Un’oasi naturalistica a Gioia del Colle
3 Aprile 2022 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Primo Piano, Territorio & Ambiente, Turismo
In una vasta area a nord-est dell’abitato di Gioia del Colle, nei pressi della zona artigianale, è ubicato l’impianto di depurazione per il trattamento delle acque reflue provenienti dagli scarichi fognanti cittadini. Le acque depurate vengono smaltite in campi di spandimento adiacenti l’impianto, in contrada Fontana del Fico, e danno origine ad una zona paludosa formata da enormi specchi d’acqua e vasche comunicanti tra di loro.
Si deve alla tenacia e caparbietà di un nostro concittadino, il signor Cosimo (meglio conosciuto come Mimmo) Castellaneta, amante della campagna e della natura, che frequenta quella zona per possedimenti terrieri appartenenti a suoi familiari, fotografo per diletto, l’idea di immortalare con la sua macchina fotografica una enorme varietà di fiori, molti dei quali rari ed unici del nostro territorio e un altrettanto variegato numero di specie animali e di volatili, alcuni dei quali in estinzione e specie protette, e di sottoporre questa zona all’attenzione del Comune di Gioia del Colle e dell’Acquedotto Pugliese. Continua la Lettura
Stranezze di San Filippo Parte II
27 Marzo 2021 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Eventi & Tempo Libero, Primo Piano, Storia
Nel 2015 ricorreva il V Centenario della nascita di S. Filippo.
Se prendiamo in esame il 2015 a Gioia notiamo che anche questo anno è stato caratterizzato da diversi avvenimenti e numerose e strane coincidenze.
A ben vedere sembrerebbe che nel XXI secolo continuino le “stranezze“ di S. Filippo e che attraverso di esse e delle curiose coincidenze il Santo voglia invitarci a fermarci un po’ in questa nostra vita tumultuosa e frenetica, per indurci ad una riflessione sul nostro esistere e sul nostro impegno nella società contemporanea.
Anche se alcuni non condivideranno questa mia affermazione, a me risulta evidente che gli episodi accaduti e verificatisi a Gioia nell’ultimo ventennio non sono dovuti al caso, ma che in essi ci possa essere lo “zampino“ di San Filippo.
Eventi politici locali del 2015.
Che abbia voluto ricordarci che nel 2015, ‘Anno pastorale della Carità’ dovevamo fare molto di più per i nostri fratelli (anche i migranti) e metterci a servizio dei deboli e dei poveri, come sottolineato anche dal grembiule posto sulla statua di San Filippo, scelta voluta dal Comitato Festa Patronale di Gioia? Continua la Lettura
La mozzarella di Gioia del Colle è DOP
17 Novembre 2020 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Primo Piano, Prodotti Locali, Storia
È di questi giorni la notizia che la mozzarella di latte vaccino di Gioia del Colle ha ottenuto la DOP (Denominazione di Origine Protetta) con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea.
Il percorso per raggiungere questo prestigioso traguardo è stato molto travagliato, in quanto è stato avviato circa dieci anni fa.
La richiesta, però, è stata formalizzata nel mese di agosto del 2017. Un primo ostacolo nel raggiungimento dell’obiettivo è stato posto dal Consorzio produzione mozzarella di bufala campana, che si opponeva alla denominazione di mozzarella per il prodotto caseario di Gioia del Colle, marchio già utilizzato da quel Consorzio. Continua la Lettura
Il Mastro casaro a Gioia del Colle
4 Ottobre 2020 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Primo Piano, Prodotti Locali, Storia, Territorio & Ambiente, Turismo
Una delle eccellenze di Gioia del Colle, come recita il cartello turistico agli ingressi del paese, è la mozzarella, prodotta con latte vaccino.
Il Comune di Gioia del Colle, un tempo molto più esteso di quello attuale, così come viene riportato negli Apprezzi del 1611, del 1640, del 1653 e nel Catasto onciario del 1750, comprendeva in parte una distesa di boschi e in parte era utilizzato per la coltivazione di cereali, di prodotti orto-frutticoli e di vigneti da cui si otteneva il pregiato vino primitivo.
In particolare dal Catasto onciario apprendiamo che l’85% della popolazione gioiese era dedita all’attività agro-zootecnica. La produzione casearia era esercitata in forma artigianale e serviva a soddisfare i bisogni familiari; la parte eccedente era destinata alla vendita a terzi.
