Benito Tateo

Benito Tateo a lavoro nel suo laboratorio

Quest’anno ricorre il centenario della nascita di un nostro illustre concittadino: il maestro intagliatore e intarsiatore Benito Tateo.

È nato a Taranto il 6 ottobre del 1925 da Antonia Castellaneta, sarta, e Giovanni, di professione tipografo, il quarto di sette figli (Maria Luigia, Rocco, Maria, Adriana, Elvira, Vanda). Il nome Benito, dopo l’avvento di Mussolini al potere, era una consuetudine presso la popolazione italiana, per onorare quel personaggio.

La sua naturale inclinazione lo avvia alla professione che da grande svolgerà con grande passione e con eccellenti risultati; infatti a 13 anni, nel 1938, comincia a lavorare come apprendista nel rinomato mobilificio di Carlo Curione (in via Roma), maestro d’Arte diplomato alle Belle Arti di Venezia, che gli insegnò i segreti dell’intaglio. Resterà nella bottega del Curione per 14 anni, fino all’epoca del suo matrimonio.

Lavora dapprima come apprendista ebanista, poi come intagliatore. Per meglio apprendere i segreti di quell’Arte si intratteneva in bottega ben oltre le dieci ore di lavoro, ricevendo in cambio piccoli regali in prossimità delle feste.

Nello periodo di apprendistato, di sera, per arrotondare i suoi magri guadagni, lavora come operatore cinematografico presso il Cinema Vittoria. Questa attività gli consente di sviluppare un carattere gioviale e scherzoso e di acquisire un’abilità particolare nell’imitazione degli attori e delle loro battute. Continua la Lettura

La lettera di addio di Emanuele De Deo

21 Febbraio 2025 Autore:  
Categorie: Gioiesi nel Mondo, Storia

Emanuele De Deo

Emanuele De Deo, nato a Minervino Murge nel 1772, dall’età di 5 anni fino al 1793, anno precedente la sua morte, visse a Gioia del Colle, dove il padre si era trasferito con la famiglia per ricoprire la carica di Governatore per conto del re di Napoli, Ferdinando di Borbone.

Il giovane De Deo, tradito dal malprete Pietro Nicola Patarino e da lui accusato come cospiratore contro lo Stato, il 9 gennaio 1794 fu arrestato e rinchiuso nel carcere di Napoli.

L’avvocato difensore di De Deo, F. Mario Pagano, durante il processo disse ai giudici: mancano gli estremi della congiura, mancano gli estremi del reato, non si è neppure nell’ipotesi del tentativo perché nessun atto idoneo e diretto in modo non equivoco a commettere un delitto punito con la pena capitale è stato compiuto.
I giudici, invece, ravvisando la sussistenza del delitto di ribellione contro l’autorità costituita, applicheranno la legge vigente nel Regno di Napoli e condanneranno a morte il giovane De Deo, definito il primo martire della libertà morto per l’ingiusta scure di Ferdinando il Tiranno.

Il processo si concluse il 3 ottobre 1794 con la condanna a morte, preceduta  da tortura (quattro tratti di corda, secondo il dispositivo della sentenza), che fu eseguita il 18 ottobre 1794. L’imputazione era di ribellione al sovrano, di reato di opinione e di diffusione di pericolosa droga mentale, quale la diffusione di testi di ispirazione rivoluzionaria. Continua la Lettura

Una pietra d’inciampo per Nicola Capozzi

Vito Nicola Capozzi

Chi si trova a percorrere via Giuseppe Del Re in direzione est, giunto nei pressi del numero civico 59 si imbatte in una “pietra d’inciampo” sulla quale è riportata la seguente iscrizione: La casa di Nicola Capozzi saccheggiata dai fascisti il 29/10/1922.

Le pietre d’inciampo, ideate su iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per tramandare, nel tessuto urbanistico  delle città europee, il ricordo dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti,  sono dei blocchi di pietra ricoperti da una lastra di ottone, che vengono inseriti nel selciato stradale o sui marciapiedi delle città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni.  L’espressione “pietra di inciampo” è mutuata dalla Bibbia e precisamente dalla Lettera ai Romani di San Paolo (9,33):  Ecco che io pongo in Sion una pietra di scandalo e un sasso d’inciampo; ma chi crede in lui non sarà deluso.

Vito Nicola Capozzi è nato a Gioia il 7 luglio 1889 ed è morto a Bari il 23 aprile 1975.

