C’era una volta il Palazzo Soria
1 Aprile 2025 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Gioiesi nel Mondo, Storia, Territorio & Ambiente

Palazzo Soria come appare nel 1999 in via Prati e via Flora in una foto di Gennaro Losito
Con molta probabilità i Soria vengono in Italia meridionale, ormai dominio spagnolo, nella seconda metà del Cinquecento. La loro presenza a Gioia è attestata nell’ultimo ventennio del 1500, come si evince da alcuni atti di matrimonio, nozze celebrate nella Chiesa Madre.
Sulla famiglia Soria è possibile consultare il seguente articolo, digitando il seguente link: https://www.gioiadelcolle.info/la-famiglia-soria-a-gioia-del-colle/.
I Soria sono stati una delle famiglie più facoltose e con maggiori possedimenti terrieri tra quelle che risiedevano a Gioia del Colle; disponevano di molti possessi fondiari nel nostro Comune, alcuni dei quali erano proprietà da loro acquistate ed altri usurpati dal demanio di Gioia.
L’Archivio comunale abbonda di processi che il Comune intentò contro le famiglie che si erano appropriate di grandi estensioni di terra, le cosiddette ‘liti demaniali’. Tra queste figura anche la famiglia Soria.
Con la legge del 2-8-1806 Giuseppe Napoleone sancì l’abolizione della feudalità. Con successiva legge del giorno 1-9-1806 si ordinò la ripartizione dei demani.
Con legge del 17-8-1809 veniva decretata la soppressione definitiva e radicale di tutti gli Ordini religiosi possidenti (a Gioia il provvedimento riguardava il convento dei Domenicani e quello dei Francescani).
Mentre i terreni nell’agro di Gioia, che erano stati riacquisiti al demanio furono quotizzati e sorteggiati tra i proletari, quelli nelle vicinanze del paese, dell’estensione di circa 800 ha, furono messi in vendita.
Della vendita ne beneficiarono cinque famiglie della borghesia terriera di Gioia, tra cui i Bonavoglia, i Calabrese, i Soria, i Cassano, che avevano maggiori disponibilità finanziarie.
Alcuni di essi, circa una quindicina, già dal 1807 avevano occupato abusivamente delle terre demaniali, circa 2500/2700 ha, tanto che alcuni proprietari, tra cui i Soria e i Cassano nel 1827 furono chiamati davanti alla Commissione di Rivendica, per aver occupato il demanio di Marzagaglia.
Marcellino Cassano (il nonno del futuro sindaco) e Cesare Soria si opposero a qualsiasi conciliazione, come si legge negli Atti Demaniali presenti presso l’Archivio di Stato di Bari, pur essendo disposti a pagare un canone.
Nel 1834 si addivenne ad un accordo: ritenere una discreta porzione di terreni occupati, pagando il canone al Comune e lasciando il resto libero.
Complessa è la vertenza promossa nel 1842 dal Comune di Gioia verso un membro della famiglia Soria, per varie usurpazioni.

La Villa Soria, inglobata da una costruzione condominiale
L’usurpazione delle terre demaniali da parte dei maggiorenti gioiesi, tra cui professionisti di chiara fama, benemeriti di istituzioni cittadine, patrioti insigni i cui nomi si leggono nei libri di storia, sono incisi nel marmo e hanno sofferto nelle patrie galere a causa delle loro idee di libertà e di giustizia, era stata trasformata nel 1842 in possesso di proprietà con il pagamento di un canone annuo al Comune di Gioia.
Poiché Carlo Soria, Sostituto Procuratore della Corte di Appello di Napoli, avendo la residenza a Trani, non pagava tale canone, il Sindaco si rivolse al Prefetto per ottenere quanto dovuto. Il Prefetto impose al Soria di eleggere il suo domicilio nel Comune di Gioia del Colle.
Con la vendita dei demani comunali si diede vita alla formazione della grande proprietà terriera.
Il re Ferdinando I nel 1816 accordò alla signora Apollonia Chimienti, vedova di don Ciccio Soria, una pensione di annui 120 ducati. A gennaio del 1818 il re accordò un sussidio mensile di ducati 10 al figlio del Soria, Donatantonio, per completare i suoi studi. Donatantonio fu un bravo medico, ottimo cittadino, ottimo padre, esercitò con successo la sua professione in Gioia, dove morì nel 1864, all’età di 73 anni.
Sia nel nostro paese che nell’agro circostante, nelle loro proprietà i Soria costruirono masserie, ville e residenze cittadine, molte delle quali resistono ancora all’azione distruttrice del tempo e dell’uomo.
Sull’attuale via Flora e sul suo prolungamento, quello che oggi prende la denominazione
via Carlo Soria erano ubicate due delle abitazioni cittadine della famiglia Soria.
Una in particolare, quella costruita tra via Giovanni Prati e via Flora, abbattuta alla fine del XX secolo per mano umana, per far posto ad un grosso complesso condominiale, sembra risalga al tardo Seicento.
Il palazzo, costruito extra moenia, confinava con il giardino di San Francesco, di proprietà dei frati francescani conventuali. Era sicuramente fortificato, come si evince dai possenti muri perimetrali edificati in passato e da alcuni resti che non sono stati oggetto di abbattimento, ed era ubicato lungo la strada che portava alla contrada e alla cappella di Santa Sofia, sita a sud del paese, e che conduceva ad Altamura e a Matera, strada che presumibilmente era un tratto di un’importante arteria di comunicazione che collegava Gioia al tracciato della via Appia.
Purtroppo rimangono solo alcuni segni della vecchia costruzione e qualche foto che ne perpetua il ricordo, dopo la sciagurata perdita di un pezzo importante della nostra storia cittadina.
Un’altra abitazione della suddetta famiglia, che ancora oggi viene indicata come Villa Soria, fortunatamente è ancora visibile, ubicata tra via Giovanni XXIII e via Teodorico Soria, anche se una parte di essa è stata inglobata in una nuova costruzione condominiale.
La struttura al piano terra di via Flora è stata utilizzata per numerosi anni come sede di un supermercato.

