La festa della Madonna del Carmine a Gioia
Il culto per la Madonna, madre di Gesù e della Chiesa, è praticato in tutte le chiese cristiane, sia che siano dedicate a Maria SS. sia che siano dedicate ad un Santo particolare. A Gioia del Colle la Chiesa Madre o Matrice, già dal titolo ci fa capire che è intitolata a colei che ha […]
Il culto per la Madonna, madre di Gesù e della Chiesa, è praticato in tutte le chiese cristiane, sia che siano dedicate a Maria SS. sia che siano dedicate ad un Santo particolare.
A Gioia del Colle la Chiesa Madre o Matrice, già dal titolo ci fa capire che è intitolata a colei che ha dato la luce a Gesù. Inoltre nella stessa Chiesa è presente un cappellone, chiamato anche cappella del Santissimo o di Maria Bambina per la presenza, sull’ altare, di una nicchia che racchiude una culla in legno nella quale è deposto il simulacro di Maria Bambina. La stessa rappresentazione è presente sull’ artistica vetrata policroma ovale allocata in alto in fondo alla zona presbiteriale.
Dal resoconto della Visita pastorale del 1623, effettuata a Gioia dall’ Arcivescovo di Bari, mons. Ascanio Gesualdo, veniamo a conoscenza che nella Chiesa Madre per la prima volta viene citata la presenza di due nuovi altari: uno in onore di S. Domenica e l’altro in onore di S. Maria del Monte Carmelo. Quest’ultimo altare apparteneva alla famiglia Sforza.Nella Cappella adiacente alla Chiesa Madre, e intitolata al SS. Sacramento, officiava inizialmente l’omonima Confraternita e dal 1768 quella del Purgatorio o delle Anime Purganti. La cappella fu permutata nel 1845 dal Comune, che concesse alla Confraternita del Purgatorio la Chiesa di San Francesco d’Assisi in Largo San Francesco, oggi Piazza Plebiscito, in cambio della loro cappella, per ampliare la Chiesa Madre e farla divenire in seguito cappella di Maria Bambina.
Il ricordo del culto per le Anime Purganti a Gioia ci viene tramandato da una tela, opera del pittore Lanari, presente sull’ altare privilegiato nel terzo arco di destra della Chiesa Madre, che raffigura la Madonna del Carmelo che sostiene il Bambino Gesù, circondata da un gruppo di angeli, immagini che sovrastano alcune anime del Purgatorio che la invocano.
Sul tamburo che sostiene la cupola della Chiesa Madre è presente la seguente iscrizione: Confraternitas Mariae Virginis de Monte Carmelo in laudem Matris Dei et hominum. A.D. MCMXXXVIII. Infatti con l’estinzione della Confraternita del SS. Sacramento nel 1865, alcuni fedeli nel 1882 ottengono dall’arcivescovo di Bari, mons. Francesco Pedicini, l’istituzione della nuova Confraternita di Maria SS. del Monte Carmelo, con sede nella Chiesa Matrice.
Nel sud, ed in Puglia in particolare, è molto sentito il culto per la Madonna del Monte Carmelo, soprattutto in ambito rurale. A conferma di questa affermazione basterebbe ricordare che all’ incrocio tra la strada provinciale 23 tarantina con la via Appia e cioè all’ incrocio tra le vie per Gioia, Castellaneta e Laterza è ubicata una masseria al cui ingresso è presente una edicola contenente una immagine della Madonna del Carmine. Il popolo chiama quell’ incrocio “La Madonna del Carmine”.
La superstizione popolare vuole che il 16 luglio, giorno della festività della Madonna del Carmine, data che ricorre in piena estate, occorre porre molta attenzione da parte di coloro che si recano in luoghi di mare, poiché alcune statistiche riportano in quella data numerosi morti per annegamento e quindi sarebbe preferibile non fare il bagno.
Di seguito riporto la ricerca storica del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.
La Festa di Maria Santissima del Monte Carmelo a Gioia del Colle. 16 luglio.
La Madonna del Carmelo o Fiore del Carmelo, dall’ ebraico “Karmel”, “Giardino”, viene titolata etimologicamente Madonna del Giardino o, meglio, la Madonna che regna tra i fiori e la frutta. Il Carmelo è un monte della Palestina che si protende sul Mar Mediterraneo formando un promontorio.