Per le sue idee e la sua militanza politica fu subito inviso al regime fascista, fu più volte arrestato, condannato e inviato in carcere al confino. Si formò politicamente durante il dopoguerra, senza aver conseguito alcuna preparazione teorica, se non  l’esperienza maturata dalla sua condizione sociale o da quella dei contadini, con i quali condivise istanze e  rivendicazioni, sempre agendo  nell’alveo della legalità, del rispetto delle istituzioni e delle diverse, ma democratiche, idee espresse da uomini non allineati alle sue linee o a quelle del suo partito.

Il 29 ottobre 1922, giorno successivo alla ‘Marcia su Roma’, come ricorda il prof. Giuseppe Milano  nel volume “Gioia del Colle, storia politico-sociale dalle origini alla fine del ‘700. Gioiesi eminenti. I soprannomi”, edito da Suma nel 2009, un centinaio di fascisti, di ritorno dal San Carlo di Napoli, dove Mussolini, rinunziando al programma repubblicano, aveva espresso fedeltà alla monarchia sabauda, in camicia nera, dalla stazione, armati di moschetti, fucili e pugnali, incolonnati militarmente, per via Mazzini, dopo aver saccheggiato la sede della cooperativa agricola, andarono alla casa di Capozzi. Erano tutti della provincia di Bari: avevano l’ordine di “cancellare” la sede della Federazione Provinciale Socialista, che era appunto a Gioia e di “dare una lezione a quel porco di Capozzi”. Ne circondarono la casa e alcuni di loro salirono armati, e la perquisirono minuziosamente; non lo trovarono, essendo egli il giorno precedente partito per Bari. V’erano solo suo padre, sua madre e la sorella, lì pallidi per lo spavento. Andarono via e si portarono verso la Camera del Lavoro, che era in piazza Margherita, a fianco del Municipio, con l’intento di saccheggiarla. Continua la Lettura

Il 230° anniversario della morte di Emanuele De Deo

18 Ottobre 2024 Autore:  
Categorie: Gioiesi nel Mondo, Storia

Emanuele De Deo

Ricorre quest’anno il 230° anniversario della morte di Emanuele De Deo, gioiese morto il 1794 per l’affermazione dei principi della Rivoluzione francese: libertà, fratellanza e uguaglianza e per la concessione di una Costituzione repubblicana che sancisse quei valori.

Notizie su Emanuele De Deo è possibile reperirle consultando un articolo su questo sito digitando il seguente link; https://www.gioiadelcolle.info/lasilo-dinfanzia- e-de- deo/.

Per aver partecipato alla congiura giacobina del 1794 De Deo fu condannato alla forca il 18 ottobre al Largo del Castello di Napoli. Così ce ne parla lo storico Pietro Colletta, nel suo libro Storia del Reame di Napoli: Alzato perciò il palco nella piazza detta del Castello, sotto i cannoni del forte, circondato il luogo di guardie, muniti di artiglierie gli sbocchi delle strade, ed avvicinate alla città numerose milizie, bandirono che ad ogni moto di popolo i cannoni tirerebbero a strage. Uffiziali di polizia travestiti, sgherri in abito, e spie a sciami si confusero nella folla. E tra tanti provvedimenti di sicurtà, stavano i principi nel palagio di Caserta, più timidi ed ansanti de’ tre giovinetti (E. De Deo, V. Galiani e V. Vitaliano), che rassegnati morivano. Continua la Lettura

Richiesta di titolo di Città per Gioia del Colle

Il bassorilievo che raffigura sul lato destro lo stemma di Gioia del Colle

In data odierna ho fatto acquisire al protocollo del Comune di Gioia la seguente bozza di relazione diretta all’Amministrazione comunale di Gioia del Colle perché voglia inoltrare richiesta di concessione del titolo di Città al nostro paese. Tale titolo non ha solo valore onorifico per Gioia, ma potrebbe servire ai governanti, anche a livello extracomunale, per far comprendere la baricentricità di Gioia del Colle, la sua importanza strategica all’interno dell’area metropolitana e regionale, anche al fine di dotarla di alcune strutture, specialmente quelle sanitarie, di cui il nostro territorio è carente.

Infatti pur avendo avuto in passato un primo Ospedale sin dal 1346, uno successivo gestito dai Cavalieri di Malta e ulteriori ampliamenti, grazie alle donazioni di numerosi benefattori, oggi Gioia del Colle, pur essendo il paese più grande e popolato di quelli limitrofi, è privo di un Ospedale. Continua la Lettura

Centenario della vittoria della Banda musicale di Gioia del Colle al Concorso internazionale bandistico di Venezia del 1924

La Banda musicale di Gioia vincitrice al Concorso di Venezia del 1924

Il 12 luglio di quest’anno ricorre il centenario della vittoria della Banda musicale di Gioia del Colle al Concorso Bandistico Internazionale di Venezia.

