Carabinieri e Pubblica Sicurezza a Gioia del Colle

Gioia del Colle, essendo stato in passato uno dei paesi più popolati del circondario, ha avuto nel suo territorio la presenza di numerosi uffici pubblici, tra i quali quelli che svolgevano la funzione di garantire l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini. Uno dei primi gruppi di addetti alla sicurezza di ogni Comune era costituito […]

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Categorie: Storia
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Ingresso Stazione e Compagnia dei Carabinieri

Gioia del Colle, essendo stato in passato uno dei paesi più popolati del circondario, ha avuto nel suo territorio la presenza di numerosi uffici pubblici, tra i quali quelli che svolgevano la funzione di garantire l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini.

Uno dei primi gruppi di addetti alla sicurezza di ogni Comune era costituito dalle Guardie Nazionali.

La costituzione delle Guardie Nazionali, un Corpo armato istituito per la sicurezza e l’ordine pubblico, risale nel Napoletano al 1806; fu voluta dalla borghesia napoletana per contrastare la reazione borbonica dei “lazzari” contro il governo napoleonico. Il re Ferdinando II gli dette un nuovo ordinamento nel 1833, permettendo l’arruolamento a uomini di età compresa tra 21 e 50 anni, purché di comprovata fede monarchica. Inizialmente era denominata Guardia Civica. Nel Decennio francese prese nome di Milizia Civile e Guardia di Sicurezza, mentre nel 1833 Guardia di Sicurezza Interna. Sembrerebbe che fu soppressa nel 1848 e ricostituita nel 1860 col nome di Guardia Nazionale dal gioiese Giuseppe Del Re, ministro dell’Interno e di Polizia, su consiglio di un vecchio generale borbonico, il ministro Liborio Romano, con il compito di mantenimento dell’ordine pubblico.

Durante il periodo del governo borbonico anche a Gioia era presente la Guardia Nazionale, un Corpo armato istituito per la sicurezza del paese.Il 3 marzo 1848, a seguito di assembramenti e tumulti da parte dei contadini che chiedevano la divisione dei Demani, i Decurioni, dietro ordini delle Autorità Superiori e alla presenza del R. Giudice, provvidero alla nomina dei Capi della Guardia Nazionale. Fu nominato Capo provvisorio il sindaco don Francesco Cassano e come Sotto Capi i signori don Tommaso Calabrese, don Alessandro Cinque e don Vitantonio Prisciantelli.

Qualche giorno dopo i contadini invitarono il farmacista Francesco Favale a far suonare il tamburo per riunire la Guardia e dirigersi con essa verso la campagna per procedere alla divisione delle terre.

Da una lettera inviata il 27 febbraio 1848 dal Sindaco di Gioia al signor Intendente della Provincia di Bari apprendiamo che i locali di palazzo San Francesco ceduti in uso gratuito alla provincia destinati a caserma della Gendarmeria pedestre ed equestre abbisognavano di pitturazione e manutenzione. In una nota del 16 settembre1850 si riportano i lavori urgenti da eseguire nei locali di palazzo San Francesco ove dimorava la Guardia di Pubblica Sicurezza.

Con la proclamazione dell’Unità d’Italia nel 1861 anche il Sud, e quindi anche Gioia, si uniforma alle disposizioni nazionali nel campo dell’ordine pubblico.

Palazzo San Francesco negli anni ’70

Il 6 luglio 1861 all’indomani della proclamazione dell’Unità d’Italia, sindaco Antonio Taranto, veniva istituita la Stazione dei Reali Carabinieri, allocandola provvisoriamente in decenti edifici privati, in attesa del compimento dei molteplici lavori di adattamento dei fatiscenti locali del vecchio Convento dei Padri Francescani.

