La Chiesa di San Domenico
La Chiesa di San Domenico si trova in Corso Vittorio Emanuele e fa parte di un piccolo complesso annesso al Municipio. La tradizione vuole che sia sorta a devozione della famiglia Silva, estinta nel secolo XVI. Per un certo periodo fu dedicata a Santa Maria delle Grazie, ora si venera la Madonna del Rosario. Nell’ […]
La Chiesa di San Domenico si trova in Corso Vittorio Emanuele e fa parte di un piccolo complesso annesso al Municipio. La tradizione vuole che sia sorta a devozione della famiglia Silva, estinta nel secolo XVI.
Per un certo periodo fu dedicata a Santa Maria delle Grazie, ora si venera la Madonna del Rosario.
Nell’ Apprezzo della Terra di Gioja del 1611, stilato dal tavolario Federico Pinto, si legge: ” Vi sono ancora in detta Terra (di Gioia ) due altre chiese, una nominata Santa Maria delle Grazie, servita da Monaci Domenicani, et ivi dimorano tre frati, più o meno secondo la volontà de Superiori, celebrandosi dalli detti continuamente e giornalmente la sacra messa, con molta frequenza dello Popolo, e devozione di particolari benefattori. Vivono detti Frati parte con elemosine, e parte con poche intrate che tengono. Vi è l’altare maggiore con la Cona della Madonna et altre Cappelle, delle quali ne sono Padronate “.
L’architetto e tavolario Honofrio Tangho, nell’Apprezzo di Gioia del 1640 dice: ” Vi è la chiesa ad una nave coverta con lamia. In testa vi è l’altare maggiore, dove risiede il santissimo, tiene l’apparati necessari, vi è la sacristia, et altre comodità “.
Edificata con il Convento dai Frati Domenicani tra il XVI e il XVII secolo, fu donata da Murat al Comune nel 1813, a seguito della soppressione del Convento, avvenuta nel 1809. Nella Chiesa ha sede la Confraternita della Madonna SS. del Rosario, approvata con Regio Decreto del 1838 del re Ferdinando II.
E’ una chiesa molto modesta esteriormente, posta in attacco al Convento, quasi soffocata da altre costruzioni. La porta d’ingresso, che occupa metà della larghezza della chiesa, è sormontata da un frontone con architrave che sovrasta gli stipiti costituiti da blocchi di pietra. Nella parte superiore della facciata si trova un’apertura ovale chiusa da una vetrata raffigurante la Madonna del Rosario, mentre più in alto è visibile una piccola statua della Madonna coronata di stelle, su un piedistallo in pietra ornato con tre teste di angioletti, unici elementi decorativi presenti sulla parete esterna. Affiancato al lato destro della facciata si trova un piccolo campanile con due ordini di archi sovrapposti, uno dei quali è murato. Sulla cupola poligonale è posizionata una sfera con la Croce.
L’interno presenta uno sviluppo ad una navata con volte a botte e pennacchi laterali. Vi sono tre archi susseguenti, separati da due lesene; il terzo arco, rientrante rispetto agli altri, presenta anche un arco sottostante più basso che costituisce il transetto e l’inizio del presbiterio. Segue un piccolo tratto di volta a botte, che termina nella semicupola che sovrasta l’altare maggiore.
Entrando in chiesa, dal lato sinistro si può ammirare un altare su cui vi è una teca contenente un Cristo deposto nel sepolcro, opera eseguita in cartapesta. Poco più in alto una nicchia racchiude una statua della Madonna Addolorata ed ancora più in alto si può ammirare un affresco raffigurante Santa Rita. Segue un secondo altare, datato 1896, sul quale vi è un dipinto ovale raffigurante la Madonna di Pompei; nella lunetta superiore vi sono tre affreschi: quello centrale raffigura la Crocifissione, quelli laterali la Natività e la Resurrezione.
