Il “Parietone del Diavolo”
Per delimitare i confini di un appezzamento più o meno esteso di terreno i proprietari pugliesi, avendo a disposizione una gran quantità di pietre di cui il nostro territorio è ricco, ottenuti anche dallo spietramento di terre rocciose e calcaree per destinarle a diverse coltivazioni, provvedevano alla costruzione di parieti. Tali opere murarie oltre ad […]
Per delimitare i confini di un appezzamento più o meno esteso di terreno i proprietari pugliesi, avendo a disposizione una gran quantità di pietre di cui il nostro territorio è ricco, ottenuti anche dallo spietramento di terre rocciose e calcaree per destinarle a diverse coltivazioni, provvedevano alla costruzione di parieti.
Tali opere murarie oltre ad avere una funzione di recinzione delle diverse proprietà, di difesa dagli attacchi di animali selvatici, servivano anche a delimitare le zone dedicate al pascolo degli animali da quelle votate alle coltivazioni di prodotti cerealicoli e ortofrutticoli.
Non sono rari i casi della costruzione di parieti o muretti a secco di grandi dimensioni, sia in altezza che in larghezza, denominati parietoni. Essi sono presenti sia in zone destinate alla realizzazione di ovili all’aperto, detti jazzi, che venivano utilizzati come luogo di raccolta all’aperto per le greggi del proprietario terriero sia per quelli che necessitavano di sosta o di pernottamento delle greggi nei periodi di transumanza.Per questo motivo i parietoni sulla parte superiore presentano delle lastre piatte sporgenti, simili alle chiancarelle utilizzate per la copertura dei trulli, che avevano la funzione di protezione antilupo e cioè di impedire agli animali selvatici di scavalcare la recinzione muraria e fare strage degli animali presenti all’interno del recinto.
Nel territorio di Gioia è nota la presenza del “Parietone del Diavolo”, una costruzione di circa 14 chilometri, sita a nord-est del territorio comunale e che si prolunga in quello del Comune di Noci.
Tale manufatto sembra collegare idealmente la masseria Belvedere, Villa Scozia e Caniglia, ubicate nel Comune di Gioia con l’Abazzia benedettina della Madonna della Scala, un tempo appartenente al Comune di Gioia ed attualmente facente parte del Comune di Noci.
La presenza di queste masserie con i loro jazzi confermerebbe l’ipotesi che esse, difese dal Parietone del Diavolo, in passato erano usate dai pastori come tappa di sosta nei periodi della transumanza.
All’altezza dell’incrocio tra il Parietone e il Carraro di Vado Mesto, sui lati opposti di un cippo lapideo sono incise le lettere N ed I, iniziali di Noci e Ioha, antico toponimo di Gioia, a indicare i confini tra i due Comuni.
Sulla sua denominazione più di una leggenda vuole che, per una scommessa, sia stato costruito in una sola notte da un diavolo. Tra queste ne cito due, tra le più diffuse oralmente.
La prima leggenda vuole che sia stato il capo dei diavoli, Lucifero, a costruire questo grande muro a secco, alto circa due metri, largo dodici, che si estende per circa 14 chilometri, opera di inspiegabile realizzazione da parte di un essere umano, per la sua maestosa grandezza e lunghezza.
Il Diavolo per molto tempo reclamava per sé la metà del mondo. Un giorno Dio, per porre fine a questa ossessiva richiesta, gli propose una gara: una corsa da Noci a Gioia guidando, a sua scelta, un gregge di pecore o uno di capre. Il Diavolo accettò la sfida, ma chiese di decidere personalmente quale gregge scegliere. Dio acconsentì e il Diavolo, astuto qual era, scelse le capre per il fatto che erano animali agili a muoversi anche sui terreni più impervi e più veloci delle pecore. Queste, però, appena uscite dall’ovile, si sparpagliarono in tutte le direzioni, mentre le pecore, lentamente e ordinatamente, puntarono al traguardo, raggiungendolo prima delle capre. Il Diavolo, avendo perso la scommessa, chiese una seconda possibilità e Dio gliela concesse. Metà del mondo, come aveva richiesto, sarebbe stato suo se in una notte avesse diviso la terra in due parti con un pariete. Il Diavolo lavorò infaticabilmente per tutta la notte senza, però, riuscire a terminare l’opera. All’alba, sconsolato, ritornò nell’Inferno lasciando incompleto il Parietone.
Una seconda leggenda che si tramanda a Noci ci ricorda che un giorno Dio, rivolgendosi agli angeli ribelli disse: In una parte del mondo, chiamata ‘Terra delle Noci’, ho creato una fessura che porta sotto terra. Lì dovrete costruire l’Inferno. Per costruirlo ognuno di voi porterà in volo quante più pietre possibili, scegliendo quelle più grandi e pesanti. Io stesso, insieme alle mie guardie, vi condurrò in quel luogo perché l’ingresso dell’Inferno si trova in un territorio desolato e ai confini del mondo. Tutti gli angeli ribelli iniziarono a portare grandi massi per costruire la loro nuova dimora nelle viscere della Terra. Quando, però, arrivarono vicini alla fessura, a causa della stanchezza, in molti abbandonarono gli enormi massi, formando, in tal modo, una distesa di pietre lunga e disordinata.
Probabilmente la presenza di un ammasso caotico di pietre, di diverse forme e dimensioni, in alcuni punti del Parietone, a causa forse del poco tempo disponibile per la sua edificazione, intervallato da un muro a secco ben costruito, ha dato origine a questa leggenda.
Si tratta, naturalmente, di leggende per dare una spiegazione alla costruzione di questo grosso e straordinario pariete.
Gianfrancesco Cassano, storico di Noci sostiene che il Parietone del Diavolo è la testimonianza del Gran Parietone fatto costruire Carlo V di Asburgo re di Spagna, d’Ungheria e di Napoli nella prima metà del ‘500, per segnare il confine tra i territori di Mottola e di Metaponto. In realtà il Parietone segna i confini tra i Comuni di Gioia, di Noci e di Mottola e cioè tra le Provincie di Bari e Taranto.
A circa tre chilometri a sud del Parietone del Diavolo, e in senso parallelo a questo, si può osservare un altro parietone lungo sei chilometri circa. Altri parietoni simili li ritroviamo in agro di Martina Franca e nel brindisino e nel Salento, questi ultimi probabilmente edificati dai bizantini per dividere i loro domini da quelli dei longobardi ,mentre successivamente ne furono edificati altri nell’Alto Medioevo e in età moderna. Anche in questi casi la tradizione popolare vuole che la costruzione sia da attribuire a diavoli o demoni.
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5 Gennaio 2022