La festa copatronale di San Rocco di Montpellier a Gioia del Colle.
Sulla Chiesa di San Rocco e sulla festa del Santo francese su questo sito è possibile consultare l’articolo “La Chiesa di San Rocco e la devozione del Santo a Gioia” Di seguito riporto la ricerca storica effettuata dal nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli. La festa copatronale di San Rocco di Montpellier a Gioia del Colle. […]
Sulla Chiesa di San Rocco e sulla festa del Santo francese su questo sito è possibile consultare l’articolo “La Chiesa di San Rocco e la devozione del Santo a Gioia”
Di seguito riporto la ricerca storica effettuata dal nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.
La festa copatronale di San Rocco di Montpellier a Gioia del Colle. 16 Agosto.
La devozione per San Rocco di Montpellier, molto diffusa a Gioia del Colle, è legata ufficialmente alle varie epidemie di peste verificatesi tra il XVI ed il XVII secolo. Secondo la tradizione tramandata dall’abate Losapio la devozione per San Rocco, a livello popolare era presente a Gioia del Colle già alla fine del Trecento.
Il culto per il Santo francese risale a quello preesistente per San Sebastiano Centurione e Martire, frecciato dai suoi soldati, omaggiato ed attestato con la presenza di un altare nell’antica Chiesa Madre e festeggiato il 20 Gennaio. Prima di San Sebastiano i gioiesi veneravano, quali protettori contro le piaghe e le malattie infettive, San Biagio Vescovo e Martire, scorticato vivo e festeggiato il 03 Febbraio e più anticamente San Bartolomeo Apostolo e Martire, scuoiato vivo e festeggiato il 24 Agosto, a cui era dedicato il primitivo ospedale e lazzaretto cittadino, ubicato tra l’attuale Chiesa di San Rocco ed il Cimitero comunale.
Prima del 1593, anno di fondazione della cappella rurale extra moenia, la festa popolare di San Rocco si svolgeva in Chiesa Madre dove era conservato un quadro del Santo, oggi introvabile, collocato dove era ubicato l’altare di San Sebastiano.
In seguito venne realizzato in Chiesa Madre un altare devozionale, poi trasformato in cappellone copatronale, dove era custodita una statua lignea del Santo, censita e catalogata dal vescovo di Bari Ascanio Gesualdo in occasione della Santa Visita effettuata il 18 e 19 Novembre del 1623.
La festa di San Rocco della Chiesa Madre prevedeva il mese dedicato al Santo, con la festa dell’apertura il 17 Luglio, con la processione della statua lignea grande che percorreva l’anello viario extra murario cittadino. Seguiva la novena ed il giorno della vigilia, in cui nel pomeriggio si svolgeva la processione, dalla Chiesa Madre, del busto ligneo del Santo, che veniva collocato su di un trono effimero in Piazza San Francesco di Assisi e restava per i tre giorni festivi.
In questi giorni si svolgeva la Fiera dell’Estate, con merci varie. Il giorno 16 Agosto era il giorno solenne della festa, con la salviata alle ore cinque e con la prima Messa che ricordava il transito del Santo. Alle ore dieci si celebrava la Messa solenne ed al termine, verso le ore undici, si svolgeva la processione di gala del Santo, con la statua grande lignea vestita, con le reliquie, il Capitolo, le autorità ed i fedeli, che dalla Chiesa Madre percorreva il borgo antico, l’anello viario extra murario, i territori conventuali, la sosta presso il lazzaretto e le vie campestri extra moenia della città.
Nel pomeriggio si assisteva al panegirico del Santo e la benedizione dei malati, che venivano presentati al Santo, dei cani, delle scarpe, dei bastoni, dell’olio, degli unguenti e dei materiali che permettevano la realizzazione dei medicamenti e dei farmaci.
Venivano vendute le angurie, i cappelli ed i ventagli. A sera in Piazza San Francesco di Assisi si realizzava il falò, dove venivano bruciati tutti gli oggetti negativi che potevano diffondere eventuali malattie. Si assisteva ad una seconda processione del Santo, con a statua grande lignea, con fiaccolata votiva e cavalcata, in cui si chiedevano grazie o si scioglievano i voti con pubblico ringraziamento, che percorreva l’anello extra murario, con la conclusiva benedizione del falò e con gli atti di scongiuro per allontanare le malattie.
