Il Capodanno nella Storia
Ancor prima dell’era cristiana, il calendario al tempo dei Romani, si dice istituito da Romolo, il fondatore di Roma,era di ispirazione lunare, perchè prendeva inizio con la luna piena di marzo. Era scandito in dieci periodi, ognuno dei quali dava il nome al corrispondente mese, come si intuisce leggendo la loro denominazione: ad esempio settembre […]
Ancor prima dell’era cristiana, il calendario al tempo dei Romani, si dice istituito da Romolo, il fondatore di Roma,era di ispirazione lunare, perchè prendeva inizio con la luna piena di marzo. Era scandito in dieci periodi, ognuno dei quali dava il nome al corrispondente mese, come si intuisce leggendo la loro denominazione: ad esempio settembre erano il settimo mese, ottobre l’ottavo, novembre il nono e dicembre il decimo.
Il calendario di Romolo anche se sembra sia derivato da quello lunare greco, ad un esame più attento si comprende che non è propriamente lunare poichè in caso postivo la durata di ogni mese sarebbe dovuta essere di giorni 29,5. Infatti il primo mese, Martius comprendeva 31 giorni, il secondo Aprilis comprendeva 30 giorni, il terzo Maius comprendeva 31 giorni, il quarto Iunius comprendeva 30 giorni, il quinto Quintilis comprendeva 31 giorni, il sesto Sextilis comprendeva 30 giorni, il settimo September comprendeva 30 giorni, l’ottavo October comprendeva 31 giorni, il nono November comprendeva 30 giorni e il decimo December comprendeva 30 giorni.In totale, quindi, il calendario durava 304 giorni e c’erano circa 61 giorni di inverno che non venivano assegnati ad alcun mese. In pratica, dopo dicembre, si smetteva di contare i giorni per riprendere nuovamente il conteggio al marzo successivo.
I primi mesi prendevano il nome dalle principali divinità legate alle attività umane: Marte (la guerra), Afrodite (l’amore), Maia (la fertilità della terra) e Giunone (la maternità e la procreazione); gli altri avevano il nome che ricordava la loro posizione nel calendario: quintilis derivava da quinque, sextilis da sex, september da septem, october da octo, november da novem e december da decem.
L’anno partiva da marzo e terminava a dicembre. Parte della critica moderna, però, ritiene che il calendario romano sia sempre stato della durata di dodici mesi, attribuendo ad una leggenda il calendario di Romolo in dieci mesi.
Ovidio nei Fasti spiega che Romolo creò il primo calendario basandosi sul periodo di gestazione del nascituro nel grembo materno.
Numa Pompilio, secondo re di Roma, modificò il calendario nell’anno 713 d.C., aggiungendo ai dieci preesistenti due mesi, precisamente 51 giorni ai 304 del calendario di Romolo, togliendo un giorno da ciascuno dei sei mesi che ne avevano 30 (facendoli così diventare dispari), e aggiungendone 57 coi mesi di gennaio e febbraio. A gennaio vennero assegnati 29 giorni e a febbraio 28. Degli undici mesi con un numero dispari di giorni, quattro ne avevano 31 e sette ne avevano 29. Il mese di febbraio fu considerato adatto come mese di purificazione.
A partire dal 46 a.C. entrò in vigore il Calendario giuliano. Per migliorare la precisione del calendario civile, bisognerà attendere il 1582 d.C., con il Calendario gregoriano.
Anche a Gioia il Capodanno si festeggiava e si festegga prevalentemente in famiglia, in ossequio al detto: Natale e Capodanno con i tuoi e Pasqua con chi vuoi. Molte famiglie di nostri concittadini emigrati, soprattutto al Nord, approfittano del lungo ponte di Natale per tornare nel nostro paese e trascorrere le festività natalizie in compagnia dei parenti. È un momento importante sia per i piccoli che per adulti, per ritrovarsi, ma anche per rinnovare le tradizioni religiose e gastronomiche che i nonni tramandano ancora alle nuove generazioni. Le classiche tavolate riccamente imbandite di leccornie e di piatti e dolci tipici di questo periodo servono ad unire le famiglie e a compensare i lunghi periodi di lontananza da parenti e amici.