Il 28 luglio 1861 il Brigante Pasquale Romano si dirige verso Gioia e riesce ad impadronirsi del borgo di San Vito. Frattanto da Bari, da Altamura, da Acquaviva e da tutti i Comuni limitrofi accorrono plotoni di Carabinieri, compagnie dell’esercito e drappelli di Guardie Nazionali, che riescono ad espugnare quel popolato quartiere.

Il Comune rifiutava la proposta fatta dal Governo per la installazione di una Brigata di Guardie di P.S., la cui spesa sarebbe caduta per metà a carico del Comune, ritenendo sufficiente il mantenimento dell’ordine pubblico da parte dei Carabinieri e della Guardia Nazionale.  Nel 1863, però, si chiede una Delegazione di P.S. a Gioia.

Nel Consiglio comunale del 14 novembre 1861 si ricorda che un drappello di Reali Carabinieri si era stanziato a Gioia  e il successivo 19 novembre conferma che da luglio i Reali Carabinieri si stanziarono a Gioia, per la reazione ai disordini verificatisi a Santeramo.

Nel frattempo la Guardia Nazionale continuava la sua attività, come si evince da numerosi interventi da essa effettuati a Gioia e nei dintorni, soprattutto per contrastare le azioni dei “briganti”.

A marzo del 1862 il Prefetto di Bari propone di istituire a Gioia una Brigata di 5 individui di Guardie di Pubblica Sicurezza, essendo Gioia un paese di 17.000 abitanti e centro di commercio interno e punto di fermata tra Taranto, Bari ed Altamura.

Il 19 maggio 1862 viene confermata la notizia che la caserma dei Reali Carabinieri è a palazzo San Francesco.

Alcuni componenti della Guardia Nazionale di Gioia, intorno al 1861

Nel corso del 1862 per contrastare il fenomeno del brigantaggio si aumenta a 450 il numero dei militi della Guardia Nazionale di Gioia, di cui metà a cavallo e 120 armati di fucili, ai quali dal 1 dicembre si unisce una guarnigione del 1° squadrone dei Cavalleggeri di Saluzzo, giunto appositamente a Gioia. Questa guarnigione il 5 gennaio 1863 sopraggiunge nella zona sud-occidentale di Gioia, in contrada Vallata, dove il Romano bivaccava con i suoi e lo accerchia, sostenuta da un drappello della Guardia Nazionale e dei Reali Carabinieri. In quell’occasione il sergente Romano rimane ucciso insieme a 20 suoi gregari.

Nel 1862 il Consiglio comunale delibera che la caserma dei R. Carabinieri sia trasferita a palazzo San Francesco, sulla base della concessione dell’immobile al Comune fatta dal governo napoleonico il 25 aprile 1813, subordinandola come destinazione ad usi pubblici: per caserma di Gendarmeria Reale, carcere giustizia di pace. Tale concessione fu reiterata dal re Ferdinando IV il 6 novembre 1816 confermando la precedente destinazione di uso.

Il 21 maggio 1863 nel Consiglio comunale si parla di una forza di R. Carabinieri a cavallo in luogo di quelli a piedi.

L’11 luglio 1863 il Consiglio esamina la richiesta di stanze e mobilio per la Delegazione di Pubblica Sicurezza venuta a Gioia a gennaio.

Il 25 novembre 1863 il Consiglio comunale prende atto che la Guardia Nazionale è uscita ben cinque volte fuori Gioia per dare la caccia ai briganti.

Nel cortile del Convento di San Francesco era presente un pozzo; nel 1869 il Comune provvide alla riparazione dell’ingegno, che era utilizzato per portare l’acqua in superficie. Nel 1874 il Comune provvide alla costruzione di un ingegno idraulico a palazzo San Francesco.

Il 18 marzo 1875 la Giunta municipale delibera di concedere una onorificenza al carabiniere Rizzi per la sua abnegazione durante l’incendio verificatosi il 18 febbraio precedente.

