Apprezzo di Gioia del 1640
A distanza di un trentennio dalla pubblicazione dell' Apprezzo del Tabulario Federico Pinto (1611), integrato nel 1612 dal tabulario Virgilio De Marino, viene commissinato dal Re di Napoli un nuovo Apprezzo della Terra di Gioia. Di seguito si riporta i testi dell'Apprezzo di Gioia del 1612, stilato dal Tabulario napoletano Virgilio de Marino e l'Apprezzo di Gioja […]
A distanza di un trentennio dalla pubblicazione dell' Apprezzo del Tabulario Federico Pinto (1611), integrato nel 1612 dal tabulario Virgilio De Marino, viene commissinato dal Re di Napoli un nuovo Apprezzo della Terra di Gioia.
Di seguito si riporta i testi dell'Apprezzo di Gioia del 1612, stilato dal Tabulario napoletano Virgilio de Marino e l'Apprezzo di Gioja del 1640, stilato dall'Architetto e Tabulario Honofrio Tangho.
APPREZZO DI GIOJA 1612
Per decreto di V.S. m’è venuto commesso la revisione dell’Apprezzo della Terra di Gioja primo loco fatta per lo Tabulario Federico Pinto, per il che, monite le parti, mi sono conferito in detta Terra, et havendo fatta riconosciuta uno con lo suo tenimento, e deschritto, et lo reddito delli suoi corpi d’intrate da molti anni in qua, lasciando da quello la descrizzione di essa Terra, et suo territorio per non essere prolisso, giacche sta fatto per esso Federico Pinto. Referisco a V.S. solo lo reddito di essi Corpi, et loro prezzo, il che si fa i dui modi, seu in dui Letture, l’uno di esse sarà lo reddito e prezzo insino all’anno 1610, quando esso Federico fè la sua relazione; et l’altra Lettura sarà inizio da hoggi, cioè per tutto l’anno 1611, fra le quali se ritrova alcune alterazione di intrate.
Et cominciando dalla prima Lettura insino all’anno 1610, et camminando col medesimo ordine, che stanno citati li Corpi per esso Federico compensando tre anni, seu tre affitti antecedenti di essi corpi, referisco a V.S., che compensando hanno reso le seguente summe.
Et questo inquanto alli Corpi Feudali
La Difesa della Giunta, seu di Monte Sannace affittata per anni 6 a Giovanni Domenico Paulella, et Compagni per ammontanti duimila, et trecento l’anno…
La Difesa detta della Gaudella …
La Difesa detta Maranella …
La Difesa del Nuovo Gionto d’Alvaro…
La difesa di S. Pietro…
La Difesa di Amandolamara e Parchi di Bucicchio …
La Difesa di Castiglione …
La Difesa di Serramara al Gionto della via di Taranto …
La Marchesana …
Seguono gli altri Corpi Feudali:
la Credenzeria della terra di Gioja …
la decima dei grani, la decima delle fave, la decima dei ciceri e di altre vettovaglie.
Un altro Corpo detto lo Corvello non è stato inserito nella relazione del Tabulario Pinto, che consiste nella Ghianda che si fa in esso Corvello, che occupa un comprensorio che comincia dalli confini di Acquaviva fino alla via della Terza …
APPREZZO DI GIOJA 1640
La terra di Gioja distante dalla Terra d’Acquaviva miglia 8, da Santeramo 8, dalla Terza miglia 15, dalla Città di Castellaneta miglia 12, dalla Città di Motola miglia 12, dalla Terra delle Nuce miglia 12, dalla Terra di Putignano miglia 12, dalla Città di Trani miglia 42, da Casamassima miglia 12, dalla Marina di Bari miglia 24, da Taranto miglia 24, da Mola miglia 20, da Polignano miglia 21.
Sta detta Terra di Gioja nell’ultima numerazione Fuochi 411 estra li Preti, e Franchi.
Sta situata e posta detta Terra in piano, et viene circondata da ogni parte sì dal sole come da venti; è di aere temperata; è detta Terra murata intorno con torrioni tonni, tiene 4 Porte, la 1° di Bari, la 2° di S. Francesco, la 3° del Casale, la 4° porta di S. Domenico, le quali si serrano la sera.
Detta Terra è ripartita con le strade grande, e picciole, le quali sono inselicate co’ pietre vive, et si cammina per esse comodo a piede, et a cavallo.