Durante queste festività il paese, che in questi ultimi anni si va svuotando di giovani che preferiscono frequentare gli studi nelle Università del nord e di persone che si allontanano da Gioia in cerca di una attività lavorativa, si rianima e sembra voler raccogliere nel suo grembo i suoi figli costretti ad allontanarsi da casa per le sopra citate circostanze.
La giornata della vigilia di Capodanno spesso si trascorre in famiglia, in compagnia di parenti che si titrovano insieme a festeggiare il saluto all’anno che va via e l’arrivo del nuovo, con abbondanti cene e con lo sparo di piccoli fuochi di artificio. Spesso, però, anche nel nostro paese si diffonde la consuetudine, ricorrente in numerose altre città, che i cenoni della vigilia e il pranzo di Capodanno che un tempo si organizzavano in famiglia vengono sostituiti dal ritrovo di parenti e amici presso ristoranti e agriturismi, come un momento di riposo alle abbondanti e stancanti giornate di preparazioni culinarie e gastronomiche natalizie all’interno di un folto nucleo familiare.
Si va affievolendo, però, la pratica di iniziare il Capodanno ritrovandosi a partecipare alla celebrazione della messa, anche come auspicio che il nuovo anno possa essere migliore di quello precedente e come momento di ringraziamento per quello trascorso e per chiedere la protezione divina per tutta la famiglia durante tutti i nuovi dodici mesi.
Di seguito riporto una ricerca storica del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli, dal titolo Il Capodanno nella Storia.
La Storia del Capodanno o testa o inizio del nuovo anno, ha origini pagane antichissime. La più remota testimonianza conosciuta della festa del Capodanno risale a circa il 2000 avanti Cristo nella regione della Mesopotamia.
Nella città di Babilonia l’evento di Akitu o della rinascita, segnava il nuovo anno all’apparire della Luna nuova successiva dell’Equinozio di Primavera, intorno a metà Marzo e precisamente il giorno quindici.
Nell’antica Grecia due erano le festività che venivano considerate simili al Capodanno e cioè le Antesterie o giorni prima dell’Estate e le Panatenee o giorni dedicati tutti alla dea Atena. Le festività greche coincidevano con l’inizio del ciclo primaverile le prime e con l’inizio del ciclo estivo le seconde. Le Antesterie cadevano tra Febbraio e Marzo ed erano le feste del vino nuovo in onore del dio Dioniso e del ritorno degli Spiriti degli Antenati sulla Terra in occasione del risveglio della Natura. Le Panatenee cadevano tra Luglio ed Agosto ed onoravano la dea Atena, con manifestazioni letterarie, musicali, competizioni ginniche, corse con cavalli,danze, vestizione con il peplo sacro delle statue, processioni e sacrifici di buoi e pecore, per assicurare la completa protezione della dea della saggezza sulle città-stato greche. In occasione delle festività primaverili ed estive gli antichi Greci iniziavano il cammino o l’entrata negli ambienti sempre con il piede destro.
Nell’antica Roma il primo Gennaio è stato considerato il primo giorno dell’anno a partire dal 46 avanti Cristo, con l’introduzione del Calendario Giuliano. Prima dell’istituzione del calendario promulgato dal dittatore Giulio Cesare, il primo giorno dell’anno coincideva con il primo giorno di Marzo.
Gli Storici però, concordano che la sua origine convenzionale nel Calendario Giuliano va però anticipata al 153 avanti Cristo, per opera del console Quinto Fulvio Nobiliore o addirittura al 191 avanti Cristo, grazie al pontefice massimo Aurelio che riformo’ il calendario religioso, valorizzando il culto del dio Giano bifronte, suffragato dal re Numa Pompilio.
Quando il Capodanno veniva festeggiato il primo Marzo, in questo giorno si svolgevano le feste dei Matronalia o delle nobili madri romane, che servivano da mangiare alle loro schiave ed i mariti omaggiavano le loro consorti con splendidi doni o gioielli a forma di serpente, simbolo di salute, dedicato alla dea della felicità Strenua.
