Da Gioia del Colle a New York: Pietro Capodiferro, un artista a noi sconosciuto.
30 Novembre 2020 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Gioiesi nel Mondo, Storia

Pietro Capodiferro.Fonte: J. Willis Sayre Collection of Theatrical Photographs
(fotografia attualmente di proprietà dell’autore della ricerca)
Riporto una ricerca del nostro concittadino Francesco Capodiferro su un suo parente che si è distinto come musicista e celeberrimo solista di tromba e cornetta a New York durante i primi quattro decenni del ‘900.
L’ondata migratoria di immediata fine ‘800 e prima metà ‘900 dall’Italia agli Stati Uniti d’America ha visto molti uomini e donne abbandonare la madrepatria in cerca di un riscatto sociale ed economico. Alcuni migranti sono poi diventati personaggi noti in terra d’America ma al contempo dimenticati nelle terre d’origine.
Un uomo a noi sconosciuto, di cui non si trova menzione nei libri di storia locale, legato a Gioia del Colle, è Pietro Capodiferro il cui nome e la cui storia è gradualmente emersa durante la personale e meticolosa ricerca genealogica dell’omonimo cognome. È stato faticoso trovare e mettere a confronto le fonti per delineare una storia veritiera e attendibile.
Pietro Capodiferro è stato un famosissimo musicista e celeberrimo solista di tromba e cornetta a New York e la sua carriera ha ricoperto i primi quattro decenni del ‘900, tutt’oggi ricordato nelle riviste specializzate d’oltreoceano.
La storia di Pietro è legata a quella del padre, Vito Antonio. Il capofamiglia Vito Antonio Capodiferro, nato a Gioia l’11 dicembre 1854 da Pietro e Pasqua Maria Curione, è un musicante; così sono definiti all’epoca coloro che suonano nelle bande musicali. La sua carriera è peregrina fra le diverse città pugliesi in cui milita con la sua professione. La militanza bandistica di Vito Antonio è testimoniata dalle nascite dei suoi figli che vengono dichiarati in diversi paesi: Pasqualina nasce ad Acquaviva il 1 aprile 1881; Pietro, Acquaviva, 13 ottobre 1882; Maria Pasquale, Conversano, 7 maggio 1888; Cornelia, Canneto, 7 giugno 1892; Angela Rosa, Gioia, 15 gennaio 1898. Di tre figli non si riesce a individuare il luogo di nascita: Anna (1894); Vincenzo (1895); Giovanna (1897). La compagna di Vito Antonio, il cui nome è a volte omesso, a volte citato negli atti di nascita con la specifica di “donna non coniugata”, è Nunziata Maria Giandomenico, nata a Gioia il 25 marzo 1858 da Giuseppe e Cornelia Capurso. Continua la Lettura
Lo Scriptor Iohensis
12 Ottobre 2020 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Gioiesi nel Mondo, Storia

Miniatura presente nella Bibbia di Manfredi, presente nella Biblioteca Vaticana, che rappresenta Manfredi mentre riceve la Bibbia manoscritta dallo scriptor Iohensis.
Sia nel passato che al presente le Scuole di Gioia si sono distinte per impegno degli studenti, per professionalità dei docenti, per l’ampia offerta formativa realizzata.
In passato Gioia è stata all’avanguardia in vari settori della vita pubblica e sociale e si è distinta per la presenza di uomini che hanno lasciato un segno in ambito locale, regionale ed extraregionale.
Nella Biblioteca Vaticana è presente la cosiddetta Bibbia di Manfredi, opera manoscritta firmata dallo scriptor Iohensis, uno scrittore di Gioia che operava alla corte del principe Manfredi. Lo stesso Iohensis ha firmato una Bibbia presente nella Biblioteca Nazionale di Parigi.
Non sappiamo con certezza se una scuola di scrittori amanuensi fosse presente a Gioia in epoca sveva; è certo però che nel Duecento un gioiese svolgeva il compito di scrittore e amanuense e probabilmente anche di miniaturista.
