Pubblicazione sul Circolo Unione di Gioia
A dicembre del 2020 è stata ultimata una pubblicazione, a cura del dott. Leonardo Marazia, Presidente del Circolo Unione. Il volumetto, intitolato ‘ Il Circolo Unione di Gioia del Colle. Immagini e testimonianze’ è stato tenacemente voluto e stampato a spese del Presidente, che intendeva donarlo ai soci in occasione dei 150 anni di vita […]
A dicembre del 2020 è stata ultimata una pubblicazione, a cura del dott. Leonardo Marazia, Presidente del Circolo Unione. Il volumetto, intitolato ‘ Il Circolo Unione di Gioia del Colle. Immagini e testimonianze’ è stato tenacemente voluto e stampato a spese del Presidente, che intendeva donarlo ai soci in occasione dei 150 anni di vita del Circolo. Alcuni contrattempi, però, hanno fatto scivolare la stampa al 152° anniversario di fondazione del Circolo.
Come lui stesso più volte mi ha confidato e ha voluto ribadire nella prefazione al libro, l’obiettivo da raggiungere era quello di salvare dal dimenticatoio un pezzo importante della storia di Gioia del Colle per consegnarne il ricordo alle generazioni presente e future.
Purtroppo il desiderio del Presidente, dott. Marazia, non si è potuto realizzare a causa della sua improvvisa morte, avvenuta il 3 dicembre 2020.
Per onorare la volontà e la gratitudine per questo suo ultimo impegno il Circolo Unione, nella figura dell’attuale Vice Presidente, ha preso l’impegno di indire un incontro con i soci del Circolo, aperto alla cittadinanza, nel momento in cui le disposizioni anti Covid lo consentiranno, durante il quale sarà ricordata la figura del dott. Marazia e sarà consegnata una copia del volumetto ai soci del sodalizio e agli altri intervenuti alla cerimonia della sua presentazione.
La pubblicazione, in 88 pagine, è divisa in tre parti.
La prima parte è riservata all’identità storica della Città, che condensa il lavoro di due soci del Circolo Unione: ‘Dalla fondazione del 1868 alla fine della II Guerra Mondiale’, a cura del prof. Vito Antonio Lozito e ‘Il Circolo Unione, dal dopoguerra ad oggi’, del socio ing. Antonio Oliva.
La seconda parte tratta de ‘I 150 anni di vita del Circolo Unione di Gioia del Colle’, da una ricerca storica presentata ai soci nel 150° della fondazione, dal prof. Francesco Giannini, ed è articolata in due momenti: ‘Dalla fondazione alla prima metà del ‘900’ e ‘Eventi significativi del ‘900’.
La terza parte intitolata ‘Hanno scritto del Circolo Unione’ raccoglie gli scritti del prof. Giuseppe Milano e del dott. Andrea Vasco, che hanno parlato del Circolo.
Segue l’organigramma del Circolo per il biennio 2019/2020 e l’elenco dei presidenti del Circolo Unione dalla sua fondazione ad oggi.
La pubblicazione è ricca di foto della vecchia sede in Piazza Plebiscito, della nuova sede e di alcuni eventi realizzati dal Circolo Unione.
Il lavoro è preceduto da una prefazione, scritta dal dott. Leonardo Marazia, che è una sorta di testamento spirituale dell’autore, che per sei anni ha rivestito il ruolo di Presidente del Circolo Unione con spirito di servizio e di responsabilità, nell’intento di allargare gli orizzonti operativi dell’Associazione, favorendo la collaborazione con altre Associazioni locali operanti nel campo culturale e del volontariato.
Mi piace riportare la sua prefazione, che ci fa capire il suo amore per Gioia, il suo attaccamento al Circolo e la voglia di impegnarsi per farne un luogo di cultura e di sano utilizzo del tempo libero, aperto alla città di Gioia e non solo ai soci.
Quante vicende si sono succedute, in Italia e nel mondo, da quel lontano 1868 quando, con Firenze capitale ed una unità nazionale ancora da completare, a Gioia, la nostra città, piccola cittadina di un sud Italia appena annesso a Casa Savoia, veniva fondato ad opera di alcuni agrari del luogo il Circolo Nazionalista Sannace, alla cui presidenza veniva eletto il comm. Tommaso Calabrese, un notabile d’ispirazione nazionalista e antiborbonica.
Da allora quel Circolo, oggi Circolo Unione, nato in un territorio non ancora scevro da ideologie borboniche, con un diffuso analfabetismo e un’economia prevalentemente agricola basata su un sistema produttivo di tipo feudale, è stato e continua ad essere un esempio di vitalità socio-culturale per tutta la città, malgrado il tempo trascorso e le profonde trasformazioni economiche, politiche e sociali che hanno interessato l’intera Italia, facendone l’ottava potenza economica mondiale e la terza nell’Unione europea.
Nel corso dei suoi 152 anni di vita, nonostante una certa resistenza al cambiamento che a taluni può essere apparsa persino ideologica, ogni qualvolta si è reso necessario fare profonda autocritica per scardinare antiche e rassicuranti abitudini che mettevano in forse la sua stessa esistenza, il Circolo lo ha fatto senza indugi, stando però attento a non disperdere la propria identità, quella stessa identità che gli ha dato la forza e la vitalità per essere ancora oggi protagonista indiscusso dell’associazionismo gioiese.
