Giovanni Mastrovito, detto Giannino
Giovanni Mastrovito, vezzosamente ricordato come Giannino, nasce a Gioia nel 1934, da Donato, storico capobanda amministrativo della Banda musicale di Gioia per 62 anni, dal 1919 al 1981. Nella famiglia Mastrovito c’era una naturale predisposizione per la musica, a tal punto che possiamo registrare la presenza di quattro musicanti nella Banda di Gioia. Poiché per […]
Giovanni Mastrovito, vezzosamente ricordato come Giannino, nasce a Gioia nel 1934, da Donato, storico capobanda amministrativo della Banda musicale di Gioia per 62 anni, dal 1919 al 1981.
Nella famiglia Mastrovito c’era una naturale predisposizione per la musica, a tal punto che possiamo registrare la presenza di quattro musicanti nella Banda di Gioia.
Poiché per i musicanti che non avevano una buona preparazione di base non veniva assegnato un introito economico sufficiente per mantenere la famiglia durante un intero anno, il padre Donato pensò bene di far istruire nel campo musicale il figlio Giovanni. Seguendo le orme del padre, fu da questi avviato allo studio della musica e per circa due anni frequentò la scuola musicale presso la casa del suo collega Giacomo Argento, una delle colonne della Banda di Gioia.
Sempre su consiglio del padre cominciò con la tromba, per aspirare a diventare un ottimo solista di flicorno sopranino, il che gli avrebbe consentito di conseguire ragguardevoli guadagni.
Fu subito scartato l’utilizzo del flicorno, per la conformazione dentaria che gli creava qualche problema, e anche quello del corno. Iniziò quindi a suonare il trombone, sempre sotto l’attenta guida del maestro Giacomo Argento.
Esordisce nella Banda di Gioia nel 1948, sotto la direzione del maestro Paolo Falcicchio.Nel 1951 Giacomo Argento muore mentre Giannino si fa strada tanto che due anni dopo, a 19 anni riveste il ruolo di ‘secondo’ rispetto al tenore titolare.
Nel 1955 parte per Siracusa per espletare il servizio militare e nel 1956 viene trasferito a Bolzano, dove ottiene l‘incarico di trombettiere del suo battaglione e suona durante le cerimonie politiche e militari.
Al termine del servizio militare nel 1958 rientra a Gioia sperando di aggregarsi alla Banda di Gioia. La Banda, però, era al completo come organico e Giannino si sentiva come una riserva da utilizzare in casi di necessità per cui, su consiglio del padre si reca a suonare nella Banda di Castellana Grotte, diretta dal maestro Giuseppe Chielli.
Nel 1959 la carriera di Giannino sembra concludersi; problemi ai denti lo costringono a curarsi e a stare lontano dalla Banda e il padre nel frattempo lo mette a bottega da alcuni parenti perché possa guadagnarsi da vivere. Ma Giannino pensava sempre alla musica e riprende a studiare e a suonare nei momenti liberi tanto che il padre, ascoltando le sue esibizioni rimane talmente colpito che chiede al maestro Falcicchio se fosse il caso di inserirlo nella sua Banda.
Il 20 maggio del 1960 è la data della svolta di Giannino. La Banda di Gioia prestava servizio a San Severo e il primo flicorno tenore, prof. Angelo Gorgoni, ebbe ha improvviso attacco di appendicite e è costretto a tornare a casa per operarsi. Inoltre il solista flicornino soprano, D’Angelo Giorgio, soffrendo d’asma, quella sera non se la sentiva di suonare La Traviata e consiglia a Giannino di sostituirlo. Rispetto al più famoso e accreditato solista D’Angelo, che non aveva rivali in quel ruolo e per il quale erano accorsi moltissimi ammiratori da diverse città, la prestazione di Giannino sembrava agli occhi dei presenti compromettere la riuscita della festa. Fu il trionfo di Giannino e della Banda di Gioia!
Nel 1961 Giannino viene richiesto dalla Banda di Lanciano, ma il maestro Falcicchio, spinto dalla moglie, gli impedisce di farlo partire da Gioia.
A seguito della morte del maestro Falcicchio, Giannino è scritturato nella Banda di Mottola, diretta dal maestro Gioacchino Ligonzio. Ritornerà a Gioia nel 1968, con il maestro Michele Marvulli che, durante i suoi quattro anni di direzione bandistica, migliora la formazione artistica di tutti i musicanti. Di Giannino il maestro Marvulli ha detto: Era un solista attento alla direzione. Imparava la modulazione delle voci che poi trasferiva al suo strumento. Insomma, più che uno strumento, egli stesso era una voce!
Nel 1975 ritroviamo nuovamente Giannino a Conversano con il maestro Ligonzio. Nel 1977 lo troviamo a Ceglie Messapica, sempre con il maestro Ligonzio. Poi lo ritroviamo a Gioia con i maestri Giuseppe Chielli, Gino Bello, Florindo Pizzoleo, Pietro Marmino e Mario Cananà.
Nel frattempo, per garantirsi delle risorse economiche certe per il suo futuro, approfittando della nuova legge sull’insegnamento della musica nelle scuole, insieme ad un atro musicante gioiese, Angelo Lamanna, si iscrive come privatista al Conservatorio Nicolò Piccinni di Bari per conseguire il diploma per esercitare l’attività didattica. Dopo essersi diplomato è stato nominato docente di educazione musicale e ha insegnato nelle Scuole medie di Noci, Gioia, Sammichele, Cassano e nella scuola media Carano di Gioia.