Nel mezo di detta Terra è la Piazza di mediocre grandezza. In essa vi sono più poteghe con la Taverna, dove si può alloggiare. In dette poteghe si vendono tutte sorte di verdume, et altre robbe; pesci, quali vengono dalla Marina di Taranto.
Tutte l’habitazioni di detta Terra in primo e 2° ordine quelle però fabricate di pietre vive coverte co’ tetti.
Ed in quanto alli Cittadini, che abitano in detta Terra così huomini come donne sono di buono aspetto, de’ quali ne sono pochi Civili, et li restanti Ordinarij, che vivono di loro fatiche, et vestono alla forese etiam le donne, et dormono sopra matarazzi di lana rustica.
Delli predetti Cittadini ne sono 3 Dottori, 2 Scolari, uno Medico Fisico, uno Speziale, e un Mastro di Scola.
Seguono l’Artisti che sono in detta Terra; 3 Cositori, 3 Barbieri, 4 Scarpari, 6 Fabricatori, 3 Ferrari, 4 Mastri Mandesi.
Seguono le botteghe che sono in detta Terra. Nella Piazza ed altri luoghi sono 7 poteche lorde, 12 poteghe di Panittieri, 4 Chianche, le quali tagliano carne di tutte sorte.
In detta Piazza è la Taverna, quale và con detta Terra. In essa vi è comodità di alloggiare passeggieri, et anco alloggia il Procaccio che và a Taranto.
Per uso di detti Cittadini è acqua sorgente perfettissima pero fuori la Terra, et dentro detta Terra è poco buona però ad uso del cocinare et lavare.
Accosto la Porta Maggiore vi è il Castello grande; nelli quattro cantoni vi sono torrioni due alti, et due bassi. S’entra in esso per uno intrato coverto, da esso si trova un cortiglio grande scoverto. In piano vi sono più stanzie, come sono cellari cocine, stalle, magazeni per conservare vittovaglie. In esso vi sono pozzi sorgenti, e cisterne grande. In detto cortiglio vi sono due gradiate principali, una di essa sale ad uno quarto consistente in uno salone, et 6 camere grandi intorno; et dall’altra grada si sale ad uno quarto di un’ altro salone, et più camere con l’affacciata a Levante, et altre camere dentro la Torre detta l’Imperatrice, le quali stanze girano intorno detto Castello tutte fabricate di pietre vive, quale è fortissimo defendere e guardare tutta la Terra.
Nel mezo della Piazza vi è la casa, dove abita il Governatore con provisione di docati 72: l’anno.
In detta Piazza si fa una Fiera alli 7 si settembre nel giorno di S. Sofia. In essa vi concorrono li Cittadini delle terre convicine, dove si vendono tutte sorte d’animali, et dura otto giorni.
In detta vi è un’Hospetale per comodità di 10: persone a spese della Cappella del Sagramento, et anco si marita una povera figliola ogni anno con dote di docati 30: et a tempo di necessità con l’intrate di essa si soccorrono tutti li poveri bisognosi.
Et in quanto alli territorij di detta Terra dalla parte di Settentrione stende miglia 4, et confina con il territorio di Acquaviva, da Mezzogiorno miglia 4, et confina collo territorio della città di Motola; da Levante stende miglia 9, confina collo territorio di Putignano, et da Ponente miglia 4 con lo territorio di Acquaviva, stante Santeramo non tiene territorio.
In detti territorij, quelli che sono vicini a detta Terra sono seminatorij, pascolatorij, vigne, giardini, hortalizij. Si fanno tutte sorte di verdume; in essi si fanno vini bianchi, rossi, frutti d’ogni sorte, li quali sono sufficienti per comodità de Cittadini; et li territorij distante sono Difese di pascoli et seminatorij.
Nelle Difese vi pascono tutte sorte d’animali di diversi patroni et anco nelli detti territorij vi sono animali quadrupedi, dove vi è caccia abbondante.
Li predetti territorij hanno acqua et herba comune con molte terre convicine, et confinante Castellaneta, Le Nuce, Putignano, Conversano, Turi, Casamassima, Fasciano, Casale nuovo; et le pecore, capre, castrati, et altri animali di passaggio ponno pernottare una notte tantum in detto territorio.