L’abbondanza di boschi, di pascoli, di fieno e di paglia di scarto ottenuta dalla lavorazione dei cereali consentiva l’allevamento di ogni sorta di bestiame ed in particolare di bovini di razza podolica, da cui si otteneva latte per la produzione di prodotti caseari, come formaggi, ricotta, mozzarelle, provoloni, caciocavalli, mozzarelle, burro, cacio. Il latte veniva lavorato sul luogo di raccolta della materia prima, presso le stesse aziende agricole, le quali erano dotate di locali per la conservazione e la stagionatura dei vari prodotti. Continua la Lettura
Le quattro Porte di Gioia del Colle
28 Settembre 2020 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Primo Piano, Storia, Territorio & Ambiente, Turismo
Domenica 27 settembre 2020, nel chiostro del Comune di Gioia del Colle, il direttore artistico del “Palio delle botti”, Claudio Santorelli insieme alla consorte Marilena Limitone, responsabile dei cortei storici e ambientazioni medievali, ha organizzato una serata in cui ha presentato gli scudi e i vessilli delle quattro Porte di Gioia: Porta Maggiore, Porta San Francesco, Porta del Casale e Porta San Domenico.
Gli scudi sono stati dipinti da quattro pittori gioiesi. Pompeo Colacicco ha dipinto lo scudo di Porta Maggiore, Sergio Gatti quello di porta San Francesco, Filippo Cazzolla quello di Porta del Casale e Mario Pugliese quella di Porta San Domenico.
I vessilli abbinati alle quattro Porte sono stati ideati dalla signora Marilena Limitone.
Dopo l’intervento della conduttrice della serata, signora Marilena Limitone, sono intervenuti l’assessore alla Cultura del Comune di Gioia, avv. Lucio Romano, che ha manifestato la vicinanza e il sostegno dell’Amministrazione per la lodevole iniziativa, e il signor Claudio Santorelli, che ha illustrato il progetto da lui ideato. È seguita la presentazione di una ricerca storica riguardante le quattro Porte di Gioia, tenuta dal prof. Francesco Giannini, che di seguito si riporta. Al termine c’è stato lo scoprimento degli scudi, i cui temi sviluppati sono stati illustrati dai rispettivi autori, la nomina dei quattro Capi Porta e l’affidamento ad essi dei vessilli dei quattro quartieri. I Capi Porta avranno il compito di organizzare le iniziative nel proprio quartiere, con giochi, spettacoli, sfilate in costume, che saranno svolti nel corso di quattro giornate, una riservata ad ogni quartiere, in concomitanza con la prossima edizione del “Palio delle botti”, il quale si articolerà in sette giorni. Continua la Lettura
Eccellenze scolastiche di ieri e di oggi a Gioia del Colle
2 Giugno 2020 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Gioia Nota, Primo Piano, Storia, Territorio & Ambiente
Sia nel passato che al presente le Scuole di Gioia si sono distinte per impegno degli studenti, per professionalità dei docenti, per l’ampia offerta formativa realizzata.
Nella Biblioteca Vaticana è presente la cosiddetta Bibbia di Manfredi, opera manoscritta firmata dallo scriptor Iohensis, uno scrittore di Gioia che operava alla corte del principe Manfredi. Lo stesso Iohensis ha firmato una Bibbia presente nella Biblioteca Nazionale di Parigi.
Non sappiamo con certezza se una scuola di scrittori amanuensi fosse presente a Gioia in epoca sveva; è certo però che in quel periodo un gioiese svolgeva il compito di scrittore e amanuense.
L’istruzione elementare con la legge Casati del 1859 venne introdotta nel Regno di Sardegna; entrò in vigore nel 1861 ed estesa al Regno d’Italia. Continua la Lettura
Primo centenario delle Parrocchie di Santa Lucia e Immacolata di Lourdes
25 Aprile 2020 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Comunicati, Primo Piano, Storia
Quest’anno ricorre il primo centenario dell’inizio dell’attività liturgico-pastorale di due Parrocchie di Gioia del Colle.
Fino al 1920 Gioia aveva una sola Parrocchia: l’antica Colleggiata di S. Maria Maggiore o Chiesa Matrice.