Il 23 agosto 1889 la Giunta comunale delibera di inviare una richiesta al Governo per l’aumento di militari alla stazione dei Carabinieri, che ha un Brigadiere e 4 Carabinieri e si ricorda che a breve sarebbero iniziati i lavori per la costruzione della ferrovia Rocchetta- Melfi- Gioia.

La sede del Circolo Unione nel ‘900 nel palazzo San Francesco

Il 27 febbraio 1891 il Consiglio comunale delibera sulla proposta di impianto di una sotto-brigata di Pubblica Sicurezza e ricorda che l’anno successivo ci sarà la Stazione dei Carabinieri.

Il 13 gennaio 1893 il Sindaco, D’Eramo cav. Daniele, nel commemorare l’attentato, avvento il 7 gennaio, al collega cav. Vincenzo Taranto, ricorda che a luglio si svolsero le elezioni amministrative e si verificò una lotta politica alla quale Gioia fu risparmiata perché lui si adoperò per mettere pace. Si verificarono, però, reati di sangue e in un anno furono commessi otto omicidi, che funestarono Gioia, dei quali tre negli ultimi mesi del suo sindacato, e che ben poco poterono i Carabinieri. La scadenza di nomina di 50 subalterni creò un clima teso per cui aveva richiesto al Prefetto e al Sottoprefetto l’impianto di un ufficio di Pubblica Sicurezza e l’aumento dell’Arma dei Carabinieri. Il giorno precedente la Stazione era aumentata di un Carabiniere.

Nel 1894 la Giunta comunale e nel 1895 il Consiglio comunale esaminano la proposta di impegno per l’impianto dell’Ufficio distaccato di Pubblica Sicurezza a Gioia.

Il 18 maggio 1895 la Giunta delibera sulle spese di impianto della delegazione di Pubblica Sicurezza.

Questi furono anni travagliati per Gioia; segno ne è l’assassinio   del notaio cav. Vincenzo Taranto, avvenuto il 15-8-1894. La sua commemorazione fu tenuta dal sindaco Cassano.

Per evitare ulteriori disordini a Gioia fu impiantato un Ufficio di Pubblica Sicurezza.

Il 13 maggio1897 la Giunta comunale delibera di effettuare i lavori di adattamento di alcuni locali a San Francesco per l’Ufficio catastale, per la delegazione di Pubblica Sicurezza e per l’abitazione del delegato.

Il 17 maggio 1900 il Consiglio comunale invia una nota al R. Governo per aumento di forza della Stazione dei RR. Carabinieri, con comando di maresciallo, formulata sia per il numero della popolazione residente a Gioia sia per motivi di pubblica sicurezza; si ricorda che per tale motivo fu istituito un ufficio distaccamento di Pubblica Sicurezza, a causa delle condizioni di pubblica sicurezza a Gioia e del numero della popolazione, che ammontava a circa 23 mila abitanti.

Il 21 giugno 1900 la Giunta municipale nel ricordare che il 4 giugno si erano verificati avvenimenti che turbarono l’ordine pubblico in occasione della nomina del deputato Serino-Romano, contrasti tra partiti che sarebbero sfociati in tragedia senza l’intervento coraggioso ed energico del Delegato di Pubblica Sicurezza, Pompeo Pisciotta, propose di conferire al Delegato una medaglia al valor civile.

Nel 1901 la Giunta approva la proposta di un impianto di Sotto-Brigata di Pubblica Sicurezza.

Palazzo San Francesco restaurato per uso della Compagnia dei Carabinieri.

Il 20 settembre 1901 la Giunta delibera una ricompensa al Brigadiere dei R. Carabinieri, il quale, durante lo scoppio del polverificio De Carlo il 26 luglio, mettendo a repentaglio la propria vita, entrò nello stabilimento ed estrasse un uomo, che purtroppo, a causa delle ferite, morì.