Il giorno seguente in serata si svolgeva la processione del saluto del busto ligneo del Santo, da Piazza San Francesco d’Assisi alla Chiesa Madre. Otto giorni dopo si svolgeva la festa dell’Ottava, con la processione serale della statua grande lignea del Santo, che dalla Chiesa Madre percorreva le strade del borgo antico.
Dal 1530, anno in cui si assistette al leggendario miracolo della statua in pietra del Santo, la festa si estese al luogo in cui si fermò il carro dei buoi, dove i fedeli iniziarono la costruzione della primitiva edicola, poi trasformata in cappella ed infine in Chiesa rurale di San Rocco.
In occasione dei festeggiamenti la statua del Santo non rientrava in Chiesa Madre, ma restava presso la cappella per la venerazione dei fedeli e per lo svolgimento dei riti propiziatori. In serata con una grande fiaccolata votiva e la cavalcata, la statua di San Rocco, benediva il falò e rientrava in Chiesa Madre. Secondo la leggenda popolare, la costruzione della cappella rurale fu voluta dal popolo gioiese come testimonianza di una precisa volontà del Santo. Si narra, infatti, che nel 1530 una statua in pietra di San Rocco, opera di Stefano da Putignano, quella che attualmente si può ammirare restaurata nella relativa cappella, avesse costretto i buoi che la trasportavano a fermarsi in ginocchio, nonostante le innumerevoli sferzate dei carrettieri e che qualsiasi tentativo umano di spostare il simulacro sia sempre fallito nel corso degli anni, sia a causa di un crescente aumento di peso del blocco pietroso, sia per una serie di calamità naturali o eventi perniciosi verificatisi in coincidenza delle auspicate rimozioni.
La tradizione vuole che nel 1656, il popolo gioiese avesse invocato la protezione del Santo per debellare il morbo penetrato in città e che lo stesso, apparso sulla torre detta del Principe del Balzo, compresa nelle mura della casa posta all’angolo di Corso Cavour e Via Canova avesse, con la spada fiammeggiante in mano, allontanato l’epidemia.
I Gioiesi, per il miracolo ottenuto, eressero nuovamente la cappella omonima fuori le mura, di fronte alla torre sulla quale era apparso il Santo. La cappella di San Rocco fu riedificata, ampliata e consacrata in Chiesa Capitolare nel 1656, dopo la spaventosa pestilenza che colpì il Regno di Napoli. Infatti a Gioia del Colle si celebrò come Santo Protettore popolare e cittadino San Rocco di Montpellier, la cui festa ufficiale venne introdotta canonicamente per la prima volta nel 1656, anno della terribile pestilenza.
Durante il colera che infierì a Gioia del Colle nel 1837, San Rocco fu invocato dal popolo gioiese con memorabili festeggiamenti che culminarono il 16 Agosto, giorno in cui la statua del Santo, ricoperta di doni votivi in oro ed argento, preceduta dalla cavalcata aperta dal sindaco Ceppaglia, chiudeva la processione su di un carro trionfale seguito dai fedeli con i ceri accesi. La processione prima di fare il giro del Paese, sostava in Piazza San Francesco d’Assisi per la supplica ed in Largo Panessa per assistere ai fuochi pirotecnici.
Cessato il contagio, i Gioiesi decisero di istituire i festeggiamenti votivi ed istituzionali del Santo. Nel 1837 infatti le celebrazioni votive, con processioni penitenziali del Santo, furono protratte dal 07 al 14 Settembre in concomitanza dei festeggiamenti patronali di Santa Sofia e di quelli devozionali del Santissimo Crocifisso. La statua del Santo sostava nei lazzaretti colerosi cittadini e presso gli ospedaletti conventuali.
Nel 1858 con l’erezione canonica della Confraternita di San Rocco, officiante nell’omonima Chiesa, i festeggiamenti popolari del Santo vennero affidati alla Confraternita medesima che provvide alla realizzazione di una statua e di un busto ligneo del Santo, per distinguerli dal busto ligneo e dalla statua copatronale della Deputazione della Chiesa Matrice.
