sta portando alla ribalta delle cronache l’annoso problema della siccità e della carenza di invasi. Quelli esistenti presentano una colmatura molto al di sotto del livello di guardia e quindi offrono uno […]

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La fontanina di Piazza Orsini

La scarsità di piogge e la conseguente crisi idrica che ha afflitto la Puglia e la Basilicata durante gli ultimi mesi del 2024 sta portando alla ribalta delle cronache l’annoso problema della siccità e della carenza di invasi. Quelli esistenti presentano una colmatura molto al di sotto del livello di guardia e quindi offrono uno scarso quantitativo di acqua potabile a disposizione della popolazione e come risorsa idrica per il bestiame.

Nel secolo scorso per la sitibonda Puglia si approntò la costruzione dell’Acquedotto pugliese, un’opera di particolare progettazione ingegneristica, che partendo dalle fonti del Sele, in Campania, attraversava la dorsale appenninica per giungere in Puglia e concludere il suo percorso nel Capo di Leuca.

A questo primo acquedotto si sono aggiunti nel corso del secolo scorso altri due fonti di approvvigionamento idrico per la Puglia: gli acquedotti del Pertusillo e del Sinni, anch’essi risultati insufficienti per gli accresciuti bisogni della popolazione pugliese.

Purtroppo una gran parte del canale principale dell’acquedotto del Sele attraversa un territorio ad alta attività sismica, che col tempo ha creato problemi alle tubazioni che lo percorrono in gallerie, creando perdite che si stimano intorno al 40%, che privano le popolazioni interessate del completo utilizzo del cosiddetto “oro bianco”.Contrariamente a quanto si possa pensare, che cioè Gioia del Colle sarebbe priva di sorgenti di acqua, a differenza di Acquaviva, che alla sua denominazione aggiunge anche quella delle Fonti, per rimarcare la presenza di numerosi sorgenti sotterranee, il nostro Comune abbonda di corsi d’acqua sotterranei, che in passato hanno fatto la fortuna del nostro territorio.

Basti pensare all’insediamento preistorico di Monte Sannace, sviluppatosi in prossimità di un un corso d’acqua, ancora oggi ricordato come il Canale, o la presenza di consistenti falde acquifere nella zona ad ovest del paese, compreso tra l’ex via Lagomagno (oggi Via fratelli Sebastiano e Francesco Capurso) e l’ex via per Santeramo (oggi Via Paolo Cassano), falde che hanno favorito l’insediamento di numerosi complessi industriali per la produzione di farine, pasta, distillati di vino, industrie che necessitano di grandi quantità di acqua.

Prima della costruzione dell’Acquedotto pugliese il rifornimento idrico per la popolazione di Gioia era assicurato da cisterne di raccolta di acqua piovana, ancora pura in quegli anni, e dall’emungimento dalle falde acquifere attraverso pozzi, in modo manuale, con secchi, o meccanico, con le norie.

Un nostro concittadino, il dottor Daniele Petrera, nel 1887 presenta un primo progetto per portare acqua nella sitibonda Puglia e negli anni successivi un secondo e più ambizioso e dettagliato progetto.

Il 21 ottobre 1887 il Consiglio comunale di Gioia delibera un concorso del Comune per l’Acquedotto Pugliese, progetto dell’ingegnere Zampari.

Gioia del Colle, oltre ad essere centro importante dell’Acquedotto Pugliese perché dal suo territorio si dipartono due rami del canale del Sele ed è stato tra i primi Comuni della Puglia a veder sgorgare dalle fontanine pubblica la preziosa materia prima.

I lavori per l’Acquedotto Pugliese o Acquedotto del Sele, iniziati nel 1906, terminano nel 1940.

Il nostro Comune già nel 1906 pagava un contributo per la costruzione dell’Acquedotto Pugliese.

Il sindaco Marcellino Cassano nel 1913 illustrando il suo programma che prevedeva la costruzione di una via estramurale, di un nuovo rione e di un cimitero popolare, comunicava ai consiglieri comunali che stava per arrivare l’acqua del Sele con queste parole: Il grado di civiltà di un popolo si desume dalla quantità di acqua che esso consuma.