Tra i primi studiosi ad interessarsi dello scriptor Johensis va ricordato il prof. Antonio Donvito.
Veniamo a conoscenza dell’esistenza di questo personaggio da un lavoro completato dallo stesso amanuense che si firma non con il suo nome e cognome, ma con il solo appellativo Iohensis, sicuro di essere identificato correttamente in presenza di quell’unica indicazione. Continua la Lettura
Francesco Saverio Fontana
29 Maggio 2020 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Gioiesi nel Mondo, Storia
Nel Centro storico di Gioia, la strada in cui è ubicata la Casa Torre e prosegue con quello che un tempo fu chiamato Largo Panessa, strada che svolta obbligatoriamente a sinistra e immette in Via Palude e in Largo Cisterna e che termina in Piazza Donato Boscia, l’antica Piazza Duomo, di fronte alla Chiesa Madre, ha preso la denominazione di Via Francesco Saverio Fontana.
Più comunemente i gioiesi chiamano quella strada via Fontana, immaginando che quella denominazione fosse strettamente legata alla presenza di acqua, come appunto si evincerebbe dai citati nomi di Palude e Cisterna.
In realtà, anche se in tempi passati la zona era una palude, prosciugata dal canonico Francesco Saverio Indellicati, che restaurò la Casa Torre, ampliò la costruzione con un altro fabbricato e fece defluire le acque stagnanti verso l’attuale Arco Palude su via Mastandrea, la denominazione della strada è stata data dal Comune di Gioia non per sottolineare che ci troviamo in una zona un tempo ricca di acqua, ma per ricordare un Vescovo gioiese.
La famiglia Stallone e Gioia
4 Maggio 2020 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Gioiesi nel Mondo, Storia
Sono molti Comuni a contendersi la nascita della famiglia Stallone, vista la risonanza che, uno dei suoi appartenenti, il più noto, Sylvester, ha raggiunto in campo internazionale.
Dai dati anagrafici del Comune di Gioia del Colle risulta chiaramente che la famiglia Stallone ha origini gioiesi, anche se il bisnonno era nativo di Palo del Colle. Il nonno Silvestro nasce a Gioia nel 1883 in vico Giglio 5 e svolge la professione di barbiere. Nel 1909 sposa a Gioia Pulcheria Nicastri, una casalinga di 19 anni, anche lei nativa di Gioia del Colle.
Lo stesso Sylvester ha più volte ribadito pubblicamente in numerose interviste e video che la sua famiglia è originaria di Gioia del Colle.
In una intervista rilasciata nel 1987 ad Osvaldo Bevilacqua, giornalista Rai, durante la registrazione di una puntata del programma ‘Sereno Variabile’, Silvester Stallone disse: Mi piacerebbe andare a Gioia del Colle andando a 200 chilometri all’ora circa. Ho poi giurato a mia zia Titina (Maria Giuditta Stallone, sposata con Filippo Nettis), che ora mi sta certamente ascoltando, che mi sarei fermato la prossima volta. Infatti forse fra cinque o sei mesi verrò in Italia e questa volta prometto di fermarmi. Continua la Lettura
Lorenzo Santoiemma
13 Aprile 2020 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Comunicati, Gioiesi nel Mondo
Nato a Gioia nel 1935, frequenta gli studi a Gioia, che conclude nel Liceo classico a Gioia; ciò gli permette di abbeverarsi di cultura di pensatori e scrittori latini e greci e di conseguire conoscenze che saranno a fondamento del suo periodo post lavorativo.
Il 2 agosto 1953 si trasferisce al Nord.
L’avevo conosciuto circa tre anni fa, grazie all’ing. Antonio Cirsella mentre tenevo un corso di storia locale all’Università della Terza Età di Gioia del Colle.