Palazzo Soria vista dal pittore Raffaele Van Westerhout
Parlando dell’edificio Soria in via Flora, distrutto dalla mano dell’uomo, il prof. Domenico Paradiso nel volume “Memorie dal fuoco” riferisce: Un loro (dei Soria) palazzo residenziale era presente a Gioia, in periferia, circondato da mura ciclopiche e dotato di un ponte levatoio sorvegliato giorno e notte da un piccolo esercito di bravi.
Una fotografia scattata dall’avv. Gennaro Losito prima dell’abbattimento del vecchio edificio e riportata sullo stesso volume “Memorie dal fuoco” riproduce una parte di questa possente abitazione, mentre sullo stesso libro viene inserita una ricostruzione di quella che doveva essere l’intera costruzione prima delle sue ulteriori modifiche e dell’abbattimento, disegno eseguito dal pittore gioiese Raffaele VanWesterouth.
A Carlo, Pasquale e Teodorico Soria, uomini che hanno dato lustro a Gioia e all’Italia, il Comune di Gioia ha intitolato altrettante strade cittadine.
Speriamo che dopo gli abbattimenti del palazzo De Bellis in Piazza Plebiscito, del Mercato Coperto, di alcuni palazzi liberty in Via Roma, dell’Arena Castellano, del palazzo Soria in via Flora si sia posto fine allo scempio della nostra Città e si preservi nel tempo il ricordo della storia, dell’architettura e della laboriosità dei nostri concittadini, come stimolo ad impegnarsi sempre più per il progresso e il bene della collettività gioiese.
Oggi, soprattutto, in presenza di un vistoso calo demografico non è più tempo di distruggere le tracce del nostro passato per far posto a complessi condominiali, atteso che tanti di essi sono ancora incompleti o invenduti, ma di dare una ristrutturazione all’esistente, senza modificare il volto di una città a tal punto da sfigurarla, rendendola anonima, senza storia e simile ad altre località più “fredde”, in nome di una modernità che non la rappresenta.
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L’Arco di Costantinopoli tra storia e leggenda
18 Marzo 2025 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Gioia Nota, Storia, Territorio & Ambiente, Turismo

L’Arco di Costantinopoli
Sull’edificazione di questo manufatto di Gioia del Colle storia e leggende si fondono al punto tale che non sappiamo esattamente a quale di queste dare maggiore credito.
Già sulla intitolazione di questo Arco non abbiamo notizie certe. Di certo c’è che l’Arco è ubicato nel nucleo più antico di Gioia del Colle, quello bizantino, dove sono presenti quasi tutti gli altri Archi più antichi del nostro paese: Mastrocinto, Serpente, Nardulli, Gelso, Cimone, San Nicola.
Su questo argomento a febbraio del 2010, su questo stesso sito, avevo riportato le seguenti notizie, consultabili digitando: https://www.gioiadelcolle.info/gli-archi-parte-i/.
Verso il secolo XVII, sotto quest’arco gli abitanti della zona avevano fatto dipingere in una nicchia l’icona della Madonna di Costantinopoli, che veneravano con particolare devozione. Per questa particolare circostanza l’arco, che inizialmente probabilmente era denominato del Catapano, prende il nome della Madonna di Costantinopoli.
La suddetta immagine, rovinata dal tempo è stata dipinta su tavola nell’anno 2005, sul disegno originale, da parte del pittore Sergio Gatti e, dopo essere stata da lui donata a nome dell’Associazione Artistica e Culturale Artensione, è stata riposta nella nicchia che conteneva il primitivo affresco. Continua la Lettura
“La corsa dell’umanità verso la fratellanza”, murale del GRIDAS
16 Gennaio 2025 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Associazioni, Scuola, Storia, Territorio & Ambiente

