La S.A.I.L. Latte Perla Granarolo
Il territorio gioiese oltre ad essere una zona di “interesse turistico rilevante” (L.R. 23/1993), per la presenza del castello Normanno-Svevo, di numerosi monumenti dell’archeologia industriale e di insediamenti industriali e di diverse zone archeologiche, da sempre ha espresso la sua vocazione agro-alimentare, grazie alla vastità del suo territorio, che si estende per circa 206 Kmq […]
Il territorio gioiese oltre ad essere una zona di “interesse turistico rilevante” (L.R. 23/1993), per la presenza del castello Normanno-Svevo, di numerosi monumenti dell’archeologia industriale e di insediamenti industriali e di diverse zone archeologiche, da sempre ha espresso la sua vocazione agro-alimentare, grazie alla vastità del suo territorio, che si estende per circa 206 Kmq e che si sviluppa in zona collinare, con altitudini comprese fra i 296 e i 435 metri s.l.m.
Tra i prodotti più significativi del nostro territorio annoveriamo il latte e i derivati della sua lavorazione.
Oltre al caseificio dei Fratelli Capurso e ad una serie di caseifici locali un incremento sostanziale all’attività casearia gioiese è venuto in passato dalla S.A.I.L ( Società Agricola Industriale Latte ). Uno dei fiori all’occhiello della comunità gioiese è senz’altro la pluriennale presenza sul territorio dello stabilimento S.A.I.L. Latte Perla. A differenza di altre realtà, come la Termosud Ansaldo, la S.A.I.L. è l’esempio tipico di come dalle nostre parti si può
coniugare la moderna produzione industriale con la vocazione agroalimentare del nostro territorio, valorizzando, dunque, i nostri prodotti, che costituiscono delle vere e proprie eccellenze a livello internazionale.
Una prima Centrale del latte era operante di fronte alla sede dell’Ospedale, in Via Dei Riformati.
La S.A.I.L. ha cominciato a funzionare dal 1950.
La S.A.I.L. era una società per azioni, i cui azionisti erano gli stessi proprietari. Inizialmente i maggiori azionisti erano sei, tra cui l’amministratore delegato, avvocato Antonio Urciuoli, il presidente, dott. Angelo Balestrazzi, e il dott. Giuseppe De Corato.
L’opificio era organizzato in diversi reparti in ragione della funzione che svolgevano durante tutto il ciclo produttivo.
Lo stabilimento inizialmente comprendeva i seguenti reparti: reparto ricevimento latte e analisi chimiche, ove il latte, appena giunto dalla campagna, viene sottoposto al controllo documentale, alla verifica del peso, poi al controllo qualitativo e successivamente, convogliato nelle pulitrici, refrigerato e pastorizzato; reparto di lavorazione del latte pastorizzato; reparto di lavorazione del latte pastorizzato in contenitori Moplen.
Per la costruzione di contenitori Moplen erano presenti macchine nelle quali veniva sciolta della graniglia, sostanza plastificata che era automaticamente fatta passare in apposite forme, in cui si modellavano i contenitori in plastica; questi, poi, per mezzo di un’aspiratrice, passavano direttamente alla riempitrice e quindi alla capsulatrice.
Nel reparto serbatoi inizialmente gli elementi presenti erano 9: uno con capacità di 300 quintali, 4 con capacità di 110 quintali e i rimanenti con capacità di 50 quintali.
Erano presenti anche il reparto presterilizzazione e omogeneizzazione; reparto sterilizzazione in contenitori Tetrapak; reparto sterilizzazione in bottiglie di vetro da litro e mezzo litro;
Importante era il reparto caldaie a vapore, in cui erano presenti 3 caldaie, che servivano a produrre vapore per alimentare i vari macchinari. Due di esse erano comandate dall’uomo, l’altra era automatica. La prima aveva una superficie di riscaldamento di 30 mq. circa, la seconda di circa 76 mq., la terza di 60 mq. Tutte funzionavano a nafta. L’acqua, prima di arrivare alle caldaie, attraversava un depuratore, indi veniva spinta alle caldaie per mezzo di una pompa centrifuga e di un ‘ cavallino-vapore ‘;
Il reparto sala compressori, che disponeva di 4 compressori e di una vasca d’acqua con 3 serpentine e tre condensatori, che contenevano ammoniaca. I condensatori assorbivano l’ammoniaca, facendo refrigerare l’acqua e diminuire la temperatura del latte;
Un altrol reparto era quello della lavorazione burro, panna e yogurt. Nel reparto per la lavorazione del burro vi erano 2 zangole, una delle quali, la più grande, poteva lavorare circa 5 quintali e mezzo. Il burro, dopo essere stato ridotto in tavolette da 100, da 500, da 1000 grammi ed in pezzi da 5, 10, 50 chilogrammi, veniva depositato in una cella frigorifera, che raggiungeva una temperatura di circa dieci gradi centigradi. Si produceva 4 o 5 quintali di burro al giorno. I prodotti erano venduti nell’Italia centro-meridionale, specie in Calabria e Sicilia, e in qualche stato estero, particolarmente dell’Asia e dell’Africa;
L'opificio disponeva di depositi vari.
Il quantitativo di latte che alla fine degli anni ’60 veniva lavorato giornalmente si aggirava sui 50.000 litri. Il latte veniva tutto omogeneizzato: di questo poi venivano pastorizzati circa 12.000 litri; il rimanente viene sterilizzato.
