Tra antico e moderno in onore di Maria
22 Dicembre 2009 Autore: Rossana D'Addabbo
Categorie: Storia, Turismo
Per nove giorni di seguito è stato un affrettare il passo, ansioso, giù per le scale di un anonimo condominio, in quella semiperiferia un tempo fuori le mura, solo fino a quarant’anni fa occupata da orti, pozzi d’acqua sorgiva e frutteti attorno ad abitazioni monofamiliari, e poi lungo strade interne, silenziose al primo calar del buio. Verso quale agognata meta? Il cuore del borgo bizantino, l’antica Chiesa di Sant’Andrea Apostolo. Dall’asfalto e dal cemento, che tutto soffocano, alle chianche sulla terra viva tra le case in pietra e tufo, l’impressione di aver percorso a ritroso qualche millennio di storia, con una sosta benefica tra il XVIII ed il XIX secolo, quando nacque e si affermò, per motivazioni spirituali ed assistenziali, uno di quei tanti sodalizi laici, tuttora vivi ed operanti.
Perché mai affannarsi? Per partecipare, assaporandone il gusto fino all’ultimo istante, ad una pia pratica, scoperta quasi “per caso”, in occasione di un lavoro negli archivi confraternali. Non saprei datare quest’antica consuetudine in Gioia. Forse ebbe inizio nel 1721, per iniziativa di colui che istituì la Confraternita dell’Immacolata, il gesuita p. Domenico Bruno? Oppure nel 1780, l’anno del regio assenso alla fondazione e alle regole? O piuttosto nel 1888, quando la “bolla” papale di Leone XIII le conferì il titolo di “Arciconfraternita”?
La Casa Torre
20 Novembre 2009 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Storia, Turismo
Non solo al turista poco attento, ma anche al comune cittadino gioiese, se entrambi non prestano attenzione alla modesta segnaletica presente, può sfuggire, a causa dell’angusta strada in cui è ubicata, un’antica Torre sita in via Fontana n. 5.
E’ difficile osservarla se non si alza gli occhi, proprio perché la costruzione è ” costretta ” da un’angusta strada e incassata tra altre abitazioni.
E’ stata costruita probabilmente su una preesistente fortificazione medievale.
Tra Via Fontana ( nome del sacerdote Don Francesco Saverio Fontana, nato a Gioia il 1667 e morto Vescovo ad Ascoli Satriano nel 1736, il quale nel 1732 donò il suolo per edificare l’attuale Chiesa di San Francesco), Via Palude e Largo Cisterna, in una zona un tempo paludosa del centro cittadino, sembra che verso la fine del secolo XIII un nobile fiorentino, di nome Perrino, della famiglia De’ Rossi ( casato che faceva parte della corte di Federico II a cui è stata intitolata una delle due torri superstiti del castello, quella più alta sul lato sud-ovest ), fece costruire una Torre.
Della Torre abbiamo notizie certe il 14 dicembre 1819 in occasione di una deliberazione con la quale il Decurionato accetta l’offerta di Vito Felice Monte, di Gioia, di prendere a censo capitaneo ( pagamento, da parte di un capo importante della comunità, di
Per una raccomandazione speciale…
1 Novembre 2009 Autore: Rossana D'Addabbo
Categorie: Storia, Turismo
… conviene puntare molto in alto. Il fenomeno è sempre esistito, a maggior ragione in tempo di crisi e scarsità di mezzi. Nella società romana antica, ad esempio, molti uomini liberi, ma di modesta condizione sociale, per sopravvivere si riducevano allo stato di clientes, quotidianamente alla ricerca di uno o più generosi patroni. Tale fu anche Giovenale, autore latino della prima metà del I sec. d.C., dopo aver esercitato per un periodo l'avvocatura: nelle sue satire descrisse efficacemente la vita amara del cliente, che ogni giorno all'alba e con qualunque tempo era costretto ad aggirarsi per le strade della città, pur di essere tra i primi a salutare il suo signore. Il patronus, se particolarmente ricco, aveva infatti uno stuolo di clientes, i quali al mattino affollavano l'atrio della sua casa per il rituale saluto, la salutatio matutina, e per rendersi disponibili a svolgere incarichi di vario tipo (dal disbrigo di pratiche burocratiche alla cura degli affari economici e patrimoniali, all'organizzazione della campagna elettorale in caso di candidatura del patrono), ricevendone in cambio innanzitutto la sportula, una cesta piena di vivande per il vitto giornaliero, poi sostituita da piccole somme di denaro, quindi protezione e assistenza giuridica in tribunale.
Piazza del Plebiscito o Plebiscito
21 Ottobre 2009 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Gioia Nota, Storia, Turismo
Dopo aver constatato che Gioia aveva raggiunto gli 11.000 abitanti, il Decurionato nella seduta del 6 giugno 1824 ritiene che sia giusta l'esigenza di costruire una piazza.
