La biblioteca comunale ” Don Vincenzo Angelillo “
In passato, quando Gioia e il resto del Sud erano governati dai Borboni, i sovrani non trascurarono l'istituzione di nuove biblioteche e soprattutto lo sviluppo della Biblioteca della Regia Università di Napoli. Essi sollecitarono altresì la realizzazione di significativi lavori catalografici e inventariali nella Reale Biblioteca. Tale biblioteca fu donata alla città di Napoli da Carlo di Borbone […]
In passato, quando Gioia e il resto del Sud erano governati dai Borboni, i sovrani non trascurarono
l'istituzione di nuove biblioteche e soprattutto lo sviluppo della Biblioteca della Regia Università di Napoli.Essi sollecitarono altresì la realizzazione di significativi lavori catalografici e inventariali nella Reale Biblioteca. Tale biblioteca fu donata alla città di Napoli da Carlo di Borbone allorquando nel 1734 si insediò sul trono di Napoli.
Nel gennaio 1736 il re dispose il trasferimento da Parma a Napoli della prestigiosa biblioteca di Casa Farnese, ereditata per successione materna.
I Borboni emanarono anche disposizioni che prevedevano l’obbligo dell’istituzione di biblioteche pubbliche nei vari Comuni del Regno e predisposero notevoli investimenti per la costituzione di biblioteche specializzate e di biblioteche comunali nelle diverse province del Regno.
Le disposizioni regie stabilivano anche norme per la scelta di locali idonei e l’apertura al pubblico della biblioteca per un minimo di due ore giornaliere.
Solo dopo il 1848 l'intensificarsi della censura e della repressione scatenata dalla terza restaurazione pone fine a quella fase di positivo sviluppo delle istituzioni bibliotecarie.
Non conosciamo le motivazioni per le quali il Comune di Gioia non applica prontamente le disposizioni regie in materia di biblioteche.
Sappiamo per certo che l’abate Francesco Paolo Losapio, con testamento del 30 ottobre 1841 istituiva suo Legatario universale S.E. il Presidente della Pubblica Istruzione, residente in Napoli, e l’ intera Commissione della stessa coll’obbligo ed incarico … a far valere e sussistere il seguente pubblico stabilimento di una Biblioteca scelta, ad uso dei miei concittadini, e medio della stessa lo formerà la mia piccola Biblioteca attuale… e dalle rendite annuali dei miei fondi… primo erigersi e edificarsi il locale e l’edificio della Biblioteca… e la scelta del Bibliotecario… per la prima volta mi riserbo la nomina; è quello che viene chiamato il Legato Losapio.
Il 21 ottobre 1869 il Consiglio comunale decide di formare un primo nucleo della biblioteca comunale con i libri lasciati dai Francescani Riformati.
In passato le famiglie nobili o di professionisti disponevano di biblioteche private, che in massima parte contenevano libri di argomenti relativi ai rispettivi ambiti professionali.
Alcune di queste biblioteche sono state donate al Comune di Gioia, altre sono entrate a far parte del patrimonio librario della Biblioteca Nazionale Sagarriga Visconti di Bari.
Pare che l’avvocato gioiese Daniele Petrera possedesse una ricca biblioteca che comprendeva anche testi di un altro concittadino, l’avvocato Paolo Losito; questi volumi furono donati alla Biblioteca di Bari.
Anche il canonico Vito Leonardo Bianco disponeva di una cospicua biblioteca, i cui testi per la gran parte trattavano di diritto.
La biblioteca della famiglia Soria era composta prevalentemente di opere di diritto, ma anche di volumi di carattere generale; gran parte di questi testi furono trasferiti presso la residenza che i Soria avevano in Napoli, mentre alcuni volumi nel 1965 confluirono nella Biblioteca di Gioia.
La famiglia Monte disponeva di una biblioteca che il professor Adolfo Celiberti donò alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari.
Nel mese di ottobre del 1886, su proposta dell'Ispettore Scolastico circondariale, alcuni insegnanti elementari di Gioia istituiscono a loro spese una Biblioteca Pedagogica Circolante. Il Consiglio comunale, dietro esplicita richiesta degli insegnanti, delibera un contributo annuo di lire 100 per la durata di tre anni, a favore di tale istituzione, impegnandosi ad incrementare tale contributo se la stessa avesse dato buoni frutti.
Di una biblioteca si torna a parlare a Gioia il primo settembre 1939, allorquando il Podestà delibera l’acquisto di uno scaffale metallico per l'istituenda biblioteca comunale.