Ho avuto modo di lavorare con lui nella Scuola media Carano nello stesso corso e ho apprezzato la sua vasta esperienza e pratica musicale e le sue doti umane e professionali, collaborando con lui in un progetto volto alla conoscenza e alla valorizzazione del fenomeno bandistico a Gioia del Colle. Pur continuando ad esercitare il suo ruolo di solista nella Banda di Gioia è stato sempre puntuale ad assolvere il suo dovere scolastico.
Solo quando la stanchezza comincia a farsi sentire e non riusciva più a conciliare i due impegni lavorativi, dopo 42 anni di attività, e poiché gli impegni scolastici richiedevano sempre maggiori spostamenti e nuovi cambiamenti nella didattica, Giannino decide di porre fine alle sue due attività lavorative.
Gli è sempre rimasto l’amore per la musica e la Banda a tal punto che anche dopo aver conseguito la pensione seguiva le esibizioni della Banda di Gioia in quasi tutte le tournées che effettuava fuori dal nostro paese ed era sempre orgoglioso del nostro Concerto, non facendo mai mancare ai ‘bandisti’, con il suo solito garbo, consigli e suggerimenti per una migliore esecuzione del repertorio del Concerto.
Oltre alla voglia di fare sempre meglio, di approfondire il contenuto, i sentimenti che si sprigionavano nelle opere che era chiamato ad interpretare, per penetrare nell’animo dei compositori e dei personaggi, sì da renderli al pubblico nel giusto pathos, oltre alle sue doti di umiltà, che non lo hanno fatto sentire su un piano di superiorità rispetto agli altri ‘bandisti’, oltre alla coscienza di far bene il suo lavoro come un obbligo morale di tutti gli uomini, Giannino, come i grandi dell’umanità, non ha mai anteposto il suo valore e il suo impegno al dio denaro. Ha spesso rifiutato contratti più vantaggiosi per lui, preferendo restare a Gioia, anche per amore verso la sua città.
Giannino, senza correre il rischio di essere tacciati di campanilismo, nell’utilizzo del suo strumento musicale è stato uno dei più grandi esecutori di musiche per Banda e, insieme ai maestri Giacomo Argento e Raffaele Chiaia è stato una colonna che ha portato il nome del Concerto Musicale di Gioia del Colle ai più alti fasti in campo nazionale ed internazionale, a detta dei critici e degli intenditori di musica.
La sua presenza durante le esibizioni sulle piazze di tutta Italia era garanzia di vero godimento artistico per gli ascoltatori e non solo per gli addetti ai lavori o per gli amanti della musica, che accorrevano numerosi ad ascoltare i suoi assoli da solista. Anche i Maestri dei vari Concerti musicali facevano a gara per garantirsi la sua presenza nell’organico delle Bande che dirigevano, segno evidente della professionalità che gli attribuivano e dell’entusiasmo che infondeva nelle folle che lo acclamavano e lo applaudivano.
Fra tutti i giudizi mi piace ricordare quello di un ex maestro della Banda di Gioia, Jorge Egea, il quale, parlando della sua arte, così si esprime: È il miglior tenore mai ascoltato, per la dolcezza della sua impostazione e per i suoni particolari che esprimeva con lo strumento.
A Giannino va il mio ringraziamento anche per le notizie che ha voluto condividere con me in occasione delle mie ricerche e della pubblicazione dei due volumi La Banda Musicale di Gioia del Colle 1817-2017. Storia, documenti, immagini e testimonianze, data alle stampe in occasione del bicentenario della nascita della Banda di Gioia, nel 2017. A lui ho dedicato due pagine nella sezione riguardante i solisti e altre due nella sezione riguardante le testimonianze. Purtroppo la sua morte improvvisa non gli ha permesso di leggere i due volumi e di ripercorrere le gloriose tappe del suo e del nostro Gran Concerto Musicale di Gioia del Colle ‘Paolo Falcicchio, la cui storia era in pubblicazione quando è sopraggiunta la sua dipartita.
Il nostro concittadino Paolo Covella gli ha dedicato un volumetto dal titolo fortemente significativo: Giannino Mastrovito: “il Pavarotti degli ottoni”, consacrandolo come il miglior flicorno tenore dei suoi tempi.
Giannino ci ha lasciati nel 2017, il giorno 5 agosto, dopo soli due giorni dall’incendio del pullman che trasportava i componenti della Banda di Gioia in trasferta in Campania. E chissà che questo tragico avvenimento, legato alla sua e alla nostra gloriosa Banda non lo abbia scosso a tal punto da …?
Grande è la lezione che Giannino ci ha lasciato; da professore della Banda di Gioia e da professore nel campo della Scuola è stato un Maestro esemplare che ci ha consegnato una grande lezione di umanità: nella vita vale più la dignità, la moralità e la coscienza di aver compiuto onestamente e laboriosamente il proprio lavoro, che mirare ad avere un portafoglio traboccante di soldi, ottenuti senza il sudore della fronte!
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17 Febbraio 2024