Lo stabilimento disponeva di diverse macchine, tra le più moderne, le più efficienti in campo internazionale, di cui qualcuna di produzione italiana e molte di marca estera ( olandese, tedesca, inglese, francese, svedese): scrematrici, presterilizzatrici, omogeneizzatori, pastorizzatori, sterilizzatori, pulitrici, soffiatrici, lavabottiglie, zangole e la tetrapak.
Il lavoro di maggiore responsabilità era affidato al direttore, quindi agli operai specializzati e agli impiegati tecnici.
La S.A.I.L. fino alla fine degli anni ’60 disponeva in tutto di 40 operai, di cui 5 donne.; alcuni di Gioia, altri di Santeramo, di Mottola, di Noci, ed anche di Bari.
La SAIL produceva il latte Perla ed il burro Perlina, questi i nomi dei prodotti maggiormente utilizzati.
Lo stabilimento era attraversato da un Teleflex, modernissimo trasportatore aereo, che trasportava ai vari depositi il latte lavorato, per essere stoccato fino al momento della vendita.
Per lo spazio di mercato che i prodotti della S.A.I.L. si erano conquistato e anche a seguito delle numerose richieste di merce da parte di operatori nazionali, sin dai primi anni ’70 si prevedeva un adeguato ampliamento dei reparti produttivi esistenti per poter accogliere altre modernissime macchine che avrebbero permesso di immettere sul mercato nuovi prodotti.
Grazie all’operosità e intraprendenza del suo Presidente, nel 1990 all’avv. Urciuoli Antonio Giuseppe è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro, con la seguente motivazione:
E' Presidente della SAIL S.p.A, che ha costituito nell'anno 1950, con sede in Bari e stabilimento in Gioia del Colle, per la lavorazione del latte (sia per consumo diretto che per trasformazione) del pomodoro e del gelato. Con un capitale sociale di L. 37 milioni e 127 addetti, fu compresa in uno studio fatto eseguire dal Banco di Napoli fra le 30 aziende leaders del Mezzogiorno. Il fatturato 1989 ha raggiunto i 70 miliardi. La SAIL investe annualmente in media due miliardi per ammodernamenti ed assunzione di nuove tecnologie di processo e di prodotto. Antonio Urciuoli ha costituito la INBIB S.r.l. partecipata della SAIL S.p.A., azienda di prodotti caseari. le prime due aziende sono in forte espansione: la SAIL SpA in termini di produttività cresce a ritmo dell'8% all'anno e la INBIB al ritmo dell'11 %.
Nel 2001 è stato istituito da Sail S.p.A e dall’Università degli Studi di Bari il Premio Imprenditoria e Innovazione Antonio Urciuoli. Scopo del riconoscimento è quello di valorizzare, l’interesse e l’impegno di un giovane laureato verso le tematiche della crescita economica e sociale della Puglia. Nello spirito del Premio rivive la figura di Antonio Urciuoli – fondatore e Presidente di Sail S.p.A – il suo spirito imprenditoriale, la grande competenza e la profonda cultura d’impresa.
L' esperienza della Latte Perla è stata poi raccolta nel '97 dal gruppo Granarolo, che ha fatto dello stabilimento gioiese la testa di ponte della sua penetrazione sul mercato meridionale.
Con atto di fusione mediante incorporazione in data 24/06/2009 la SAIL S.p.A. è stata assorbita dalla ditta GRANAROLO S.p.A., con sede in Bologna.
Il settore di attività prevede la produzione di latte pastorizzato, latte UHT a lunga conservazione e panna fresca pastorizzata.
Il numero degli addetti è di 85 unità. Il totale dell’area del sito è di 55.211 m²; l’area coperta è di 14.125 m².
Dopo l’ampliamento e ristrutturazione avviata sul finire degli anni ‘90 e conclusa nel 2002, con una acquisizione successiva del nuovo lotto ex Termoplastica Levante (mq. 7023) e le successive assegnazioni di superfici da parte del comune di Gioia del Colle (mq. 9297) si è pervenuti all’attuale consistenza complessiva dello stabilimento (mq. 61.249).
Dopo cinque anni di lavoro che hanno garantito al marchio Sail Latte Perla innovazione e investimenti per circa 16 milioni di euro, il 15 novembre del 2002 il gruppo Granarolo ha inaugurato, alla presenza del ministro per le Politiche agricole, Giovanni Alemanno, i nuovi impianti, lo stabilimento per la produzione di latte più avanzato di tutto il Mezzogiorno. Il piano di ammodernamento e di ampliamento è cominciato cinque anni prima ed è stato portato a termine grazie a investimenti sostenuti anche da Sviluppo Italia e dall' Unione europea.
Questo è un esempio – ha detto il ministro Alemanno – di quale strada si debba percorrere per dare il necessario impulso innovatore al settore agroindustriale. Questo stabilimento dimostra che i grandi allevamenti non esistono soltanto al nord e che qui, in Puglia, esiste una produzione che va difesa, anche da coloro che operano al di fuori delle regole, vendendo il latte a nero per aggirare i limiti delle quote latte. Noi invece siamo convinti che soltanto rispettando quei limiti si possa finalmente superarli e andare oltre le quote latte . Abbiamo fatto del Latte Perla – ha detto durante l' inaugurazione il presidente della Sail, Paolo Migliori – un gioiello dell' industria agroalimentare, direi la vera perla di questo settore. Uun esempio questo – ha detto Luciano Sita, presidente del gruppo Granarolo – di come le potenzialità di un' impresa e di un territorio possano essere tradotte in un' iniziativa concreta.
L’impianto, a seguito della ristrutturazione, ha potenziato la capacità produttiva, superando così il limite delle 200 tonn./giorno di latte lavorato.
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13 Luglio 2016