Il Centro storico di Gioia si impreziosisce di nuovi bassorilievi di Mario Vacca
Continua l’opera di impreziosimento del Centro storico da parte del nostro concittadino, lo scultore autodidatta Mario Vacca. Dopo aver scolpito, donato gratuitamente e posizionato in diversi punti del Centro storico oltre una cinquantina di bassorilievi raffiguranti Federico II, Bianca Lancia, personaggi, animali e oggetti legati all’imperatore svevo, l’artista ha donato alcuni bassorilievi che sono stati […]
Continua l’opera di impreziosimento del Centro storico da parte del nostro concittadino, lo scultore autodidatta Mario Vacca.
Dopo aver scolpito, donato gratuitamente e posizionato in diversi punti del Centro storico oltre una cinquantina di bassorilievi raffiguranti Federico II, Bianca Lancia, personaggi, animali e oggetti legati all’imperatore svevo, l’artista ha donato alcuni bassorilievi che sono stati posizionati nel castello normanno-svevo di Gioia del Colle.
Nel 2016 aveva posizionato all’interno dell’Arco Serpente, in prossimità di Via Antonio Spada, due formelle in pietra, da lui realizzate, rappresentanti l’una l’arcangelo Michele, (forse la raffigurazione allegorica della Giustizia), che schiaccia con i piedi il corpo di lupo e coda di drago, che con una mano regge una Croce e con l’altra sostiene una bilancia su cui piatti pesa le anime di due uomini, l’una più pesante dell’altra, per stabilire la giusta ricompensa da assegnare. Questa è l’iconografia utilizzata frequentemente nelle scene del Giudizio Universale.
L’altra formella, sempre scolpita in pietra, raffigura la scena della Natività di Gesù, con tutti gli elementi essenziali del Presepe: la Madonna, San Giuseppe, Gesù Bambino, il bue e l’asinello. Il tutto è racchiuso tra due colonne con fregio elicoidale, sormontato da un capitello che sostiene un doppio arco.
In una nicchia, presente sotto l’Arco Serpente, nei pressi delle due formelle, nella quale era presente un altarino devozionale con la foto di San Rocco, da poco Mario Vacca ha posizionato una nuova formella in pietra, raffigurante l’immagine di San Rocco secondo l’iconografia tradizionale, orante e in ginocchio mentre mostra la piaga sul ginocchio, nel momento in cui riceve da un cane un pezzo di pane.
L’infaticabile laboriosità dello scultore continua costantemente anche durante la pandemia e porta ad impreziosire un altro punto del Centro Storico.
Nel mese di marzo, infatti, Mario Vacca ha completato e posizionato, sempre gratuitamente e a sue spese, una copia del bassorilievo presente sull’abitazione di una costruzione sita nell’Arco Mastrocinto, ma poco visibile anche ad un occhio attento, unitamente ad una targa riportante la seguente didascalia.
Bassorilievo della Madonna Odegitria.
Questo bassorilievo è la riproduzione fedele di quello presente, ma poco visibile, in alto sulla facciata destra all’interno dell’Arco Mastrocinto, arco così denominato dall’omonima famiglia gioiese, vissuta nel secolo XVII, che abitava all’interno della corte. Rappresenta la Madonna che regge con il braccio destro il Bambino, mentre sul braccio sinistro ha impresso una stella. E’ opera dello scultore autodidatta gioiese Mario Vacca e raffigura la Madonna Odegitria. La sua presenza nell’Arco, che fa parte del primo nucleo abitativo gioiese, di formazione bizantina, è giustificata non solo dal culto in Terra di Bari della Madonna Odegitria, anch’esso di origine bizantina, ma anche dal fatto che Odegitria (dal greco-bizantino Oδηγήτρια, composto di ὁδός, via e ἄγω, ἡγοῦμαι, condurre, guidare) sta a significare: colei che conduce, mostrando la strada, la direzione da seguire. Anche la presenza della stella vuole, simbolicamente, indicarci la strada da percorrere ed è un chiaro richiamo a quella stella più famosa che guidò i Magi alla grotta di Betlemme. La Madonna Odegitria, dunque, vuole proteggere non solo gli abitanti dell’Arco Mastrocinto, ma anche l’intero borgo ed indicare a tutti i gioiesi la giusta strada da seguire, indicataci da Gesù e dalla Madonna: quella dell’amore e del Vangelo.
La Madonna Odegitria è la Patrona della diocesi di Bari, di cui Gioia fa parte da tempi immemorabili. Infatti nei vicini Archi di San Nicola e Cimone in passato risiedevano, rispettivamente, il rappresentante gioiese della Basilica Barese a partire dal secolo XII e il Legato Apostolico Benedettino, rappresentante dell’abate Eustachio di San Nicola di Bari, incaricati di tutelare gli interessi di quella Chiesa nel nostro territorio. Incerta è la datazione del bassorilievo, che, sia per essere poco aggettante, sia per la sua essenzialità, sia per il mancato rispetto delle proporzioni dei soggetti riprodotti, potrebbe risalire al periodo compreso tra la costruzione delle vicine chiese di Santa Maria Maddalena e di Sant’Andrea, anch’esse di origine bizantina (secoli X-XVI).
Non si ferma qui l’amore di Mario Vacca per Gioia, nonostante i limiti imposti dall’epidemia in corso; il suo tempo libero lo scultore continua a dedicarlo alla lavorazione della pietra e del legno, per dar vita a pregevoli manufatti i cui temi sono legati alla storia e alla cultura gioiese.
Infatti a breve anche un altro bassorilievo, raffigurante San Francesco di Paola, santo molto venerato a Gioia, come è testimoniato dalla presenza di numerose statue e affreschi presenti in diverse Chiese del nostro Comune, andrà ad arricchire un altro angolo del Centro storico.
Per ulteriori notizie sul soggetto di questo bassorilievo è possibile consultare su questo sito l’articolo: https://www.gioiadelcolle.info/la-madonna-odegitria-nellarco-mastrocinto-2/.
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9 Aprile 2021