La Madonna Odegitria nell’Arco Mastrocinto

Bassorilievo della Madonna Odegitria, da porre nell’Arco Mastrocinto

Il bassorilievo a fianco riportato è la copia di quello presente, ma poco visibile, in alto sulla facciata  destra di un’abitazione risalente al Trecento, che si trova all’interno dell’Arco Mastrocinto, arco così denominato dall’omonima famiglia gioiese, vissuta nel sec. XVII,  che abitava nella corte. L’Arco presenta lungo i bordi una lavorazione a punta di diamante, tipica della scultura araba, elemento che ritroviamo sia sull’arco ogivale che immette nel cortile del castello normanno-svevo di Gioia del Colle, sia sull’arco  presente nella Sala del Trono al primo piano del castello.

Rappresenta la Madonna che regge con il braccio destro il Bambino, mentre sul braccio sinistro ha impresso  una stella.

Poiché il bassorilievo per le sue dimensioni ridotte e per il punto in cui è incastonato non è facilmente visibile a coloro che accedono nell’Arco per prenderne visione, lo scultore autodidatta gioiese Mario Vacca ha pensato di scolpirne una copia simile all’originale, che raffigura la Madonna Odegitria che regge in braccio il Bambino. Continua la Lettura

Gioia del Colle e la famiglia Cassano

La famiglia Cassano, appartenente all’aristocrazia terriera di Napoli, viene in Puglia nel ‘400 e prende dimora a Noci. Nel 1612 un ramo della famiglia si trasferisce a Gioia del Colle e si imparenta con la famiglia Gigante, originaria di Acquaviva delle Fonti, consolidando il proprio patrimonio agrario.

A Noci, infatti, nel 1498 fecero costruire anche una chiesa, quella consacrata a Santo Stefano, che risulta ancora oggi proprietà della famiglia Cassano.

La chiesetta è ubicata nel centro storico di Noci, di fronte alla Chiesa di S. Chiara; secondo Pietro GIOJA (Noci 1801-1865), Conferenze Istoriche sulla origine e su i progressi del Comune di Noci in Terra di Bari, 1839-42, a fondarla “… di rimpetto alla Chiesa di S.Nicolò di Bari fu il cavaliere Nicolò di Bianco alias Cassano. . .”, come lo definiva il CASSANO (1662-1753) al S   70 della Ristretta ed erudita narrazione sull’origine e progressi della Terra delle Noci. L’anno di fondazione è il 1498, come si ricava dalle Historiae Cupérsanenses libri tres del Di Tarsia (Mantova 1649) per dimostrare che in quell’anno la Diocesi di Conversano, da cui Noci dipendeva, era retta dal Vescovo Vincenzo Pistacchio, napoletano. Egli scriveva nel lib.3 a pag.1126:

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Don Luigi Tosco nel 70° anniversario della morte

13 Aprile 2019 Autore:  
Categorie: Gioia Nota, Storia

Don Luigi Tosco

Quest'anno ricorre il 70° anniversario della morte di don Luigi Tosco, un sacerdote  non  gioiese di nascita, ma che  ma si può considerare tale per  adozione.

Don Luigi  Tosco ricopre il ruolo di arciprete di Gioia dal 15-11-1934 al 12-05-1949. Succede a don Francesco Paolo Giove, che era stato arciprete dal 18-02-1900 al 5-01-1934. Questi nel 1924 era stato colto da paralisi e costretto fino all'immobilità permanente e a non poter uscire più di casa.

All’arciprete Giove, nato a Santeramo il 1° dicembre 1859 e morto a Gioia  il 3 febbraio 1935, si deve l’acquisto dell’effigie di San Rocco, quando fu nominato direttore spirituale dell’omonima Confraternita, poiché  la chiesa possedeva solo una statua in pietra del Santo, che non si poteva portare in processione. Durante la sua arcipretura si adoperò per una migliore conoscenza e venerazione dei due Patroni: Santa Sofia e San Filippo.