Il murale del GRIDAS andato perduto per l’abbattimento del muro di cinta della Scuola materna di Via Carlo Soria
Camminando lungo Via Giovanni XXII, giunti al luogo confinante con la Scuola Materna di Via Carlo Soria, fino a due anni fa, era visibile una piazzetta nella quale erano installate alcune panchine dipinte, sulle quali i passanti, piccoli e adulti, potevano soffermarsi e trascorrere qualche minuto di relax. Un paio di alberi di pino ad alto fusto regalavano sprazzi d’ombra ai frequentatori del luogo, che avevano l’opportunità di ammirare un grande e lungo dipinto sulla parete del muro di cinta della Scuola.
Nel 1997 l’Amministrazione comunale di Gioia fece eseguire nel nostro Comune tre murales dal GRIDAS (Gruppo Risveglio Dal Sonno): uno sulla facciata del mercato coperto, il secondo sulle pareti dei locali che ospitano gli uffici dei servizi sociali (parzialmente distrutto a seguito di lavori di ampliamento) ed il terzo sul muro di cinta del plesso scolastico di via Carlo Soria, intitolato “La corsa dell’umanità verso la fratellanza”.
Anche quest’ultimo murale è stato smantellato lo scorso anno a causa dell’ampliamento del plesso scolastico, del giardino di pertinenza e della ristrutturazione dello stabile. Continua la Lettura
I murales del Mercato coperto di Gioia
15 Gennaio 2025 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Associazioni, Eventi & Tempo Libero, Prodotti Locali, Territorio & Ambiente

I murales sulla facciata del Mercato coperto, in via Regina Elena
Tra le iniziative messe in cantiere nel 1997 dall’assessore ai Servizi sociali del Comune di Gioia, prof. Michele Pavone, per tenere impegnati i ragazzi durante le vacanze estive, rientra il progetto “GRIDAS-murales”, consistente nel tenere loro un laboratorio di murales. Si trattava di proiettare diapositive di murales realizzati dal GRIDAS (Gruppo Risveglio Dal Sonno), per sollecitare una conoscenza reciproca e stimolare la fantasia per progettare insieme cosa dipingere sul muro, e propriamente sulla facciata del Mercato coperto.
Dopo essersi messi a dipingere, visto che in tre giorni si era ultimato il grosso del lavoro, si decise di dipingere anche un altro muro, quello di cinta della Scuola materna di via Enrico Soria, prospiciente via Giovanni XXIII.
Ancor prima della costruzione del nuovo Mercato Coperto in Via Regina Elena, inaugurato il 22 maggio 1996, la vendita dei prodotti ortofrutticoli, oltre ai negozi appositamente riservati, era riservata al vecchio Mercato coperto, abbattuto nel 1972, e al mercato giornaliero che si svolgeva in Piazza Luca D’Andrano e lungo Via Flora. Continua la Lettura
Le fontanine pubbliche AQP a Gioia del Colle
10 Gennaio 2025 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Storia, Territorio & Ambiente

La fontanina di Piazza Orsini
La scarsità di piogge e la conseguente crisi idrica che ha afflitto la Puglia e la Basilicata durante gli ultimi mesi del 2024 sta portando alla ribalta delle cronache l’annoso problema della siccità e della carenza di invasi. Quelli esistenti presentano una colmatura molto al di sotto del livello di guardia e quindi offrono uno scarso quantitativo di acqua potabile a disposizione della popolazione e come risorsa idrica per il bestiame.
Nel secolo scorso per la sitibonda Puglia (Siderum insedit vapor siticulosae Apulie, scriveva il poeta latino Orazio) si approntò la costruzione dell’Acquedotto pugliese, un’opera di particolare progettazione ingegneristica, che partendo dalle fonti del Sele, in Campania, attraversava la dorsale appenninica per giungere in Puglia e concludere il suo percorso nel Capo di Leuca.
A questo primo acquedotto si sono aggiunti nel corso del secolo scorso altri due fonti di approvvigionamento idrico per la Puglia: gli acquedotti del Pertusillo e del Sinni, anch’essi risultati insufficienti per gli accresciuti bisogni della popolazione pugliese.
Purtroppo una gran parte del canale principale dell’acquedotto del Sele attraversa un territorio ad alta attività sismica, che col tempo ha creato problemi alle tubazioni che lo percorrono in gallerie, creando perdite che si stimano intorno al 40%, che privano le popolazioni interessate del completo utilizzo del cosiddetto “oro bianco”. Continua la Lettura
Presentazione del volume “Le Chiese di Gioia del Colle”
1 Dicembre 2024 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Eventi & Tempo Libero, Storia, Territorio & Ambiente, Turismo

