Il dott. Angelo Iacobellis e l’epatite C
13 Agosto 2016 Autore: Dalila Bellacicco
Categorie: Gioiesi nel Mondo
Tra i tanti dottori gioiesi che per i loro studi e le loro ricerche fanno onore al nostro paese va annoverato Angelo Iacobellis, gastroenterologo in servizio presso la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Pubblichiamo un articolo a firma di Dalila Bellacicco nel quale si evidenziano i risultati da lui raggiunti nella cura dell'epatite C.
L’infezione da virus dell’epatite C
Recenti innovazioni terapeutiche finalizzate alla cura della malattia epatica in fase avanzata, proposte dal Dr. Angelo Iacobellis.
Accogliamo con grande gioia la notizia che le innovazioni terapeutiche proposte dal nostro Angelo Iacobellis, in pubblicazione a febbraio sulla rivista internazionale Journal of Hepatology e da lui presentate in questi giorni in un giro congressuale in Puglia, sono approdate presso l’FDA Americana dopo essere state positivamente commentate dal Prof. J. Vierling, Presidente dell’American Association of Liver Disease. Questo studio pilota servirà ad avviare dei trials multicentrici internazionali. Un evento che darà vita a nuovi scenari di ricerca per sconfiggere le patologie che affliggono i malati di epatite C e cirrosi, ed ulteriori stimoli per l’instancabile epatologo gioiese. Di seguito alcune sue note su tali, innovative, sperimentazioni.
Il paziente con cirrosi epatica con già evidente versamento ascitico, ittero, o pregresso episodio di sanguinamento delle varici esofagee, è ritenuto un paziente con scarse possibilità terapeutiche. Le cure sono palliative e cercano di compensare ad ogni alterazione che si verifica mediante la modulazione dei diuretici, l’utilizzo di albumina, beta-bloccanti e di altre metodiche strumentali, quali la gastroscopia per legatura delle varici esofagee, a rischio di sanguinamento. Dopo 5 anni dal primo scompenso, la sopravvivenza di questi pazienti è del 50%. Si tratta quindi di un’aspettativa di vita alquanto breve e senza l’alternativa del trapianto di fegato.
C’era una volta… lo stagnino
17 Luglio 2016 Autore: Dalila Bellacicco
Categorie: Storia
Un banco in legno usurato dal tempo, un ceppo possente di antica fattura, tra i suoi nodi, sotto la base, cerchi misteriosi, graduati…misure di un tempo per tarare le imboccature degli zinni, evoluzione di orci ben più robusti e capienti.
Qua e là nella piccola bottega, pinze, cesoie, martelli, incudini di diversa misura, una vecchia pompa per irrorare di zolfo e ossido di rame i vigneti, una morsa, un trapano a mano, un cannello e in un piattino ossidato, frammenti e perle di stagno. Su un soppalco paioli, caldaie, contenitori per olio ed ancora, un po’ nascosti sul retro, enormi fogli di zinco.
Con tre di essi, da 0,70 per 1,50 metri si ottiene uno zinno in grado di contenere un quintale di olio, un foglio in più per quello da 150 chili. Fascette da cinque centimetri vengono sacrificate per unire e rinforzare le giunture, nasce così il corpo cilindrico del recipiente cui verrà applicato il fondo, preparato con cura e rinforzato al centro per poi essere “cucito” con una bordatrice alla base dei fogli ricurvi.
Vito Umberto Celiberti
15 Luglio 2016 Autore: Dalila Bellacicco
Categorie: Storia
Ci sono uomini che attraversano in punta di piedi la vita, riservati nel pubblico e nel privato, discreti, garbati, onesti… galantuomini, a dirla con un termine desueto. Collera, litigi, pettegolezzi non fanno parte del loro corredo genetico, così profondamente “per bene” e rispettosi del prossimo e delle regole, da non ravvisare in chi è loro accanto, malanimo e slealtà. Uomini incapaci di difendersi dalle angherie di colleghi e “soloni” del gotha intellettuale, tanto da apparir quasi sprovveduti, soprattutto quando scelgono di restar
Vito Celiberti e la sua maestra Angela Basta Guida lontani dalle luci del protagonismo, pur se “attori” del loro tempo. Vito Umberto Celiberti è uno di questi uomini. Nasce il 2 gennaio del 1933, la sua mamma è Emilia Desderi, nobildonna di Lanciano e valente latinista che rinuncia alla docenza per dedicarsi alla famiglia, il suo papà è il professor Armando Adolfo Celiberti, storico, studioso ed erudito letterato che da lui tanto si aspetta. Vito intraprende gli studi classici, versi latini ed elegie greche musicano la sua infanzia, ma è attratto dalle logiche della tecnologia.
