Don Rocco Traversa
Il 5 luglio ricorre il centenario della nascita di don Rocco Traversa, sacerdote gioiese che per circa 50 anni ha svolto il suo apostolato in diverse chiese di Gioia. Era nato a Gioia il 5 luglio 1912 ed è morto a Gioia il 12 febbraio 1999, all'età di 87 anni. Il 5 settembre prossimo i parrocchiani […]
Il 5 luglio ricorre il centenario della nascita di don Rocco Traversa, sacerdote gioiese che per circa 50 anni ha svolto il suo apostolato in diverse chiese di Gioia.
Era nato a Gioia il 5 luglio 1912 ed è morto a Gioia il 12 febbraio 1999, all'età di 87 anni.
Il 5 settembre prossimo i parrocchiani di S. Lucia, chiesa nella quale ha operato con funzione di Viceparroco, ricorderanno la figura e l'opera di don Rocco .
Nasce a Gioia del Colle il 5 luglio 1912 da Domenico Traversa e Angela Maria Donvito. Ebbe due sorelle: Chiara Margherita ( 5-9-1910, 13-02-1999 ) e Maria Leonilde Costantina ( 25-11-1917, 121-2-1942 ).
Suo padre Domenico ( 14-4-1859, 1929 ) fu dapprima sarto, poi carabiniere, poi impiegato alle Poste di Gioia.
Domenico Traversa, nativo di Sannicandro, a 7/8 anni si trasferisce ad Acquaviva, paese originario della madre. Comincia a lavorare come sarto, ma con la maggiore età si arruola nei Reali Carabinieri. In servizio a Serra San Bruna, in Calabria, il 30 novembre 1888 si congeda dalla Benemerita e torna ad Acquaviva delle Fonti. Dopo dieci giorni viene a Gioia per far visita a suo fratello Giovanni, il quale gli propone di fidanzarsi con una ragazza del luogo, di famiglia molto agiata. Giovanni, che era fidanzato con una ragazza di Francavilla Fontana, anch'ella di agiatissima famiglia, che portava in dote 25.000 lire, alla fine cede alle insistenze del fratello maggiore, il quale sosteneva che se si fosse sposato in quel paese lontano sarebbe stato difficile per i suoi familiari rivederlo. Accetta dunque la proposta del fratello e vuole conoscere la promessa sposa, una certa Chiara Milano, che Domenico gradisce molto.
Il matrimonio viene celebrato l'11 marzo 1889 e dallo loro unione nascono 7 figli. A seguito della nascita dell'ultimo figlio a gennaio del 1902 la moglie muore.
Il 16 dicembre 1905 Domenico sposa in seconde nozze Angela Maria Donvito (b25-3-1883, 12-1-1946 ), che subentrerà al marito come impiegata nelle Poste di Gioia. Da questo matrimonio nascono tre figli: Chiara Margherita, il nostro don Rocco e Maria Leonilde Costantina.
Don Rocco all'anagrafe risulta registrato con i nomi di Carmine Rocco.
Dopo aver frequentato le scuole elementari a Gioia studia nel Convitto dei Missionari del PP. Sangue di Caserta, poi in quello di Albano Laziale e successivamente nel seminario maggiore del PP. Sangue a Roma. La sua adesione alla Congregazione del PP. Sangue esprime il desiderio di dedicarsi all'attività missionaria, compito specifico della Congregazione.
Viene ordinato sacerdote il 21 aprile 1940, festa del natale di Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano, con una celebrazione tenuta alle ore 6,30 antimeridiane.
Celebra la prima Messa solenne il 22 aprile nella Chiesa di S. Maria del Trivio a Roma, chiesa gestita dai missionari del PP. Sangue e che conserva le spoglie del suo fondatore, il beato Gaspare del Bufalo, che Papa Pio XII nel 1954 proclamerà santo.
Il 23 aprile celebra la Messa dello Spirito Santo in S. Pietro in Vaticano all'altare della tomba di S. Pietro.
Fino al 3 giugno 1940 celebra messa nelle chiesa di S. Maria del Trivio a Roma e succesivamente nella chiesa di S. Paolo a Roma.
Celebra la sua prima messa a Gioia presso la Chiesa del Crocifisso il 28 luglio 1940.