Gioia a quell'epoca aveva dei luoghi aperti, utilizzati per diverse finalità. Vi erano degli spiazzi che erano frequentati nelle ore pomeridiane dai braccianti in cerca di lavoro, poichè lì incontravano i signori in cerca di manodopera per le loro terre; vi erano degli spazi ampi, in cui si svolgevano le fiere e i mercati. Quelli più antichi erano situati di fronte alla Chiesa di San Francesco, di fronte al Castello normanno-svevo e alla periferia del paese, in direzione est verso Noci. In questi casi non si può parlare di una vera e propria piazza, essendo, quelli, luoghi privi di cura e di regolare manutenzione; spesso erano zone di accumulo e di depositi vari e, quindi, anche in rilevato rispetto al livello della strade adiacenti.
Novità sul simbolo cristiano per eccellenza
12 Ottobre 2009 Autore: Rossana D'Addabbo
Categorie: Storia, Turismo
La sera del 12 settembre 2009, nella Chiesa di S. Antonio, ha avuto luogo un interessante “fuori programma” nelle manifestazioni in onore del SS. Crocifisso: la presentazione del libro di Michele Loconsole, “Il segno della croce. Storia e liturgia”, con cui il giovane autore ha illustrato i risultati delle sue indagini sulla devozione per la S. Croce nei primi secoli dell’era cristiana, sfatando alcuni luoghi comuni. Il pubblico, conquistato dalla semplicità, dall’immediatezza e dal fascino delle sue parole, ha così potuto conoscere un alacre studioso di storia delle maggiori reliquie della Passione di Gesù, come la Sindone, la corona di spine, il cartiglio con il titulus ovvero l’iscrizione identificativa del condannato, fissata sulla sommità della croce – per Gesù, con le lettere dell’acronimo I(esus) N(azarenus) R(ex) I(udeorum).
La Chiesa di Sant’Andrea
7 Giugno 2009 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Storia, Turismo

La chiesa di Sant’Andrea
Se la prima menzione di Gioia risale ad un documento del 1085, dal quale si evince che il normanno Riccardo Siniscalco sviluppa ed ingrandisce un nucleo preesistente del nostro paese, piuttosto che fondarlo, Gioia in un periodo precedente a tale data doveva avere già una Chiesa.
Questa, secondo lo storico ed economista gioiese Giovanni Carano Donvito, doveva essere appunto la Chiesa di S. Andrea, la quale, probabilmente, è dovuta per un certo tempo coesistere con l’antica Chiesa di S. Marco, che vi distava circa un miglio.
Anche l’Arcidiacono Michele Garruba pensa che l’attuale Gioia abbia avuto origine tra il nono e il decimo secolo, quindi a quell’epoca si potrebbe far risalire la edificazione della chiesa di S. Andrea.
Questa Chiesa ( se si esclude l’ipotesi della costruzione della Chiesa Madre risalente al 506 ), unitamente a quella di S.Maria Maddalena, entrambe situate nel borgo bizantino o prenormanno, si contende il primato del luogo di culto più antico di Gioia.
Come quella, infatti, probabilmente risale al secolo X ed originariamente sembra essere stata chiamata S. Maria del Casale e successivamente dedicata a S. Maria di Costantinopoli.
La Chiesa di Sant’Angelo
24 Maggio 2009 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Senza categoria, Storia, Turismo
Non abbiamo notizie certe né sull'origine né sull'epoca in cui questa Chiesa è stata fondata.
L'esistenza di una Chiesa di Sant'Angelo è attestata per la prima volta in un documento del 1087, in cui si dice che in quell'anno il duca normanno Ruggero d'Altavilla concede all'Arcivescovo di Bari, Ursone, delle proprietà a Monte Sannace, comprendenti terre ed orticelli che sono presso la chiesa di Sant'Angelo ( concedimus ecclesiam Sancti Angeli que sita est in monte Ioannacii cum omnibus orti set orticellis suis qui sunt iuxta ipsam ecclesiam et vadit per viam qua itur Ioam ). Si tratta di una chiesa che testimonia la venerazione per questo Santo, ma che non nulla a che vedere con l'attuale chiesa di Sant'Angelo.
Da alcuni documenti normanni del XII secolo apprendiamo che intorno al 1170 l'abate Arivie avrebbe fatto costruire a sue spese, nei pressi del castello, una chiesa dedicata a santo Stefano. In un successivo periodo questa veniva chiamata chiesa "di San Giovanni".
Il Carano Donvito sostiene che la chiesa di Sant'Angelo era nota come Santa Maria di Costantinopoli. La Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, a detta di Padre Bonaventura da Lama, fu inizialmente dedicata a San Giovanni e, più tardi, dal nome di Santa Maria di Costantinopoli passò al nome attuale di Sant'Angelo, forse per non confonderla con l'altra Chiesa di S Maria di Costantinopoli (oggi S. Andrea). Con l'abolizione definitiva del rito greco la chiesa viene solennemente riconsacrata e dedicata a S. Maria di Costantinopoli.
