Un’altra leggenda di Gioia del Colle
Al post pubblicato su questo sito il 21 marzo 2021, dal titolo Alcune leggende di Gioia del Colle, ne aggiungiamo un’altra più nota, anche se simile a quella già citata, che ci offre la motivazione della scelta dello stemma del Comune di Gioia del Colle, che raffigura una coppa ricolma di gioielli, su un campo […]
Al post pubblicato su questo sito il 21 marzo 2021, dal titolo Alcune leggende di Gioia del Colle, ne aggiungiamo un’altra più nota, anche se simile a quella già citata, che ci offre la motivazione della scelta dello stemma del Comune di Gioia del Colle, che raffigura una coppa ricolma di gioielli, su un campo di grano.
Si tratta, naturalmente di una leggenda, che gli abitanti dei secoli scorsi riferivano come racconto veritiero, sia perché così era stata loro tramandato sia perché assegnava al nostro paese nobili origini, di cui si poteva andare gloriosi.
I documenti storici, come riportato in altri articoli pubblicati su questo sito, ci confermano realmente il percorso che dai toponimi Ioha, , Ioe, Ioja, Ioya, Iovia, Zoia, Gioya, Gioija, Gioja, si è giunti a Gioja dal Colle ed infine all’attuale Gioia del Colle.
Di seguito riporto una ricerca storica del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli, dal titolo: Il simbolo dello stemma araldico comunale di Gioia del Colle.
Secondo la tradizione locale, il simbolo dello stemma araldico della città di Gioia del Colle è una coppa d’argento con due manici, colma di gioielli preziosi contornata lateralmente da due spighe di grano in campo in alto per tre quarti di colore azzurro ed in basso per un quarto di colore verde. Racconta la leggenda che il giorno 23 Maggio dell’anno 1230, l’imperatore Federico II di Svevia, trovandosi nel castello di Gioia del Colle, ricevette a sorpresa, la visita della contessa Bianca Lancia, favorita di corte, che per l’occasione indossava una preziosissima collana, tempestata di diamanti, rubini e smeraldi, dono d’amore del ‘Puer Apuliae’.
Infatti dalle cronache segrete si sapeva che la futura imperatrice, sposata in ‘articulo mortis’ era stata l’unica donna veramente amata dall’imperatore Svevo.
Mentre il nobile corteo attraversava il territorio gioiese, Bianca Lancia fu colpita dalla bellezza del paesaggio, dall’aria fresca e profumata dei campi a tal punto che ordinò di fermare la carrozza e scendere fra i boschi per ammirare il panorama. Ammaliata dal suggestivo paesaggio gioiese dalla salubre aria, si inoltrò nel bosco finendo per perdersi. In preda al timore di non riuscire a ritrovare la strada del ritorno, seguita fedelmente dalla dama di compagnia, incominciò a correre ansiosa di ritrovare la carrozza e di non mandare a monte l’amoroso incontro con l’Imperatore.
Dopo l’affannosa corsa, raggiunse l’imperiale cocchio e proseguì il viaggio verso il maniero gioiese. Salita in carrozza, si ricompose, ma si accorse di aver perso, durante la corsa, la preziosa collana, che aveva per la contessa un valore affettivo inestimabile. Amareggiata, raggiunse l’amato Federico II, al quale raccontò l’accaduto. L’Imperatore le promise che avrebbe ordinato ai suoi fedelissimi soldati di recuperare la preziosa collana, entro tre giorni, in caso contrario le avrebbe donato una nuova collana ancor più preziosa.
Intanto la notizia si era diffusa a corte e tra i Gioiesi, i quali senza ricevere l’ordine imperiale, iniziarono a ricercare il prezioso dono. Per tre giorni la collana venne cercata dai soldati, ma invano. All’alba del terzo giorno il 26 Maggio del 1230, il pastore gioiese Faustolo ritrovò sotto un rovo il prezioso gioiello, che portò in paese per mostrarlo a tutti i Gioiesi, che comunque avrebbero potuto dividere tra loro la collana, essendo un po’ tutti nel bisogno.
I Gioiesi essendo onesti cristiani, generosi, leali e fedeli a Federico II, pensarono all’unanimità di restituire la collana all’Imperatore. I Gioiesi però non volevano consegnare il gioiello a mani nude e quindi pensarono di collocarlo in una coppa d’argento che apparteneva al tesoro di Santa Sofia, Patrona cittadina, custodita nella Chiesa Madre. La coppa conteneva la manna di Santa Sofia. Quindi festanti si recarono al castello per consegnare la collana all’Imperatore, il quale felicissimo, apprezzò il nobile gesto dei Gioiesi che parteciparono alla gioia della contessa Bianca Lancia, che suggerì al suo Federico II di rinominare il Borgo di Santa Sofia la città del Colle delle Gioie, per la gioia di aver ritrovato il gioiello prezioso.
Pertanto l’Imperatore ricompensò i Gioiesi, apprezzando la loro lealtà e fedeltà, con una somma di denaro pari al valore della collana, effigiando lo stemma cittadino, con una coppa di argento colma di gioielli, adorna da due spighe di grano che impersonavano l’Imperatore e la sua Principessa, ma che rappresentavano un chiaro simbolo di abbondanza e grazia che sarebbero ricadute favorevolmente in città, abbellita dal suo cielo terso azzurro, simbolo di libertà e dai suoi prati verdi, simbolo di speranza e vittoria sul male.
Da allora la città del Colle delle Gioie venne ribattezzata Gioia del Collo in ricordo della contessa Bianca Lancia e divenire poi definitivamente la gloriosa Gioia del Colle a motivo della felice orografia dell’ameno luogo.
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20 Aprile 2021