I Santi Patroni di Gioia del Colle: S. Sofia, S. Rocco e S. Filippo
Il nostro Comune, unico forse tra quelli italiani e stranieri, può vantare tre Santi Protettori: S. Sofia, S. Rocco di Montpellier e S. Filippo Neri. Il documento più antico che attesta il culto di S. Sofia a Gioia è il resoconto di una Visita Pastorale effettuata il 24 ottobre del 1578 dall'Arcivescovo di Bari, Antonio Puteo, che […]
Il nostro Comune, unico forse tra quelli italiani e stranieri, può vantare tre Santi Protettori: S. Sofia, S. Rocco di Montpellier e S. Filippo Neri.
Il documento più antico che attesta il culto di S. Sofia a Gioia è il resoconto di una Visita Pastorale effettuata il 24 ottobre del 1578 dall'Arcivescovo di Bari, Antonio Puteo, che imponeva al Cappellano di S. Sofia nella via di Matera di riparare entro un anno quella Cappella. Essendo diventata diruta la Cappella, nel 1717 l'arcivescovo di Bari, Muzio Gaeta, la dichiara sconsacrata.
Per la presenza della suddetta Cappella sorse l'abitudine di denominare contrada S. Sofia sia le terre che la strada che conduceva alla stessa.
Già nel secolo XV, però, è attestato a Gioia il culto popolare di S. Sofia, che, dagli abitanti del nostro Paese viene innalzata a Patrona unica e principale della città.
La solennità, che si festeggiava inizialmente l' 8 settembre, giorno in cui la Chiesa celebra la festa della natività della B. V. Maria, alla quale è intitolata la Chiesa Matrice, detta anche della Natività della Vergine o di Maria SS. Bambina, attualmente è anticipata al 7 settembre.
Santa Sofia ( dal greco sapienza ) spesso da alcuni viene identificata con la Madonna, "Sede della Sapienza", appellativo che Le viene dato nella recita delle litanie del Santo Rosario.
Nella seduta del Decurionato di Gioia del 1 gennaio 1841 si ricorda che S. Filippo Neri è protettore del nostro paese dal 1731 e che in quello stesso anno si festeggiano due fiere in concomitanza della festa dei due Santi Protettori: S. Sofia e S. Filippo. I Decurioni, constatato che la popolazione gioiese è di circa 13.000 abitanti, chiedono che tali fiere, originariamente tenute rispettivamente nei giorni 8 settembre e dal 23 al 31 maggio siano spostate al 4 fino all'8 settembre e al 29 aprile fino al 4 maggio di ciascun anno.
La presenza di due Santi Protettori a Gioia è confermata dalla Deliberazione Decurionale dell'8 agosto 1844.
Più di uno studioso, però, ritiene che dall'anno 1703, insieme al Patronato principale di S. Sofia Gioia ha un secondo Patrono e protettore particolare: S. Filippo Neri.
L'abate F.P. Losapio nel canto primo del Quadro istorico-poetico sulle vicende di Gioia in Bari detta anche Livia parla di S. Sofia come Principale Patrona, della quale si celebrava sia la festa che un mercato. Nelle note al primo canto si dice anche che le feste che si celebrano in Gioia ai santi Protettori Rocco e Filippo Neri, si trovano introdotte recentemente, cioè la prima nel 1656 nella occasione di quella fierissima peste che travagliò il regno di Napoli in quell'anno. La tradizione vuole che invocato in quella calamità dai gioiesi la protezione e il patrocinio di S. Rocco, mentre passava nei vicini paesi e si era introdotta nel nostro territorio, fu allontanata e spinta dalle nostre mura mercé l'intervento e l'apparizione del Santo con una spada fiammeggiante sopra la Torre detta del Principe del Balzo, oggi del fu D. Michele Cassano, donde la fugò; per cui fu edificata la Cappella di S. Rocco fuori le mura dirimpetto alla Torre suddetta, in memoria dell'apparizione e del miracolo adoprato dal Santo in favore dei Gioiesi. La seconda nel 1731 coll'occasione del terribile terremoto, che si fece sentire in tutto il regno, e specialmente nelle Provincie di Puglia. I Gioiesi ricorsero alla protezione ed intercessione di S. Filippo in sì orribile flagello, e Gioia, all'infuori dello spavento e del timore da cui fu colpita, restò illesa e non soffrì alcun danno.
La devozione popolare per S. Filippo, che anche secondo il Losapio risale al terremoto del 1731-32, è forse precedente, nonostante la deliberazione decurionale del 30 gennaio 1860.
