Gioia, un importante centro della Peucezia

Delle più antiche tribù che in passato erano presenti in Puglia conosciamo solo il nome: Ausoni, Siculi, Chones e Morgeti (da cui forse deriva il nome Murgia).  Successivamente all’insediamento di tali tribù, provenienti dall’Italia settentrionale, giunsero in Puglia anche gli Iapigi. Da quest’ultimo gruppo si formarono due sottogruppi: nella Puglia settentrionale si stanziarono i Dauni, […]

Print Friendly, PDF & Email

Il territorio che faceva parte della Peucezia

Delle più antiche tribù che in passato erano presenti in Puglia conosciamo solo il nome: Ausoni, Siculi, Chones e Morgeti (da cui forse deriva il nome Murgia).  Successivamente all’insediamento di tali tribù, provenienti dall’Italia settentrionale, giunsero in Puglia anche gli Iapigi. Da quest’ultimo gruppo si formarono due sottogruppi: nella Puglia settentrionale si stanziarono i Dauni, nella zona centrale i Peuceti e nella penisola salentina i Messapi.

Plinio riferisce che i Messapi erano discendenti di coppie di Illiri.

I Romani chiamarono gli Iapigi con il nome di Apuli, da cui deriverebbe il nome della nostra regione.

I Micenei avevano fondato alcune colonie sulle coste della Puglia. Alcuni coloni greci provenienti da Sparta nel 706 a.C. fondarono la città di Taras, l’attuale Taranto.Da alcuni documenti conservati a Delfi risulta che i coloni greci mossero guerra ai Peuceti e ai Messapi e che gli abitanti di Taranto nel 473 a.C. furono sconfitti e massacrati dagli Iapigi.

In seguito, a causa di una ripresa delle ostilità, gran parte delle città iapigie caddero sotto il dominio greco e tra queste quella che è considerata la capitale della Peucezia, Monte Sannace.

Nel IV secolo a.C. i Peuceti erano alleati con i Romani contro i Greci. A seguito delle guerre tra i due popoli nel 272 a.C.  i Greci furono scacciati da Taranto e Roma divenne padrona di tutta la Puglia.

La zona comprendente il sito di Monte Sannace è denominata Peucezia.

Una delle fonti per definire i confini della Peucezia è lo storico e geografo greco Strabone (60 a. C.-20 d.C.).

Egli, attingendo allo storico Polibio (200-120 a.C. circa), oltre a descrivere i confini della Peucezia alla vigilia della seconda guerra punica (218-202 a.C.), ricorda che i popoli che in lingua greca erano chiamati Peuketii, lungo i confini marittimi non superavano la città di Egnathia, che nell’entroterra arrivavano fino a Silvium, l’attuale Gravina e confinavano ad ovest con la Daunia. Strabone aggiunge anche che questa popolazione non utilizzava il nome di Peuketii e che erano indicati con il termine Poidikli (Pediculi). Aristotele attribuisce agli abitanti di questo territorio il nome di Peuketini.

Secondo alcuni studiosi il nome di Peuceti dal greco πεύκη, pino, indicherebbe gli abitanti del paese dei pini.

Sulla base di fonti storiche e di dati archeologici oggi è possibile circoscrivere l’estensione della Peucezia con la zona di diffusione della produzione della ceramica peuceta di stile geometrico.

Anche sulla base dei reperti archeologici rinvenuti è possibile ipotizzare che il limite interno del territorio peuceta corre lungo il fiume Bradano in Basilicata, quello settentrionale dal fiume Bradano al mare Adriatico attraversando la città di Ruvo per giungere alla costa adriatica, mentre il limite meridionale parte dalla foce del Bradano fino ad Egnazia. Il tratto costiero a nord parte da Egnazia per terminare nel territorio appartenente ai Comuni di Bitonto e di Ruvo e separa la Peucezia dalla Daunia attraverso il fiume Ofanto. Una consistente parte della Peucezia comprende l’altopiano delle Murge.

Tra i centri più importanti della Peucezia vanno annoverati: Ceglie, Conversano, Rutigliano-Azetium, Castiglione, Altamura, Gravina, Silbìon e Monte Sannace.

