La festa del secondo onomastico di San Filippo Neri a Gioia del Colle: San Romolo
Non tutti sono a conoscenza che San Filippo Neri, oltre a portare in nome del suo Avolo, aveva un secondo nome. Suo padre, Francesco Neri, infatti, per onorare un fratello di nome Romulo, uomo industrioso, che si era trasferito da Firenze nel Regno di Napoli, e precisamente a San Germano, luogo posto alle radici di […]
Non tutti sono a conoscenza che San Filippo Neri, oltre a portare in nome del suo Avolo, aveva un secondo nome. Suo padre, Francesco Neri, infatti, per onorare un fratello di nome Romulo, uomo industrioso, che si era trasferito da Firenze nel Regno di Napoli, e precisamente a San Germano, luogo posto alle radici di Monte Cassino, volle imporgli come secondo nome quello dello zio Romulo.
All’età di diciotto anni il padre mandò Filippo dallo zio Romulo con questa intenzione, che attendendo sotto la cura di lui alla Mercantia, gli dovesse poi succedere nell’heredità; non havendo Romulo persona più attinente, a cui potesse lasciare le sue facoltà. Per ordine adunque del Padre, andato a San Germano, fu dal Zio caramente ricevuto; appresso del quale si portò di maniera, che considerando Romulo le sue buone qualità, non passò molto tempo, che disegnò instituirlo herede di tutto il suo. Ma Iddio, ch’a maggiori cose l’haveva destinato, fece riuscir vano ogni disegno; imperoche essendo Filippo dimorato ivi alcun tempo, sentendosi interiormente stimolato a stato migliore, e considerando l’impedimento, che in ciò apportano le ricchezze, & in particolare l’esercitio della Mercantia, cominciò da sestesso a pensare di fare altra risolutione della vita sua: accelerando questo suo pensiero una divotione, ch’ei prese in que’ paesi, con l’occasione che diremo appresso. (Tratto da Vita di san Filippo Neri, fondatore della Congregazione dell’Oratorio, scritta da Pietro Giacomo Bacci, Brescia 1706).Di seguito riporto una ricerca storica del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli, su questa festa.
La Festa del secondo onomastico di San Filippo neri a Gioia del Colle. San Romolo da Fiesole, Vescovo e Martire. 6 luglio.
A Gioia del Colle il 06 Luglio le famiglie nobili cittadine celebravano in forma privata la festa del secondo onomastico di San Filippo Neri e precisamente la memoria liturgica di San Romolo da Fiesole, vescovo e martire.
San Filippo Neri aveva un secondo nome Romolo, che gli fu imposto dal padre Francesco per onorare lo zio Romolo di San Germano, l’attuale Cassino, ricco mercante senza figli. Pertanto in questo modo avrebbe assicurato la discendenza onomastica e forse biologica dello zio, che considerava Filippo un proprio figlio.
Le famiglie gioiesi ricordavano il secondo onomastico di San Filippo Neri con una Santa Messa solenne in Chiesa Madre di mattina ed una pomeridiana nella Chiesa di Sant’Angelo. Al termine degli offici liturgici i notabili assicuravano un pranzo a tutte le persone povere, in condizioni disagiate o malate, presso l’Oratorio cittadino.
Questa ricorrenza decadde agli inizi del Novecento. Si racconta che San Filippo Neri festeggiava il suo secondo onomastico, con una Santa Messa di ringraziamento, una panegirico meditato e momenti gioiosi e conviviali con i suoi poveri, con i fanciulli, con i confratelli e con gli amici oratoriani, celebrando nella gioia, nella pace e nella Carità il dono della santità, meta che tutti i cristiani dovevano ambire, ad eccezione della sua inutile persona.
In particolare San Romolo nacque a Roma nel 20 d.C. e fu allevato secondo la tradizione da una lupa, perché la madre non poteva allattarlo. Dopo una infanzia dedita alla conoscenza delle Sacre Scritture, divenne diacono e fu consacrato vescovo da San Pietro per evangelizzare l’Etruria.
realizzò conversioni di massa e moltissimi miracoli. La sua missione pastorale si concentrò sulla città di Fiesole, particolarmente ostile alla predicazione evangelica. Dopo aver salvato la città da una rovinosa frana e da una spaventosa alluvione del fiume Mignone, i Fiesolani si convertirono e si fecero battezzare dal Santo. Intanto San Romolo insieme ai suoi quattro compagni do evangelizzazione Carissimo, Marchiziano, Crescenzio e Dolcissimo, vennero perseguitati in quanto apertamente Cristiani. Denunciati ed arrestati, furono decapitati il 06 Luglio dell’anno 90 d. C.
San Filippo Neri raccontava che san Romolo custodiva un dipinto della Madonna realizzato da San Luca e consegnato da San Pietro per nasconderlo e proteggerlo. Infatti San Romolo lo collocò nell’ipogeo del Santuario dell’Impruneta, vicino Firenze. San Filippo Neri riportava anche un altro episodio della vita del Santo. Raccontava che un giorno San Romolo, avendo bisogno di acqua, ne chiese ad una donna di Fiesole, la quale rifiutò. Per punizione l’acqua che possedeva venne tramutata in sangue. La donna spaventata e pentita chiese subito di essere battezzata da san Romolo. San Filippo Neri ammirava tanto San Romolo, per il suo coraggio, per la sua fede e per la sua capacità soprannaturale di convertire e di realizzare veri miracoli, indicandolo nel suo Oratorio, quale esempio di generosità illimitata, in quanto aveva consacrato e donato liberamente la propria vita a Dio, sapendo morire coraggiosamente per Gesù. Il nome Romolo significa “Figlio di Roma” o “Figlio del fiume Tevere”. Nel suo secondo nome era anche scritto lo straordinario destino dell’Apostolo di Roma.
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6 Luglio 2020