Fiere e Mercati a Gioia
Le Fiere, sorte in età medievale, erano veri e propri mercati che si svolgevano in occasione di importanti feste religiose e duravano alcuni giorni; gran parte del settore espositivo era riservato alle fiere, cioè agli animali, mentre il resto riguardava attrezzi agricoli. La loro importanza nel passato è attestata dalla circostanza per cui , se durante il loro […]
Le Fiere, sorte in età medievale, erano veri e propri mercati che si svolgevano in occasione di importanti feste religiose e duravano alcuni giorni; gran parte del settore espositivo era riservato alle fiere, cioè agli animali, mentre il resto riguardava attrezzi agricoli. La loro importanza nel passato è attestata dalla circostanza per cui , se durante il loro svolgimento erano in corso delle guerre, queste venivano temporaneamente sospese e durante tale tregua i visitatori godevano di particolari privilegi, come la protezione durante il viaggio, l'esenzione o la riduzione dei dazi, il diritto di ospitalità o di asilo. I mercati, invece, avevano una durata più breve, una cadenza più ravvicinata nel loro svolgimento e permettevano la vendita di prodotti molto vari, non limitati al solo settore agricolo.
Anche in Gioia, città medievale, è attestata la presenza di fiere e mercati nei secolo scorsi.
Nell' Apprezzo di Gioia del 1611 del tabulario Federico Pinto si legge: Nella detta Terra di Gjoia alli otto di settembre vi si fa una Fiera, dove vi concorrono infinite genti con copia d'animali d'ogni sorte non solo dallo lontano, ma anco da lunghe parti.
Nell' Apprezzo del 1640 del tabulario Honofrio Tangho si dice: In detta Piazza si svolge la fiera alli 7 di settembre nel giorno di Santa Sofia dove si vendono tutte sorte d'animali e dura otto giorni.
Corre il 1840, anno in cui Gioia aveva circa 13.000 abitanti, quando i Decurioni deliberano di spostare le date relative alle Fiere che si svolgevano in occasione della celebrazione dei festeggiamenti patronali, quella di San Filippo e quella di Santa Sofia. La prima è posticipata dal 29-30 aprile al 4 maggio, mentre la seconda è anticipata dal 4 all'8 settembre.
Il giorno 1 gennaio 1841 Giovanni Losito, Secondo Eletto, nella riunione del Consiglio dei Decurioni afferma: Signori Decurioni, la pubblica utilità, i vantaggi ed i progressi del commercio, che dopo l'agricoltura e le arti formano la sorgente della ricchezza dei Popoli, è divenuta una delle principali cure del nostro Sovrano, che Dio guardi. E questa Popolazione agogna di sempre più accrescere ed aumentare il proprio commercio, e per secondare sì giusti ed utili voti ho il bene di proporre alle SS. LL. quanto segue: Al sopravvenire della Real Dinastia, oggi felicemente regnante, questo Comune di Gioja si avvisò tener supplica al Capo Augusto per la celebrazione annuale di una Fiera dai 23 maggio di ciascun anno per il tutto il restante di detto mese, sotto la denominazione del glorioso San Filippo Neri, preso a principal protettore di questo Comune sin dal 1731 in occasione del terribile terremoto che afflisse questo Reame in detta epoca, e specialmente la Provincia di Bari, e l'Augusto Carlo III, d'immortale, inestinguibile memoria, si degnò di accordarvi il privilegio nelle forme più solenni, e per l'organo della Real Camera di Santa Chiara ai 12 maggio 1742, come rileveranno chiaramente dall'originale Real Diploma fortunatamente rinvenuto nell'attuale inventario e registro di questo Archivio Comunale. Fu aperta questa Fiera nell'anno medesimo e si è continuata sino al presente confondendola con la festa che si celebra al Santo Patrono e che non ha che appena la breve durata di un giorno, e cioè dal primo al secondo vespero del suddetto Santo. Io ignoro qual fosse stata la cagion di tale abbreviazione: essa giace sepolta nella notte dei tempi. Ma poiché questo Comune è cresciuto all'ombra del Real Convento e protezione dell'Augusta Dinastia Borbonica, da una popolazione di circa 3.000 anime, quante ne presentò nell'ultima numerazione del 1737, oggi ne offre una mirabile di circa 13.000 abitanti, e che, in conseguenza, tutte le industrie si sono moltiplicate ed accresciute prodigiosamente, perciò mi sono avvisato proporre alle SS. LL., per il benessere di questi Amministrati, il debito restauramento e trasferimento di detta Fiera, in quell'epoca che meglio stimerete. D'altronde rammento che noi siamo tuttavia nel continuato possesso di una Fiera sotto il nome di Santa Sofia, Patrona