La popolazione peuceta subisce un processo di assimilazione culturale delle città magnogreche del tarantino, che viene chiamato “ellenizzazione”.

Monte Sannace tagliata fuori dalla via Appia e dalla via Traiana

Grazie a questa influenza greca i peuceti praticarono non solo attività legate alla produzione agricola e alla pastorizia, ma anche alla produzione di attrezzi domestici e strumenti di lavoro, estesa ad altre attività artigianali, tra cui contenitori e vasi in argilla. Questi ultimi, oltre alle tradizionali decorazioni delle ceramiche attiche e corinzie, presentano decorazioni geometriche nuove che caratterizzano la produzione peuceta, differenziandola da quella greca.

Il sito archeologico di Monte Sannace è uno dei più grandi ed importanti della Puglia antica; si estende su una superficie di oltre 123.00 mq con un’altezza massima di mt. 382 sul livello del mare. A detta degli archeologi meno della metà dell’insediamento è stato portato alla luce, dapprima da scavi clandestini e successivamente da campagne di scavo regolari.

Dal 1994 sull’acropoli è presente un campo di attività della Scuola di Specializzazione dell’Università degli Studi di Bari, che, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici di Bari e il Comune di Gioia del Colle, porta avanti delle campagne di scavo, per un periodo limitato di circa 15 giorni ogni anno, finalizzate alla conoscenza e alla valorizzazione del sito, con risultati sorprendenti e nuove scoperte, che mettono in luce l’importanza che l’insediamento ha avuto nel passato.

L’importanza di questo insediamento peuceta è dovuto a diversi fattori: la posizione geografica favorevole e strategica del sito, posto in altura, difesa da ogni lato e che controllava un’ampia zona circostante, la situazione geomorfologica del sito ubicato in una zona calcarea con rocce composte da sottili strati facilmente sfaldabili e utilizzabili per diversi tipi di costruzione, la presenza del Canale di Frassineto, che permetteva di sfruttare l’ abbondante riserva di acqua presente sia in agricoltura che per i bisogni umani e zootecnici e di collegare la zona con il mare e gli approdi costieri, favorendo i commerci, la presenza di una ricca vegetazione con animali selvatici, pascoli, frutti e legname a vantaggio della popolazione residente e, non ultimo, la posizione baricentrica tra Bari e Taranto, cioè tra il mare Adriatico e il mare Ionio e zona di passaggio tra l’entroterra apulo-lucano e l’Oriente, attraverso la città marittima di  Brindisi.

Il popolo che abitò a Monte Sannace faceva parte del ramo dei Peuceti, che appartenevano alla stirpe degli Iapigi.

Le prime tracce di frequentazione del sito di Monte Sannace risalgono all’età Neolitica. Un insediamento stabile è documentato sulla collina a partire dal secolo IX a.C. fino al cosiddetto periodo ellenistico-romano, e cioè all’incirca fino al I secolo d.C.

Infatti in quel periodo, corrispondente alla romanizzazione della Puglia, Monte Sannace perde rilevanza; il suo territorio, pur all’interno della Peucezia, viene tagliato fuori dalle principali arterie stradali che la attraversano, basti pensare alla via Appia e alla via Traiana, e depotenziato dai Romani, poiché non rientra tra i programmi di ristrutturazione e potenziamento che invece riguarderà altre zone della Puglia. Monte Sannace, dunque, viene abbandonata e resta disabitata per diversi secoli, fin quando, intorno al mille d.C., i documenti riportano la presenza di una chiesetta  dedicata a S. Angelo sull’acropoli nel 1087.

© È consentito l’utilizzo del contenuto di questo articolo per soli fini non commerciali, citano la fonte ed il nome dell’autore.

 

 

Print Friendly, PDF & Email

27 Agosto 2022

  • Scuola di Politica

Inserisci qui il tuo Commento

Fai conoscere alla comunità la tua opinione per il post appena letto...

Per inserire un nuovo commento devi effettuare il Connettiti

- Attenzione : Per inserire commenti devi necessariamente essere registrato, se non lo sei la procedura di LOGIN ti consente di poter effettuare la registrazione istantanea.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.