L’ing. Cirsella, essendo a conoscenza delle mie ricerche storiche miranti ad approfondire aspetti del nostro paese e della mia predilezione per la storia locale, volle consegnarmi il volume “ La Divina Commedia di Dante Alighieri, Inferno” nella libera traduzione in vernacolo gioiese a cura del concittadino Lorenzo Santoiemma, volume che era stato stampato nel marzo del 2017 e che in qualche copia aveva ottenuto dall’autore per distribuirlo alle Scuole di Gioia e a persone alle quali l’ing. ritenesse potesse risultare gradito ed interessante. Tra queste, indegnamente, risultò anche il sottoscritto.
Non conoscevo l’autore di sì titanica opera e chiesi all’ing. Cirsella di poter ringraziare l’autore per il dono ricevuto. Egli mi assicurò che sarebbe venuto a Gioia durante il periodo estivo e che in quella circostanza avrei avuto il piacere di incontrarlo.
Gioia del Colle e la famiglia Cassano
12 Agosto 2019 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Gioia Nota, Gioiesi nel Mondo, Storia, Territorio & Ambiente, Turismo
La famiglia Cassano, appartenente all’aristocrazia terriera di Napoli, viene in Puglia nel ‘400 e prende dimora a Noci. Nel 1612 un ramo della famiglia si trasferisce a Gioia del Colle e si imparenta con la famiglia Gigante, originaria di Acquaviva delle Fonti, consolidando il proprio patrimonio agrario.
A Noci, infatti, nel 1498 fecero costruire anche una chiesa, quella consacrata a Santo Stefano, che risulta ancora oggi proprietà della famiglia Cassano.
La chiesetta è ubicata nel centro storico di Noci, di fronte alla Chiesa di S. Chiara; secondo Pietro GIOJA (Noci 1801-1865), Conferenze Istoriche sulla origine e su i progressi del Comune di Noci in Terra di Bari, 1839-42, a fondarla “… di rimpetto alla Chiesa di S.Nicolò di Bari fu il cavaliere Nicolò di Bianco alias Cassano. . .”, come lo definiva il CASSANO (1662-1753) al S 70 della Ristretta ed erudita narrazione sull’origine e progressi della Terra delle Noci. L’anno di fondazione è il 1498, come si ricava dalle Historiae Cupérsanenses libri tres del Di Tarsia (Mantova 1649) per dimostrare che in quell’anno la Diocesi di Conversano, da cui Noci dipendeva, era retta dal Vescovo Vincenzo Pistacchio, napoletano. Egli scriveva nel lib.3 a pag.1126:
Il prof. Leonardo Antonio Losito, detto Ninnì
30 Luglio 2019 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Gioiesi nel Mondo
Il 25 luglio è venuto improvvisamente a mancare all’età di 68 anni, a causa di un infarto, il professor Leonardo Antonio Losito, noto agli amici come Ninnì. L’ultimo saluto si è tenuto il 30 luglio alle 16.15 nella chiesa di Santa Lucia a Gioia del Colle.
Nonostante sia vissuto fuori Gioia, anzi fuori dall'Italia per gran parte della sua vita professionale, tanto che aveva scelto Varsavia come ultima residenza, era molto legato alla sua città natale, alle sue radici, ai suoi affetti. Più volte durante l'anno tornava a Gioia per salutare i parenti, gli amici, per motivi di lavoro o per una pausa di riposo. Si interssava dei problemi politico-sociali di Gioia, si informava delle novità del suo paese. Qualche mese fa era stato costretto a rientrare precipitosamente a Gioia dall'Irlanda, dove si trovava per motivi di lavoro, per la perdita del caro padre, qualche giorno dopo essere stato tra noi e aver avuto contatti legati alla sua attività di studio e di ricercatore.
Di qualche anno avanti a lui negli studi liceali ricordo ancora lo scherzo goliardico che organizzò ad una sua professoressa, gesto che gli costò la bocciatura e la voglia di interrompere gli studi.
