Fugaci battiti d’ali tra le mura del Castello
13 Novembre 2012 Autore: Rossana D'Addabbo
Categorie: Storia, Turismo
Tra breve si udranno solo quelli dei numerosi volatili, che popolano l’austero ed elegante maniero in questo periodo (corvi e piccioni, essendo migrati da un pezzo i falchetti), poiché presto prenderanno il volo dal Museo Nazionale i bambini della Puglia antica con i loro giocattoli e le loro storie. Non appena i singoli reperti, le piccole tombe e i corredi funerari verranno restituiti ai loro rispettivi musei, sembrerà davvero essere stata un “battito d’ali” la durata dell’esposizione temporanea dall’eloquente titolo, “Battiti d’ali. Storie di bambini nella Puglia antica”, che per cinque anni e mezzo, dal mese di maggio del 2007, ha emozionato, commosso, intenerito innumerevoli turisti italiani e stranieri di passaggio nella nostra città. E già un sentimento di malinconia e di nostalgia aleggia nelle sale del museo, mirabilmente allestite, e nel cuore di chi se n’è preso cura in tutto questo tempo, adoperandosi per la loro custodia e valorizzazione!
Ancora pochi giorni, quindi, per rivisitare le frammentarie testimonianze di vita di Optatus, Graecinia Sevia, Grapte, Thalame, Dizoma e dei tanti bambini e ragazzi anonimi, vissuti a Taranto, a Conversano, a Gravina, a Rutigliano, a Monte Sannace, ad Egnazia.
Agamennone e gli altri lasciano il castello di Gioia
26 Ottobre 2012 Autore: Rossana D'Addabbo
Categorie: Storia, Turismo
Per un anno e mezzo insieme a visitatori di varie nazionalità e provenienze abbiamo potuto rivivere frammenti di storie di eroi e dei omerici, illustrati su dieci preziosi reperti, databili tra il VI ed il IV sec. a. C., ospitati nella “Sala del Forno” del nostro castello federiciano.
Su un cratere a campana a figure rosse di produzione apula, rinvenuto a Taranto, Achille, sotto la guida della dea Atena, elmata a mezzo busto su di lui, era colto nell’atto di tendere un agguato a Troilo, figlio di Priamo, re di Troia, che ignaro stava facendo abbeverare il suo cavallo, abbandonato al suo destino da un compagno, accortosi del tranello. Secondo l’oracolo bisognava uccidere il giovanissimo principe per vincere la guerra. Accanto al cratere, su una lekythos attica a fondo bianco, anch’essa trovata a Taranto, Aiace e Odisseo si contendevano, invece, le armi di Achille, già morto, per acquisire il suo valore militare.
Non mancavano scene di commiato o di partenza degli eroi per la guerra, come nel caso degli anonimi cavalieri sulla lekythos attica a figure nere da Santo Mola, vicino Gioia, e, mentre osservavamo Menelao e Odisseo in ambasceria a Troia, Ettore e Paride erano in procinto di partire, raffigurati tra Cassandra ed Apollo, con i nomi dipinti sul Kantharos attico a figure rosse da Gravina; ci commuoveva il saluto di Ettore alla moglie Andromaca e al figlioletto Astianatte, in braccio a sua madre, sulla lekythos attica a figure nere da Taranto.
Un dipinto ad olio su tela nella Chiesa di S. Domenico
21 Ottobre 2012 Autore: Rossana D'Addabbo
Categorie: Storia, Turismo
In questo mese dedicato alla Madonna del Rosario a chiunque sia entrato nella Chiesa di S. Domenico, annessa al nostro palazzo municipale, per un omaggio alla Vergine, raffigurata nel bell’acrolito di ceramica dagli occhi di cristallo, con il Bambino in braccio, entrambi in abiti ricamati in oro, non sarà sfuggita la freschezza di una tela recentemente restaurata, appesa alla parete sul secondo altare di destra.
Vi si riconoscono tre Santi domenicani: in alto, il predicatore s. Vincenzo Ferrer, la cui iconografia di Angelo dell’Apocalisse lo ritrae con le ali, la fiamma sulla testa e la tromba, qui riprodotta in mano ad un puttino; in basso, in primo piano, s. Pietro da Verona con la mannaia sulla testa e la palma del martirio, offertagli da un altro angioletto, mentre con l’indice intinto nel suo stesso sangue scrive: Credo in Deum; al centro, s. Tommaso d’Aquino, il Doctor Angelicus, con il sole nel petto, che infiamma le sue virtù di sapiente ed è l’unico a guardare l’ostensorio in alto a destra, mentre pare che scriva, incarnando amore e fede nel mistero eucaristico.