Prende poi possesso della chiesa dei Missionari del PP. Sangue di Patrica, in provincia di Frosinone, dove resta, con alcune interruzioni, fino al 1947.
La sua prima messa in S. Lucia risale al 21 maggio 1941. Lo ritroviamo spesso a celebrare nelle chiese di Gioia anche dal 5 giugno 1942.
Il 22 settembre 1947 passa dalla Congregazione del PP. Sangue a sacerdote secolare.
Nel 1951 l'Arcivescovo di Bari, mons. Marcello Mimmi, lo nomina Assistente spirituale dell'Arciconfraternita dell'Immacolata, in Sant'Andrea, incarico dal quale chiede di dimettersi nel 1957, per motivi di salute.
Nel 1953 chiede ed ottiene l'incardinazione nella nostra Diocesi, presso la quale opererà fino alla sua morte.
Il 26-8-1959 l'Arcivescovo di Bari, mons. Enrico Nicodemo, lo nomina Vicario Economo della Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, a Gioia.
Ha sempre celebrato messa nelle diverse chiese di Gioia ed ha concluso il suo ministero pastorale per oltre quaranta anni al servizio della comunità di Santa Lucia.
Termina il suo percorso terreno il 12 febbraio 1999 alla soglia del nuovo millennio, lasciando in tutti il ricordo della sua attività pastorale e della sua dedizione al servizio di tutta la comunità gioiese.
La Gazzetta nel riportare la notizia della sua scomparsa così scriveva: Si è spento il confessore e il padre spirituale di tante generazioni di gioiesi. Don Rocco Traversa, per anni viceparroco della parrocchia dei Santa Lucia, sarà ricordato da tutti con affetto e con un sorriso. Don Rocco – ricorda un suo parrocchiano, uno dei tanti che lo hanno seguito in questi anni – era uno di quei preti capace di darti con una mano l'assoluzione e con l'altra uno scappellotto, era il classico curato di provincia, un po' don Abbondio, un po' don Bosco: schivo, ma molto vicino ai ragazzi e ai loro problemi.
Il 12 febbraio 2000, nel 1° anniversario della morte la Comunità parrocchiale di Santa Lucia ha commemorato la figura e l'opera di don Rocco, ricordando che per ben 40 anni ha svolto il suo servizio per la parrocchia e che negli ultimi due anni, su sua richiesta, se ne era allontantato per andare a celebrare alla Chiesa del Crocifisso, tenendoci tanto alla visita degli ammalati dell'Ospedale vicino.
Disdegnava ogni gesto o parola di ossequio o apprezzamento nei suoi confronti: amava la semplicità e badava all'essenziale,
Utilizzava qualsiasi mezzo per scrivere le sue omelie: volantini, buste di lettera, fogli sparsi, sia per non divagare sia per mettere in pratica un suggerimento di San Filippo, cioè che le messe fossero piuttosto brevi che lunghe per non infastidire il popolo.
Noto per le sue battute si intratteneva volentieri con la gente; conosceva quasi tutti, in modo da sorprendere. Ha svolto il ministero sacerdotale con amore e fedeltà: caratteristiche le sue omelie e il modo di mettere a proprio agio i penitenti nelle confessioni. Di una costanza ferrea, non ha mai lasciato, neppure per un giorno, il suo posto di lavoro: la chiesa e l'ufficio parrocchiale.
Lo ricorderemo sempre sul campo con il suo abito talare e il cappello, quasi che fosse rimasto ancorato al passato e non sfiorato dal vento nuovo del Concilio. In realtà egli ha incarnato il Concilio forse più di qualche altro suo confratello, perché ha dimostrato che il vero cambiamenhto non è quello dell'abito fisico, ma è in quello mentale, nel rinnovare lo spirito e le coscienze e nel ritorno al messaggio evangelico.
Certamente, per la chiesa che è in Gioia del Colle, don Rocco è stato una benedizione del Signore.
Grazie, don Rocco, per la tua testimonianza cristiana e per il servizio reso a tutta la comunità di Gioia.
P.S. Con deliberazione del Commissario Straordinario del Comune di Gioia, dott.ssa Rossana Riflesso, del 15-12-2015 a don Rocco Traversa è stata intitolata una strada cittadina.
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5 Luglio 2012