Ogni volta che ci incontravamo diceva agli amici che l'essere diventato professore, studioso e ricercatore era addebitabile alla mia persona, perché lo avevo incoraggiato a continuare gli studi e gli avevo venduto una antologia di scrittori e poeti greci. Ma lo diceva non per farmene una colpa, come amava ripetere continuamente, ma con orgoglio e scherzando, quasi per ringraziarmi per avergli indicato la strada da seguire.
Il prof. Francesco Svelto nuovo Rettore dell’Università di Pavia
15 Giugno 2019 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Comunicati, Eventi & Tempo Libero, Gioiesi nel Mondo
Non finisce di stupirci la famiglia Svelto. Dopo i fratelli prof. Orazio Svelto, uno dei padri del laser, accademico del Politecnico di Milano e il prof. Vito Svelto, accademico presso l'Università di Pavia, dopo la sorella, la prof.ssa Maria Svelto, Preside della facoltà di Scienze Biotecnologiche dell'Università di Bari, dopo il prof. Francesco Svelto, figlio del dott. Cesare, che nel 1988 è entrato a far parte dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), come responsabile del settore delle tecnologie di base fino al 2008, co-leader della squadra di terra che ha seguito le due missioni dello Space Shuttle NASA, dedicate al satellite al guinzaglio ( TSS ), in cui hanno volato i primi tre astronauti italiani, Franco Malerba, Umberto Guidoni e Maurizio Cheli. Dal 2009 al 2011, responsabile della partecipazione italiana alle attività della Stazione Spaziale Internazionale e in questo ruolo ha coordinato gli esperimenti della missione di Roberto Vittori nel 2011 ed ha rappresentato l’Italia al conferimento del brevetto ESA di astronauta a Luca Parmitano e a Samanta Cristoforetti e ha inoltre coordinato lo storico lancio dello Space Shuttle, in questi giorni è il prof. Francesco Svelto, figlio del prof. Vito, a regalarci gioie e riconoscimenti dal mondo accademico, con la sua recente nomina a Rettore della prestigiosa Università di Pavia.
A lui le congratulazioni per l'alto incarico ottenuto e l'augurio di continuare nell'opera dei suoi predecessori, volta a portare sempre più in alto a livello internazionale la prestigiosa Università che gli è stata affidata.
Di seguito riporto un articolo apparso sul settimanale "La Voce del Paese" e sul blog "Gioianet", a cura di Dalila Bellacicco.
E’ con orgoglio che apprendiamo del prestigioso incarico di cui è stato insignito il professor Francesco Svelto, il 29 maggio eletto Rettore dell’Università di Pavia presso cui è docente ordinario di Ingegneria elettronica. In questa stessa facoltà nel 1991 si è laureato ed a giudicare dalle modalità con cui ha raggiunto questo risultato, anche molto stimato ed apprezzato.
Infatti è stato eletto al primo scrutinio con 784 voti. L'altro candidato, Roberto Bottinelli, ordinario di fisiologia al dipartimento di medicina molecolare, ha ottenuto 247 preferenze e sono state 45 le schede bianche. Un record sia per la giovane età, Francesco Svelto ha solo 53 anni, che per l'affluenza registrata del 79,27% (1591 voti), decisamente superiore rispetto alle precedenti elezioni.
Il rettore, figlio del gioiese Vito Svelto, con suo fratello Orazio e sua sorella Maria tra le eccellenze che vanta Gioia, è nato a Milano ma entrambi i genitori sono gioiesi e le sue radici sono nella nostra città che diede i natali a suo nonno Cesare Svelto. Prorettore uscente alla "terza missione" – si è occupato di "trasferimento tecnologico" e dei rapporti esterni dell'Ateneo -, assumerà il suo nuovo incarico dal prossimo 1° ottobre. Sino a quella data l'Università di Pavia verrà guidata dall'attuale rettore, Fabio Rugge.