Il Santo più noto fra i tre, Tommaso d’Aquino, era nato nel 1225 a Roccasecca, tra Roma e Napoli, nell’attuale provincia di Frosinone, ed era imparentato con Federico II di Svevia: in pieno conflitto tra Impero e Papato, che aveva scelto il potere temporale per ragioni di rappresentanza, ed in contrasto con la volontà dei suoi genitori, Tommaso si affidò ad un ordine mendicante, quello dei Domenicani, che lo inviò a Parigi, pur essendo egli legato all’Università di Napoli. Lasciò incompiuta la Summa Teologica.
La Chiesa di San Rocco e la devozione del Santo a Gioia
16 Agosto 2011 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Storia, Turismo
Come mai il culto a Gioia di un Santo non italiano? San Rocco pur non essendo italiano è molto venerato in Italia, specie nel Sud.
Sono discordanti le poche fonti sulla vita di san Rocco; è quasi certa la sua nascita a Montpellier in Francia tra il 1345 e il 1350. E’ figlio del locale governatore, quindi di famiglia benestante e sicuramente cristiana. Vive in un periodo in cui l’Europa è segnata dal flagello della peste (in due anni muoiono circa 20 milioni di persone) e nel quale la Chiesa attraversa un forte momento di crisi. A 20 anni resta orfano di padre e madre e decide, forse seguendo le ultime volontà del padre morente, di seguire Gesù. Probabilmente entra nel terz'ordine francescano, perciò lascia tutti i suoi beni, veste l'abito da pellegrino e si reca in pellegrinaggio a Roma. Durante il suo viaggio si dedica alla assistenza e alla cura dei malati di peste, morbo che in quegli anni flagellava in modo particolare l'Italia. Guarisce molti malati di peste in modo miracoloso e la sua fama di guaritore si diffonde rapidamente dappertutto. Mentre si trova a Piacenza si ammala anche lui; in quella città gli vengono attribuiti numerosi miracoli di guarigioni. A causa della malattia soffre a tal punto che viene allontanato dall'Ospedale perché "disturba" con i suoi lamenti.
Gesù, il Crocifisso (Riflessioni sulla Passione)
20 Aprile 2011 Autore: Rossana D'Addabbo
Categorie: Storia, Turismo
Specialmente nella Settimana Santa, pensando a Gesù, alla Sua terribile “Passione” e morte in croce, almeno una volta nella vita ci siamo chiesti: perché uccidere proprio Lui, che predicava l’amore di Dio e l’amore per il prossimo?
Da un punto di vista strettamente umano ciò avvenne per due motivi, uno religioso ed uno politico. Il motivo religioso presenta molteplici sfaccettature. Innanzitutto Gesù era contrario all’osservanza puramente formale della legge mosaica, come dimostra l’episodio della prostituta salvata dal linciaggio: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”, disse Gesù, rivolgendosi ai presenti, ma nessuno ebbe il coraggio di farlo… Per le sue parole sul Tempio, che avrebbe ricostruito in tre giorni, riferendosi con esse al suo corpo e non al Tempio di Gerusalemme, il luogo sacro degli Ebrei per eccellenza (per cui una tale affermazione appariva loro pari ad una bestemmia). Per il suo atteggiamento, che destava scandalo: frequentava peccatori e mangiava con loro.
In sostanza Gesù con i suoi insegnamenti ed il suo esempio avrebbe capovolto la visione religiosa della gente e abbattuto i privilegi di una ristretta cerchia di persone, che detenevano il potere; andava, dunque, eliminato.
Novità dal Museo Nazionale Archeologico di Gioia del Colle
6 Aprile 2011 Autore: Rossana D'Addabbo
Categorie: Storia, Turismo
In occasione della XIII “Settimana della Cultura” (9-17 aprile 2011), che prevede sull’intero territorio nazionale ingressi gratuiti nei luoghi della cultura statali e molteplici iniziative di valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale italiano, è stata allestita nel castello normanno-svevo di Gioia del Colle una nuova mostra archeologica dal titolo: “Agamennone e gli altri. Gli eroi di Omero nella cultura figurativa della Puglia antica”.
Alcune pregevoli ceramiche attiche, importate nella Magna Grecia tra il VI ed il V sec. a. C., ed italiote di V sec. a. C. (vasi a figure nere da Taranto e a figure rosse da Gravina in Puglia, da Gioia del Colle e da Taranto) illustrano il tema della guerra trasferito nel mondo mitico degli eroi, cantati da Omero e dai grandi tragici greci, in particolare il mito di Agamennone, la saga troiana e la loro sopravvivenza in Occidente, ovvero l’adesione al modello greco di stampo eroico da parte delle élites magnogreche e di quelle indigene ellenizzate della Puglia antica.
La mostra, inaugurata il 4 aprile 2011, è visitabile tutti i giorni fino al 30 aprile, in orario continuato dalle 8.30 alle 19.30, con ingresso gratuito esteso alle restanti sale del museo e del castello.