Il 13 marzo 1902 il Consiglio comunale invia una nuova istanza al R. Governo per aumento di forza alla stazione dei RR. Carabinieri con comando di Maresciallo. Il 13 gennaio del 1903 il Consiglio manda un elogio al Maresciallo dei Carabinieri e ai Carabinieri, che uccisero due assassini, in contrada Corvello, a causa delle loro notturne azioni di scasso e furto presso alcune famiglie.

Nel 1906 si apre una vertenza tra il Comune di Gioia e la Provincia perché le spese per il casermaggio dei Carabinieri siano a carico della Provincia e non del Comune. Poiché con R. Decreto del 1813  di Gioacchino Murat viene concesso al Comune il Monastero dei Conventuali di proprietà demaniale per i bisogni della Caserma  della Gendarmeria, ora Reali Carabinieri, del carcere e della giustizia di pace, e tale concessione venne reiterata dal Borbone con Regio Decreto del 1816, il Comune chiede, se non un fitto, una certa zona dell’immobile, visto che la caserma occupa quasi interamente il secondo piano del palazzo San Francesco, dopo essere stato ingrandito con l’arrivo del Maresciallo.

Ad ottobre del 1906 i giornali annunciavano la notizia di un possibile distaccamento di soldati a Gioia e viene proposto di richiedere al Deputato del Collegio di perorare la causa affinché Gioia avesse un distaccamento di truppa essendo al centro tra Bari, Taranto e nella Murgia.

La situazione di Pubblica Sicurezza non è tranquilla; nel 1912 fu ucciso un bimbo di 2 anni e a Gioia vi è un solo delegato di P.S. e pochi Carabinieri; si richiedono nuove guardie di città e Carabinieri.

A maggio del 1913 in Consiglio si discute della condizione di pubblica sicurezza a Gioia. Si ricorda che è stata uccisa una persona e che l’anno precedente fu ucciso un bambino di due anni. A Gioia era presente un solo delegato di P. S. e pochi Carabinieri, per cui si richiedono nuove guardie di città e altri Carabinieri.

Ricordando che il Governo più volte aveva chiesto al Municipio se fosse disposto a preparare i locali per alloggiarvi un reparto di truppa, la cui permanenza a Gioia era giustificata da ragioni toponomastiche e strategiche, il Consiglio a maggio del 2012 pensa di costruire una caserma a tale scopo.

A luglio del 1913 il Consiglio comunale delibera sui provvedimenti per l’ampliamento della caserma dei Carabinieri, che ad agosto erano aumentati di 5 unità e si decide di liberare i locali del Delegato di P. S., che si sarebbe spostato in via Duomo per far posto all’alloggio dei Carabinieri.

A dicembre del 1914, a causa della crisi annonaria e alla disoccupazione, i socialisti durante il Consiglio abbandonano la seduta dicendo che avrebbero preferito dare 7 stanze ai poveri per combattere la disoccupazione piuttosto che 7 stanze ai Carabinieri.

Il 19 gennaio 1915 la Giunta comunale delibera il trasferimento della delegazione di Pubblica Sicurezza dai locali di San Francesco per l’ampliamento della caserma dei Carabinieri, ed il trasferimento a via Duomo, nel palazzo del signor Eramo.

I locali dell’ex Convento di San Francesco erano stati adibiti a ufficio di Pubblica Sicurezza e di alloggio del Delegato; la Provincia vantava il diritto alla cessione di quei locali per i bisogni della Caserma, diritto che riveniva dal Decreto Murattiano del 24 aprile 1813.

Il 10 maggio 1919 a Giunta delibera il trasferimento della Delegazione di P.S. dai locali dell’ex Convento di San Francesco, trasferiti a gennaio del 1915 a via Manin 6, in via Principe Amedeo, 22.

