La Chiesetta della Candelora o di San Vito
Nella zona posta a nord di Gioia, antico Borgo Palmieri, oggi quartiere Sacro Cuore o " Giù alle Croci ", si può ammirare una chiesetta dedicata a San Vito Martire, opera del XVI secolo. Nei verbali della Visita Pastorale del 1623 dell'Arcivescovo Gesualdo, viene indicata con il nome di cappella di Santa Maria […]
Nella zona posta a nord di Gioia, antico Borgo Palmieri, oggi quartiere Sacro Cuore o " Giù alle Croci ", si può ammirare una chiesetta dedicata a San Vito Martire, opera del XVI secolo.
Nei verbali della Visita Pastorale del 1623 dell'Arcivescovo Gesualdo, viene indicata con il nome di cappella di Santa Maria della Candelora e si sottolinea che si celebra messa solo nel giorno della Candelora o della Purificazione.
Il culto per S. Vito è attestato sin dal 1572, ma verosimilomente è anteriore a tale data, visto che già in un documento del 1510 si parla di " ovilia S.ti Viti ".
La Chiesetta fu edificata al di fuori del centro abitato, a ridosso dei campi coltivati, poiché San Vito era venerato come colui che aveva il potere di proteggere dalla carestia, dalla fame e dal faticoso lavoro della mietitura, attività che si effettua proprio a giugno, periodo in cui cade la festività del Santo. Oggi tale luogo di culto non è più in una zona periferica, ma si trova in un popolato quartiere cittadino.
La facciata presenta un'architrave con un arco sormontato da un rosone tondo formato da otto spicchi. Sull'architrave è riportata la scritta A. D. 1895 e il versetto 4,31 del Vangelo di Marco: VENITE IN LOCUM DESERTUM ET REQUIESCITE PUSILLUM, venite in un luogo solitario e riposate un poco.
Lateralmente al portone d'ingresso sono presenti due lesene alla cui sommità sono poste due piccole guglie che nella forma richiamano il campanile delle vicina chiesa del S.Cuore. Il tetto è spiovente e presenta lungo i bordi una cornice ad archi degradanti. Nella parete posta a est si può scorgere un piccolo campanile che, unitamente alla presenza di una cupola che si presenta subito dopo aver varcato la porta d'ingresso, indurrebbe a pensare che in quella direzione ci
fosse l'ingresso originario della chiesa. L'interno della Chiesa, con volta a botte e ad una navata, è abbastanza piccolo. Particolare insolito per una Chiesa è che dopo aver varcato la porta d'ingresso si nota una piccola cupola a otto spicchi e quattro aperture, mentre il soffitto prosegue con una volta a botte fino all'abside. La chiesa oltre alle quattro aperture è illuminata da quattro lunette ricavate sulle pareti laterali.
A sinistra si nota un altare in marmo policromo sul quale vi è una statua di San Vito Martire, racchiusa in una teca, dono della Confraternita nel 1942. Ai lati del Santo due affreschi rappresentano S. Modesto e Santa Crescenza, santi che si venerano contemporaneamente nello stesso giorno e che sono associati nelle cronache, nelle documentazioni ageografiche e nei dipinti sacri, per essere stati probabilmente l'uno il pedagogo e l'altra la nutrice di S. Vito o una matrona romana vicina al santo e convertitasi al cristianesimo per merito suo.
Dagli agiografi apprendiamo che” la Chiesa celebra la loro festa il giorno del Martirio loro, che fu alli 15 di Giugno, circa gli anni del Signore 300, imperando Diocleziano “.
Sul lato destro è presente un altro altare in marmo policromo, sormontato da una teca contenente una reposizione di Gesù, ex voto di Orfino Francesco, sormontata da un'altra teca che racchiude una statua della Madonna Addolorata.
Segue sempre sulla destra un confessionale in legno, incassato nella parete.
La zona del presbiterio è occupata da un altare in marmo policromo sormontato da una nicchia che racchiude un complesso statuario che rappresenta la Presentazione di Gesù al Tempio e la Purificazione, scena che verosimilmente ha dato l'originario nome al luogo sacro ( Chiesa della Candelora ).
Vi sono raffigurati Simeone, che regge il Bambino Gesù in braccio, la Madonna, S. Giuseppe, la sacerdotessa Anna insieme ad un fedele e due bambini.
Intorno all'altare vi è un modesto coro ligneo.
Nella sacrestia si conserva una tela che raffigura la Purificazione di Maria. Ciò fa pensare che in questa Chiesa sia confluita la Confraternita della Purificazione di Maria, Confratenita di cui si parla nella Relazione dell'Arcivescovo D'Alessandro del 1755, istituita e fondata nella Chiesa di S. Maria di Costantinopoli o di S. Angelo. In età successiva, nell'anno 1878, nella Chiesa ha avuto sede la Confraternita di S. Vito, subito dopo la sua approvazione. La Confraternita si è estinta nel secolo scorso.
Ogni anno in occasione del 2 febbraio, Festa della presentazione di Gesù al Tempio o della Purificazione o della Candelora, la Chiesa è affollata da fedeli per la celebrazione di quella ricorrenza religiosa.
La chiesa è stata restaurata a devozione di Santoiemma C. e Colapinto A. il 31 gennaio 1993.
Dopo essere stata consacrata come Chiesa della Candelora, probabilmente il culto popolare e la devozione dei gioiesi per S. Vito ha portato nel secolo scorso a dedicare la Chiesa a questo Santo.
Alla festività del 15 giugno era legata anche la tradizionale cavalcata e processione in onore di S. Vito, manifestazione che vedeva la partecipazione di numerosi esponenti del settore rurale, legati al culto del Santo.
Con l'incremento demografico del paese nel 1959 l'Arcivescovo di Bari ha provveduto ad istituire una nuova parrocchia, che è stata intitolata a S. Vito e che è stata inaugurata il 25 maggio 1962.
La Chiesa è fiancheggiata da una grossa edicola con 5 nicchie, ognuna delle quali racchiude una Croce. Per la loro presenza la pietà popolare ha dato a questo luogo il nome che ancora oggi lo identifica: Giù alle Croci.
Quella centrale racchiude in una grande teca protetta dal vetro un Cristo Crocifisso che poggia su una parete affrescata che raffigura la Madonna e due cristiani. In un tondo posto sulla sommità dell'arco vi è a seguente iscrizione: A Gloria della SS. Croce. La pia devozione dei fedeli. A.D. 1909. Le quattro nicchie laterali contengono tutte una Croce spoglia. Il tutto è racchiuso in un'abside che è inscritta in un grande arco tondo ribassato. Una iscrizione, posta a destra del complesso, riporta la dicitura: Fu poi ricostruito e migliorato a cura dei Signori Carlo Losito, Carlo Lagravinese, Francesco Losito. A sinistra vi è la seguente iscrizione: Per devozione di Paola Gigante di D. A. D. 1831.
Una cancellata in ferro protegge l'edicola e il luogo sacro da eventuali atti vandalici.
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2 Febbraio 2009