Locandina della presentazione del volume L e Chiese di Gioia del Colle
Mercoledì 4 dicembre 2024 alle ore 17,00 nel chiostro del Municipio di Gioia del Colle sarà presentato il volume “Le Chiese di Gioia del Colle. I dipinti e gli affreschi dal XVI al XX secolo”, pubblicato da Schena Editore. Autori del volume sono la professoressa gioiese Mariella Donvito e gli studiosi Irene Malcangi ed Emilio Mastropasqua.
Il testo rientra tra le attività del Centro ricerche di Storia Religiosa in Puglia, Ministero della Cultura e costituisce la 50* pubblicazione della Collana del suddetto Centro, Biblioteca della Ricerca, fondata e diretta dal prof. Giovanni Dotoli, sezione Puglia Storica, diretta dai proff. Giovanni Dotoli, Mimma Pasculli Ferrara e Isabella Di Liddo.
Il volume, dopo la prefazione della prof.ssa Mimma Pasculli Ferrara e una breve introduzione che presenta la mappa catastale del Centro storico della città di Gioia del Colle, si articola in tre capitoli e una corposa bibliografia.
Il capitolo I “Gioia del Colle attraverso i secoli: l’assetto urbano e l’edilizia sacra” è a cura della prof.ssa Mariella Donvito.
Il capitolo II : Opere pittoriche dal XVI al XX secolo nelle chiese intramoenia di Gioia del Colle”, è a cura della dott.ssa Irene Malcangi, che prende in esame la Chiesa Matrice di Santa Maria Maggiore, la Chiesa di Sant’Andrea e la Chiesa di Sant’Angelo.
Il capitolo III ” Opere pittoriche dal XVI al XX secolo nelle chiese conventuali di Gioia del Colle”, è frutto delle ricerche e dello studio del dott. Emilio Mastropasqua riguardante la Chiesa di San Francesco, la Chiesa di San Domenico e la chiesa di Sant’Antonio.
Questo studio completa un lavoro che la prof.ssa Donvito avviò negli anni ’80 con la tesi di laurea in Storia dell’Arte sull’architettura religiosa a Gioia del Colle nei secoli XVII-XVIII e dalla stessa pubblicata in parte nel volume III “Gioia . Una città nella storia e civiltà di Puglia”, edito nel 1992 da Schena editore, a cura del prof. Mario Girardi.
Nel volume si fa riferimento anche a studiosi locali, tra i quali vanno annoverati: il prof. Giovanni Carano Donvito, il prof. Vito Antonio Donvito, Vito Umberto Celiberti e Nicola Bitetti, Walter Ivone, Saverio Gallo (nel cui testo ” Per la Chiesa Madre di pietra e di pietre vive, sono riportati molti brani di mie ricerche pubblicate su questo sito e inopinatamente non attribuite dall’autore al sottoscritto) e questo blog, www.gioiadelcolle.info, dal quale è stato estratto una mia piccola ricerca riguardante la famiglia Panessa, senza l’indicazione dell’autore.
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Il Pastificio Marella al SIAL di Parigi
19 Ottobre 2024 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Comunicati, Prodotti Locali, Territorio & Ambiente

Filippo Cazzolla a lavoro nel suo laboratorio
Da tempi immemorabili Gioia del Colle è rinomata per le sue produzioni agro-agroalimentari: vino, olio, mozzarelle, pasta, ortofrutta.
Nei secoli scorsi Gioia del Colle era conosciuta e apprezzata oltre che per la produzione di vini e di distillati anche per i mulini e pastifici che operavano in loco e commerciavano i loro prodotti anche a livello internazionale.
Oggi gli antichi mulini e pastifici sono in disuso e fanno parte dell’archeologia industriale gioiese; al loro posto sono operanti pastifici più moderni e innovativi, quali il pastificio Svevo, il pastificio Del Colle e il pastificio Marella. Tali industrie producono svariati formati di pasta, alcuni dei quali di diversi colori e decori.
Per avere un barlume di conoscenza delle tradizioni e delle eccellenze agro-alimentari del nostro territorio un nostro concittadino, il dott. Vito Santoiemma, nel corso di un quarantennio ha raccolto strumenti, attrezzi, materiali utilizzati da diversi artigiani e operatori del settore agricolo e zootecnico, tra cui spiccano torchi, macine, mulini, che ha raccolto in un Museo della Civiltà Contadina o meglio un Museo Etnografico del Mediterraneo, che si spera possa trovare una collocazione più idonea per l’esposizione del vastissimo patrimonio che è riuscito a salvare dalla distruzione del tempo. Continua la Lettura
La “partaggia”
26 Settembre 2024 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Storia, Territorio & Ambiente

