Il culto di Maria S.S. di Costantinopoli a Gioia del Colle

Il culto per la Madonna di Costantinopoli è stato sempre sentito a Gioia del Colle. Infatti in diverse chiese si venerava l’immagine di questa Madonna e nell’Arco di Costantinopoli era ed è presente un’icona della Madonna, mentre sulla facciata di una costruzione presente nell’Arco Mastrocinto è visibile una formella sulla quale è raffigurata in rilievo […]

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Icona della Madonna di Costantinopoli, presente sotto l’Arco di Costantinopoli

Il culto per la Madonna di Costantinopoli è stato sempre sentito a Gioia del Colle. Infatti in diverse chiese si venerava l’immagine di questa Madonna e nell’Arco di Costantinopoli era ed è presente un’icona della Madonna, mentre sulla facciata di una costruzione presente nell’Arco Mastrocinto è visibile una formella sulla quale è raffigurata in rilievo la Madonna Odegitria. Tutto ciò confermerebbe l’origine bizantina del primo nucleo abitato di Gioia del Colle.

L’antica chiesa di Sant’Angelo, quella di Sant’Andrea sembrano essere state intitolate inizialmente alla Madonna di Costantinopoli, fondate dai bizantini che intorno all’anno mille si sarebbero insediati nel nostro territorio.

Il primitivo nome di S. Maria di Costantinopoli e quello di Sant’Angelo sono sottolineati dalla presenza di numerosi quadri che li raffigurano.

La prima patrona di Gioia, Santa Sofia e la presenza a Gioia di una Chiesa intitolata a Santa Maria Maddalena, costituiscono un’ulteriore conferma della presenza dei bizantini nell’edificazione del primo nucleo abitato gioiese.

La chiesa di Sant’Andrea probabilmente risale al secolo X ed originariamente sembra essere stata chiamata S. Maria del Casale e successivamente dedicata a S. Maria di Costantinopoli.Questa intitolazione ci spiegherebbe il motivo per cui in essa si officiava il rito greco (rito seguito dai cristiani ortodossi che riconoscevano come capo della Chiesa il patriarca di Costantinopoli), in contrapposizione alla Chiesa normanna di S. Pietro, l’attuale Chiesa Madre, in cui si officiava il rito latino (rito praticato dai cristiani cattolici che riconoscevano come capo supremo della Chiesa universale il Papa di Roma).

Anche nella chiesa di San Rocco, sulla porta dalla quale si accede alla sacrestia, è presentie un quadro che raffigura la Madonna di Costantinopoli, realizzata nel 1867 dal pittore gioiese Francesco Saverio Benedetti, donata a devozione dei coniugi Vincenzo Ceppaglia (figlio del sindaco Lorenzo Ceppaglia) e  Teresa Stasi.

Il Carano Donvito, nella ‘Storia di Gioia dal Colle’, sostiene che la chiesa di Sant’Angelo era nota come Santa Maria di Costantinopoli. La Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, a detta di Padre Bonaventura da Lama, fu inizialmente dedicata a San Giovanni e, più tardi, dal nome di Santa Maria di Costantinopoli passò al nome attuale di Sant’Angelo, forse per non confonderla con l’altra Chiesa di S Maria di Costantinopoli (oggi S. Andrea). Con l’abolizione definitiva del rito greco la chiesa viene solennemente riconsacrata e dedicata a S. Maria di Costantinopoli. È ancora Padre Bonaventura da Lama che ci informa: Un altro vi fu che dette splendore a questa Terra di Gioia, benché estero, e fu Bartolomeo Paoli, Schiavone, essendovi ancora la chiesa detta di Costantinopoli, anticamente di S. Giovanni, ove un tempo abitarono Albanesi e Schiavoni. In questa chiesa vi è’ quella insigne Cappella di S. Michele, dove l’Arcivescovo di Bari Landolfo, con 12 Vescovi della Diocesi, l’anno 1500 la consacrò, assegnando ognun di loro 40 giorni di indulgenza ogni giorno di lunedì, e nelle festività dei SS. Angeli, come Michele, Gabriele, Raffaele e Custodi, fabbricatovi appresso un grande Ospedale, oltre quello fondato dai nobilissimi Andrani; conseguenza forzosa essere stata questa Terra assai grande, mentre oggi pure ascende al numero di 4 mila e più centinaia d’Anime.