Ciò è stato possibile perché quel Circolo, coniugando passato e presente, da una parte ha saputo custodire e proteggere i valori più nobili dei suoi soci fondatori, come il senso dell’appartenenza, il rispetto delle istituzioni e l’amore per la cultura, e dall’altra ha fatto proprie le nuove istanze provenienti dalla moderna società civile, come la giustizia sociale, la fratellanza e la solidarietà umana. Valori antichi, sì, ma che in un momento storico come quello che stiamo vivendo, dove la logica dell’interesse e del profitto personale sembra prevalere su qualsiasi altro valore della vita, spesso si dissolvono dietro il velo dell’indifferenza.
È stato un lungo processo, lento ma costante, di trasformazione e arricchimento valoriale che a partire dal secondo dopoguerra, in concomitanza con la ricostruzione economica e sociale del Paese e con l’ingresso di nuovi soci, in larga parte professionisti e intellettuali, ha visto il Circolo spogliarsi della sua natura rigorosamente elitaria per assumerne una decisamente più inclusiva, supportata da nuove finalità sociali, dove la cultura del ‘noi’ prevale sull’individualismo esasperato dell’’io’ e il bene collettivo sull’interesse del singolo.
Nel corso degli anni, com’è naturale che accada, non sono mancati i momenti di difficoltà che il Circolo ha dovuto affrontare per non essere travolto dagli eventi indesiderati che la vita spesso riserva, riuscendo però sempre a venirne fuori grazie all’impegno dei suoi Presidenti e al contributo fondamentale di tutti i suoi soci.
Ha conosciuto l’ira del popolo e l’arroganza del potere, mai l’onta della resa, dando senso e valore al motto, ‘Post Fata Resurgo’, ideato dall’indimenticabile Michele Cuscito Montesano per esaltare lo spirito indomito dei suoi soci dopo i tragici avvenimenti del 28 marzo 1947, quando il Circolo fu ‘devastato dagli errori e dalla incomprensione umana’, così come recita la pergamena che gli fu dedicata per gli affreschi eseguiti in occasione dei lavori di restauro. Un motto dal quale, poi, a distanza di cinquant’anni, gli stessi soci, stimolati anche dalla ferma volontà del Presidente dott. Vito Bianco, hanno tratto la forza e il coraggio necessari per affrontare un’altra difficile pagina della sua storia, allorquando, nel 1997, ha subito dall’allora Amministrazione comunale l’imposizione di rilasciare, dopo 105 anni, la sua storica sede di Piazza Plebiscito. Anche in tale occasione il Circolo ha lottato e difeso con fermezza le proprie ragioni, poi, sopraffatto da una incomprensibile e intransigente volontà politica, assieme alla riconosciuta natura demaniale dell’intero Palazzo San Francesco, ha saputo ricollocarsi nell’attuale accogliente e funzionale sede di Palazzo Pastore, ora Di Ciommo, in via Roma.
Oggi, però, nuove nubi si affacciano all’orizzonte e, ancora una volta, occorrerà ricorrere a quel motto, ideato nel 1947, per trarre le giuste motivazioni necessarie ad affrontare le problematiche connesse alle limitazioni delle attività sociali, imposte dalle competenti autorità per fronteggiare l’emergenza epidemiologica che sta interessando l’Italia e il mondo intero. Sarà un lungo e difficile cammino, nessuno sa dire quanto, ma, pur consapevoli che il tempo che stiamo vivendo non ha precedenti, non dobbiamo perdere la speranza e l’idea del futuro perché, anche questa volta, con l’impegno di tutti, il Circolo ce la farà.
Pur fra tante difficoltà, non dobbiamo però dimenticare che il contributo offerto dal Circolo, in oltre un secolo e mezzo, alla promozione della cultura, del sociale e della solidarietà, assieme all’attiva partecipazione di molti suoi uomini alle vicende politiche nazionali e cittadine, gli assegna di diritto un posto di primo piano fra i protagonisti della vita gioiese, tanto che, è opinione diffusa, la narrazione del suo passato costituisce una preziosa eredità da conservare per le future generazioni, se si vuole che comprendano appieno la storia della propria città.
L’aver voluto raccogliere in un unico opuscolo alcune delle principali pubblicazioni e testimonianze sulla vita di questa nostra piccola, ma apprezzata realtà cittadina, affonda le sue radici nel personale desiderio di voler contribuire a facilitare la lettura della sua conoscenza storica. Ciò però non sarebbe stato possibile senza l’indispensabile apporto dei vari autori, passati e presenti, che con i loro studi, le loro ricerche e il loro amore per la conoscenza e la divulgazione, hanno permesso la realizzazione di questo piccolo, prezioso lavoro. A loro va la riconoscenza di tutta la famiglia del Circolo e in particolare a Francesco Giannini, Giuseppe Milano e Andrea Vasco, cultori di storia locale, per la puntuale e scrupolosa ricerca storica, mentre un sentito grazie va a Vito Antonio Lozito e ad Antonio Oliva, decani del Circolo, per l’impagabile ed opportuna testimonianza.
Leonardo Marazia Presidente del Circolo Unione.
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12 Febbraio 2021