Ricordo di don Vito Marotta a 10 anni dalla morte
28 Marzo 2019 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Gioiesi nel Mondo, Storia

don Vito Marotta
Il 2 aprile 2019 ricorre il decimo anniversario della morte di un nostro illustre concittadino: il sacerdote don Vito Marotta, il quale nasce a Gioia del Colle il 4 maggio del 1955. E' un percorso insolito quello di don Vito prima abbracciare la scelta sacerdotale, scelta maturata in età adulta, come è confermato dalla data dell'avvenuta ordinazione a trenta anni; infatti viene ordinato presbitero il 17 ottobre 1985. Dopo aver completato gli studi superiori sceglie di mettersi al servizio del prossimo per curare il corpo, le malattie fisiche, iscrivendosi alla facoltà di medicina. Dopo aver frequentato quel corso di studi per quattro anni comprende che la sua missione è quella di prendersi cura dell'uomo, ma in particolare della sua anima, del suo spirito, delle sue sofferenze morali e della sua povertà, ad imitazione dell'insegnamento di Gesù, mite e umile di cuore, dedicando la sua vita a diffondere il messaggio salvifico di Cristo e donando se stesso a Lui, alla Chiesa e ai fratelli.
L'Arcivescovo di Bari, mons. Mariano Magrassi lo nomina parroco della parrocchia di Sant'Agostino di Modugno, paese alle porte di Bari, che si stava espandendo per la presenza di una vasta area industriale e perché sede preferita dei baresi che avevano scelto di risiedere in periferia piuttosto che nel capoluogo. Dopo sei anni di pastorale nel paese di Modugno l'arcivescovo mons. Francesco Cacucci, conoscendo le sue doti umane e la sua profonda carica di fede, lo nomina responsabile della parrocchia del SS. Salvatore, di Loseto, una frazione alle porte di Bari, priva di servizi e persino di una chiesa. Don Vito si mette subito al lavoro e riesce a far costruire la chiesa, progettata dall'architetto Ottavio Di Blasi un tempo collaboratore dell'architetto Renzo Piano, che, inaugurata nel 2000, diviene non solo luogo di preghiera, ma anche centro di aggregazione di giovani e adulti, luogo di condivisione di problematiche e di necessità di una comunità che voleva uscire dall'isolamento e dall'emarginazione in cui era stata confinata. Continua la Lettura
Il pastificio Marella
13 Ottobre 2018 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Gioia Nota, Gioiesi nel Mondo, Prodotti Locali
Il pastificio Marella, come ricorda lo stesso titolare dell'azienda, avvia la sua attività lavorativa ricalcando le orme di famiglia.
A Gioia del Colle nacque nel 1897 Giovannino Vitto, nonno di mia moglie Grazia. Dopo una cruenta guerra sul Piave, quando molti emigravano per cercare fortuna nei nuovi mondi, "Giuannine culechiatte" (nome e soprannome), decise di avviare, da pioniere, insieme alla moglie Graziella, un'attività di salumeria-gastronomia, con annessa piccola produzione di prodotti tipici locali, fra cui la pasta tradizionale e prodotti da forno come i taralli e la peddechedde" focaccina impastata con le patate e adeguatamente imbottita, il più delle volte ed a richiesta del cliente, con salumi o formaggi. Profumi, sapori e nostalgie di altri tempi che continuano a riempirci il cuore. ( Dal sito Pastificio Marella ).
L’azienda Marella, a conduzione prettamente familiare, rinasce a Gioia nel 1987. Produce paste artigianali di semola di grano duro, prodotti da forno e dolci di mandorla della tradizione pugliese, utilizzando solo materie prime locali. Infatti tutti i grani sono coltivati sugli altopiani murgesi e Tavoliere di Puglia da piccole Aziende agricole nelle diverse varietà Cappelli, Simeto, Svevo, Arcangelo, Duro Lucano, Quadrato, Kronos, trasformati in semola nel piccolo mulino CAMEMA in Altamura ed utilizzati in blend negli impasti utilizzati. In particolare, il grano Senatore Cappelli, risorto a nuove colture, produce una SEMOLA