Una anticipazione del valore del nostro Concerto Bandistico era stata espressa dal Commissario Prefettizio del Comune di Spinazzola al Sindaco di Gioia in data 14 giugno 1924, per elogiare la nostra Banda che si era esibita in quel paese in occasione della festa patronale. La riuscita della Festa è dovuta solamente all’intervento in questa Città del corpo musicale gioiese…. Il programma ha culminato in altezze d’arte insuperabili… È stata più che una festa religiosa, quella a cui abbiamo assistito, un indimenticabile, nostalgico avvenimento artistico…. Che dirle poi di quello, che, nella partitura si chiama cornetta, che risponde al cognome di Chiaia e del tenore Argento, entrambi gioiesi, che, con arte sublime, onorano la loro Patria!… Le note più appassionate … giungono all’anima attraverso la squisita, sensibile e geniale direzione dell’illustre Maestro Falcicchio ….. che questo concerto ha portato con la sua cultura e con l’arte sua squisitissima, ai più alti fastigi. La Commissione della Festa e le rappresentanze di tutte le classi del popolo spinazzolese, di cui dirigo le sorti, m’incaricano esternarle, a mio mezzo, i sentimenti di gratitudine, per il godimento spirituale procurato a questa cittadinanza. Io, dal canto mio, desidererei che i pugliesi tutti dovessero conoscere ed apprezzare cotesto inarrivabile concerto, per non avere poi il pungente rimorso di non averlo inteso, che attraverso la sua indefettibile fama. Nel frattempo viene costituito un Comitato Pro-Banda, allo scopo di raccogliere i fondi necessari per la partecipazione della Banda al Concorso di Venezia, che invita il Sindaco, i Consiglieri comunali e i cittadini a sottoscrivere nella misura desiderata, tenuto conto che le spese necessarie ammontavano a £ 30 mila. Continua la Lettura

Filippo Maria Cazzolla

Il Maestro Filippo Maria Cazzolla

Filippo Maria Cazzolla ha da poco compiuto 60 anni (infatti è nato a Gioia del Colle l’1 febbraio 1964), ma non li dimostra affatto. Sarà per il suo infaticabile e variegato interesse per molte attività a renderlo sempre uno spirito giovanile, tra le quali vanno ricordate quelle di sommelier, di musicista, di scenografo, di ristoratore, di impresario, anche se il vero amore della sua vita è la pittura.

A Gioia e anche fuori della nostra Regione va ricordato e si è fatto apprezzare per aver osato scommettere nel 2004, grazie alla collaborazione di Marco Losavio e Alceste Ayroldi, due professionisti del settore, nell’apertura di un locale in via Donato Boscia, angolo via Paolo Losito, che ha voluto chiamare Ueffilo, parola che nel dialetto gioiese sta ad indicare un sorso (di vino).

Si tratta di un Jazz Club, rinomato ritrovo di celebrità musicali di valore internazionale, Club di riferimento nel panorama musicale di qualità, dove si poteva godere di atmosfere da tipico jazz club americano, accompagnate da una singolare attività di Restaurant.

È stata un’esperienza che ha puntato su una proposta musicale raffinata al punto di riuscire ad attirare un pubblico da ogni parte d’Italia, consacrando nel 2011 il Ueffilo tra i più importanti Jazz Club d’Italia. Questa sua esperienza è terminata nel 2015, anno in cui ha ceduto l’attività per dedicarsi pienamente alla pittura. Continua la Lettura

Vito Prisciantelli, più noto come Renato

Vito Renato Prisciantelli

Ricorre quest’anno il 134° anniversario della nascita e il 62° anniversario della morte di un nostro illustre concittadino: Vito Prisciantelli, più conosciuto come  Renato.

Prisciantelli il cui nome di battesimo dagli atti dell’Ufficio di Stato Civile di Gioia del Colle risulta essere Vito, è nato a Gioia del Colle il 3 marzo 1890 in strada Le Torri n. 20, attualmente via Giovanni Rocca.

Un suo lavoro in calce al quale appaiono entrambi i nomi di Vito e di Renato è  una poesia, o come lui stesso afferma, un carme, dal titolo “A Roma“, dedicato a Marcellino Cassano, tempra di uomo forte e intelligente che ne la lotta per il benessere morale ed economico de la sua Terra e strenuo e pugnace.