In tale Deliberazione il Sindaco di Gioia, don Carlo Rosati, dice che nel 1656 mentre la peste infuriava nel nostro Reame ed i vicini Paesi, fu il morbo letale spinto e cacciato dalle mura della nostra Patria, mercé il Patrocinio di S. Rocco, che apparve con una spada fiammeggiante con cui lo fugò e la nostra Terra fu salva. I Gioiesi allora in memoria di siffatto miracolo non solo vi costruirono una Cappella, che tutt'ora esiste, ma ancora ne introdusse la festa, che con la massima pompa la devozione del popolo si celebra in ogni anno nel giorno 16 agosto. Inoltre i Padri nostri, e noi stessi abbiamo veduti innumerevoli prodigi operati da Dio mediante la intercessione di quello inclito Santo, semprecché lo abbiamo invocato con viva fede nelle nostre traversie, soprattutto nelle emergenze coleriche del 1837, nell'atto che il morbo Asiatico mieteva in questo Paese molte vittime, cessò affatto dal giorno in cui con ardente devozione si festeggiò il lodato Santo, e perciò si osserva come di doppio precetto il giorno della sua festa, e per consuetudine si ritiene per protettore del Paese. Con pari divozione, e compatrono, si venera anche in questa nostra Patria S. Filippo Neri, la di cui festa trovasi introdotta fin dal 1731, e si solennizza magnificamente nel dì 26 maggio di ciascun'anno. La tradizione ci assicura , che nell'occasione del terribile terremoto di detta epoca Gioia restò illesa, perché i nostri padri ricorsero alla protezione del lodato Santo. Noi stessi fummo salvi dalle stragi, e rovine prodotte dai spaventevoli terremoti del 1816, e 1857 mercé la tutela di S. Filippo Neri. Essendo dunque un desiderio generale di questa comunanza avere a compatroni della nostra Patria i prelodati due Eroi del Cristianesimo, attesi i tanti miracoli ottenuti mercé la di loro intercessione. Propone alla Giunta l'implorarsi della Clemenza del nostro Religiosissimo Re ( D. G. ) la grazia di concederci legalmente e canonicamente per compatroni e protettori di Gioja San Rocco di Monpelier e S. Filippo Neri. Il Decurionato considerando che il Patrocinio di S. Filippo Neri e di S. Rocco di Monpelier in favore di questa Città e popolazione è un fatto incontestabile, approvato mercé i tanti, ed innumerevoli prodigi da loro operati, considerando che la divozione dei Gioiesi verso i lodati Eroi del Cristianesimo rimonta ad epoca remota ed ora più che mai animosa, di modocche per consuetudine vengono venerati come protettori, considerato essere un voto generale di questo Popolo avere a compatroni del Paese i lodati Santi, ad unanimità implora dalla magnificenza del Pio nostro Sovrano Francesco 2° e del Santo Pontefice Pio XI la dichiarazione legale Canonica di Compatroni di questa Città i sullodati S. Rocco e S. Filippo Neri con l'ottava corrispondente di legge.
La richiesta viene esaudita agli inizi del nuovo secolo, limitatamente a S. Filippo. Infatti l'arciprete Giove agli inizi del 1900 ricorda che nell'aprile dello stesso anno S. Filippo Neri viene dichiarato canonicamente Patrono di Gioia con Decreto di Mons. Giulio Vaccaro e che il 15 maggio 1889 la Curia di Bari dichiara S. Filippo Neri Patrono di Gioia.
Lo stesso arciprete Giove nel 1906 riesce ad ottenere da Roma reliquie del cuore, del sangue e del berretto di S. Filippo, che sono custodite in due teche, che vengono portate in processione con la statua del Santo il 26 maggio.
Il culto dei gioiesi per S. Sofia lascia tracce fino agli anni 30, quando viene sostituito dal culto per S. Filippo Neri.
Nel 1929 in un documento della Curia Arcivescovile di Bari si dice che il 18 maggio 1899, con Decreto della stessa Curia, S. Filippo Neri viene dichiarato Patrono Principale ugualche S. Sofia.
A tutt'oggi, però, nonostante la mancanza di un statua della Santa e di significativi festeggiamenti, non risulta esserci un decreto canonico che abbia posto fine al culto di S. Sofia come Patrona di Gioia.
Probabilmente fu in conseguenza del crollo del campanile della Chiesa Matrice e del Cappellone di S. Filippo, avvenuto nel 1942, nel quale andò perduta una tela che raffigurava la Vergine Assunta in cielo, effigiata insieme a S. Sofia e a S. Filippo Neri, che si perse il culto per la Santa.
Ancora oggi si venerano come compatroni di Gioia sia S. Filippo Neri che S. Rocco, rispettivamente il 26 maggio e il16 agosto.
In occasione della festa di S. Filippo, la domenica che precede tale festività, si svolge una fiera, detta anche Fiera di Primavera.
Dal 1799 sopravvive una Confraternita intitolata a San Filippo Neri, che svolge attività di culto e beneficenza, con sede nella Chiesa di S. Angelo.
A S. Filippo nel 1961 viene intitolata una Scuola elementare, fatta costruire dagli Amministratori comunali durante il periodo del fascismo e per questo motivo inizialmente intitolata a Benito Mussolini.
Il ricordo di S. Sofia, invece, ancora oggi è legato al nome di una strada cittadina, voluta con una deliberazione comunale del 1870, reiterata nel 1959, (la prima traversa di via Roma andando verso la stazione ferroviaria), e alla fiera che in suo onore si tiene annualmente l'8 settembre.
II ricordo di San Rocco è legato alla Chiesa a lui intitolata, sita nell'antico Borgo S. Rocco, che si può ammirare in Corso Cavour, strada comunemente indicata dai gioiesi come via S. Rocco, e all'omonima Confraternita che ne perpetua il culto, tributando al Santo solenni festeggiamenti il 16 agosto di ogni anno.
A conferma della devozione per S. Rocco, grazie al contributo della Confraternita e dei fedeli, la Chiesa, recentemente è stata restaurata (l'interno, la facciata e il campanile) ed impreziosita con porte bronzee dello scultore gioiese fra Serafino Melchiorre, autore di opere d'arte eseguite anche per il Vaticano.
© E' consentito l'uso del contenuto di questo articolo per soli fini non commerciali, citando la fonte e il nome dell'autore
2 Maggio 2007