Quadro della Madonna Odegitria , Cattedrale di Bari

Da sottolineare che la Madonna Odegitria, patrona della diocesi di Bari, di cui Gioia del Colle da sempre ha fatto parte, è pure di origine bizantina.

Così si legge sul sito dell’Arcidiocesi Bari Bitonto, a proposito di Maria Santissima di Costantinopoli “Odegitria” (digitando: https://www.arcidiocesibaribitonto.it/diocesi/patroni/maria-santissima-di-costantinopoli-odegitria): Secondo la tradizione l’icona giunse a Bari nell’VIII secolo nel periodo dell’eresia di Leone III l’Isaurico, l’imperatore d’Oriente dal 717 al 741 che comandò la distruzione delle immagini sacre. Tra queste immagini vi era quella della Madonna dell’Odegitria, Maria che mostra la Via, la Via al Cielo che è Cristo. La raffigurazione della Madonna era venerata a Costantinopoli, probabilmente in un grande Santuario al quale si accedeva attraverso una grande strada simbolo del Cristo-Via.

L’icona custodita a Bari certamente non è quella di Costantinopoli che pare sia andata distrutta quando i turchi occuparono la città. Una leggenda del Settecento, attribuita all’abate Calefati, narra di due monaci, che volendo trasferire l’icona in luogo sicuro, s’imbarcarono su una nave che, per volere divino, fu dirottata sulle coste baresi dove il vescovo dell’epoca accolse la Madonna e la portò nella Chiesa Cattedrale dove è, da allora, venerata.

L’immagine attuale risale al 1500. L’originale probabilmente era più grande e la Vergine doveva essere seduta su un trono. Nel 1700 il quadro fu modificato sovrapponendogli una copertura metallica. La mano che sull’originale era all’altezza delle ginocchia, è stata nascosta e rifatta nel 1700 all’altezza del petto, questa modifica è venuta alla luce a seguito di un esame radiografico che rivelò il cambiamento della posizione della mano che si decise di cancellare per far apparire l’originale. Ai fedeli tuttavia è mostrata mediante un artificio tecnico l’icona tradizionale e cioè quella con la mano all’altezza del petto.

Il 19 settembre 1772 l’icona ebbe l’omaggio della corona aurea del Capitolo Vaticano; il 17 aprile 1818, con Decreto della Sacra Congregazione dei Riti fu dichiarata Patrona e Protettrice della Città e della Provincia di Bari. Giovanni Paolo II, nella visita apostolica compiuta a Bari il 26 febbraio 1984, dopo la celebrazione eucaristica nei pressi dello stadio della Vittoria, incoronò l’Icona dell’Odegitria (Madonna e Bambino) con corone di oro, da Lui offerte.

Ogni anno la Beata Vergine Maria Odegitria, è celebrata con solennità nel primo martedì di marzo, secondo l’antica tradizione, e con il solenne ottavario che la prolunga e che è caratterizzato dai pellegrinaggi delle parrocchie dell’arcidiocesi. Le celebrazioni sono presiedute dall’Arcivescovo. 

Di seguito riporto una ricerca del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli: La festa di Maria SS. di Costantinopoli a Gioia del Colle, primo martedì del mese di maggio.

Secondo la tradizione leggendaria, il quadro della Madonna Odegitria, identificata con il titolo di Regina di Costantinopoli, giunse a Bari Martedì, primo Marzo dell’anno 733 d. C. Il quadro era stato dipinto dall’Evangelista Luca e portato da Gerusalemme a Costantinopoli, dove era venerato in una Chiesa dei Monaci Basiliani.