Nell’Antico Testamento si legge l’episodio del Profeta Elia il quale, pregando sul Monte Carmelo durante una disastrosa siccità che aveva colpito la Terra di Israele, vide in Cielo formarsi una nuvoletta che rapidamente si ingrandì e si trasformò in pioggia benefica. Lo stesso Elia istituì sul Monte Carmelo un Ordine di monaci solitari che onorarono nella penitenza e nella preghiera la Madonna non ancora nata.
Ci fu una prosecuzione canonica in questo Ordine con San Simone Stok che, diventato generale dell’Ordine stesso, ottenne dal Papa l’approvazione della Regola Carmelitana. Il 16 luglio del 1251 gli apparve la Madonna in veste di Nostra Signora del Carmelo che gli consegnò il prodigioso scapolare o abitino che avrebbe liberato dall’ Inferno tutti coloro che lo avessero indossato e nella stessa data ricorre, ogni anno, la festa del Carmelo.
La devozione a Gioia del Colle per la Madonna del Carmine o forma latinizzata del nome Carmelo, risale agli inizi del 1600, quando nella Chiesa Madre fu eretta una cappella dedicata a Santa Maria del Monte Carmelo. Successivamente nella stessa Chiesa fu intitolato l’altare privilegiato quotidiano alla Madonna del Carmine, che fu impreziosito da una tela del pittore romano Paolo Lanari, datato 1797. Comunque il culto della vergine risale, presumibilmente, agli antichi e preesistenti riti propiziatori dedicati a Demetra e Maia, divinità pagane della fertilità della Terra, dell’abbondanza dei raccolti e della regolazione delle piogge estive.
La Madonna è stata sempre omaggiata e venerata nell’ ambito rurale del nostro territorio: infatti ogni agricoltore sospendeva qualsiasi attività lavorativa nel giorno della festa e la sera appiccava il fuoco alle stoppie sotto la protezione di una immaginetta della Vergine. Si racconta che tutti coloro che continuavano a lavorare nei campi nel giorno della festa della Madonna del Carmine, subivano strani imprevisti o perfino incidenti, che facevano di fatto desistere da ogni attività lavorativa.
La Madonna veniva invocata per propiziare le piogge estive, scongiurando gli allagamenti e le violente tempeste. Per la Sua potente intercessione, la Madonna poteva salvare dall’ Inferno i peccatori e condurre nel Paradiso le Anime del Purgatorio.
Lo stesso San Filippo Neri affermava che nel giorno della festa del Carmelo, la Madonna insieme agli Angeli, portava in Paradiso le Anime del Purgatorio o quelle dei peccatori pentiti. A Gioia del Colle in occasione della festa carmelitana, gli agricoltori abbellivano con ghirlande e festoni floreali le edicole votive dedicate alla Vergine, presenti nell’ agro cittadino.
Fino al 1882 nella Chiesa Madre era officiante la Confraternita del Purgatorio che deteneva il Cappellone del Santissimo Sacramento, ora chiamato Cappella di Maria Bambina. La Congrega aveva lo scopo di suffragare, con l’intercessione della Madonna del Carmine, le Anime del Purgatorio.
Nel 1882 fu istituita la Confraternita di Santa Maria del Monte Carmelo. In occasione della festa liturgica e fino agli inizi del Novecento il priore della Confraternita porgeva lo “scapolare” alle autorità religiose e cittadine in segno di patrocinio, secondo una antica usanza carmelitana, mentre le campagne proprie della Madonna del Carmine e delle Anime Purganti salutavano l’inizio della processione.
Attualmente notevole è la devozione dei Gioiesi per la Madonna del Carmelo, che si manifesta con preghiere, suppliche, funzioni religiose, novenario e la tradizionale processione su carro trionfale, anticamente trainato a mano dai confratelli o anche da quattro cavalle. Prima della realizzazione della statua in cartapesta leccese della scuola del Manzo, veniva portata in processione una statua lignea a manichino e più anticamente un quadro della Madonna, con il quale si benedivano i campi, la frutta e la verdura. La processione partiva dalla Chiesa Madre e percorreva le vie dell’anello extra murario cittadino, con la benedizione ai quattro venti e prima di rientrare nella medesima Chiesa, sostava ogni anno in una diversa zona rurale di Gioia del Colle, per garantire la diretta protezione della Madonna. Il quadro e la statua mariana a manichino, attualmente risultano introvabili.
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16 Luglio 2020