Gli ultimi difensori del culto di S. Sofia a Gioia furono l’arciprete Andrea Giove che nel 1871 scriveva  al Vicario Generale della Curia di Bari per fornire questa chiesa dell’uffizio proprio della Santa, e l’arciprete Francesco Giove, che nel 1906 si recò a Roma per un viaggio informativo su notizie della vita e sulla leggenda di S. Sofia  Continua la Lettura

Il centenario del completamento della Chiesa di Santa Lucia

Agiografia

Gli Atti del martirio di Santa Lucia (Siracusa 283-304), il cosiddetto Codice Papadopulo, narrano di una giovane, orfana di padre, appartenente ad una ricca famiglia di Siracusa, che era stata promessa in sposa ad un pagano. La madre di Lucia, Eutichia, da anni ammalata, aveva speso ingenti somme per curarsi, ma nulla le era giovato. Fu così che Lucia ed Eutichia, unendosi ad un pellegrinaggio di siracusani al sepolcro di Agata nel dies natalis della vergine e martire catanese, pregarono S. Agata affinché intercedesse per la guarigione della donna. Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno S. Agata in gloria che le diceva: Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu per tua madre? Nella visione S. Agata le preannunciava anche il suo patronato sulla città di Siracusa. Ritornata a Siracusa e constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo. Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la desiderata sposa vendere tutto il suo patrimonio per distribuirlo ai poveri, verificato il rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana.

In quel tempo erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall'Imperatore Diocleziano. Il processo che Lucia sostenne dinanzi all'Arconte Pascasio attesta la fede ed anche la fierezza di questa giovane donna nel proclamarsi cristiana. Minacciata di essere esposta tra le prostitute, Lucia rispose: Il corpo si contamina solo se l'anima acconsente. Il proconsole allora ordina che la donna sia costretta con la forza, ma lei diventa così pesante, che decine di uomini non riescono a spostarla. Il dialogo serrato tra lei ed il magistrato vede addirittura quasi ribaltarsi le posizioni, tanto da vedere Lucia quasi mettere in difficoltà l'Arconte che, per piegarla all'abiura, la sottopone a tormenti.

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La Villa Cassano

24 Ottobre 2018 Autore:  
Categorie: Gioia Nota, Storia

La villa, sicuramente la più bella e grande tra quelle presenti a Gioia, è di proprietà della famiglia Cassano.

La famiglia Cassano, appartenente all’aristocrazia terriera di Napoli, viene in Puglia nel ‘400 e prende dimora a Noci. Nel 1612 un ramo della famiglia si trasferisce a Gioia del Colle e si imparenta con la famiglia Gigante, originaria di Acquaviva delle Fonti, consolidando il proprio patrimonio agrario. Ancora oggi percorrendo la via per Acquaviva, a circa quattro chilometri da Gioia, è possibile vedere la maestosa masseria Gigante, di proprietà  degli eredi della signora Zoe Leomanni, vedova Cassano, che ne ha mantenuto la disponibilità fino alla sua morte.

Un esponente della famiglia, Paolo Cassano, per un quarantennio, fino al 1920  circa, è stato produttore di distillati di vino che sono stati esportati in Europa e nelle Americhe, consegendo significativi riconoscimenti a livello internazionale. Gli stabilimenti per la produzione di distillati e le costruzioni utilizzate per gli operai che in essi lavoravano, che oggi fanno parte dell'archeologia industriale di Gioia del Colle, sono presenti e visibili sulla via  che conduce a Santeramo in Colle, via che da qualche anno ha preso la denominazione 'Paolo Cassano'.

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Il Circolo Unione di Gioia del Colle compie 150 anni

Quest'anno, dunque, ricorre il 150° anniversario della sua fondazione, un lungo periodo che ha visto i componenti del Circolo coinvolti nelle vicende locali legate al momento post-unitario ed essere particolarmente presenti nella storia risorgimentale e in quella politico-economica di Gioia del Colle, anche con figure significative nella conduzione della gestione comunale.
Inizialmente i soci aderenti al Circolo appartenevano a famiglie nobili, facoltose o del mondo agrario, come i Calabrese, Carano, Cassano, Monte, Pagano, Prisciantelli, Soria, Taranto, molti dei quali sono diventati medici, avvocati, professori e hanno preso parte attiva alla vita politica cittadina fino a ricoprire il ruolo di sindaco o di assessori. La fondazione del  Circolo Unione di Gioia del Colle risale al 1868 come Circolo Nazionalista Sannace, denominazione che condensava un doppio significato: da una parte sottolineava il sentimento antiborbonico e lo spirito unitario e nazionale della nuova Italia postrisorgimentale che si stava diffondendo anche nella nostra terra e dall’altra faceva emergere lo spirito campanilistico, legato  alla tradizione e alla storia locale ed in particolar modo alla presenzadel primo nucleo abitativo insediatosi nel territorio di Gioia, a Monte Sannace. 

