La masseria Gigante
Della famiglia Cassano abbiamo parlato in un altro articolo pubblicato su questo sito, visionabile cliccando sul seguente link: https://www.gioiadelcolle.info/gioia-del-colle-e-la-famiglia-cassano/. Nel 1612 un ramo della famiglia Cassano si trasferisce a Gioia del Colle e si imparenta con la famiglia Gigante, originaria di Acquaviva delle Fonti, consolidando il proprio patrimonio agrario. Dal 1812 al 1813 capo dell’Amminisrazione […]
Della famiglia Cassano abbiamo parlato in un altro articolo pubblicato su questo sito, visionabile cliccando sul seguente link: https://www.gioiadelcolle.info/gioia-del-colle-e-la-famiglia-cassano/.
Nel 1612 un ramo della famiglia Cassano si trasferisce a Gioia del Colle e si imparenta con la famiglia Gigante, originaria di Acquaviva delle Fonti, consolidando il proprio patrimonio agrario.
Dal 1812 al 1813 capo dell’Amminisrazione comunale di Gioia è Filippo Gigante.
La masseria Gigante è ubicata sulla via che porta ad Acquaviva a circa 5 Km. dall’abitato di Gioia.
Non siamo a conoscenza dell’anno di costruzione di questa masseria; l’incisione presente su una pietra che è murata nel corpo di fabbrica delle cantine edificate nel 1884 riporta la seguente iscrizione: V. G. G. F. A D 1753, probabilmente iniziali della famiglia Gigante che fece costruire la masseria in quella data. Nella seconda metà dell’Ottocento la costruzione fu restaurata e ampliata da Filippo Cassano, che ne era proprietario.
In epoca più vicina a noi la masseria è stata proprietà della signora Zoe Leomanni, coniugata Cassano. Alla sua morte la masseria e stata data in eredità ai figli della signora Milena Perniola, figlia dell’ultimo marito della signora Zoe. Gli eredi hanno provveduto al restauro dei tetti della masseria, che erano in gran parte fatiscenti, e tali lavori hanno consentito l’utilizzo dei terreni di pertinenza della masseria, con la costituzione di una azienda agricola, che prende il nome da Masseria Gigante, che conducono direttamente, per colture biologiche di grano e di vigneti.
Anche se la struttura presenta alcune feritoie sul coronamento, non rientra nel novero delle masserie fortificate.
La masseria, una delle più belle presenti nell’agro gioiese, sia dal punto di vista architettonico che per la volumetria che occupa, si sviluppa su tre livelli.
Secondo la tradizione delle grandi masserie il primo livello, quello a piano terra, era adibito in parte a ricovero di attrezzi e di bestiame e in parte ad abitazione del massaro e degli addetti alle attività agro-zootecniche.
Da ammirare è la facciata principale che presenta una elegante e imponente scalinata antistante l’edificio e un portale modanato.La scalinata si interrompe dopo la prima rampa per permettere l’accesso agli altri piani.: al primo piano padronale, attraversando un ampio terrazzo-ballatoio. Questo terrazzo, arretrato rispetto al frontespizio, era occupato dai proprietari della masseria e dei terreni ad essa associati, mentre il terzo livello o sottotetto era utilizzato per la conservazione delle derrate alimentari.
La scala, protetta da una balaustra sagomata, divide il fabbricato in due parti simmetriche. Al primo piano, verso gli estremi, sim notano due aperture tompagnate delineate da colonne laterali e sormontate da archetti ogivali e merlature. Tali elementi arcchitettonici, in posizione avanzata, rispetto alla facciata del piano, richiamano alla mente la sala del trono presente nel castello di Gioia del Colle.
Numerosi e ampie sono gli ambienti al primo piano, quasi tutte con volte a botte e con pavimento in pietra levigata o in cotto.
Il terzo livello, coperto da volte in legno a capriate e ricoperto da coppi in argilla, conserva ancora i segni della presenza nella masseria di un gruppo di militari inglesi paracadutisti, che si esercitavano nei lanci per conseguire tale brevetto, come si evince dai disegni lasciati dagli stessi militari sulle pareti di questo piano.
Numerose sono alcune parti aggettanti in corrispondenza di ogni stanza, che presentano una piccola apertura che consente di controllare tutto intorno all’abitazione, come posti di avvistamento, elementi che fanno propendere per una funzione difensiva della masseria. in fondo all scalinata superiore è presente una nicchia, nella quale era sicuramente presente o un dipinto o la statua di un Santo che avesse la funzione di proteggere sia la masseria che i suoi abitanti.
La zona riservata alle stalle, separate tra bovini ed equini, si sviluppa in lunghezza intorno ad una corte interna lastricata.
In posizione frontale rispetto alla zona residenziale sono localizzate alcune costruzioni più recenti, adibite a magazzini e alla produzione di vino con torchi e relative grossi botte di stoccaggio.
In posizione distaccata dal fabbricato rurale, e precisamente posteriormente al prospetto della masseria, è ubicata una chiesa o meglio una piccola cappella rurale.
Essa è costituita da un monovolume con volta a botte e copertura a spioventi e presenta sul prospetto un portale in pietra ad arco, sormontato da un oculo lobato dal quale l’interno della cappella prende luce.
Sul pinnacolo è presente un campaniletto a vela che termina con una Croce.
Le facciate laterali presentano un grosso arco tompagnato; quello posto sul lato destro del prospetto presenta sull’arco una lunetta, anch’essa murata, che verosimilmente un tempo era finestrata per permettere di illuminare l’ambiente interno.
La cappella internamente è molto sobria; presenta una volta a botte e un altare in pietra addossato alla parete di fondo, con un minimo di arredo sacro, necessario per le funzioni religiose.
Le pareti sono semplicemente imbiancate e prive di dipinti o di raffigurazioni sacre.
La cappella era utilizzata non solo per le funzioni religiose a vantaggio degli abitanti e dei lavoranti della masseria, ma era disponibile anche per altri abitanti delle numerose masserie delle contrade limitrofe.
Nella cantina un tempo erano presenti delle grosse botti in legno, che contenevano il vino che si produceva in abbondanza nell’azienda.
La bellezza e la maestosità della masseria Gigante ha attratto l’attenzione anche di operatori del settore cinematografico.
Infatti alla fine di marzo del 2023 la masseria Gigante è stata utilizzata come set per le riprese di alcune scene del film Il mio posto è qui, scritto e co-diretto da Cristiano Bortone e Daniela Porto, film prodotto da Orisa Produzioni, con il sostegno di Apulia Film Commission e Regione Puglia.
Alcune scene del film sono state girate nella sacrestia della chiesa di San Francesco d’Assisi a Gioia.
La storia è ambientata nella Calabria rurale della fine degli anni ’40, racconta la storia di amicizia e di emancipazione tra una ragazza madre e l’organizzatore di matrimoni locale, l’unico gay del paese, che la porta a sfidare i pregiudizi della comunità e a lottare contro una società condizionata da una cultura patriarcale, per trovare il proprio posto nel mondo.
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2 Maggio 2023