Per ulteriori informazioni: tel. 080 3481305.
Il Molino ” Excelsior ” di Gioia del Colle
11 Gennaio 2011 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Prodotti Locali, Storia, Turismo
Nella prima metà del secolo scorso Gioia del Colle era rinomata non solo per lo sviluppo del settore caseario, la mozzarella, o meglio il fiordilatte, e gli altri prodotti della lavorazione del latte, ma anche, per restare al campo alimentare, per la produzione di vino primitivo e di olio d’oliva.
Il panorama economico del paese era costellato anche da numerose industrie di trasformazione di prodotti vitivinicoli ( distillerie ), da industrie tessili, da ebanisterie e soprattutto da complessi industriali per la produzione di pasta e per la molitura e la sfarinatura dei cereali.
Una foto del 1903, la prima riportata nell'articolo, presenta la veduta di Gioia dalla via per Santeramo e mostra il panorama industriale di Gioia, con una presenza di ciminiere che svettano sull’abitato, a conferma del confortante sviluppo economico-industriale del nostro Paese all’inizio del Novecento.
La scelta della zona posta ad ovest del paese, in prossimità della periferia dell’abitato, come insediamento di industrie, era dettata da due favorevoli coincidenze:
– la presenza di due ben distinte linee ferroviarie, la Bari-Gioia-Taranto, che collega l’Adriatico e lo Ionio e la Gioia-Rocchetta Sant’Antonio, che collega il nostro territorio alle coste del mar Tirreno, importanti e utili vie di comunicazioni e di traffici commerciali,
Le masserie di Gioia Parte I
20 Dicembre 2010 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Territorio & Ambiente, Turismo
Masseria, dal latino massa, termine che deriva dalla parola greca μαζα (maza) che indica l’impasto per fare il pane, nell’alto medioevo significava un grande possedimento terriero costituito da un insieme di fondi o poderi, ” pars massaricia ” , dati in affitto per un certo tempo a un conduttore il quale lo faceva coltivare da coloni e servi , in opposizione alla ” pars dominica ” , terre coltivate dal signore ), è l’azienda rurale diretta da un contadino, massaro, secondo un contratto di colonìa.
Sin dal suo sorgere la massaria indicava delle realtà economiche ed insediative diversificate, pur costituendo in generale un insediamento umano nel territorio rurale, che si configura come centro di produzione, organizzazione del lavoro agrario e dell’allevamento.
Le masserie, infatti, si possono raggruppare in quattro categorie:
Due gioiesi a New York
11 Settembre 2010 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Gioiesi nel Mondo, Turismo
Produce di sicuro un certo effetto e una piacevole sensazione di benessere e l'impressione di ritrovarsi a casa, incontrare, mentre si è in giro per il mondo, nostri concittadini, affermati in diversi settori o positivamente impegnati in alcune attività lavorative o produttive.
Mi piace, oggi, giorno in cui ricorre il 9° anniversario dell'attacco terroristico alle Torri Gemelle di New York, portare all'attenzione dei lettori una realtà positiva che ho riscontrato in quella metropoli.
A Long Island, in una zona immersa nel verde e a poca distanza dal mare di Long Beach, a circa 30 minuti da Manhattan, due gioiesi, Beppe e Tiziana Resta, qualche tempo prima di quel tremendo avvenimento che oggi richiamiamo alla mente, hanno dato vita ad una attività ricettivo-turistica, mettendo a disposizione una serie di appartamenti sia per studenti italiani e internazionali che vogliono approfondire la conoscenza dell'inglese sia per famiglie che vogliono trascorrere le loro vacanze in America e visitare la " Grande Mela ".
I sepolcri di tipo dolmenico di Masseria della Madonna
15 Giugno 2010 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Storia, Territorio & Ambiente, Turismo
A sud-ovest di Gioia in località Masseria della Madonna, a circa due chilometri da un analogo sito, Murgia Giovinazzi, il 1980 il prof. Antonio Donvito negli anni ottanta individua tra la vegetazione steppica e cumuli di pietre una zona interessata alla presenza di dolmen a galleria e sepolcri di tipo dolmenico a tumulo.
L’area colpisce l’attenzione del prof. Donvito perché si presentava come una grande specchia con un gran cumulo di pietre disposte in forma circolare ed enormi lastroni litici piatti che facevano pensare alla presenza di sepolcri dolmenici del tipo a tumulo circolare. Ben altri individui avevano precedentemente effettuato tale scoperta; infatti l’area appariva già violata da frettolosi e clandestini scavatori.
Dopo averne ottenuta segnalazione il Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nel 1985 autorizza una campagna di scavi nella zona di proprietà del signor Giuseppe Serino e dai signori eredi Giannico. Continua la Lettura