Il 28 ottobre 1941 il Podestà, avv. Vincenzo Castellaneta, delibera di conferire l’incarico per l' organizzazione, la sistemazione, il funzionamento, l'incremento e la direzione della istituenda biblioteca comunale al prof. Vincenzo Angelillo; l’incarico prevede che custodisca, incrementi e diriga la istituenda biblioteca comunale con un assegno mensile di £. 900. Il Podestà ricorda che tale nobile istituzione ha trovato sede decorosa presso l’Edificio Scolastico.
Il professor Angelillo in quello stesso anno ottiene dal Comune l’incarico di riordinare la biblioteca del Liceo classico.
Il 2 gennaio 1942 il Podestà liquida la spesa di scaffali in ferro, acquistati per la civica biblioteca.
Il 13 febbraio 1942 il prof. Angelillo viene riconfermato nell’incarico per l’organizzazione, la sistemazione, il funzionamento, l’incremento e la direzione della istituenda biblioteca comunale. Il relativo compenso viene liquidato a maggio del 1942.
Il 22 novembre del 1943 il Podestà, comm. Bruno Berardino, revoca al prof. Angelillo l’incarico di direttore della biblioteca comunale, essendo stato richiamato costui alle armi, come ufficiale del Regio Esercito. Egli ricorda che la biblioteca non aveva avuto alcun incremento, tranne l’apporto di un buon numero di libri da parte del signor Candido Iacobellis- Minei, con £.2000 di spesa per le casse comunali.
In seguito allo scoppio della guerra i libri della biblioteca vengono trasportati in uno dei locali del Dopolavoro, dove rimangono chiusi, per cui la biblioteca non funziona.
La spesa della biblioteca viene cancellata nel bilancio comunale del 1943 e si prevede che non possa essere inserita neppure in quello del 1944.
Il 26 gennaio 1956 la Giunta comunale delibera il pagamento del fitto dei locali della biblioteca comunale, che ha sede in via Roma nelle sede del Comitato Maternità ed Infanzia, locale di proprietà dell’avvocato Michele Castellaneta.
Il 23-10-1957 il Commissario Prefettizio, dott. Emanuele Loperfido, delibera sulla istituzione della Biblioteca comunale e provvede alla nomina provvisoria a bibliotecario del sig. Vito Umberto Celiberti, in possesso di licenza liceale.
Lo stesso Commissario Prefettizio il 21 febbraio 1959 delibera la nomina del bibliotecario comunale provvisorio, poiché è stata istituita la biblioteca con annesso museo, nella persona di Celiberti Vito Umberto, in possesso di diploma di bibliotecario e maturità classica.
La biblioteca è inaugurata e aperta al pubblico il 2 giugno 1959.
Il bibliotecario Vito Umberto Celiberti sarà annualmente riconfermato e poi stabilizzato fino alla sua quiescenza.
Il 30-3-1962 la Giunta comunale provvede all’acquisto di uno schedario per la biblioteca.
Il 13 febbraio 1963 con delibera consiliare n,139 alla Civica Biblioteca viene data la denominazione di Biblioteca Comunale don Vincenzo Angelillo, rettore della Chiesa di San Francesco e dell’ex Convitto Manzoni, nonché primo bibliotecario.
Dopo essere stata ospitata per diversi anni al secondo piano di Palazzo San Francesco, l’ex Convento dei Francescani Conventuali in Piazza plebiscito, insieme al Museo civico, e successivamente al primo piano del Castello Normanno Svevo, la Biblioteca ha trovato la sua definitiva allocazione nel palazzo Serino, immobile donato al Comune di Gioia da donna Anna Losavio in Serino, sito in Corso Vittorio Emanuele II.
L’inaugurazione dell’attuale sede è avvenuta il 3 maggio 2003.
Con il pensionamento del signor Celiberti il Comune di Gioia alla fine del secolo scorso ha provveduto ad effettuare un concorso per la nomina di un dirigente della biblioteca.
Di seguito riportiamo le donazioni più recenti.
Il mese di luglio del 1959 don Vincenzo Angelillo, ormai infermo, dona al Comune l’intera sua biblioteca umanistica, costituita da ben 1644 volumi, nonché alcuni busti e bassorilievi dello scultore Giuseppe Masi.
Il 3-11-1961 la Giunta delibera l’accettazione della donazione dei libri n.141 del dottor Vito Resta e n.127 di don Rocco Passiatore un altro centinaio di volumi donati dagli eredi del parroco don Rocco Passiatore, circa 3000 volumi del professor Armando Celiberti.
Il 13-7-1962 la Giunta delibera l’accettazione della donazione dei libri del sacerdote don Vincenzo Angelillo, consistente in 1664 volumi.
