Gioia all’Esposizione di Torino e di Parigi
Agli inizi dell’800 molti erano gli analfabeti non solo nelle regioni settentrionali e centrali d’Italia ma anche nel Sud e quindi anche a Gioia del Colle. Infatti la lista degli Eleggibili, cioè coloro che potevano aspirare a ricoprire cariche civili e amministrative nel nostro Comune ammontavano a pochi individui. Ameno un terzo dei Decurioni, cioè […]
Agli inizi dell’800 molti erano gli analfabeti non solo nelle regioni settentrionali e centrali d’Italia ma anche nel Sud e quindi anche a Gioia del Colle. Infatti la lista degli Eleggibili, cioè coloro che potevano aspirare a ricoprire cariche civili e amministrative nel nostro Comune ammontavano a pochi individui. Ameno un terzo dei Decurioni, cioè i primi consiglieri comunali, doveva saper leggere e scrivere.
Dalla lista degli eleggibili a cariche rappresentative ed amministrative del Comune, compilata nel 1817 risulta un numero di 214 individui.
Nella lista vi erano: 10 operai di vari mestieri, 2 macellai (una categoria che aveva un peso nella società del tempo), 5 speziali, 2 negozianti, 6 medici, un orologiaio, un bottegaio, 6 notai, 7 civili (uomini di condizione agiata), 7 galantuomini (uomini di elevata condizione economica e sociale), 23 possidenti. Tutti gli altri erano coltivatori e campagnoli, il maggior numero analfabeti.Nel 1821 a Gioia viene formata la lista degli eleggibili alle cariche pubbliche nel Comune per il quadriennio 1821-24. Erano 260 nomi di persone degne e capaci e di questi solo 106 sapevano leggere e scrivere e 154 analfabeti, cioè circa il 60% dei prescelti a cariche pubbliche.
Si deve, però, alla lungimiranza dei nostri Amministratori locali, se durante tutto il secolo si diede un forte impulso alla alfabetizzazione della popolazione.
Già dal 1806 il Comune aveva nominato Maestro l’abate Francesco Polo Losapio, stabilendo il compenso da attribuirgli per il suo impegno pedagogico-educativo a favore dei giovani studenti gioiesi.
A novembre del 1841 l’Amministrazione comunale provvide a migliorare i locali e il mobilio delle scuole pubbliche, in San Domenico. Poiché con circolare dell’Intendente del maggio 1841 fu fatto obbligo al Comune di avere un Maestro di Agronomia, che insegnasse teoria e pratica, fu proposto altresì l’acquisto del Catechismo di Agricoltura di Don Luigi Granata.
Nel 1847 con i libri e i fondi del Legato Losapio fu impiantata una piccola Biblioteca e successivamente una Scuola secondaria.
Nell’Archivio comunale di Gioia sono presenti documenti che testimoniano la cura profusa da diverse Amministrazioni nel migliorare le infrastrutture scolastiche con la costruzione di nuove scuole, la qualità del servizio, a sottolineare il valore didattico reso dagli insegnanti, il profitto degli alunni e il miglioramento dei locali scolastici, l’aumento del materiale didattico, la fornitura di libri per gli alunni poveri, l’istituzione della refezione scolastica.
Infatti sul finire dell’Ottocento a Gioia del Colle era stata appena costruita una scuola elementare con due diverse ali, una per le scuole maschili e l’altra per quelle femminili. La scuola era articolata in diversi tipi di frequentanti: erano funzionanti le classi mattutine, festive, quelle pomeridiane.
A novembre del 1861 si parla di apertura di scuole serali e domenicali a Gioia poiché quelle mattutine erano affollate.
Inoltre gli insegnanti, su proposta dell’Ispettore Scolastico circondariale, a proprie spese istituirono una Biblioteca Pedagogica Circolante, costituendosi in Società sotto la presidenza del Direttore Didattico.
Agli inizi del Novecento nelle scuole elementari si insegnava anche la lingua francese.
Il Ministero della Pubblica Istruzione, su proposta dell’Ispettore e del Consiglio Scolastico Provinciale, nel 1890 conferisce al Comune di Gioia la medaglia d’argento dovuta ai benemeriti della Educazione Nazionale, come riconoscenza e ricompensa delle cure che l’Amministrazione comunale prodigava a favore dell’insegnamento elementare.
Il Comitato provinciale per i festeggiamenti del 50° anniversario della promulgazione dello Statuto (1848) invita il Comune a partecipare ad una Esposizione Generale dei prodotti del lavoro nazionale, da tenersi a Torino nel 1898, fornendo fotografie dell’interno del Castello e disegni e foto del nuovo Edificio scolastico, da presentare come lavori per una mostra didattica. In tale circostanza le scuole Primarie di Gioia vengono dichiarate Scuole Modello e il Comune ottiene un diploma d’onore, firmato da S.E. Emanuele Filiberto di Savoia e una medaglia.
Il 16 gennaio 1899 il Consiglio comunale approva il Piano di razionalizzazione delle Scuole elementari, che prevede tre classi di grado superiori maschili e 12 di grado inferiore e tre di grado superiore femminile e nove di grado inferiore. Lo stesso Regio Provveditore in questo anno in visita all’edificio scolastico di Gioia, che presenta due piani, di 30 classi maschili e femminili, di un ufficio del Direttore e di sale per i maestri, resta positivamente colpito dalla funzionalità e modernità della struttura scolastica.
Le Scuole Elementari, allocate nel nuovo edificio confinante con il Convento e la Chiesa di San Francesco nel 1899furono scelte ed invitate dal Regio Provveditore del Consiglio Scolastico Provinciale e dal Ministro della Pubblica Istruzione a partecipare, insieme alle città di Livorno e di Torino, e a rappresentare l’Italia alla Esposizione Internazionale di Parigi del 1900.
Le Autorità locali e l’intera cittadinanza gioiese furono grandemente lusingate da quella inaspettata scelta e si apprestarono con molto zelo a ben figurare in quella circostanza e a onorare il buon nome dell’Italia. Anche lì furono esposte foto del castello di Gioia e il progetto dell’Edificio Scolatico Elementare; la Scuola elementare in quell’Esposizione figurò come Edificio modello.
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16 Gennaio 2024