L’albergo Italia e il ristorante Impero
Gioia del Colle, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, si è espansa in direzione est ed ovest ed è stata interessata a fenomeni di urbanizzazione soprattutto su via Roma, arteria cittadina di fondamentale importanza poiché attraverso essa si accede alla Stazione ferroviaria. Poiché Gioia si era sviluppata al punto di raggiungere il numero di […]
Gioia del Colle, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, si è espansa in direzione est ed ovest ed è stata interessata a fenomeni di urbanizzazione soprattutto su via Roma, arteria cittadina di fondamentale importanza poiché attraverso essa si accede alla Stazione ferroviaria.
Poiché Gioia si era sviluppata al punto di raggiungere il numero di oltre 23.000 abitanti, il 16 dicembre 1919 l’Arcivescovo di Bari, mons. Giulio Vaccaro, prevede l’istituzione di due nuove Parrocchie, una nella zona orientale e l’altra in quella occidentale di Gioia, sedi delle future chiese dell’Immacolata di Lourdes e di Santa Lucia.
Il primo insediamento su Via Roma alla fine dell’800 è sicuramente stato la Villa Cassano, fatta edificare dall’industriale Paolo Cassano, su progetto dell’architetto Cristoforo Pinto intorno al 1878. Ai primi decenni del XX secolo risalgono alcune costruzioni private e pubbliche; tra quelle religiose va ricordata la chiesa di Santa Lucia il cui prospetto è ultimato nel 1918, come si può leggere su una iscrizione presente sul portone d’ingresso dell’edificio sacro.Tra le costruzioni pubbliche e private sono da segnalare l’Albergo e ristorante Italia e la sede del Liceo Classico “P.Virgilio Marone”. Cito espressamente queste due costruzioni perché presentano una caratteristica comune, che ritroviamo in alcune città italiane e straniere, come ad esempio piazza dei Quattro Canti a Palermo, che fu costruita agli inizi del ‘600, oppure i caratteristici quadrivi che si possono osservare a Barcellona.
Queste città, infatti, presentano una somiglianza dal punto di vista costruttivo e architettonico; entrambi gli edifici nel punto in cui incrociano le altre strade non le intersecano ad angolo retto, ma presentano i lati smussati, quasi ad ottenere un ottagono. Tutto ciò, oltre ad ottenere degli incroci più ampi, permette di utilizzare degli spazi maggiormente aperti, simili a piazzette, sia come luogo di aggregazione e socializzazione, anche con l’eventuale posizionamento di dehors, sia come punti di sosta per ammirare le bellezze architettoniche della zona.
Probabilmente lo slargo presente nei pressi delle due costruzioni gioiesi, imitando l’impostazione architettonica seicentesca dei Quattro Canti di Palermo, aveva furtivamente un altro scopo; voleva costituire un invito ai fruitori delle due strutture (Scuola ginnasiale e liceale e albergo-ristorante) a utilizzarle, frequentarle e servirsi dei benefici apporti che offrivano: l’una come attività ricettiva e di ristorazione e l’altra come fonte di un diverso tipo di ristorazione, cioè di degustazione del sapere e di arricchimento culturale.
A differenza di quanto si è verificato a Palermo e a Barcellona a Gioia questa soluzione è rimasta incompiuta, dovuta al fatto che tale impostazione ottagonale era inapplicabile per la presenza agli angoli opposti di altre due costruzioni impostate ad angolo retto. Infatti mentre l’albergo Italia sarebbe stato edificato negli anni ‘20 del secolo scorso e il Liceo classico negli anni ’30, le altre costruzioni risalirebbero a qualche decennio prima. Inoltre tale soluzione, quand’anche fosse stata possibile, avrebbe dato vita ad un’altra piazzetta, che “stonava” con la vicina piazza della Stazione ferroviaria a ovest e con le Piazze Plebiscito ed Umberto I a est nord-est, ed inoltre sarebbe stata situata in periferia e quindi praticamente inutilizzabile come luogo di incontro e di socializzazione.
Il palazzo su via Roma, angolo via Celiberti, dopo essere stato adibito ad albergo Italia e ristorante Impero è stato sede di attività commerciali ed attualmente nel piano terra ospita un self service di bevande e merendine ed una palestra di danza mentre al primo piano insistono delle abitazioni private.
Dagli atti delle Amministrazioni comunale veniamo a conoscenza che il Podestà il 3° gennaio 1941 delibera un contributo da parte del Comune per il funzionamento del “Ristorante Impero”, dietro istanza dei signori De Bellis Michele e Nico Giovanni che chiedono un contributo finanziario di almeno lire 3000 perché nel novembre ultimo scorso in presenza in città di molti ufficiali della regia Aeronautica avevano aperto al pubblico il Ristorante Impero, rispondente a tutte le esigenze del caso. Dopo circa un mese i 2/3 degli ufficiali abbonati al ristorante furono trasferiti e i proventi dell’esercizio subirono una forte contrazione. L’Amministrazione comunale per l’occasione assegnò al richiedente un contributo di £ 2000.
A ricordo dell’antico utilizzo del manufatto fino a qualche anno fa era possibile leggere sul parapetto dell’edificio una targa con la scritta Albergo, sormontata da una stella.
Nel 2011 si ventilò la possibilità di demolire l’immobile per far posto ad una moderna costruzione, così come negli anni ’80 si era verificato con l’abbattimento della costruzione di stile liberty ubicata all’angolo di Via Roma con via Leonardo da Vinci.
Fortunatamente lo scorso anno i proprietari hanno provveduto ad una ristrutturazione della facciata, salvando dalla distruzione un altro pezzo della storia di Gioia.
La denominazione Italia ed Impero, data alle due attività presenti nell’immobile, infatti, rimanda chiaramente al periodo storico legato all’esaltazione della grandezza dell’Italia durante il fascismo, una pagina di storia da non dimenticare.
Il Consiglio comunale in data 26 gennaio 1890 deliberò di cambiare denominazione, da via della Stazione a via principe Amedeo di Savoia, duca di Aosta, che abdicò al trono di Spagna; il provvedimento fu preso per commemorare la morte di Sua Maestà Amedeo di Savoia.In una cartolina degli anni ’30 compare la scritta via Principe Amedeo, invece di Via Roma. Tale arteria cittadina inizialmente prese la denominazione di via della Stazione (ferroviaria) perché conduceva in quel luogo.
Il Consiglio comunale, con successiva deliberazione del 22 ottobre 1931, variò ulteriormente denominazione da Via Principe Amedeo in Via Roma. Al Principe Amedeo fu intitolata la strada Via Duomo, quella che da Corso Vittorio Emanuele II porta alla Chiesa Madre.
Il sig. Alberto Tria, affascinato dalla particolarità costruttiva dell’edificio, ha eseguito un plastico scala 1/50 dell’immobile.
© È consentito l’utilizzo del contenuto di questo articolo per soli fini non commerciali, citando la fonte ed il nome dell’autore.
4 Luglio 2022