e Protettrice di questo Comune, che costantemente si celebra in ogni dì 8 settembre di ciascun anno. L'analogo Privilegio, la Sovrana Concessione è rimasta nella caligine dei vetusti tempi, ed appena per tradizione si sa che il Comune aveva il diritto di esigere tutte le teste degli animali che si ammazzavano durante il corso della Fiera. Tutto ciò fu abolito nel tempo del Governo Militare ( di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat ); ma la Fiera si è conservata per un solo giorno di detto mese. Dicesi che il Diploma di questa Fiera si sia sperduto sventuratamente nell'incendio dell'Archivio Comunale avvenuto nel 1791. Io spero con fiducia che la presente proposizione sarà senza dubbio accolta di buon grado per essere noi fortunatamente già forniti di tutti quei vantaggi che fan d'uopo per il tanto bramato scopo. Infatti in questo Comune vi sono liberi, vasti e buoni pascoli, abbondanti acque sorgive, ricchi viveri, fertili ortaggi, estese boscaglie, abitato esteso, ed ampie strade, decenti e comodi abitati, aria ventilata e salubre; messo il Paese tra le prime città commercianti del Regno, cioè Taranto e Bari,; ai confini delle tre provincie di Bari, Lecce e Basilicata, e tra queste vi sono delle nuove strade di comunicazione. Insomma, giusto lo stato topografico ed i vantaggi che presenta da per tutto, propizio si rende per la celebrazione di Belle Fiere, talché forse non vi è luogo più favorevole quanto questo Comune; quindi è che sin da tempo immemorabile furono riconosciute vantaggiose le dette Fiere, e furono all'uopo concesse dalla saggezza di quei Sovrani Regnanti.
I Decurioni, dopo aver ascoltato la proposta del Losito, considerando i vantaggi che reca al pubblico ed al privato il commercio, trovandosi notabilmente cresciuto nella nostra Provincia, sì per la fertilità del suolo, sì per l'abbondanza di varie merci, vettovaglie e manifatture, e la comodità di frequenti porti, considerandosi che la negoziazione ed il traffico sono sorgenti di ricchezza generale e considerando che questo nostro Comune felicemente è provvisto di tutti gli agi e i comodi della vita a poter sostenere volentieri tutto quanto si richiede al buon esito dello bramato scopo, deliberano unanimemente:
1- Che la Fiera sotto il nome del Glorioso San Filippo Neri sia trasferita ed aggiornata pei giorni 29 e 30 aprile, fino al giorno 4 di ciascun mese di maggio;
2- che l'altra Fiera in cui siamo nel continuato e pacifico possesso, e di cui non si è potuto rinvenire il corrispondente Diploma, come di sopra si è detto, dovrà cominciare dal giorno 4 all'8 settembre inclusivo di ciascun anno.
A tal uopo si pregava il Sig. Intendente a fare i più valevoli uffizi presso il Ministro Segretario di Stato, onde il nostro Comune risorgesse ed ottenesse il giusto e proposto scopo e si destinava il Sindaco a rassegnare ai piedi di S. M. la supplica onde giungere al tanto sospirato scopo.
Esattamente tre anni dopo dal Ministero dell'Interno, Ramo di Polizia, in Napoli, giunge l'autorizzazione di Ferdinando II, re delle Due Sicilie, a mantenere la Fiera di Santa Sofia. Infatti nel Decreto del 30 gennaio 1844 si dice: Ferdinando II per la grazia di Dio Re del Regno delle Due Sicilie, di Gerusalemme ecc., Duca di Parma, di Piacenza e Castro ecc. ecc., Gran Principe Ereditario di Toscana ecc. ecc. ecc., Decreto pel quale il Comune di Gioia in terra di Bari autorizzato ( ad effettuare ) l'antica fiera che ivi si celebra sotto il nome di S.a Sofia agli 8 di settembre, serbate le prescrizioni della sovrana risoluzione del primo giugno 1826.
L'8 agosto dello stesso anno i Decurioni approvano la proposta del Sindaco, Donatantonio Panessa. Egli afferma: Avendo S. L. il Re di Napoli con Real Decreto del 30 gennaio corrente anno degnatasi permettere a questo Comune, che l'antica Fiera sotto il nome della nostra Protettrice e Patrona S. Sofia, sia trasferita, e celebrata dal giorno quattro, agli otto settembre di ciascun anno, così io non ho mancato preparare con pubblici manifesti su istanza a questo Comune, a quella della Provincia nonché a molti altri delle limitrofe Province, onde venga consentito il tanto sospirato oggetto. Resta ora stabilire immantinente i fini propri per l'esecuzione e celebrazioni della medesima, nonché di quell'altra di maggio sotto il titolo di S. Filippo Neri nostro Protettore, che mi è stato felicemente assicurato di essere prossimo a giungere il Sovrano Real Decreto.
