Cappuccetto Rosso vista da Milena Capodiferro
"C'era una volta una bambina di campagna, la più carina che si possa immaginare. Sua madre l'amava come la luce dei suoi occhi, e ancor più la buona nonna, che un giorno, per farle un regalo, le fece confezionare una mantellina rossa con il cappuccio" Così comincia la favola di Cappuccetto Rosso, e così comincia […]
"C'era una volta una bambina di campagna, la più carina che si possa immaginare. Sua madre l'amava come la luce dei suoi occhi, e ancor più la buona nonna, che un giorno, per farle un regalo, le fece confezionare una mantellina rossa con il cappuccio"
Così comincia la favola di Cappuccetto Rosso, e così comincia il libro scritto dalla nostra concittadina Milena Capodiferro, edito dalle Edizioni Pugliesi di Martina Franca, dal titolo "C'era una volta, due volte, tre volte… – Tredici modi differenti di rappresentare la favola di Cappuccetto Rosso ".
Nell'introduzione, Milena Capodiferro spiega il perché di questo libro :
"Così come per la maggior parte delle favole, anche di Cappuccetto Rosso esistono diverse versioni, ma è con Charles Perrault (1628/1703) che nasce la storia, anche se la più popolare, la più amata, direi, è certamente quella dei fratelli Grimm, nella quale Cappuccetto Rosso e la nonna tornano in vita ed il lupo riceve una spietata lezione.
Perché vi parlo di Cappuccetto Rosso?
Presto detto: per ventiquattro anni ho lavorato negli asili nido e nei diversi laboratori, che progettavo per i miei bambini, Cappuccetto Rosso, è sempre riuscita ad "ottenere una parte" prendendo per mano ogni iniziativa e conducendola dal laboratorio di lettura e drammatizzazione a quello di pittura, colore e manipolazione, dal laboratorio di educazione alimentare a quello di educazione all'immagine… È qui che è nato questo progetto."
"Naturalmente Cappuccetto Rosso è, prima d'ogni altra cosa, una favola e come tale va raccontata.
I bambini piccoli, si sa, amano la ripetitività (rinforzo cognitivo) ed hanno necessità di punti di riferimento chiari e precisi; per questo nel mio laboratorio, sebbene la storia doveva conservare sempre lo stesso testo (uguale per ogni rappresentazione), le tecniche dovevano cambiare: anche per il laboratorio d'inglese dove la "variante" era rappresentata, ovviamente, dalla lingua.
La scelta di mantenere lo stesso testo per ogni diversa rappresentazione scaturisce anche dall'esigenza di portare l'attenzione del bambino sulle immagini, sui materiali, sulle tecniche e sui movimenti.
Divertire i bambini e suscitare la loro curiosità è per me un obbligo, ragion per cui la mia storia non manca di battute spiritose e situazioni spassose (la nonna sorda ed il lupo che stenta a morire)."
Nel libro, i personaggi (la mamma, Cappuccetto Rosso, il lupo, la nonna ed il cacciatore), i luoghi (la casa della mamma, il bosco, la casa della nonna) e gli oggetti (il cestino pieno di cose da mangiare, i fiori, le farfalle e gli occhiali della nonna) vengono rappresentati e si mischiano in tredici modi diversi mediante le tecniche di documentazione visiva e le tecniche di manipolazione che sono tipiche dell'insegnamento nell'età dell'infanzia e di cui l'autrice è profonda conoscitrice per la sua passata esperienza di educatrice negli asili nido.
"Conoscere, riconoscere, interpretare ed usare questi messaggi offre la possibilità di entrare in comunicazione con gli altri liberando la creatività che, con semplici strumenti e materiali diversi, consente al bambino di trovare spazi e modi propri per raccontare e raccontarsi dando immediata espressione ai sui bisogni.
Trasformare le impronte in pupazzi, case o animali; un foglio bianco in un libro capace di contenere mille storie… il mio viaggio alla ricerca delle diverse tecniche per rappresentare in modo sempre nuovo, seppur fedele, la medesima storia, comincia da qui." – così conclude l'autrice la sua introduzione.
MILENA CAPODIFERRO
10 Aprile 2007