L’imperatore Leone Isaurico, poiché riteneva esagerato il culto verso le icone, decise di distruggere tutte le immagini sacre. Due monaci, allora, travestiti da marinai, cercarono di mettere in salvo la sacra icona, imbarcandosi clandestinamente su una flotta di navi diretta a Roma.

Durante il viaggio ci fu una tremenda tempesta, tutte le imbarcazioni colarono a picco, tranne quella che trasportava il quadro, che si rifugiò nel vicino porto di Bari. Allora i due marinai convinsero i monaci a non proseguire verso Roma. Il Popolo Barese in processione portò il quadro nella Cattedrale, dove ancora oggi si venera ed acclamò la Madonna chiamata di Costantinopoli, patrona della città, insieme a San Sabino, primo vescovo di Canosa.

Attualmente nella Cattedrale di Bari, sull’altare maggiore della cripta, un tempo dedicato a San Sabino, vi è l’icona della Madonna Odegitria. Il dipinto è ricoperto da una “riza” o foglio di rivestimento in argento. Questo quadro, che non è l’icona della tradizione leggendaria, dispersa a seguito di un incendio, probabilmente risale al ‘500 ed è un’opera di Francesco Palvisino, un pittore di Putignano. Fu tagliato e risistemato nel ‘700 per adattarlo ad un altro altare.

Ogni anno, dal primo Martedì di Marzo, giorno dell’approdo, per una settimana, vi sono celebrazioni e pellegrinaggi in onore della Madonna di Costantinopoli che protegge tutta l’Arcidiocesi Barese. La parola Odegitria, deriva dal Greco e significa ‘ che indica la via’. La Madonna mostra ai Cristiani la Via per raggiungere il Cielo: il bambino Gesù che ha tra le braccia.

Formella della Madonna Odegitria nell’Arco Mastrocinto

A Gioia del Colle il culto di Maria Santissima di Costantinopoli risale all’anno 738 d. C., suffragato dalla Comunità Greca, presente nel Borgo Bizantino cittadino. Nella Cappella di Santa Maria del Casale, nucleo iniziale dell’attuale Chiesa di Sant’Andrea, venne collocata una icona che rappresentava la copia di quella presente a Bari.

La Vergine veniva festeggiata il primo Martedì del mese di Marzo di ogni anno, con gli offici liturgici del rito greco-ortodosso. A mezzogiorno l’icona veniva ostesa pubblicamente con la benedizione solenne. In seguito la Cappella mariana venne ampliata e prese corpo un nuovo edificio sacro dedicato a Maria Santissima di Costantinopoli e poi a Sant’Andrea Apostolo e Martire, venerato dalle famiglie di origine greca.

In seguito ad una miracolosa guarigione di una bambina cristiana, attribuita all’intercessione della Madonna di Costantinopoli, la Chiesa di Santo Stefano, l’attuale Rettoria di Sant’Angelo, dedicata a San Giovanni Battista, venne dedicata alla Vergine Odegitria.

I Cristiani di rito latino fecero realizzare un quadro raffigurante la Madonna e celebravano la festa il Martedì successivo al primo Martedì del mese di Marzo, cioè l’Ottava della festa greca mariana.

La festa di rito latino prevedeva la novena e la processione del quadro per le vie del Borgo antico. Le due feste però divennero oggetto di competizione tra la comunità greco-ortodossa e quella di rito latino.

Il Capitolo della Chiesa Madre tentò di riappacificare le due comunità, unendo le due festività, celebrandola il primo Martedì di Settembre. La proposta venne respinta e per evitare ulteriori contrasti le due feste rimasero distinte, anche perché la nuova data avrebbe intralciato i festeggiamenti patronali in onore di Santa Sofia e le tre Figlie Martiri.