Nelli detti territorij si possono fare dal Padrone di detta Terra industrie d’ogni sorte d’animali per la sua grandezza, et qualità dell’herbaggi, quali sono abbondanti.
Per governare, et comodità di detti territorij vi sono li sotti animali V.S.
Bovi aratorij n° 400: Vacche d’allievo n° 300. Pecore n° 4000: Porci n° 1500: Cavalli e giumente n° 200: Somari n° 50: incirca.
L’Università di detta Terra tiene d’intrate docati 4000: incirca, li quali provengono dalla Gabella della Farina, Dazio del vino del minuto, Bonatenentia, Gabella del vino musto, Decima d’orgio, et avena, Molino, da diverse Difese di detta Università, li quali ne pagano li Fiscali, grana a fuochi instrumentarij, Medico, Speziale, Sindico, Cassiere, Cancelliero, Consultore, Agente in Napoli, et altre spese, che occorreno per servizio di detta Terra.
Si governa detta Terra da un Sindico, 2 Eletti, 6 Decurioni, uno Cassiere, Camerlengo, li quali si fanno in pubblico Parlamento. Lo Sindico si nomina triplicato, li Eletti il doppio con lo Camerlengo, et il Giudice della Bagliva, e di questi il Patrone eligge un Sindico, 2 Eletti, un Cassiere, et uno Camerlengo, un Giudice della Bagliva, et questi governano detta Terra per uno anno.
Et per l’Ecclesiastico sta sottoposto all’Arcivescovo di Bari.
In detta Terra vi è la Chiesa Maggiore sotto il titolo di S. Pietro, la quale è Colleggiata, la quale è a tre nave coverta con tetti. In essa è l’Altare Maggiore con la Costodia, dove risiede il SS.; tiene l’Apparati necessarij di tutti li colori; alla destra, et sinistra dell’Altare Maggiore sono dui Campanili belli alti fabricati di pietre lavorate, li quali fanno bella vista con architetture, dove sono due campane per uno; anco tiene la Sacrestia, Organo, Pulpito, loco dell’Arcivescovo, et altri ornamenti in essa.
Viene servita dal suo Arciprete, 2 Primicerij, 12 Canonici, et altri Sacerdoti al n° di 30 oltre li Diaconi, Suddiaconi, et Clerici. La detta Chiesa tiene d’intrate docati 800: incirca, li quali si ripartono a quelli che assistono, et servono detta Chiesa.
Dentro detta Terra sono più Cappelle, una della Congregazione delli Preti sotto titolo di Santa Maria di Costantinopoli, dove si celebra ogni giorno; l’altra Cappella sotto il titolo di S. Andrea della Congregazione del Rosario, dove si celebra ogni giorno.
Fuori di detta Terra dalla parte del Castello accosto la Porta Maggiore è uno Convento di S. Domenico, dove risiedono 2 Padri Sacerdoti, et 2 Laici; tengono l’abitazione e comodità necessaria, et vivono d’intrate. Vi è la Chiesa ad una nave coverta con lamia. In testa vi è l’Altare Maggiore, dove risiede il SS., tiene l’Apparati necessarij, vi è la Sacristia, et altre comodità.
Fuori detta Terra verso Mezo di poco distante è uno Convento de Padri di S. Francesco con l’istesso titolo di S. Francesco della Scarpa, dove risiedono 4 Padri Sacerdoti, et 3 Laici, quali vivono d’intrate comodamente; tenono le stanze necessarie con tutte comodità, et giardino murato intorno. Vi è la Chiesa grande coverta con tetti. In testa è l’Altare maggiore, dove risiede il SS., tiene l’Apparati necessarij, con Campanile con 3 Campane e Sacrestia.
Poco distante da detto Convento è un altro Convento di Padri Zoccolanti Reformati di S. Francesco, dove risiedono 6 Padri Sacerdoti, e 6 altri Laici colle stanze necessarie, e giardino; vivono d’elemosina et al presente si sta facendo la nuova Chiesa.
Seguono li Corpi d’Intrate così Feudali e Burgenzatici di detta Terra.
Il Feudale di detta Terra di Gioja importa docati 145637:210 che gionti insieme il Feudale, e Burgenzatico di detta Terra di Gioya importa di capitale docati centoottantamilacentoottantasette (180187:210).
D. V. S. In Napoli li 20 di Febraro 1640
Servitore Honofrio Tangho Architetto, et Tabulario
1 Aprile 2020