La prima fontana dell’Acquedotto Pugliese inaugurata a Bari nel 1915

L’acquedotto viene inaugurato il 16 agosto 1916, anche se il primo zampillo d’acqua arriva a Bari il 24 aprile 1915, giorno in cui, alle 11, fuoriesce dalla fontana monumentale appositamente costruita in Piazza Ateneo.

Gioia è stato, dunque, uno dei primi Comuni a beneficiare dell’acqua del Sele, come punto di snodo della conduttura principale, che dal nostro paese si dirama verso Bari e verso Brindisi.

Quasi tutte le fontanine pubbliche, costruite in ghisa, installate a Gioia del Colle, recano impresse ancora la data del 1914.

Il Commissario Prefettizio di Gioia dott. Giovanni Garzaroli il 30 marzo 1915 in corso di variazione del bilancio preventivo per l’esercizio 1915 delibera il pagamento di acqua all’Acquedotto Pugliese delle fontanine pubbliche che potranno essere messe in servizio nel luglio prossimo.

Il 16 agosto 1916, nello stesso giorno dell’inaugurazione dell’Acquedotto, il Commissario Prefettizio di Gioia delibera di stipulare la convenzione con la Società Acquedotto Pugliese per l’esercizio delle fontanine, per l’immediato esercizio dell’acquedotto.

Il Commissario Prefettizio di Gioia, Domenico Margiotta, il 16 novembre 1918 delibera l’impianto di una fontanina nel borgo della Stazione e ricorda che c’era una deliberazione del Commissario Garzaroli del 16 agosto 1916 che autorizzava la stipula della convenzione con la Società dell’Acquedotto Pugliese per l’apertura dell’esercizio delle 11 fontanine pubbliche assegnate a questo Comune, per un canone per ogni fontanina di cent. 15 per m3 e per sollevamento meccanico dell’acqua cent. 10 a m3. Viene altresì richiesta una dodicesima fontanina.

Il 24 luglio 1931 sono rimborsate le spese per impianto di idranti stradali, uno a Corso Vittorio Emanuele e due nei giardini e per lo spostamento di una fontanina.

Il 9 giugno 1934 viene approvata l’installazione di 37 idranti stradali.

Una fontanina pubblica in pietra artificiale, acquistata nel 1935 dalla ditta Umberto Renzi di Torino viene pagata con deliberazione del 24 febbraio 1936.

FONTANINE PUBBLICHE

Anni ’20. Si attinge l’acqua dalle prime fontanine pubbliche impiantate dall’Acquedotto Pugliese

Una delle prime fontanine pubbliche era ubicata a Piazza Plebiscito, fontanina che, sappiamo, nel 1931 viene riparata. Il 28 gennaio 1935 si decide lo spostamento della fontanina di Piazza Plebiscito alla piazzetta Vittorio Emanuele e di quella di Corso Principe di Napoli a Piazza Margherita di Savoia. Il 17 giugno 1935 è deliberato l’impianto di una fontanina e di un idrante in Piazza D’Apolito (oggi Piazza della Croce), mentre il giorno 1 luglio si decide di ampliare la rete idrica.

Il 9 febbraio 1931 si delibera di impiantare una fontanina a Piazza Orsini, angolo via Ugo Bassi.

Il 12 luglio 1932 viene deciso lo spostamento di una fontanina di Piazza XX Settembre.

Il 3 novembre 1933 viene deliberato il pagamento dei lavori per l’impianto di una fontanina dell’Acquedotto in Piazza Orsini e il successivo giorno 9 si parla di ampliamento della rete urbana dell’Acquedotto Pugliese con un mutuo.

Il 13 maggio 1938 si decide di spostare una fontanina da Via Pozzoronco a via G. Del Re e nuovi idranti per innaffiamento giardini, nonché di un idrante al piazzale della stazione ferroviaria.

Il 13 novembre 1944 il Podestà delibera le spese di spostamento della fontanina esistente all’angolo NE della Chiesa di San Rocco le cui fondazioni sono minacciate da infiltrazioni continue provenienti dalle acque di scolo della fontanina alla vicina piazzetta di Via Giardinieri; la fontana era anche su una strada di intenso traffico, specie in quel momento a causa dell’incessante movimento di automezzi delle forze alleate ed era motivo di pericolo.