A mio giudizio credo esser idoneo l'antico, decente, e central luogo del Largo del Palazzo Comunale, sotto di cui si potranno ben volentieri con progresso del tempo, e con i felici risultati costruire delle Baracche a vantaggio del Comune. Da quanto sito sopra prolungarsi lungo l'ampia strada, che lega immediatamente coi Larghi Portagrande, Castello, tutto la Piazza, fino alla casa del sig. Nicchio e Calabrese. Ove maggior bisogno vi sarà per felice concorso col periodo del tempo, vi si potrà anche addivar a tal uso anche il Largo S. Vito, che congiunge con spaziosa strada con quella del Palazzo Comunale. Questa linea presenta l'opportunità di molte Botteghe, i buoni locali per deposito, e per l'esposizione di ogni genere, e manifattura, perciò è preferibile a qualunque altra.
Dovrà cominciare dal punto di dietro la casa di D. Saverio Panessa lungo la Regia Strada, quella del Camposanto, prolungandosi quindi fino al Largo San Francesco verso la strada di Santeramo. Questi idonei punti presentano il vantaggio dell'ombra nelle ore antimeridiane, e sono tutte in direzione perfetta, e poco lungi dal Parco destinato pel pascolo, e delle sorgive. Finalmente è uopo stabilirsi una Triennale Deputazione di buoni soggetti onde possano sotto la direzione del Sindaco Presidente, e primo Eletto vigilare, assistere, disporre, ed ordinare con tutti, pel felice risultato della Fiera. Saranno sotto i loro ordini il Guardia Rurale, ed Urbano; nonché i Serventi Comunali, ed il Guardia Forestale di quel pascolo che si offre gratuito agli animali di Fiera nel corso della stessa.
I Decurioni approvano la suddetta proposta e nominano per un triennio quattro Deputati con il compito di concorrere al maggior vantaggio ed al conseguimento degli obiettivi concordati.
Fino alla metà dell'Ottocento la sede dello svolgimento della Fiera è stata a Largo San Domenico e nelle immediate vicinanze, che erano libere da costruzioni.
Nel 1871 i Decurioni nominano l'architetto D'Erchia perché progetti la Piazza Coperta.
Il 28 aprile 1877 il Consiglio comunale delibera l'istituzione di un mercato settimanale da tenersi di domenica.
Il 7 maggio 1879 il Consigliere Rosati propone di spostare la Fiera degli animali che si svolge a Gioia dal mese di aprile al 23, 24 e 25 maggio.
Nel Consiglio del 24 maggio 1892 si chiede di dotare il paese di un sufficiente largo per la fiera degli animali, che sta crescendo di importanza, da utilizzare anche per lo sparo di fuochi pirotecnici.
Il 20 febbraio 1893 si affronta la proposta di acquisto di suolo per lo spiazzo della fiera, spiazzo esistente a via Tarantino. Ancora oggi in quella zona insiste via della Fiera.
Il 4 luglio 1905 il Consiglio delibera di bonificare la zona di suolo tra via Stazione e via Santeramo, con il ricaccio di uno spiazzo per la fiera. In tale zona, infatti, per la mancanza dipendenze le acque ristagnavano per cui si formavano paludi. Il Comune avrebbe potuto acquistare il suolo, utilizzare le strade per la fiera e lo spiazzo per l'accensione dei fuochi pirotecnici; infatti lo spazio allora utilizzato per i fuochi era piccolo. Le fiere, nei giorni stabiliti, se ne sarebbero avvantaggiate con benefiche ricadute per l'economia del paese; lo scoppio di bombe pirotecniche sarebbe stato più sicuro in quel luogo; il passeggio nei giorni festivi sarebbe stato assicurato.
Si chiede di insistere presso la Società delle Ferrovie Meridionali perché la strada fatta costruire da tale Società e che fiancheggia la ferrovia fosse portata da 6 a 10 metri, il che avrebbe consentito di utilizzare meglio lo spazio della fiera che lì si svolgeva.
Il 29 ottobre 1906, durante il sindacato dell'avvocato Bruno Berardino, il Consiglio discute la proposta del consigliere Antonicelli Angelo di stanziare in bilancio una somma per incremento dell'industria agraria. In tale circostanza si ricorda che già 15 anni prima l'amministrazione Eramo provvide alla fiera in uso dal 23 al 25 maggio confermando quella più antica dei giorni 7 e 8 settembre. E' necessario, dice, aumentare il movimento industriale agrario di Gioia e occorre creare un mercato settimanale per tutte le produzioni che proprietari, agricoltori e massai ritraggono dai frutti della nostra vasta campagna ( come bue, vacca, vitello, agnello, pecora, capra, capretto, ecc.). Metà del nostro popolo vive in comodi rurali e dedicandosi ad industria minuta: tacchini, galline, colombi e altro. I compratori andrebbero in campagna e venderebbero in paese una volta la settimana, con arrivo anche di compratori forestieri da comode strade o tre linee ferrate ( acquisti anche di uova, ricotta, formaggi freschi). Il Consiglio decide di istituire in Gioia in ogni sabato di ciascuna settimana un mercato per la vendita di prodotti agrari, derrate, animali e simili, dando incarico alla Giunta di espletare gli atti necessari per la esecuzione del deliberato.