Decreto di Giuseppe Napoleone del 2 agosto 1806 sull’abolizione della feudalità
La partaggia, termine utilizzato nei secoli scorsi nel vernacolo dei contadini delle nostre contrade, mutuato dall’italiano partaggio, è un appezzamento di terreno pari a 6554 m², circa un tomolo. Ricaviamo tale dato da testo Misure locali per le superfici agrarie, pubblicato dall’Istituto Centrale di Statistica, A.BE.T.E., Azienda Beneventana Tipografia Meridionale, Roma 1950, nel quale per Gioia del Colle si riporta la superficie del tomolo = are 65,54.
La parola partaggia/o deriva dal francese partage (a sua volta dal latino partire), termine che significa ripartizione, divisione, spartizione. Il termine fu introdotto in Puglia durante il periodo dei Napoleonidi, passato alla storia come “Il Decennio Francese” (1805-1815).
Fino al 1805, cioè prima dell’abolizione della feudalità del 1806, insieme ai beni feudali ed ecclesistici figurava la proprietà privata, costituita da concessioni o donazioni di terreni in colonìa; il territorio di Gioia del Colle, in definitiva, era fortemente frammentato ed era diviso in sette categorie terriere:
-Terre demaniali feudali, la gran parte delle quali appartenevano al Principe Carlo de Mari, feudatario di Gioia del Colle e di Acquaviva,
-terre demaniali ecclesiastiche, proprietà della Mensa Arcivescovile di Bari, della Chiesa di S. Nicola di Bari, del Sovrano Ordine Militare di Malta, del Rev. Capitolo della Collegiata e Chiesa Matrice di Gioia del Colle e proprietà dei Conventi di S. Francesco e S. Domenico di Gioia del Colle,
-terre demaniali universali, cioè di proprietà del Comune di Gioia del Colle, Continua la Lettura
Via Catapano
22 Settembre 2024 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Storia, Territorio & Ambiente

Via Catapano
Non tutte le dominazioni delle strade sono legate ad un personaggio di spicco locale, nazionale o internazionale.
Nel Centro storico di Gioia, esattamente nel Borgo degli Albanesi, la strada che si dipana con un percorso curvilineo tra Via via Fusco, adiacente Piazza Livia, e Via Arciprete Gatta, prende la denominazione di Via Catapano.
Catapano, termine di origine bizantina è un’ulteriore conferma della presenza dei Bizantini a Gioia del Colle.
Questo nome, infatti, è stato attribuito per ricordare i Catapani (o con il termine antico Catepani), titolo concesso ai governatori locali dei territori che i Greci avevano in Puglia a partire dal secolo X.
Il termine deriverebbe dal latino medievale catapanus, catepanus, che a sua volta deriverebbe dal greco bizantino κατεπάνω, propr. «soprintendente», colui che sta sopra, oppure dall’avverbio κατ’ἐπάνω «sopra» da κατά (katà) ed ἐπάνος (epànos). Continua la Lettura
Via Fusco
14 Settembre 2024 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Storia, Territorio & Ambiente

Via Fusco
Come in alcune denominazioni di strade di Gioia del Colle (ad esempio via Bernal), anche in questo caso non conosciamo il nome del titolare della intitolazione di questa Via e confinante Largo nei pressi della Chiesa di Sant’Angelo, zona più nota come Borgo degli Albanesi.
Non è un caso questa denominazione stradale in quel borgo; infatti nella sua ricerca Onomastica slava di Gioia, pubblicata i Gioia una città nella storia e civiltà di Puglia, vol. III, Schena editore, Fasano, 1922, Francesco Saverio Perillo cita tra i nomi e cognomi Sclavoni ed Albanesi presenti a Gioia un un Serius Fuscus.
Esaminando in ordine alfabetico nomi e cognomi di sicura o probabile origine slava rilevata nelle diverse fonti, cerca di definire l’ambito linguistico-culturale al quale appartengono. Continua la Lettura