Il Circolo, per motivi politici, nell'ultimo decennio dell'Ottocento si scinde in due: uno a sostegno del Partito Operaio, giolittiano, capeggaiato dal socio sindaco Marcellino Cassano, con sede in Piazza Plebisito nel palazzo De Bellis, e l'altro, sostenitore del Partito Agrario, capeggiato dal socio e sindaco  Daniele Eramo, sempre con sede in Piazza Plebiscito, ma nel Palazzo Monte. La ricomposizione dei due Circoli avverrà subito dopo l'elezione a deputato del candidato giolittiano gioiese Vito De Bellis quando si fusero dando origine al Circolo Nuovo, con sede nell'ex Convento dei Francescani in Piazza Plebiscito e sotto la presidenza di Filippo Monte.

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Il pastificio Marella

Antonio MarellaIl pastificio Marella, come ricorda lo stesso titolare dell'azienda,  avvia la sua attività  lavorativa ricalcando le orme di famiglia. 

A Gioia del Colle nacque nel 1897 Giovannino Vitto, nonno di mia moglie Grazia. Dopo una cruenta guerra sul Piave, quando molti emigravano per cercare  fortuna   nei nuovi mondi,  "Giuannine  culechiatte" (nome e soprannome), decise di avviare, da pioniere, insieme alla moglie Graziella, un'attività di salumeria-gastronomia, con annessa piccola   produzione di prodotti tipici locali, fra cui la pasta tradizionale e prodotti da forno come i taralli e la peddechedde" focaccina impastata con le patate e adeguatamente imbottita, il più delle volte ed a richiesta del cliente, con salumi o formaggi. Profumi, sapori e nostalgie di altri tempi che continuano a riempirci il  cuore. ( Dal sito  Pastificio Marella ).   

L’azienda Marella, a conduzione prettamente familiare, rinasce  a Gioia nel 1987. Produce paste artigianali di semola di grano duro, prodotti da forno e dolci di mandorla della tradizione pugliese, utilizzando solo materie prime locali. Infatti tutti i grani sono coltivati sugli altopiani murgesi e Tavoliere di Puglia da piccole Aziende agricole nelle diverse varietà Cappelli, Simeto, Svevo, Arcangelo, Duro Lucano, Quadrato, Kronos, trasformati in semola nel piccolo mulino CAMEMA in Altamura ed utilizzati in blend negli impasti utilizzati. In particolare, il grano Senatore Cappelli, risorto a nuove colture, produce una SEMOLA

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Presentazione secondo tomo del volume ” La Banda musicale di Gioia del Colle “

17 Maggio 2018 Autore:  
Categorie: Comunicati, Gioia Nota, Storia

Giovedì 24 maggio 2018 alle ore 18,45 nel Chiostro del Comune di Gioia del Colle il prof. Francesco Giannini presenterà il secondo tomo del libro La Banda musicale di Gioia del Colle 1818-2017. Storia, documenti, immagini, testimonianze.

Il volume, oltre che a delineare la storia della Banda musicale negli anni che vanno dal 1930 al 2017, riporta cronologicamente avvenimenti salienti  verificatisi a Gioia del Colle, riferiti a quegli stessi anni.
Trascrivo quanto riportato nella Prefazione al volume.

Carissimo Franco,

dopo avere avuto il piacere di leggere attentamente il primo volume della tua storia della Banda di Gioia, ho avvertito la necessità di prendere carta e penna, per complimentarmi con te, ma, soprattutto, per ringraziarti per il tuo poderoso, titanico impegno.

Oggi viviamo in una società dominata da mode, che nascono e muoiono e che spesso non durano più di una stagione. Siamo alla ricerca di un futuro vago ed indefinito, dimenticando il passato e banalizzando il presente.

Rischiamo così di perdere la nostra identità e con essa i valori più veri che i nostri antenati ci hanno trasmesso e che noi abbiamo il dovere di custodire e di reinventare.

Ben venga, quindi, un lavoro di ricerca come il tuo, che, abbracciando due secoli di storia, ci radica profondamente nel nostro tessuto etico, artistico, civile e sociale.

Ogni gioiese che si ritiene tale, non solo se appassionato di musica, dovrebbe procurarsi la tua opera, leggerla, gustarla e interiorizzarla.

