Il vocabolario del dialetto di Gioia del Colle
Sta per essere pubblicata la seconda edizione del ' Vocabolario del dialetto di Gioia del Colle ', da parte del signor Lorenzo Santoiemma, ' il giovane cantore pugliese della sua Gioia del Colle ', come lo definisce Ettore De Nobili, poeta vernacolare barese, nella prefazione al testo. Questo ultimo lavoro riassume quanto l'autore aveva precedentemente raccolto […]
Sta per essere pubblicata la seconda edizione del ' Vocabolario del dialetto di Gioia del Colle ', da parte del signor Lorenzo Santoiemma, ' il giovane cantore pugliese della sua Gioia del Colle ', come lo definisce Ettore De Nobili, poeta vernacolare barese, nella prefazione al testo.
Questo ultimo lavoro riassume quanto l'autore aveva precedentemente raccolto nei quattro volumetti ' Il piacere di ricordare Gioia ' e si inserisce nel filone tracciato dal prof. Giuseppe Donatone, che ha scritto una grammaticale dialettale gioiese ( Saggio etimologico sul dialetto gioiese ), dal prof. Vito Celiberti che ha raccolto canti popolari e proverbi dialettali gioiesi ( Canti popolari di Gioia del Colle ), da quest'ultimo studioso insieme alla maestra Seldina Matarrese ( Il cuore antico di Goia del Colle in proverbi e detti vari ) e per ultimo, ma non di minore importanza dall'amico prof. Pinuccio Romano ( I paròle de tatàranne ).
Lo stesso De Nobili così riassume l'amore di Santoiemma per la sua terra e il suo dialetto: Emigrato da molti anni per motivi di lavoro nella grande metropoli lombarda, Milano, è sempre stata struggente per Lorenzo la nostalgia per il suo paese natìo, dove aveva trascorso gli indimenticabili anni della sua giovinezza. Nonostante il benessere raggiunto e i figli di stampo milanese, a lui mancavano il sole e il mare di Puglia, le voci, i suoni, gli odori, i sapori… e il dialetto del suo paese.
Per non essere coinvolto e travolto dalle espressioni verbali, i toni e le cadenze proprie delle voci milanesi e lombarde e per non dimenticare il dialetto delle sue origini, cominciò a trascrivere su fogli sparsi, che poi raccoglieva in buste, le parole e le espressioni tipiche del suo paese e poi anche avvenimenti, notizie storiche, mestieri, personaggi, ambienti, strumenti di lavoro ed altro con il preciso scopo di mantenere vivo il ricordo della sua Gioia. Si accorgeva però che doveva migliorare la parte ortografica e morfologica delle parole e delle espressioni dialettali in modo chiaro e comprensibile per tutti coloro che desiderano leggere, capire e parlare i comuni dialetti, molto simili fra loro, del territorio barese.
Un'altro studioso dei dialetti nostrani di lui dice: Si può sicuramente affermare che il nuovo libro di Santoiemma è un successivo contributo alla conoscenza del patrimonio linguistico-folclorico, di sicuro non farà che sensibilizzare giovani studiosi locali in nuove ricerche e approfondimenti ( Gigi De Santis, del Centro Studi Don Dialetto – Bari e docente di dialetto barese presso l’Università della Terza Età “Puglieuropa” di Bari ).