C’era una volta a Gioia … il ” Maggio all’Infanzia “
18 Maggio 2009 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Eventi & Tempo Libero, Turismo
In questi giorni di maggio negli anni trascorsi, mentre le strade, le piazze di Gioia si riempivano del festante vocio dei ragazzi in appassionanti e poliedriche attività ludiche, il Teatro Rossini ospitava una serie di compagnie che presentavano nuove rappresentazioni per l’infanzia.
Per la prima volta, dal 1998, dopo più di un collaudato decennio di esperienze artistico-teatrali rivolte ai ragazzi della fascia scolastica che va dalle materne alla scuola media, e che in tempi più recenti ha interessato anche studenti delle scuole superiori, Gioia è orfana del ” Maggio all’Infanzia “. Si tratta di un vero e proprio festival di teatro per ragazzi, con laboratori, mostre, concerti, animazioni, nuovi spettacoli, il tutto organizzato dal Comune di Gioia in collaborazione con il Teatro Kismet OperA di Bari. Ci mancano i colori, i lavori dei ragazzi di scuola che adornavano le strade del paese, la festa, i sorrisi, la laboriosità e l’allegria che sprizzava dai loro visi e che contagiava i passanti, preannunciando un sereno scorrere della primavera e della vita.
La Chiesa Madre o di Santa Maria Maggiore (Parte I)
10 Maggio 2009 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Storia, Turismo
L'arciprete gioiese Paolo Catucci intorno al 1772 afferma che la Chiesa più antica di Gioia fu eretta nel 506, come si leggeva su una lapide in marmo che riportava A nativitate Christi 506; tale affermazione è riportata anche da Padre Bonaventura da Lama.
L'abate Francesco Paolo Losapio ( Quadro Istorico-poetico sulle vicende di Gioia in Bari detta anche Livia ) parla del 1040 come data di edificazione della Chiesa Maggiore. Afferma che il Dinasta Riccardo Siniscalco Normanno dopo aver fondato il Castello e la Terra di Gioja, fondò e dotò in seguito la Chiesa palatina di San Pietro,( nome originario della Chiesa Madre ) avvalendosi dell'opera e della direzione dell’architetto che impiegò Ruggiero nella costruzione della Chiesa superiore di S. Nicolò di Bari, col medesimo ordine architettonico. Lorenzo Giustiniani… assegna l'epoca del 1040 alla fabbrica della Chiesa di S. Nicolò, di maniera che si può credere ragionevolmente che la fabbrica della nostra Chiesa di S. Pietro dovè essere terminata verso il 1050, ed addette al pubblico culto verso quest'ultima epoca… Lo stesso Riccardo e poi Federico II l'arricchirono e la dotarono di vastissimi feudi serrati, demani aperti e ricche possessioni, facendone una Chiesa Palatina Collegiale, che ben tosto andremo a vederla anche Collegiata insigne, gloriosa e rispettabile.
Alcuni identificano questa Chiesa con una dedicata a S. Marco ( l'attuale, tra le altre reliquie, conserva un dito dell'evangelista Marco ) o con quella di Santo Stefano; numerose sono le denominazioni che le sono state attribuite nel corso dei secoli: Natività della Vergine, Santa Maria Maggiore o della Neve, S. Pietro. Un diploma normanno del 1180 cita questa Chiesa con il titolo di Santa Maria. Di certo si officiava secondo il rito latino.
Il Teatro Comunale di Gioia
17 Febbraio 2009 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Eventi & Tempo Libero, Primo Piano, Storia, Turismo
L'idea della istituzione di un Teatro a Gioia, volontà che si afferma contemporaneamente a quella della formazione della Banda musicale municipale, nasce prima dell'Unità d'Italia.Si inizia a parlare di Teatro nella prima metà dell'Ottocento, precisamente nella seduta del Decurionato del 23 aprile 1837. Dal verbale di quella riunione apprendiamo che l'assemblea ha appena fissato le basi per il fitto del Lamione attaccato a San Domenico e che subito dopo qualche decurione ha fatto la mozione di essere cosa sorprendente e dispiacevole che in questo Comune che contiene al di sopra di 12 mila abitanti, e che è situato in un punto tra le Provincie di Lecce, la Basilicata ed una Strada Consolare, per dove transita la diligenza, e Procaccio, non vi sia un locale proprio da servire per Teatro, per cui sarebbe utile che il Lamione per lo quale sonsi già fissate le basi di affitto come sopra possa restare inaffittato, da servire per uso di Teatro ed ha concluso di passare la proposta in quest'atto istesso, con supplicarsi dal Sindaco i Superiori onde si benignino gradire una tale proposta per la migliore civilizazione di questa popolazione, al che compiacendosi i sullodati Superiori aderire, se ne aprirebbe subito una sottoscrizione volontaria per la formazione del Teatro in detto locale, da riattarsi all'uopo, essendo anche ciò di voto pubblico. L'intero Decurionato facendo eco, unanimemente a tale proposta, vi presta tutta l'adesione, e prega il Sig. Sotto Intendente dei suoi buoni uffici presso del Sig. Intendente perché sii appagato un tal desiderio da più tempo desiderato ed atteso da questo publico.