Nella parte sinistra del transetto si può ammirare una tela del XVII secolo che raffigura la Madonna del Rosario tra San Domenico e Santa Caterina, circoscritta da 15 scene riguardanti i Misteri del Rosario e una che riproduce la liberazione delle anime dal Purgatorio. Sono presenti anche una statua di Sant’Antonio ed un’altra dell’Immacolata, in cartapesta.
Nella zona del presbiterio, in alto a sinistra vi è un affresco del Sacro Cuore di Gesù, tra due angeli.
Nella parte destra, in alto una finestra dà luce al presbiterio, mentre nella parte bassa si può ammirare un dipinto raffigurante Santa Rita. Elemento di raccordo del transetto è la semicupola, che è interrotta da un’apertura ovale, chiusa da una vetrata su cui è riprodotto San Domenico benedicente; su di essa vi è l’iscrizione Regina SS. Rosarii ora pro nobis.
L’altare maggiore, in marmo policromo è separato dalla parete di fondo del presbiterio da due strette scale in pietra che portano ad una nicchia nella quale trova alloggiamento una statua lignea della Madonna del Rosario. La nicchia è racchiusa in un tempietto appena accennato, composto da un frontone e un‘architrave sorretti da due colonne abbinate. Ai due lati dell’altare vi sono due dipinti, opere eseguite dal pittore Mimmo Alfarone nel 1997, raffiguranti San Domenico e Santa Caterina da Siena.
Nei pennacchi della cupola ad opera della pittrice Vasco Rosalba nel 1995 sono stati affrescati i 4 evangelisti.
Nella seconda arcata di destra sull’altare vi è un dipinto della Scuola del Caravaggio raffigurante tre santi domenicani: S. Pietro da Verona, San Tommaso d’Aquino e San Vincenzo Ferrer, in adorazione del SS. Sacramento.
Tra la prima e la seconda arcata di destra vi è un piccolo confessionale ligneo sormontato da un ambone ligneo con copertura, sul cui fondo vi è un dipinto raffigurante S. Alberto Magno di Colonia, vescovo di Ratisbona, maestro di San Tommaso.
Nel primo arco a destra, sull’altare vi è una nicchia contenente una statua in pietra di Gioia del XVI secolo, dipinta, raffigurante San Francesco di Paola.
Lungo i lati della navata, in corrispondenza degli attacchi degli archi ci sono dodici medaglioni, raffiguranti gli apostoli, opera eseguita dal pittore Mimmo Alfarone nel 1997.
Come per le altre chiese di Gioia annesse ai Conventi, anche per questa ci doveva essere un sotterraneo, al quale si accedeva dal centro della navata, utilizzato come cimitero per i frati, il cui ingresso è stato sicuramente chiuso a seguito del rifacimento della pavimentazione. Oggi su tale pavimentazione è visibile una vistosa scritta in marmo: AVE MARIA.
Sulla bussola all’ingresso vi è un piccolo organo e una postazione per il coro, al di sopra dei quali vi è una apertura ovale con una vetrata che riporta l’immagine della Madonna del Rosario.
Nella sagrestia si conservano alcune tele del secolo XVII raffiguranti Santa Rosa, Santa Teresa e San Pio V, Papa, una piccola statua di San Domenico ed un’altra dell’Immacolata.
La vecchia sagrestia si trovava sul lato sinistro della chiesa e si estendeva per quasi tutta la lunghezza della navata; a seguito degli ultimi lavori di ristrutturazione del Convento il Comune ha ceduto dei locali confinanti con la chiesa dal lato destro per utilizzare la vecchia sacrestia, che oggi costituisce il lato nord del chiostro del Convento che è stato riaperto.
La Chiesa ha subito un restauro nel 1954 da parte della famiglia Dentico e successivamente negli anni Novanta si è avuto un altro restauro, soprattutto per quanto riguarda le decorazioni e i dipinti in essa presenti.
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8 Agosto 2008