Vigili urbani, agenti di Polizia stradale e di Pubblica Sicurezza di scorta ad un corteo negli anni ’60

Il 21 aprile 1920 la Giunta municipale propone un’onorificenza al valore al Commissario di P.S. dott. Cosenza poiché il 17 febbraio, si verificarono tumulti popolari per la disoccupazione e il razionamento della farina con la proclamazione di uno sciopero generale; in tale circostanza il Commissario fronteggiava da solo circa 4000 dimostranti in Piazza Plebiscito impedendo l’assalto al Circolo dei Signori (Circolo Unione) e impediva di issare la bandiera rossa al Municipio.

Il 20 febbraio 1925 la Giunta delibera il concorso del Comune per impianto di telefono per i RR. Carabinieri e il Commissario di pubblica Sicurezza. Il successivo 13 marzo delibera le spese per il pavimento in legno nell’ufficio del Comandante la Tenenza dei RR. Carabinieri e l’impianto di acquedotto alla Caserma.

Il 12 giugno 1926 il Consiglio comunale propone una ricompensa al maresciallo dei RR. Carabinieri per un atto di eroismo da lui compiuto.

Il 2 aprile 1934 il Consiglio comunale una ricompensa al valor civile per il carabiniere Di Puppo Luigi, il quale riuscì a fermare un cavallo in corsa imbizzarrito, sin via Garibaldi, evitando gravi conseguenze ai passanti.

Nel 1935 è attiva a Gioia una sezione dei Carabinieri in congedo, per la quale la Giunta delibera la concessione di un sussidio.

Nel Consiglio comunale del 19 giugno 1939 si ricorda che il Commissariato di Pubblica Sicurezza, dopo essere stato soppresso diversi anni addietro, fu ripristinato nel 1938.

Negli anni 1942 1943 e 1944 il Comune prende in fitto dei locali per accantonamento di RR. Carabinieri e di militari preposti alla vigilanza della Ferrovia e degli Acquedotti.

Nel 1946 il Comune paga gli alloggi alla P. S.  che opera a Gioia per contrastare il contrabbando.

Il 28 marzo 1947 dopo aver arrestato il presunto colpevole dell’incendio della Camera del Lavoro di Gioia, un tale Matteo Resta, i Carabinieri, mentre lo scortavano per portarlo in caserma per interrogarlo, giunti nei pressi della sede del Circolo Unione furono attorniati da una folla inferocita; nella calca non riuscirono ad evitare l’accoltellamento del Resta.

Nel 1956, a seguito delle copiose nevicate verificatesi dal 2 al 20 febbraio, il Consiglio comunale manda un plauso ed un elogio al Segretario Capo del Comune e al Comandante della Stazione dei Carabinieri ‘per l’abnegazione dimostrata in quella circostanza e per essere andato incontro alle necessità della popolazione.

Da una deliberazione del 30 giugno del 1959 del Commissario Prefettizio dott. Prof. Emanuele Loperfido veniamo a conoscenza che a Gioia è istituita una sezione di Polizia Stradale e che a breve si sarebbe stato insediato un Commissariato di P. S.

Infatti nel 1960 viene istituito a Gioia un Commissariato di Pubblica Sicurezza, che resterà operativo fino alla fine degli anni ’70. Per questo insediamento la Giunta comunale il 12 aprile1960 approva le spese per l’arredamento dell’ufficio Commissariato di Pubblica Sicurezza, che di recente era stato assegnato a Gioia.

Il 15 novembre 1990 viene istituita a Gioia una Compagnia di Carabinieri.

Per dare una degna sistemazione alla Compagnia l’Amministrazione comunale si era impegnata a completare il rustico esistente in zona 167 tra Via Moro e via Einaudi, allocazione che era stata ritenuta idonea dal Comando dei Carabinieri. In alternativa un costruttore gioiese si era offerto di costruire un nuovo edificio da destinare alla Compagnia, sulla via di Acquaviva.

Nel 1997 l’Amministrazione comunale impose al Circolo Unione, che occupava gran parte dei locali a piano terra dell’ex convento di San Francesco, di lasciare quei locali, che una volta restaurati sarebbero stati occupati dalla Biblioteca comunale.