Con l’estinzione delle famiglie di rito greco-ortodosso e   la completa cristianizzazione del territorio, rimase soltanto la festa di rito latino, confermata al primo Martedì di Marzo di ogni anno, che con la diffusione del culto barese, venne curato dal Capitolo della Chiesa Madre. L’icona della Madonna di Costantinopoli, in seguito ai lavori di restauro della Chiesa di Sant’Andrea, venne disperso ed il culto mariano venne identificato con quello di Santa Maria delle Grazie.

Pertanto dopo il novenario officiato nella Chiesa di Sant’Angelo il quadro mariano veniva portato all’alba nella Chiesa Madre per la pubblica venerazione. Qui si celebrava la Santa Messa solenne ed a mezzogiorno si svolgeva la processione del quadro per le vie del Borgo Antico.  Per le strade si assisteva alla vendita delle arance. A sera, dopo la benedizione solenne, il quadro rientrava nella Chiesa di Sant’Angelo.

In seguito a lavori di restauro della Rettoria, il quadro venne danneggiato e si pensò di trasferire la festa in Chiesa Madre, il cui Capitolo, in accordo con la Cattedrale di Bari, fece commissionare una statua a manichino della Madonna che veniva custodita dall’Arciprete.

La festa prevedeva gli offici liturgici, il dono dell’olio da donare alla lampada che ardeva presso l’icona barese, la benedizione solenne e la processione per le vie dell’anello extra-murario cittadino, con la supplica presso la Chiesa di Sant’Angelo.

Per l’occasione si candivano le bucce di arancia e si preparavano le marmellate ed i rosoli agli agrumi provenienti dalle campagne tarantine. Con la regolamentazione dei sacri riti la festa della Madonna di Costantinopoli venne ridimensionata, permanendo la festa liturgica presso la Chiesa di Sant’Angelo, in cui è presente la pala dell’Altare Maggiore del XVIII secolo, raffigurante la Madonna con Gesù Bambino in gloria che protegge la città di Costantinopoli, identificata anche con Gioia del Colle, tra San Giovanni Apostolo ed Evangelista, San Giovanni Battista, San Luigi Gonzaga e San Filippo Neri. In piccolo al centro del dipinto si prefigura il martirio di Santo Stefano cacciato dalla città di Gerusalemme.  Particolare curioso è che nella medesima città confluiscono elementi architettonici di Costantinopoli, Gioia del Colle e Gerusalemme.

Icona presente sull’Arco Nardulli

In seguito la festa liturgica presso la Chiesa di Sant’Angelo venne soppressa ed anche la statua a manichino, simile a quella venerata presso la vicina città di Acquaviva delle Fonti, venne dismessa e dispersa, permanendo il pellegrinaggio comunitario presso l’icona della Madonna di Costantinopoli, venerata nella Cattedrale di Bari.

A Gioia del Colle la Madonna di Costantinopoli veniva identificata anche con il titolo di Regina dei Patriarchi, immagine riportata nella pubblica icona presente sull’Arco Nardulli. La Vergine di Costantinopoli in gloria è attorniata da San Giuseppe, San Francesco di Paola, Santa Sofia e San Filippo Neri.

Questa icona veniva addobbata con festoni e fiori in occasione delle feste mariane dell’Odegitria, divenendo la ‘nicchia’ della Madonna di Costantinopoli, che prevedeva ‘l’inchino’, la sosta e la benedizione delle immagini processionali della Gran Madre di Dio.

Su questo sito è possibile visionare un articolo sulla Chiesa di Sant’Angelo, digitando https://www.gioiadelcolle.info/la-chiesa-di-santangelo/, un altro articolo sulla Chiesa di Sant’Andrea, digitando: https://www.gioiadelcolle.info/la-chiesa-di-santandrea/, un articolo sulla Madonna Odegitria, digitando: https://www.gioiadelcolle.info/la-madonna-odegitria-nellarco-mastrocinto-2/ e un altro articolo sull’Arco di Costantinopoli, digitando: https://www.gioiadelcolle.info/gli-archi-parte-i/.

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4 Marzo 2025

  • Scuola di Politica

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