Il padre, Leonardo, svolgeva la professione di avvocato e la madre, gentildonna, si chiamava Grazia Alvino. Tra i testimoni che lo dichiararono al Comune di Gioia c’è Gennaro Minei, dichiarato calligrafo, ma in realtà era Professore di calligrafia e disegno e fu tra i fondatori della Scuola Popolare di Disegno e di Calligrafia.

La madre era sorella di Malvina, che viene considerata come musa ispiratrice del sacerdote, poeta, saggista e letterato gioiese don Vincenzo Angelillo, di Antonietta, moglie di Achille Tarsia Incuria, nobile famiglia titolare anche di una tipografia, di Vincenzo, di Vito, nipote di Marino Rosati, che fu maestro della Banda musicale di Gioia e fondatore dell’omonimo Circolo Musicale, che per alcuni anni ha movimentato il panorama culturale e musicale gioiese nella seconda metà del XIX secolo.

Il canonico professor Giacomo Prisciantelli, famiglia imparentata con i Rosati,  il 16 luglio 1873 tenne il discorso per l’inaugurazione a Gioia del Circolo Musicale Rosati.

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Giuseppe Tommaso Losapio

Il “Quadro istorico-poetico sulle vicende di Gioia del Colle in Bari detta anche Livia” dell’abate Francesco Paolo Losapio

Nella famiglia Losapio il rappresentante più noto è l’abate Francesco Paolo Losapio, benefattore al quale è intitolato il cosiddetto “Legato Losapio” con il quale lasciava i suoi averi al Comune di Gioia per l’istituzione di una Biblioteca e di tre classi ginnasiali.

L’abate Losapio è anche noto per aver partecipato alle tristi vicende dei Martiri del 1799 e ai moti Carbonari del 1820. Della famiglia Losapio, però faceva parte anche un altro illustre componente: Giuseppe Tommaso Losapio. Si tratta del fratello minore dell’abate, di indole meno battagliera di Francesco Paolo, che nacque a Gioia il 19 marzo del 1772.

Completavano la famiglia Losapio le sorelle Lucia Maria, Apollonia Maria, Santa Maria e Maria Lucia.

Il loro nonno, Francesco Paolo senior, non appena fu eletto Sindaco di Gioia (1740-41), avendo a cuore le sorti dei gioiesi, avviò la vertenza contro la feudalità, in particolare contro la famiglia De Mari, feudatari di Acquaviva, Gioia e Castellaneta, e nei confronti del Capitolo della Chiesa Madre di Gioia, lotta che fu portata a termine, con le due Decisioni del 3 e del 24 marzo 1810 della Commissione feudale, dal dott. Paolo Losito e dagli abati Francesco Paolo Losapio e Francesco Saverio Indellicati.

Giuseppe Tommaso Losapio dopo aver concluso i suoi primi anni di studio a Gioia sotto la guida del maestro Longo, appartenente all’ordine dei Francescani, continuò il suo percorso scolastico nel seminario di Oria sotto la guida di dotti e insigni maestri. Seguì con profitto le lezioni di letteratura, filosofia e matematica e poi si trasferì nel seminario di Taranto, diretto dal celebre Capecelatro, per completare gli studi e la sua preparazione culturale seguendo gli insegnamenti di Scienze fisiche e naturali. Continua la Lettura

Angelo Lamanna, un artista ignorato

16 Febbraio 2024 Autore:  
Categorie: Gioiesi nel Mondo, Scuola, Storia

Il maestro Angelo Lamanna

Quest’anno ricorre il 20° anniversario della morte di un musicista gioiese che ha dato lustro alla nostra città e che merita una menzione particolare, anche se non ha rivestito il ruolo di Direttore del Gran Concerto musicale di Gioia.

Si tratta del Maestro gioiese Lamanna Angelo, nato l’8 agosto 1923 e morto il 26 dicembre 2004.

Figlio d’arte, cominciò giovanissimo suonando in numerose bande del Sud; si distinse come solista suonando come strumento musicale il flicorno tenore/baritono.

Lamanna sin dal 1932 ha ricevuto le sue prime lezioni di musica in teoria musicale e solfeggio dal padre Rocco, suonatore di sassofono baritono e dal fratello maggiore Francesco, entrambi musicisti della banda locale.

Inizialmente ha imparato a suonare la tromba e nel 1933 ha perfezionato la sua abilità frequentando la scuola musicale dei Padri Barnabiti.

Come suonatore in si bemolle ha fatto parte della piccola Banda dei ragazzi diretti dal Maestro Filippo Melchiorre. Questi musicanti nel 1936 e nel 1937, insieme ai componenti della Banda grande, daranno corpo alla Banda di Gioia.

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