L’abate Francesco Paolo Losapio nel suo Quadro istorico-poetico sulle vicende di Gioia in Bari, detta anche Livia afferma: La chiesa di Gioja sotto il titolo di S. Pietro (denominazione precedente a quella attuale di Chiesa Matrice) avea inservito fin dalla sua origine a Riccardo Siniscalco fondatore di essa, ed all’Imperatore Federico II che l’arricchirono e la dotarono di vastissimi feudi serrati, demani aperti e ricche possessioni, facendone una Chiesa Palatina Collegiale, che ben tosto andremo a vederla anche Collegiata insigne, gloriosa e rispettabile…. Ma da una carta del 1591, che riporterà nella nota al ritratto dell’arciprete Polangelo, si rileva, che verso l’anno 1540, ella fu elevata per le cure di D. Mariano a collegiata insigne, e l’arciprete ottenne il grado di prima dignità, la di cui collazione fu riservata alla Santa Sede, come sempre si è mantenuta sino al presente. Continua la Lettura
Storia di ricorrenti epidemie
22 Aprile 2020 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Attualità, Eventi & Tempo Libero, Primo Piano, Storia
Il 2020 sarà ricordato dalla generazione attuale come il peggior flagello per l’umanità dopo la Seconda Guerra Mondiale.
La storia, però, ci insegna che simili malattie si ripetono puntualmente secondo ricorsi storici di Vichiana memoria.
Possiamo affermare che l’umanità convive da sempre con le epidemie. Sin dall’antichità, infatti, le civiltà hanno dovuto affrontare varie ondate epidemiche che si sono spesso protratte per molti anni.
Una delle più famose epidemie dell’antichità fu la cosiddetta “ Peste di Atene”, che tra il 430 e il 426 A.C. ebbe un bilancio di vittime tra 75 mila e 100 mila persone.
Federico II di Svevia e Gioia del Colle (parte II)
16 Aprile 2020 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Primo Piano, Storia, Turismo
Padre Bonaventura da Lama parlando di Gioja riporta che crescendo di giorno in giorno a vista dell’Imperator Federico, quando scese in queste parti, e vi ebbe osservate le selve assai dense, la destinò per luogo di caccia per gli animali selvaggi, vi fabbricò delle torri. Il suo racconto prosegue con quella che è considerata una leggenda: Sotto una di quelle torri v’è una prigione chiamata l’Imperatrice, dove è fama che quì Federico avesse tenuta carcerata per capriccio di gelosia la moglie gravida, diceva, d’un paggio, ed avendo partorita dentro il carcere un figlio qual portava sopra di se un segno del padre, si troncò da se medesima le mammelle, ed insieme col parto le inviò al suo marito (l’aspetto del figlio, somigliantissimo al padre, smentirà ogni dubbio di gelosia; ma, si sa, il sospetto di infedeltà ha sempre reso gli uomini ciechi, prepotenti, irrazionali), perlocchè passò all’altra vita, ed attualmente si vede nella Chiesa il deposito, sopra di cui vi è una Dama scolpita con un figliuol nelle fascie, e nel frontespizio uno scudo coll’aquila. Oggi questa prigione vien proibita, perdendo chi vi entra ogni speranza di Vita. Da quel giorno, ogni notte, nella torre del castello detta ora Torre dell’Imperatrice si ode un flebile, straziante lamento: il lamento di una donna offesa che protesta all’infinito la propria innocenza. Tale leggenda viene ripresa dallo storico Pantaleo.
1 luglio 1920: l’eccidio di Marzagaglia
6 Aprile 2020 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Primo Piano, Storia
I tentativi di esportare nel Sud dell’Italia un tipo di industrializzazione pesante, sono stati una scelta che si è dimostrata perdente (come dimostrato dagli insediamenti di Bagnoli e di Taranto). Il Mezzogiono, invece, andrebbe valorizzato maggiormente nella sua vocazione agricola e nella trasformazione dei prodotti dell’agricoltura.
Nel 1915 gli uomini del Sud, in età di leva, erano stati chiamati alle armi per combattere contro l’impero austro-ungarico con la speranza, anzi la promessa che, al ritorno vittorioso da quel conflitto avrebbero potuto godere dell’assegnazione di terre da coltivare.
Lo stesso Primo Ministro Antonio Salandra, per animare i soldati a combattere, dal 1915 aveva dichiarato alla Camera che alla fine della guerra ogni contadino, eroe del fronte, avrebbe avuto la sua parte di terra come ricompensa offerta dalla Patria ai suoi valorosi figli.
Grande fu la delusione all’indomani del 4 novembre del 1918: quei superstiti, scampate vittime del Primo Grande Conflitto Mondiale, pur essendo riusciti a portare sana la pelle nel loro Comune, furono vittime di una cocente realtà, quella di aver dato vite dei loro cari alla Patria e di ritrovarsi in una situazione di povertà e di delusione per ricompense negate.
Il Governo, infatti, oltre ad essere in preda ad una profonda crisi economica, prese tempo, poiché non riuscì a trovare una mediazione tra le richieste dei