Nel 1998 assistiamo ad un braccio di ferro tra Comune e Carabinieri, poiché questi ultimi, mostravano di non gradire più l’allocazione nella zona 167 e, in virtù delle concessioni del 1813 e del 1816, che prevedevano l’utilizzo dell’ex Convento dei francescani per la Gendarmeria, ed essendo stata individuata Gioia come sede di una nuova Compagnia, avevano usufruito di un finanziamento per restaurare l’immobile e renderlo idoneo a tale scopo, ospitandovi sia la Caserma che la Compagnia.

Infatti nel 1991 per riunire in un unico edificio gli uffici dell’Arma dei Carabinieri presenti a Gioia del Colle, nell’ex Convento di San Francesco ha trovato allocazione anche il comando di Compagnia dell’Arma Benemerita.

A giugno del 1993 alla presenza di numerose autorità civili e militari e dei vertici dell’Arma dei Carabinieri e di un folto gruppo di cittadini lo spiazzo antistante la scuola elementare San Filippo Neri viene intitolato a Carlo Alberto Dalla Chiesa, già generale dei Carabinieri e Prefetto di Palermo, città dove perse la vita ad opera della mafia.

Sempre nel 1993 un evento legato all’allora comandante della Compagnia portò allo scioglimento del Consiglio comunale di Gioia per infiltrazione della criminalità organizzata.

Infatti nel luglio del 1993 il Comandante della Compagnia, capitano Mauro Pompei, invia al Prefetto e al Sostituto Procuratore della Repubblica, Ada Congedo, un rapporto informativo nel quale sottolineava la cattiva amministrazione del Comune di Gioia finalizzata a qualche presunto atto illecito. Sulla base di questa informativa il 10 settembre 1993 il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, decreta lo scioglimento del Consiglio comunale per condizionamento da parte della criminalità organizzata. Tale grave accusa si è dimostrata infondata a seguito delle conseguenti attività processuali.

La Compagnia Carabinieri-Nucleo operativo e radiomobile di Gioia del Colle ha il suo bacino di utenza anche sui seguenti Comuni: Acquaviva delle Fonti, Sammichele di Bari, Casamassima, Turi, Noci, Putignano.

Stemma dell’Arma Benemerita, scolpita dal gioiese Mario Vacca e donata alla Stazione e Compagnia di Gioia

A Gioia da diversi decenni è operante una locale sezione dell’Associazione dei Carabinieri, la quale dal 1993 ha preso sede in via Verdi con esposizione anche su Piazza Plebiscito, sulla quale è ubicata la sede della Stazione e della Compagnia.

Il 17 aprile 2002 fu discussa in Consiglio comunale la proposta di insediamento di un Commissariato di Pubblica Sicurezza, proposta che non trovò applicazione. Una ulteriore proposta di istituzione di un Commissariato di P.S. a Gioia, per potenziare il territorio a sud est della Provincia di Bari, fu avanzata dal Prefetto di Bari all’allora sindaco Donato Lucilla, con unica richiesta di fornire una sede a carico del Comune. L’iter non ha avuto seguito o a causa dello scioglimento del Consiglio comunale e dell’affidamento della Straordinaria amministrazione del Comune ad un Commissario Prefettizio o, come qualcuno sostiene, perché Gioia da un successivo esame non risultava baricentrica rispetto alla zona da coprire. Quest’ultima ipotesi, però, cozza con la presenza tuttora a Gioia di un distaccamento di Polizia stradale.

Lo scultore gioiese Mario Vacca nel 2014, in occasione del bicentenario dell’Arma Benemerita, ha donato un suo bassorilievo raffigurante lo stemma dell’Arma, che è stato posizionato all’interno della sede dei Carabinieri, nel palazzo San Francesco.

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18 Aprile 2022

  • Scuola di Politica

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