Daniele e Filippo Petrera
14 Aprile 2011 Autore: Dalila Bellacicco
Categorie: Storia
Daniele Petrera fu un personaggio di spicco nel panorama scientifico e politico di Gioia del Colle, di cui ben poco si è detto e scritto proprio dov’egli nacque il 31 marzo del 1839.
Suo padre era un umile sarto, Filippo Petrera junior, nipote del Filippo Petrera che insieme ad altri patrioti gioiesi fu ucciso e bruciato nel rogo di Piazza Castello il 14 febbraio del 1799, reo di aver piantato, insieme a Biagio e Giuseppe Del Re e Donatantonio Losito, l’albero della libertà per propugnare i principi della rivoluzione francese. Daniele Petrera era un fanciullo brillante, grazie agli enormi sacrifici di suo padre, che in lui aveva riposto ogni speranza di riscatto sociale dalla povertà, si diplomò e conseguì la laurea in Medicina presso l’Università di Napoli. In questa città si formò professionalmente e culturalmente, nutrito dai venti patriottici che vi aleggiavano, permanendovi fino al compimento degli studi, aiutato dalla sua famiglia.
Il versatile ingegno manifestato negli studi, gli consentì di conquistare una borsa di studio che lo portò a perfezionare gli studi di medicina a Parigi. Nel 1866, all’età di 26 anni conquistò la medaglia d’Oro Luigi Settembrini e conseguì l’ambito premio. Tornato a Gioia, sua città natale, intraprese l’esercizio della professione, ma ben altro il destino aveva in serbo per lui.
Gli stessi occhi. L’ultimo rap per raccontarsi e raccontare emozioni
25 Gennaio 2008 Autore: Dalila Bellacicco
Categorie: Eventi & Tempo Libero
"Alcune esperienze, se non vissute a tempo debito, ti vengono a cercare e generano scompiglio nel firmamento delle tue idee". Rimettere ordine in questo scompiglio, trovare il coraggio di rivivere vissuti il cui ricordo lacera ancora l'anima e stilla sangue, è una catarsi cui Miriam Mastrovito ricorre per ricreare nella mente quella fertile serenità che nutre le idee, al pari delle più effimere, profonde emozioni scaturite dal buio o dalla luce. Avvincono i suoi ritmi, il linguaggio terso e fluido, incisi e dialoghi dalla naturalezza che solo infinite letture sanno donare. Incantano le sue riflessioni, perle impreziosite da una intimità inconsapevole, la stessa che con fili di seta incatena allo scritto ed invita con urgenza ad una altrettanto intima comprensione.
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Orazio Svelto – Il senso di una biografia, destino, dovere, passione
22 Gennaio 2008 Autore: Dalila Bellacicco
Categorie: Eventi & Tempo Libero, Gioia Nota
Orazio Svelto: Il Sottile Fascino del Laser.
Un titolo seducente per narrare in forma biografica una Vita al servizio della Scienza che a sua volta è al servizio della Vita, scindere tale legame è al di là di ogni legge chimica… Una perfetta fusione tra mente geniale, intuito, senso del dovere, cordialità, ed un'aura di sensibile, generosa e sommessa umanità che di gran lunga brilla più di un raggio laser. Le affinità sono tante e nella biografia "Orazio Svelto: Il Sottile Fascino del Laser" curata da Di Renzo Editore di Roma, in una riuscitissima formula già testata su luminari dello spessore di Edoardo Bancinelli e Margherita Hack, l'intreccio tra il vissuto umano e quello professionale che tanto ha donato alla ricerca, tra il percorso culturale, sociale e i meritati riconoscimenti, tra dedizione, impegno, sacrificio e tanta, tanta passione per la conoscenza, ha dato vita ad una narrazione avvincente e stimolante. Una misteriosa scintilla dalle azzurre tonalità "laserine", pervade a tratti, sul filo conduttore delle emozioni, la narrazione, generando un campo magnetico in cui Scienza e Fede
Michele Fasano – Appunti per un film sul senso del luogo
18 Gennaio 2008 Autore: Dalila Bellacicco
Categorie: Eventi & Tempo Libero
"Quel filo di luce" celebra religioni e filosofie che illuminano la vita, "sa discendere nel prisma del mondo diffrangendo, sa rivelare il colore segreto di ciascuno… ogni uomo in sé è una religione… ". Tra i gioielli custoditi nel cofanetto prodotto e presentato in questi giorni a Gioia e a breve anche su Bari da Michele Fasano, un DVD da collezione ed un libro che ne racconta la genesi con interludi politico – sociologici ed approfondimenti curati da Maria Josè Compiani. Nell'introduzione vere "perle di saggezza" a firma di Pierluigi Basso per presentare un'opera che, con raffinata e rara sensibilità, svela il segreto ordito che lega la natura del luogo ad una cultura non sua. E' la storia di un'etnia nobile ed orgogliosa, avvinta con forti radici alle proprie tradizioni, che sceglie di migrare in comunità, perseguendo un progetto "imprenditoriale" attraverso umili lavori, come quello dell'allevatore "bergamino".