Rispetto alla precedente edizione, come lo stesso autore ricorda, l'opera è arricchita di ulteriori ricerche effettuate negli ultimi anni. Nei precedenti quattro volumetti intitolati “Il piacere di ricordare Gioia” ho pubblicato a “tranches” tutte le parole dialettali che, a partire dal 1953, anno della mia emigrazione al Nord, a mano a mano mi venivano in mente o che mi venivano suggerite da parenti ed amici. Ho scelto questo titolo per le mie pubblicazioni perché in esso ci poteva stare tutto: fonemi dialettali, notizie di fatti accaduti, ricordi di vita vissuta, ricordi di gioventù, di amici, di insegnanti, e di quant’altro l’amore per il paese natio con le sue tradizioni storiche e culturali mi avrebbe suggerito. Avendo dato fondo alla mia ricerca mentale, ho pensato e deciso di riordinare in un “unicum” i vocaboli dialettali fissati nelle suddette quattro pubblicazioni, senza per questo, volerne sminuire la loro validità. Ad esse, infatti, rimando per le poesie dialettali, notizie locali di un certo passato, cenni su usi e costumi, foto e notiziole inserite all’interno della parte vocabolario. Procedendo nel lungo ed improbo lavoro di fusione, ho eliminato ulteriori errori di trascrizione ed intepretazione e diversi doppioni; qualcuno inserito per mera svista, altri volutamente ripresi, come nel caso dei verbi indicati soltanto all’infinito, per corredarli delle relative coniugazioni. Ho inserito degli altri vocaboli, sopravvenuti alla mente in corso d’opera, raggiungendo in definitiva un totale di oltre 6.300 fonemi dialettali corredati, tanti di frasi idiomatiche o precisazioni e svariati verbi delle relative coniugazioni. In coda, un bel numero di detti e modi di dire nonché sei appendici relative a ricorrenti cognomi di Gioia, alcuni nomi, soprannomi, mestieri, punti di riferimento più significativi di Gioia e denominazione di alcune contrade agricole (quelle di cui ho memoria). Ho inteso fare ciò, avendo constatato, anno dopo anno, nelle mie puntuali rimpatriate, che il nostro dialetto viene usato sempre meno; si va perdendo. Sta restando, ormai, retaggio soltanto delle persone anziane.
Questa pubblicazione, in omaggio alle mie origini e frutto dei miei ricordi di gioventù, stilata senza pretesa alcuna, sicuramente suscettibile di ampliamento e correzioni, è come un fermo immagine di quei fonemi di un tempo che, ormai, un po’ desueti, vengono pian pianino dimenticati. E perché non vada relegato definitivamente in soffitta mi sono imbarcato in questa fatica, nella speranza di fare cosa gradita e auspicando, nel contempo, un benevolo giudizio da parte dei miei concittadini residenti e di quanti avranno la bontà di dedicarmi un po’ del loro tempo. ( Dalla prefazione riportata nel testo ).
Il libro si apre con il Menù da preparare al mattino, ogni mattina:
Prendere due dita di pazienza,
una tazza di bontà,
quattro cucchiai di buona volontà,
un pizzico di speranza e una dose di buona fede;
aggiungere:
due manciate di tolleranza,
un poco di prudenza e abbondante simpatia,
una manciata di quell’erba rara che si chiama umiltà,
uno o più spruzzi secondo quantità di buon umore.
Condite il tutto con molto buon senso,
e dopo avere mescolato ben bene lasciate cuocere a fuoco lento,
molto lento, possibilmente fino a sera,
quando potrete registrare di avere trascorso una buona giornata.
Lo Chef del ristorante “Paradiso”
Una sintesi di nozioni ortografiche e grammaticali relative al dialetto gioiese precede l'elenco dei fonemi indicati in ordine alfabetico. Di seguito: tipicità, le idiomatiche nate intorno a determinati vocaboli, frasi idiomatiche un po' curiose, detti e modi di dire.
Come lo stesso autore ci ha ricordato, è presente anche un'appendice che contiene i cognomi più ricorrenti, cognomi di personaggi noti e cognomi di famiglie importanti che non hanno retto al tempo, i soprannomi- praenomen -, alcuni nomi, i mestieri, punti di riferimento più significativi di Gioia, attività, commerciali e non, di un tempo, denominazione di alcune contrade agricole.
La pubblicazione è stata corredata da fotografie di alcuni scorci caratteristici di Gioia.
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3 Luglio 2017