Nel 1965 circa 350 volumi sono stati donati alla biblioteca dalla famiglia Soria.
In questi ultimi anni la biblioteca si è arricchita di testi sia per gli acquisti effettuati, sia per le numerose donazioni di privati, di cittadini gioiesi che hanno ampliato il parco librario della Biblioteca; tra questi quelle del pittore Enrico Castellaneta, del prof. Vito Antonio Lozito, del prof. Vito Paradiso, del professore Fortunato Matarrese, del dott. Erasmo Pastore, dell'avv. Gennaro Losito.
Attualmente il patrimonio librario, che è costituito e di circa 31.000 volumi, comprende 630 testi antichi, quelli stampati fino al 1830, ( 3 Cinquecentine, 8 Seicentine, 245 Settecentine e 374 Ottocentine ).
L’entrata del palazzo della biblioteca, che è destinata a pinacoteca, come luogo in cui ospitare mostre di pittori e di scultori, è intitolata al pittore gioiese Giuseppe Labrocca.
Dopo aver salito due rampe di scale ( alle quali a breve sarà affiancato un ascensore per permettere l’accesso ai diversamente abili ) si entra nella zona del front office. Da questa si accede sia ad ambienti destinati agli uffici che ai locali contenenti le scaffalature con i diversi testi, sia alla sala di consultazione, intitolata al professor Antonio Donvito, sia alla sala contenente i diversi cataloghi sia alla sala multimediale. Quest’ultima, intitolata al professore gioiese Michele Villanova è corredata di alcuni Internet point, di una videoteca un maxi schermo e di un videoregistratore per visionare videocassette e DVD.
La sala di consultazione, intitolata al professor Giuseppe Donatone, riservata a studiosi e studenti permette l’accesso ad un’altra saletta di lettura e ad un’altra sala ufficio ( che porta ai locali dell’Archivio Storico ), entrambe dotate di Internet point e alla stanza utilizzata dalla dirigente della biblioteca.
La biblioteca potrebbe disporre di locali siti al secondo piano della struttura, che sarebbero agibili se l’Amministrazione comunale provvedesse agli opportuni interventi di restauro e all’installazione di un ascensore.
La biblioteca, in attesa che l'Amministrazione comunale reperisca locali idonei ad ospitare una pinacoteca comunale, accoglie numerosi quadri, in gran parte di autori gioiesi, che formano il primo nucleo dell'auspicata struttura.
La biblioteca non esaurisce la sua funzione nell’acquisto, consultazione e prestito di libri e di riviste, ma, grazie alla solerzia della dirigente e dei suoi validi collaboratori, in questi ultimi anni è diventata un centro promotore di attività culturali come conferenze, mostre, progetti di lettura con le scuole del territorio, laboratori di lettura.
Tra queste attività è da ricordare " Fabulando un libro ", progetto promosso da" Nati per leggere ", iniziativa nazionale che ha come scopo principale quello di coinvolgere nella lettura ad alta voce genitori e bambini.
La biblioteca fa parte del Polo informatico SBN ( Sistema Bibliografico Nazionale ) " Terra di Bari ", che mira ad inserire la biblioteca comunale in rete con le altre della Provincia. Tramite una rete intranet è possibile conoscere presso quali biblioteche della Provincia di Bari si trovano i testi di ricerca, le bibliografie di cui studenti e studiosi hanno bisogno. Le biblioteche aderenti sono inserite nel Catalogo Opac del Polo accessibile on line con il riversamento periodico del catalogo Unimarc.
Nella biblioteca è presente una emeroteca, intitolata al tipografo gioiese Francesco Giura, che, oltre ad alcune annate di quotidiani, conserva un fondo di testate antiche, frutto sia di acquisti che di donazioni di privati, materiale che è possibile consultare.
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1 Comment To "La biblioteca comunale ” Don Vincenzo Angelillo “"
#1 Comment By Mariantonietta On martedì, 16 novembre 2010 @ 16:11
Egregio Prof. Giannini,
come sempre leggo con molto piacere i suoi interventi che riguardano la storia di Gioia del Colle e La ringrazio per queste notizie che il 90% dei gioiesi, me compresa, non sanno. Giorni addietro sono entrata per la prima volta in quello che è Palazzo Tarsia e sono rimasta affascinata dalla struttura di questo palazzo che, secondo me, doveva essere in passato proprietà di qualche famiglia nobile o abbastanza benestante. Mi piacerebbe saperne di più. Lei ha notizie in merito?
La ringrazio e mi auguro di leggere ancora altre notizie sul nostro paese.
Mariantonietta
15 Novembre 2010