I festeggiamenti invernali latini risalgono alla festa pagana in onore del dio Giano, patrono di Roma e nome da cui deriva quello del mese di Gennaio o porta dell’anno, che si festeggiava subito dopo i Saturnali, le feste del dio Saturno, che chiudevano l’anno.
Durante il Capodanno i Romani, dopo aver destinato tre ore al lavoro mattutino, per assicurarsi l’attivita’ tutto l’anno, erano soliti ritrovarsi a pranzo con familiari ed amici, con i quali si scambiavano le Strenuae o le Strenne, i doni della dea sabina della felicità Strenua, cioè i datteri, i fichi, i vasi bianchi colmi di miele, le foglie ed i rami di alloro raccolti nel bosco, lungo la Via Sacra, come augurio di fortuna e benessere. Il giorno del Capodanno era dedicato al dio Giano bifronte, che con la faccia anteriore, allegra e pacifica, guardava al futuro e con quella posteriore, triste e bellicosa, guardava al passato.
I Romani abbellivano le loro case con rami di pino profumati o di alloro e nel tempio di Giano i sacerdoti facevano indossare un doppio manto rosso, alla statua del dio, come simbolo di potere, salute e fertilità da concedere a tutto il popolo.
A mezzogiorno si assisteva alla processione dello scudo sacro di Marte, che il dio fece piovere sul Colle Palatino, come sigillo della consacrazione della fondazione della città di Roma, voluta dal re Romolo. Nei templi si spegnevano e si riaccendevano i fuochi sacri, come simbolo di chiusura e di apertura del nuovo ciclo annuale.
I sacerdoti latini, con il pontefice massimo, offrivano al dio Giano una focaccia di farro, sale, formaggio grattuggiato, farina, uova ed olio, per rendere fertili i campi ed i raccolti, che poi veniva bruciata sull’altare.
Nelle case al termine dei banchetti si onorava la statua lignea di un bambino in fasce, che simboleggiava il nuovo anno, ma anche il dio del vino Bacco, che veniva appoggiata ad una roccia, segno di fortezza. Poi i commensali brindavano e versavano un po’ di vino sulla roccia e con le tre dita, intinte nel vino mielato, toccavano per tre volte la fronte del bambino in segno di felicità, salute, e fortuna. Quindi tutti gli invitati si toccavano a vicenda la fronte con le tre dita intinte nel vino ed infine bruciavano la statuetta del bambino, le cui ceneri venivano disperse sulla soglia delle porte delle case, per scacciare la sfortuna.
I Romani nel giorno del Capodanno si alzavano con il piede destro e con il medesimo piede entravano negli ambienti o camminavano per le strade. Anche le attività quotidiane o lavorative iniziavano ad essere svolte con la mano ed il braccio destro.
Durante i secoli successivi, sebbene molti Paesi europei avevano adottato il Calendario Giuliano, che fissava il Capodanno al primo Gennaio, in realtà la data del primo giorno dell’anno cambiava da zona a zona. In Inghilterra, Irlanda, Pisa e Firenze, il Capodanno si celebrava il 25 Marzo, giorno dell’Annunciazione di Gesù. In Spagna il primo giorno dell’anno era fissato al 25 Dicembre, in corrispondenza del Natale di Gesù.
In Puglia, Calabria e Sardegna si festeggiava il primo Settembre, che equivaleva al 14 Settembre nel Calendario Gregoriano, festa dell’Esaltazione della Santa Croce di Gesù.
Le diverse date in cui si festeggiava il Capodanno nei Paesi europei cattolici vennero poi fatte coincidere da Papa Innocenzo III, con la riforma del calendario liturgico, tutte nel primo Gennaio a partire dall’anno 1691, precisamente otto giorni dopo il Natale di Gesù, Signore della Storia, dal quale scaturisce l’anno civile o il tempo concesso da Dio Padre a tutti gli uomini della Terra.
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10 Gennaio 2024