Altre fontanine pubblicate furono impiantate in diverse zone della città, per garantire ai cittadini di tutti i quartieri di usufruirne, in Via Dante Alighieri, in Via Don Sante Milano, in Via Regina Elena, in Via Fontanelle, in Piazza Padre Minozzi, in Via Piottola, angolo via Carlo III Borbone, in Piazza Stazione ferroviaria.

Al Largo Scarpetta fu impiantata una fontanina con quattro diffusori o rubinetti, zona che, la popolazione, per questa caratteristica, era solita chiamare Piazza 4 fontane.

Il 23-6-1960 la Giunta approva il preventivo di spesa per l’installazione di due fontanine da sostituire in via Garibaldi e Largo Scarpetta.

Il 17-2-1961 la Giunta approva il preventivo di spesa EAAP per l’installazione di una fontanina in Via Le Strettole.

Il 30 settembre 1961 la Giunta delibera la fornitura e posa in opera di due fontanine a ventaglio nella Villa comunale e il successivo 5 dicembre vara l’approvazione del consuntivo dei lavori per l’installazione di una fontanina pubblica in località Toppe di Montursi.

Il 24-8-1962 la Giunta approva la spesa per la sostituzione di una fontanina di calcestruzzo con una in ghisa a contrada Marzagaglia.

L’artistica fontana in pietra in Piazza Luca D’Andrano, oggi sostituita da una in ghisa. Per gentile concessione del sig. Mimmo Donvito

Nel novero della distruzione a Gioia dei segni del lavoro degli artigiani del passato rientrano non solo gli abbattimenti di edifici storici o di particolare interesse artistico, ma anche quelli riferiti a fontanine pubbliche in pietra. Da segnalare a Gioia la presenza di alcune fontane particolari. A Piazza Luca D’Andrano era installata una fontana con basamento a forma di parallelepipedo, da cui fianchi fuoriuscivano due cannule da cui sgorgava acqua corrente che defluiva in due pilette sottostanti, che sosteneva un’ampia costruzione ovale al centro della quale era presente uno zampillo d’acqua corrente; il manufatto era composto da graniglia di pietre, marmo e cemento, opera di un artigiano locale. Un’altra fontana simile era presente nella rientranza di un tratto di Corso Garibaldi, nei pressi di una attuale pizzeria.

Alla fine del secolo scorso, nel 1998, in occasione dell’istituzione del giardino comunale intitolato al prof. Vito Antonio Donvito, su proposta del sottoscritto è stata impiantata una nuova fontanina pubblica, all’angolo tra Via Carducci e Via Paolo VI, che reca impressa la data del 1922 e il nome della fonderia Rusconi.

Nel 1999, nel corso dei lavori di rifacimento, pedonalizzazione e arredo urbano di via Roma, è stata inserita una nuova fontanina pubblica nei pressi del Dopolavoro ferroviario. Due fontanine pubbliche erano presenti all’interno della stazione ferroviaria.

Sempre nel 1999 in concomitanza dei lavori di costruzione del nuovo Campo sportivo comunale e del Palazzetto dello sport l’Amministrazione comunale ha provveduto ad impiantare una nuova fontanina pubblica, che porta l’indicazione del 1922 e la fabbrica costruttrice, la Fonderia Rusconi.

Un’ulteriore fontanina pubblica è stata impiantata nel nuovo giardino intitolato a papa Giovanni Paolo II, tra Via Riccardo Lombardi e Via Umberto Terracini, ubicato nei pressi del Palazzetto dello sport.

Con l’allacciamento delle vecchie e nuove abitazioni alla rete idrica gestita dall’Acquedotto pugliese le fontanine hanno perso la funzione di rifornire di acqua potabile le case dei cittadini gioiesi e sono utilizzate prevalentemente da quegli abitanti dell’agro che sono sprovvisti di attacchi all’acquedotto per usi potabili o per cucina, mentre per uso irriguo o per la zootecnia si riforniscono da pozzi artesiani o dall’eventuale saltuaria erogazione dell’Acquedotto rurale, ove presente, o da cisterne che raccolgono l’acqua piovana.

Per ulteriori informazioni sull’Acquedotto Pugliese e Gioia è possibile consultare su questo sito un articolo, digitando il seguente link; https://www.gioiadelcolle.info/index.php?s=acquedotto.

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10 Gennaio 2025

  • Scuola di Politica

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