Sei riuscito, con un lavoro certosino, non solo a ricostruire la storia della nostra banda, con una ricerca attenta e particolareggiata, ma ad offrirci uno spaccato di storia, che supera i confini ristretti della nostra realtà locale, per inserirsi nella più grande storia nazionale.

In più occasioni abbiamo lavorato insieme. Ricordo con piacere gli incontri presso la Biblioteca comunale e il Circolo Unione, dedicati alla banda di Gioia e al maestro Paolo Falcicchio,nonché il nostro tour nelle scuole elementari per parlare di San Filippo Neri e del suo legame con Gioia.

Aspetto con impazienza il tuo secondo volume che tratta di un periodo più recente, che sotto certi aspetti ci ha visti partecipi in prima persona.

Ancora grazie per il tuo appassionato impegno.

Tonino Vasco

Alla presentazione interverranno, tra gli altri, il prof . Lorenzo Fico, Direttore dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “ G. Paisiello “ di Taranto e il prof. Rocco Eletto, Maestro, Direttore e Concertatore del Gran Concerto Musicale “ P. Falcicchio “ di Gioia del Colle.

Nel corso della presentazione saranno proiettati documenti e immagini inediti, inerenti la Banda musicale di Gioia del Colle.

La cittadinanza è invitata a partecipare.

‘I tre amori di Dante’ di don Vincenzo Angelilli

Sabato 17 marzo 2018 nel salone del Circolo Unione di Gioia del Colle i proff. Vito Antonio Lozito e Francesco Giannini, in una serata dedicata a 'Dante e Gioia', hanno presentato il saggio critico ' I TRE  AMORI  DI  DANTE ', di  Vincenzo Angelilli, sacerdote, educatore, poeta, saggista.

Si riporta di seguito una sintesi della serata.

     In occasione del 55° anniversario della morte di don Vincenzo Angelillo (in arte Angelilli) il prof Vito Antonio Lozito ha         fatto stampare a proprie         spese il saggio del sacerdote gioiese, dal titolo ‘ I tre amori di Dante’, scritto 95 anni or sono.

     Il lavoro è stato presentato sabato 17 marzo nel salone del Circolo Unione di Gioia. Il prof. Lozito, dopo il saluto del           presidente del Circolo,           dott. Leonardo Marazia, e la lettura del curriculum dei relatori, ha illustrato brevemente                   l’argomento della conversazione sul saggio di             Angelillo. Ha evidenziato il fervore culturale che tra la fine del l’800 e           l’inizio del ‘900 investe  Gioia e che ruota  intorno a don Vincenzo                 Angelillo e al Circolo culturale-musicale di Marino           Rosati. 

     Tre ragazze, tra  studentesse universitarie  e laureate, a ricordo di analoga presenza di  studenti universitari alla                  veglia  funebre per la           morte di don Angelillo, hanno  introdotto  ‘I tre amori di Dante’.

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Nuovi Scavi Archeologici a Monte Sannace

Numerosi studiosi di archeologia e di ricercatori, tra cui il nostro concittadino prof. Antonio Donvito, sostengono che Monte Sannace in passato sia stato il centro più importante della Peucezia, non solo per l'estensione del villaggio, ma anche per la posizione strategica dello stesso, essendo ubicato al centro di una serie di arterie che conducono da Nord a Sud ( da Bari a Taranto ) e da Est ad Ovest ( da Matera a Brindisi ), ubicazione che permette di collegare  l'Adriatico con lo Ionio e il Tirreno con l'Adriatico e con lo Ionio. 

Gli studiosi sostengono altresì che molto ci sarebbe da scavare per portare alla luce altri reperti che ci permetterebbero di inquadrare meglio l'importanza del sito nello scacchiere regionale e che a loro parere,  solo una metà dell'antico centro abitato sia stato riportato alla luce.

Continua, perciò, anche quest'anno l'attività di studio e di ricerca nel Parco Archeologico di Monte Sannace.

Infatti da lunedì 4 settembre 2017 parte la 22^ Campagna di Scavo nel sito archeologico di Monte Sannace, che avrà la durata fino al 13 ottobre 2017. 

L'attività di scavo, a cura del DISUM, Dipartimento di Studi Umanistici ( sezione  Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici ) dell'Università degli Studi  ' Aldo Moro ' di Bari, si avvale della Direzione Scientifica della prof.ssa Paola  Palmentola.

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