Il 17 gennaio 1907 viene deliberato l'acquisto di un fondo per farne un'ampia piazza ad uso di fiera e per altre pubbliche utilità, tra la via Stazione e via Santeramo, spiazzo di proprietà della Parrocchia.
Il 4 febbraio 1921 il Consiglio autorizza l'acquisto del suolo della Prebenda fra via di Santeramo e via della Stazione per creare una villa e una strada, come luogo di ritrovo e per risanare quel posto dove ristagnavano le acque di scolo della città, perfezionando le trattative con l'arciprete D. Francesco Giove; c'è una perizia dell'agronomo dott. Giangiacomo D'Aprile di £. 51.000, mentre la richiesta è di £. 120.000. Si sarebbe potuto vendere il suolo della fiera a Via Noci e sistemare su questo suolo anche la fiera.
Il 7 settembre 1931 viene deliberato il fitto dell'ortale Sannelli per uso della Fiera e del Mercato settimanale. Il campo della Fiera, nell'omonima via, infatti è stato occupato per la costruzione del Campo sportivo del Littorio e il giardino di Piazza XX Settembre è stato sistemato per cui il mercato settimanale è stato spostato nella zona adiacente Piazza XX Settembre. Per la fiera c'è posto a sud della città in un orto di proprietà di Virginia Sannelli di circa 20 ettari a ovest di via Flora e confinante con via Mergellina e viale del casino ex Sannelli. Il fitto ammonta a £. 2.000 annue.
Il 12-8-1952 la giunta delibera di istituire un mercato della frutta e della verdura a Piazza Livia a partire dal successivo 1 settembre, poiché quello utilizzato a Piazza Luca D'Andrano era congestionato.
Il 14-3-1958 il Commissario Prefettizio, Emanuele Loperfido, delibera di istituire un cantiere di lavoro per la formazione di un campo boario dove si svolgeranno manifestazioni e mercati zootecnici, con particolare riguardo alla rassegna-mercato di bovini di razza bruno-alpina.
Il 24-10-1959 l'Amministrazione comunale, per evitare che l'ex Lanificio Lattarulo finisse in mano di privati, a seguito del procedimento di liquidazione, decide di acquistare l'immobile, contraendo un mutuo di 50 milioni di lire, per utilizzarlo come sede di un mercato ortofrutticolo all'ingrosso.
La Giunta in data 18-12-1959 approva in via di massima l'opera pubblica denominata Lavori di costruzione del Nuovo Mercato Coperto Comunale. Bisognerà attendere circa 40 anni perché il nuovo Mercato coperto trovi piena realizzazione e venga aperto al pubblico.
Dopo aver trovato allocazione in Piazza XX Settembre, via Gioberti e via Manin, il mercato settimanale del martedì, a partire dal 19 gennaio 1982, viene spostato intorno a Piazza Pinto ( l'ex ortale Sannelli ) e vie limitrofe.
In aderenza all'Ordinanza del Ministero della Salute del 3-4-2002, riguardante " Requisiti igienico-sanitari per ilo commercio dei prodotti alimentari sulle aree pubbliche ", il 26 giugno 2003 la Giunta Comunale ha deliberato lo spostamento sia del mercato settimanale del martedì che della fiera di San Filippo nell'area antistante il Palazzetto dello Sport ed il nuovo Campo sportivo comunale. La decisione è stata motivata sia per motivi di sicurezza e di incolumità pubblica, sia per insufficienza di spazio a disposizione dei posteggi di vendita, a causa della ridotta dimensione delle strade precedentemente utilizzate, sia per motivi determinati dall'ingombro di accessi ad abitazioni private, ad attività commerciali e pubblici servizi e per il mancato accesso a passi carrabili di autorimesse private.
In questi ultimi mesi l'Amministrazione comunale sta prendendo in considerazione la possibilità di spostare il mercato settimanale del martedì dall'attuale sede in una zona meno decentrata, posta a Nord Ovest del paese, tra via D'Annunzio e la centrale Telecom.
Le due fiere, quella di Santa Sofia e quella di San Filippo, quest'ultima nota da qualche anno come Fiera di primavera, continuano a tenersi rispettivamente il 7 settembre e la domenica precedente la festa del Santo Patrono.
Da qualche anno è stato istituito il mercatino dell'antiquariato e dell'artigianato locale, una rassegna che si svolge durante la seconda domenica di ogni mese.
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21 Dicembre 2009