Pertanto si arrivò ad effettuare due feste esterne, quella popolare curata dalla Confraternita il 16 Agosto in ricordo del voto fatto in occasione della peste del 1656 e quella copatronale curata dalla Deputazione della Chiesa Madre l’08 Settembre in ricordo fatto in occasione del colera del 1837. Nel 1860 il Consiglio Comunale elevava San Rocco a compatrono di Gioia del Colle assieme a San Filippo Neri, con la stesura di un atto di copatronato.
Per l’occasione, per evitare che i Gioiesi si dividessero in partigiani di San Filippo Neri i “Sanfilippini” e di San Rocco i “Sanrocchini”, il Capitolo dispose che un mese prima della festa di San Rocco, precisamente il 17 luglio, la statua copatronale, fosse prelevata dalla Chiesa Madre, dove si trovava e portata nella Chiesa di San Rocco per le funzioni religiose, ed essere quindi riportata, sempre processionalmente nella Chiesa Madre, la sera del 16 Agosto, giorno della festa di San Rocco.
Nel 1886 in occasione di una nuova epidemia colerica e tifoide, con alcuni casi sospetti di vaiolo, venne organizzata una perigrinatio delle due statue confraternale e copatronale, con la consacrazione votiva al Santo.
Nel 1899 ci fu la parificazione canonica patronale di San Filippo Neri e di San Rocco di Montpellier. Nel 1911 in occasione della pandemia influenzale”Spagnola”, San Rocco venne invocato per debellare il flagello e venne stipulato un decreto di affidamento al Santo.
Prima di ogni processione ufficiale, veniva proclamato l’atto di copatronato e particolare era la consegna da parte del Clero del cappello di argento, che, prelevato dall’abitazione del sindaco, e primariamente conservato nel tesoro del Palazzo Comunale, insieme alle chiavi d’oro della città consegnate a San Filippo Neri, veniva applicato alla statua prima della processione di gala e riconsegnato all’autorità quando la statua rientrava la sera della festa in Chiesa Madre. Il cappello veniva considerato uno scudo che arrestava qualsiasi malattia.
Nella Chiesa di San Rocco si conservano due ostensori contenenti le reliquie ossee del Santo, la statua lignea copatronale, la statua lignea devoziomale, la statua lapidea miracolosa ed un mezzo busto lapideo decorativo, posto sulla facciata esterna della Chiesa del Santo.
Con la regolamentazione dei sacri riti religiosi e liturgici, le processioni votive e devozionali, straordinarie ed ordinarie sono state ridotte alla sola processone serale del 16 Agosto. La festa esterna è stata ridotta a soli due giorni celebrativi e risultano introvabili i busti lignei e le statue più antiche, con i relativi apparati effimeri.
San Filippo Neri ammirava San Rocco di Montpellier, indicandolo quale mirabile esempio di giovane ricco che aveva avuto tutto dalla vita e quel tutto era nulla, perché solo Dio era il suo tutto. Per San Filippo Neri San Rocco era un modello da seguire perché era un giovane che aveva messo in pratica, con fede e coerenza la realtà del Vangelo di Gesù, donando tutto se stesso per vivere pienamente nello spirito di San Francesco di Assisi, la Carità.
Nella stesura degli Annali Ecclesiastici e negli studi agiografici sulla Storia della Chiesa, San Filippo Neri insieme a Cesare Baronio, menzionarono il Santo francese, realizzando la biografia di San Rocco e componendo un panegirico da proporre durante gli offici liturgici propri del Santo celebrati nell’Oratorio romano.
Ulteriori tracce del culto di San Rocco a Gioia del Colle, sono presenti nella Chiesa conventuale di San Francesco di Assisi, in cui è presente un altare con una tela del Santo, in quanto era un Terziario francescano. Nella Chiesa Rettoria il Santo francese veniva celebrato con la Santa Messa propria ed il panegirico, a ricordo della sosta che la statua del Santo, realizzava in Piazza San Francesco d’Assisi per la pubblica benedizione, l’ostensione solenne della reliquia e la proclamazione dell’atto di copatronato cittadino.
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16 Agosto 2020