La Sartoria di Matilde di Chiara Curione
11 Gennaio 2008 Autore: Dalila Bellacicco
Categorie: Eventi & Tempo Libero
Da "La sartoria di Matilde" a Federico II e Bianca Lancia.
Incoraggiata da un premio letterario che le ha consentito di pubblicare con una casa editrice di Firenze il suo primo libro "La sartoria di Matilde" e da un riscontro positivissimo con lettori e critici, tanto da rendere la sua opera "testo di narrativa" adottato nelle scuole medie, Chiara Curione, da sempre affascinata dal mondo letterario, scopre "in un periodo burrascoso" il fascino del comporre. Scrive brevi racconti, poesie "intime" e, sotto forma di diario, "una storia semplice e bella, di quelle che fanno bene al cuore", la storia di Matilde, una arzilla vecchietta golosa di gelato alla nocciola, e della sua amicizia con Lisa, signora di mezza età, in crisi esistenziale, sull'orlo della depressione. Un'opera meritevole di una distribuzione più efficace ed efficiente, tanto da indurre Chiara ad associarsi a DANAE (Distribuzione Autonoma Nazionale Autori Esordienti), un'associazione che riunisce scrittori non ancora famosi, librai alla ricerca del ruolo di mediatori
Lune&lunazioni di Fortunato Buttiglione
4 Gennaio 2008 Autore: Dalila Bellacicco
Categorie: Eventi & Tempo Libero
Divina luna, "… specchio fatato" che "anticipa il corso delle cose… disvela la vita non vissuta", in grado di rigenerarsi e mutare giocando con ombre e luci, di sopravvivere alla magia del buio di una eclissi, di rivestirsi di perlacea opalescenza, venarsi di cuprei rossori per poi perdersi nel nulla… Senza possedere luce, ne cattura l'essenza e la rifrange in pulviscolare dissolvenza… la stessa che il poeta imprigiona nei suoi versi, cesellati con artistica perspicacia "nella quiete rigeneratrice… nuda essenza dei silenzi ritrovati". Ossimori e sinestesie puntellano audaci architetture poetiche, lastricate da una raffinata sintassi. Accanto ad eleganti "ogive" elegiache, danzano versi liberi impreziositi da un melodico e ricercato intercalare. Nell'apparentemente semplicità concettuale pulsano appassionate e suggestive emozioni, incrinano la logica ma non turbano gli equilibri semantici, fortificati da vivide ed armoniche cromie stilistiche.
“Chissà se ieri pioverà “, diario di bordo della “disabilità ” di Olimpia Riccio
28 Dicembre 2007 Autore: Dalila Bellacicco
Categorie: Eventi & Tempo Libero
Si investono "fiumi di energia" per rappresentarsi agli altri, per raccontarsi che si è normali, ma cos'è la normalità? "Spesso… mancanza di attenzione, pregiudizio, competizione… bugie, volgarità, superficialità…" praticamente la mancanza di tutto ciò che in un disabile assume la connotazione di "deficit". Un'analisi vera, audacemente spietata, racchiusa in un quaderno – diario in cui Olimpia Riccio nel ruolo di insegnante di sostegno ed investigatrice "emotiva", scandaglia ed interpreta le emozioni di chi ha scelto di declinare quel diverso dolore da cui i più rifuggono. Continua la Lettura